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[ ](<https://www.ilpost.it/2021/11/03/mercoledi-3-novembre/mexicans-celebrate-the-day-of-the-dead/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2021/11/03/mercoledi-3-novembre/mexicans-celebrate-the-day-of-the-dead/>) Guanajuato, Messico [Seul, Corea del Sud](<https://www.ilpost.it/2021/11/03/mercoledi-3-novembre/seul-corea-del-sud-157/>) Seul, Corea del Sud [Londra, Inghilterra](<https://www.ilpost.it/2021/11/03/mercoledi-3-novembre/londra-inghilterra-272/>) Londra, Inghilterra [Glasgow, Scozia](<https://www.ilpost.it/2021/11/03/mercoledi-3-novembre/climate-cop26-summit-7/>) Glasgow, Scozia [El Calafate, Argentina](<https://www.ilpost.it/2021/11/03/mercoledi-3-novembre/climate-cop26-photo-feature-argentina/>) El Calafate, Argentina [Bedford County, Stati Uniti](<https://www.ilpost.it/2021/11/03/mercoledi-3-novembre/election-2021-virginia-governor/>) Bedford County, Stati Uniti
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Mercoledì 3 novembre | La bolla speculativa degli alpaca |
>
> Giovedì sera una potente tempesta [si è abbattuta](<http://www.nypost.com/p/news/local/customers_already_without_power_BsKBLp8SNSGKnMlvtYaxLO>) sullo stato di New York, negli Stati Uniti, lasciando senza corrente centinaia di migliaia di persone e provocando la caduta di decine di alberi in tutta la regione. In particolare, secondo quanto riporta l' _Associated Press_ , la tempesta ha colpito la zona della contea di Chemung e la cittadina di Elmira, in cui il governatore dello stato, Andrew M. Cuomo, ha dichiarato lo stato di emergenza.
>
> Una persona è morta per via della tempesta: si chiamava Richard Schwartz, aveva 61 anni ed era un procuratore dello stato di New York. Schwartz stava camminando vicino alla chiesa di Cristo di Cobble Hill, a Brooklyn, quando un fulmine ha colpito la chiesa facendo crollare delle impalcature e dei mattoni che lo hanno colpito e ucciso.
>
> [ ](<https://www.ilpost.it/2012/07/28/la-tempesta-a-new-york/clouds-gather-over-apartment-buildings-a/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2012/07/28/la-tempesta-a-new-york/clouds-gather-over-apartment-buildings-a/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/07/28/la-tempesta-a-new-york/new-york-weather-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/07/28/la-tempesta-a-new-york/new-york-weather-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/07/28/la-tempesta-a-new-york/new-york-weather-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/07/28/la-tempesta-a-new-york/new-york-weather-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/07/28/la-tempesta-a-new-york/new-york-weather-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/07/28/la-tempesta-a-new-york/new-york-weather-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/07/28/la-tempesta-a-new-york/new-york-weather-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/07/28/la-tempesta-a-new-york/new-york-weather-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/07/28/la-tempesta-a-new-york/new-york-weather-10/>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| La tempesta a New York | Il governo ha rialzato le stime del PIL per i prossimi tre anni: nel 2017 dovrebbe crescere dell'1,5 per cento |
Per raggiungere gli obiettivi del _New green deal_ europeo, l’ambiziosa strategia che punta ad azzerare le emissioni climalteranti nette dell’Unione europea entro il 2050, le batterie elettriche rivestono un ruolo chiave. Uno dei punti fondamentali della strategia, infatti, prevede la decarbonizzazione del trasporto su strada con il divieto di vendita di auto elettriche nei Paesi dell’Unione europea dal 2035.
