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India, salvare gli alberi con un abbraccio: il foto-appello di Ela è virale
BANGKOK - A volte basta un'idea, anche se antica come le prime tribù ambientaliste dell'India. Ela Smetacek, una giovane design per calzature di una famiglia cecoslovacca trasferita in India durante la seconda guerra mondiale, si è fotografata mentre cerca di avvolgere uno dei grandi tronchi a rischio di finire in cenere nel nord del grande Continente. "Cento milioni di altre piante - scrive Ela - e 1900 ettari nel solo Uttarakhand", ai confini col Tibet, sono già andate distrutte, e per attrarre attenzione ha aggiunto alla foto un appello presto diventato virale, con decine di migliaia di contatti, twitter, condivisioni in tutto il mondo e la nascita di una campagna chiamata "Uttarakhand brucia in silenzio". Sui social media Ela è diventata celebre col nomignolo che si è data di "abbraccia-alberi", di certo consapevole di aver ripercorso le tracce di un'altra eroina dell'India di oltre tre secoli fa, Amrita Devi, della tribù "verde" dei Bishnoi, che si avvinghiò a una pianta volendo impedire ai soldati del Raja di Jaipur di tagliare la foresta per arredare il nuovo palazzo. Più di 300 Bishnoi seguirono il suo esempio e vennero uccisi finché il re fece fermare i soldati e concesse la terra alla tribù. La tradizione di proteggere gli alberi col proprio corpo venne ripresa negli anni '70 dal movimento Chipko (abbracciare) fondato dal celebre ambientalista Sunderlal Bahuguna che, ormai novantenne, ancora si batte per salvare la natura dell'Himalaya e vive a sua volta nell'Uttarakhand. Nel sito Facebook Ela ha fatto notare l'assenza di informazione sui media tradizionali e aveva chiesto un'azione urgente da parte del governo che, dopo aver visto l'onda delle proteste sollevate dal suo post, si è subito messo all'opera. Ma dei 400 siti in fiamme al momento del suo appello dei giorni scorsi, molti continuano a bruciare in territori montuosi spesso di difficile accesso. In uno degli aggiornamenti recenti, la pagina social di Ela ha riferito che a Nainital, Bhimtal, Sattal, Almora, "testimoni oculari ci inviano immagini e tutti dicono la stessa cosa!! Gli incendi non sono contenuti...". India, Uttarakhand brucia in silenzio: la campagna social di Ela salva la foresta Mentre l'intensità del fuoco sta comunque riducendosi, si cercano le ragioni di un disastro che - secondo un noto ambientalista - ha visto per la prima volta "l'intero Uttarakhan in fiamme". Ela scrive che i residenti locali appiccano gli incendi in modo tale che gli alberi morti possono essere venduti, mentre alcuni ambientalisti non escludono cause naturali per via dell'alto numero di pini Chir (facili da infiammare). Ma molti puntano il dito contro la mafia del legno e delle terre che convince i contadini a "ripulire" col fuoco le foreste per grandi speculazioni. "Abbiamo sorpreso tre minorenni - ha scritto uno studioso di uccelli in uno dei post di Ela - mentre appiccavano le fiamme in una zona di osservazione dei volatili a Sattal, e gli abbiamo chiesto perché lo avessero fatto. Hanno detto che glielo aveva ordinato il padre. Abbiamo spento il loro fuoco ma il giorno dopo la foresta aveva ripreso a bruciare". Il disastro arriva in un anno particolarmente difficile per la grave e persistente siccità che, dice lo stesso governo, colpisce ben 330 milioni di indiani privi di acqua sufficiente. Ma la distruzione della grande fonte di ossigeno delle foreste settentrionali colpisce direttamente anche grandi metropoli come New Delhi, dove si vive a temperature proibitive oltre i 40 gradi, tre in più della media stagionale. Ela è cresciuta tra foreste e montagne ("sono nel mio sangue", scrive) e la forza della sua campagna #UttarakhandFires e #UttarakhandBurning ha convinto anche celebri attrici di Bollywood come Dia Mirza a scendere in campo. Di certo è stato anche merito suo se gli elicotteri dell'esercito si sono levati in volo, e tra grandi sforzi hanno già ridotto le fiamme del 70%.
ilgiornale
Usa, orrore a Brooklyn Mamma e quattro bimbi uccisi a coltellate
Strage nel quartiere newyorchese di Brooklyn . Una donna e quattro bambini - il più piccolo di appena 18 mesi - sono stati uccisi a coltellate in un appartamento. Lo riferiscono diversi media americani che citano gli investigatori. In base a quanto si è appreso, un uomo è stato fermato e interrogato, ma al momento non sono state formulate accuse. Gli omicidi sono avvenuti in un appartamento nella 57esima Strada, vicino Sunset Park, riferisce una fonte della Polizia. Le vittime sono una donna di 37 anni; un bambino di 18 mesi; un altro di 5 anni, una bambina di 7 e una di 9. Tutti hanno riportato ferite mortali da coltello nelle parti superiori del corpo. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, i poliziotti sono intervenuti dopo una telefonata al 911: al loro arrivo si sono trovati una scena raccapricciante; inutili i tentativi di salvare la donna e uno dei bambini che ancora respiravano all’arrivo degli agenti. Sul posto è stato fermato un uomo che sarebbe imparentato con la famiglia.
repubblica