Secondo un'[analisi](<https://www.transportenvironment.org/discover/europe-could-end-reliance-on-chinese-li-ion-battery-cells-by-2027-forecast/>) compiuta da [Transport & Environment (T&E)](<https://www.transportenvironment.org/>), la Federazione europea dei trasporti e dell’ambiente, sarebbe possibile creare una filiera europea delle batterie e limitare così la dipendenza sia dagli Stati Uniti sia dalla Cina oltre che dalle loro aziende e succursali europee. "L'eliminazione graduale dei motori a combustione nell'Ue nel 2035 ha già stimolato molti investimenti. Oggi la metà delle celle per batterie agli ioni di litio utilizzate nell'Ue sono già prodotte qui -ha dichiarato Julia Poliscanova, _senior director_ per i veicoli e la mobilità elettrica di T&E-. Ma _l 'Inflation reduction act_ statunitense (che punta a sviluppare il mercato statunitense dei semiconduttori e delle batterie elettriche, _ndr)_ ha cambiato le regole del gioco e l'Europa deve mettere sul tavolo più risorse o rischia di perdere le fabbriche di batterie e i posti di lavoro previsti a favore degli Stati Uniti". Con i giusti investimenti si riuscirebbe, entro il 2027, a produrre in Europa la totalità delle celle al litio, utilizzando per il 67% catodi (una delle componenti fondamentali della batteria e la più costosa) e la metà del litio raffinato di produzione interna. In parallelo è necessario aumentare il riciclo delle batterie e delle loro componenti in modo da potenziare l’economia circolare, riducendo inoltre gli sprechi e i danni ambientali derivanti da un loro scorretto smaltimento.
Il mercato europeo delle batterie parte già da una posizione consolidata, in quanto la metà della domanda è soddisfatta dalla produzione interna. La richiesta di batterie raggiungerà i 6,7 milioni di unità al 2030, mentre in termini di energia passerà dagli attuali 200 GWh fino a un valore compreso tra i 1.500 e i 1.800 GWh a seconda dello scenario considerato. La produzione attuale è di circa 69 GWh annui, sarà necessario quindi uno sforzo considerevole per ampliare il settore e raggiungere gli obiettivi. Nel prossimo decennio la produzione europea dovrà mantenere il passo con la crescita esponenziale prevista. Se al momento la maggior parte di questa produzione avviane in succursali europee di aziende asiatiche, ad esempio Sudcoreane, come nella fabbrica polacca di LG Chem e in quella ungherese di Samsung SDI, nel prossimo decennio crescerà la concorrenza e la quota gestita dai costruttori europei. Nel 2030 tra i maggiori produttori di batterie elettriche nel continente all'azienda cinese CATL, si affiancheranno le europee Volkswagen, Freyr, ACC e Northvolt. In totale le aziende europee fabbricheranno il 55% delle batterie contro il 22% di quelle cinesi.
Sulla base della domanda di batterie è possibile calcolare che la richiesta europea di materiali per catodi ( _cathode active materials_ , Cam) è destinata ad aumentare da circa 250mila tonnellate nel 2022 a 632mila tonnellate nel 2025, 822mila tonnellate nel 2027 e fino a 1,77 milioni di tonnellate nel 2030. "In base a dati forniti da _Bloomberg_ , dalle relazioni delle aziende e dalle comunicazioni alla stampa, si prevede che l'Europa produrrà circa il 46% della sua domanda di Cam nel 2030″, osservano da T&E. Anche in questo caso alle aziende asiatiche si aggiungeranno i costruttori europei tra cui i già citati Northvolt e BASF.
Un’altra parte della filiera riguarda la produzione di litio raffinato, un semiconduttore fondamentale per la produzione di dispositivi elettronici. Al momento la totalità di questo materiale è importato da Paesi terzi, per due terzi di provenienza cinese. “Abbiamo scelto di concentrarci sul litio in quanto l'Ue ha ora l'opportunità storica di stimolare l'approvvigionamento interno e di fornire allo stesso tempo una forte _due diligence_ sociale e ambientale attraverso il nuovo regolamento Ue sulle batterie -scrivono i ricercatori-. Abbiamo individuato 16 progetti integrati (che comprendono sia l’estrazione sia la raffinazione) e otto progetti di raffinazione non integrati, per una capacità teorica complessiva di 94mila tonnellate di litio entro il 2030”. Come nei due settori trattati in precedenza, anche in questo caso spiccano iniziative di aziende europee come Green lithium, Northvolt, Lithium de France, Imerys e CEZ Group.
È necessario prestare poi estrema attenzione al fine vita delle batterie, non solo per evitare i danni ambientali e sociali di un loro smaltimento scorretto, ma anche per stimolare il riciclo e l’economia circolare. Tuttavia le procedure di riciclo di molte componenti elettroniche è bassa. Secondo i risultati dello studio sarebbe possibile arrivare a coprire dall’8% al 12% della produzione di batterie elettriche entro il 2030, compreso un decimo del cobalto, il 7% del nichel e il 6% del litio. Se fino al 2025 la maggior parte dei materiali riciclati proverrà dal riciclo di scarti di lavorazione, con il passare degli anni sempre più batterie raggiungeranno il “fine vita” ed entreranno nella catena del riciclo. Nel 2035 solo il 39% del recupero di materiali sarà dagli scarti di produzione. “Questa analisi è stata fatta senza considerare i materiali che è possibile recuperare dall’elettronica di consumo, come elettrodomestici e dispositivi elettronici; quindi, il valore finale potrebbe essere ancora più elevato -commentano i ricercatori-. Inoltre con la crescita della domanda ci aspettiamo anche un miglioramento delle tecnologie e quindi dell’efficienza del recupero, specialmente per quanto riguarda il litio”.
Per sostenere lo sviluppo di queste infrastrutture è necessaria la creazione di un “Fondo europeo per la sovranità” a favore dello sviluppo di tecnologie sostenibili: secondo l'analisi sarebbero necessari circa 350 miliardi di euro. “L'Europa ha bisogno di una potenza di fuoco finanziaria per sostenere le sue industrie verdi nella gara globale con Stati Uniti e Cina. Un Fondo europeo per la sovranità sosterrebbe una strategia industriale veramente europea e permetterebbe di stare al passo con i Paesi ricchi di liquidità -conclude la ricerca di T&E-. Ma le regole di spesa devono essere semplificate in modo che la costruzione di un impianto di batterie non richieda lo stesso tempo di una centrale a carbone".
© _riproduzione riservata_
| La strategia europea per costruire un mercato autonomo di batterie elettriche | La nebulosa che fa per tre |
Una forte tempesta di neve [ha colpito](<http://www.foxnews.com/weather/2012/12/27/winter-storms-tornado-threats-for-christmas-in-us/>) ieri la zona centromeridionale degli Stati Uniti. Nelle prossime ore la perturbazione dovrebbe spostarsi sulla costa orientale, secondo le previsioni meteorologiche del National Weather Service. Nelle ultime ore c'è stata una forte nevicata in Arkansas, dove almeno sei persone sono morte a causa di un incidente stradale per una strada ghiacciata. Sono stati cancellati centinaia di voli in diversi stati e decine di automobilisti sono rimasti bloccati lungo le strade a causa del ghiaccio e dei forti venti. Una piccola tempesta di neve ha attraversato anche gli stati del Massachusetts, Rhode Island e Connecticut.
[ ](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/major-weather-system-drops-large-amount-of-snow-on-midwest-and-northeast/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/major-weather-system-drops-large-amount-of-snow-on-midwest-and-northeast/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/winter-storm-illinois/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/new-jersey-weather/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/winter-storm-illinois-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-10/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/snow-hits-northern-pennsylvania/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/winter-storm-illinois-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/winter-weather-20/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-11/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-13/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/winter-weather-ohio/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/christmas-weather-14/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/major-weather-system-drops-large-amount-snow-on-midwest-and-northeast/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/major-weather-system-drops-large-amount-snow-on-midwest-and-northeast-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/major-weather-system-drops-large-amount-snow-on-midwest-and-northeast-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/major-weather-system-drops-large-amount-snow-on-midwest-and-northeast-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/major-weather-system-drops-large-amount-snow-on-midwest-and-northeast-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/major-weather-system-drops-large-amount-snow-on-midwest-and-northeast-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/major-weather-system-drops-large-amount-snow-on-midwest-and-northeast-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2012/12/27/la-tempesta-di-neve-negli-stati-uniti-3/major-weather-system-drops-large-amount-snow-on-midwest-and-northeast-8/>)
In Pennsylvania c'è stata una forte nevicata e molti automobilisti hanno trovato lunghe code nelle strade verso la città di Pittsburgh. Il National Weather Service [ha detto](<http://edition.cnn.com/2012/12/26/us/winter-weather/index.html?hpt=hp_t2>) che altre nevicate sono previste per oggi nello stato di New York e nella zona del New England: a New York sono state chiuse alcune strade per evitare problemi.
Sia a New York che a Philadelphia e a Boston sono previsti per i prossimi due giorni forti piogge e raffiche di vento. Il maltempo colpisce gli Stati Uniti ormai da due giorni e in diverse aree del paese una serie di tornado [hanno attraversato](<https://www.ilpost.it/2012/12/26/i-danni-del-maltempo-negli-stati-uniti/>) gli stati del Golfo del Messico, con venti fino a 80 chilometri orari: a Mobile, in Alabama, sono morte tre persone e altre sono rimaste sotto le macerie per diverse ore, dopo che una serie di case sono state distrutte da una tempesta.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| La tempesta di neve negli Stati Uniti | Le telefonate di emergenza fatte col culo |
Questa seconda parte di analisi sul Libano affronta la questione della crisi di default e prova ad inserirla nell’attuale scenario geopolitico dell’area, premettendo in apertura un excursus sulla storia polito-economica del paese dei cedri per meglio inquadrare la situazione attuale nella sua complessità.
Gli avvoltoi imperialisti e lo stato fallito. Come si salva l’élite
La caratteristica distintiva del Libano è rappresentata dallo strano quadro costituzionale che ha permesso all’élite di detenere il potere in maniera tanto spregiudicata e di giungere a questi livelli di crisi sociale. Due sono i fattori principali del problema. Uno è il fatto che il Libano è stato a lungo un’area di interesse per varie potenze economiche come porta d’accesso alle ricchezze petrolifere del Levante e del Medio Oriente in generale.[1] Come molti altri stati postcoloniali, i suoi confini sono stati fissati dalle rivalità imperialiste nel Trattato di Sevres (1920) un vero e proprio patto di spartizione del mondo all’indomani della prima guerra mondiale, che ha assegnato il territorio alla Francia su mandato della Società delle Nazioni. Nel 1943, su spinta inglese, si ottenne l’indipendenza formale del Libano. Il sistema istituito era basato su un accordo di condivisione del potere avviato dai francesi ancor prima che assumessero formalmente il mandato sul territorio nel 1919 (che si estese ben oltre il vecchio governatorato ottomano del Monte Libano.)[2]
Quando è nato lo stato libanese nel 1943, il suo territorio era spartito tra 18 diverse sette religiose riconosciute. La condivisione del potere tra le principali religioni era basata su un accordo nazionale informale. Ciò prevedeva che il presidente fosse cristiano, il primo ministro musulmano sunnita ed il presidente del parlamento musulmano sciita, mentre il capo di stato maggiore era riservato a un druso (sebbene in pratica quest’ultima condizione sia stata rapidamente accantonata). Le altre 14 minoranze religiose riconosciute in Libano non erano formalmente rappresentate. Sembrava un accordo stabile e nel boom economico del dopoguerra il Libano sembrava rappresentare un baluardo del progresso in Medio Oriente. In pratica, l’accordo nazionale libanese è stato sempre un affare complesso spesso influenzato dagli eventi verificatisi nelle regioni confinanti. Il primo di questi è stato l’ascesa del nazionalismo panarabo, specialmente nell’Egitto di Nasser. Quando l’Egitto e la vicina Siria si unirono alla Repubblica Araba Unita nel 1957, gli arabi musulmani ed i drusi spinsero affinché il Libano seguisse il medesimo percorso di integrazione. Si deve all’opposizione dei cristiani maroniti alla RAU lo scoppio della prima guerra civile libanese, conflitto interno ma che ha portato i marines americani a sbarcare sulle coste libanesi in favore dei loro alleati cristiani.
Tuttavia ciò rappresentò un episodio minore rispetto alla guerra civile che imperversò per 15 anni, dal 1975 al 1990. Questa volta la causa scatenante, sempre dovuta a cause esterne agenti nella regione, fu il conflitto fra Palestina e Israele. La creazione dello Stato di Israele portò a una guerra contro gli stati arabi nel 1948. Il Libano non partecipò militarmente ma accolse 100.000 profughi palestinesi. Altri 300.000 profughi furono accolti quando l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) fu espulsa dalla Giordania dopo i combattimenti del “Settembre Nero” del 1971. Tutto ciò alla fine ha reso il Libano campo di battaglia tra Israele, i sostenitori della milizia cristiana e l’OLP: quest’ultima ha ottenuto un certo sostegno dai gruppi musulmani nel paese. Le invasioni del Libano si sono succedute in varie operazioni di “liberazione” che sostenevano alternativamente i cristiani o gli sciiti, così che Israele, Siria, Stati Uniti e Francia hanno alternativamente favorito l’una o l’altra fazione aggravando così il conflitto in una spirale di repressione interna e sconvolgimenti sociali.
Quando la lunga guerra civile finì nel 1990, 120.000 libanesi erano stati uccisi ma l’intervento imperialista non finì qui. Con il ritiro degli USA e dei suoi alleati sostituiti dai “peacekeepers” dalle forze Unifil delle Nazioni Unite, la Siria divenne la forza più influente nel paese fino al 2005, con la “Rivoluzione dei cedri” che di fatto impose il ritiro delle forze Unifil. A beneficiare della nuova situazione fu l’Iran con l’ascesa di Hezbollah (“Partito di Dio”) composto da mullah istruiti in Iran all’inizio degli anni ’80. Attualmente la principale organizzazione politica e militare dei musulmani sciiti in Libano, Hezbollah ha avuto origine come organizzazione terroristica specializzata in attentati suicidi. Il più drammatico fu quello del 1983 alla base della forza multinazionale a Beirut, sotto la sovrintendenza statunitense ma che comprendeva anche truppe francesi, italiane e britanniche. L’episodio ebbe come esito il ritiro della forza occidentale dopo che 241 militari statunitensi e 58 francesi restarono uccisi.
Hezbollah negli anni ha ricevuto ingenti finanziamenti sotto forma di aiuti militari dalla Siria e dall’Iran e nel 2006 ha combattuto Israele nella “Guerra di luglio”. Sebbene le sue vittime fossero dieci volte quelle delle forze di difesa israeliane, il risultato è stato sufficiente per rivendicare una vittoria propagandistica, avendo messo Israele in una situazione di stallo. Ciò ha garantito ad Hezbollah il sostegno non solo tra i musulmani sciiti ma anche in altri settori della popolazione libanese, facendogli ottenere circa un terzo dei seggi nel parlamento. Il che significava un potere di veto reale ed effettivo del quale Hezbollah si è sempre servito. Oggi questo dominio sta volgendo al termine.[3] Da molti sono infatti ritenuti i responsabili per il milione e mezzo di profughi siriani fuggiti dalla guerra ma, soprattutto, per aver mantenuto ed alimentato la corruzione del sistema statale e finanziario. Hezbollah, insieme al presidente generale Michel Aoun, (per ragioni costituzionali il presidente è cristiano) sono stati i baluardi contro qualsiasi cambiamento nella struttura politica del Libano, garantendo lo status quo, la cui inamovibilità ha creato di fatto le condizioni per il controllo assoluto dell’élite politico-finanziaria.
Quando i manifestanti sono scesi in piazza lo scorso ottobre sono stati i sostenitori di Hezbollah ad attaccarli. Mentre i leader dei cristiani maroniti e dei musulmani sunniti stanno ora cercando di ottenere il sostegno popolare dimettendosi dai loro seggi parlamentari e governativi, nasce il timore di una nuova e imminente guerra civile. Se dovesse accadere, sarà l’ennesima guerra per procura imperialista, sulla stessa scia di quella del 1945. La scacchiera è pronta ed i pezzi cominciano a posizionarsi. Iran e Russia hanno già inviato ospedali da campo a Beirut per sostituire quelli danneggiati dall’esplosione ed il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, ha fatto visita al Libano mentre Francia e Gran Bretagna hanno schierato la flotta militare per presunti scopi umanitari. Il presidente francese Macron, battendo sul tempo Zafir, ha chiarito che, sebbene siano stati offerti aiuti umanitari immediati, il tipo di salvataggio di cui il Libano ha davvero bisogno arriverà solo “con le riforme”.
Macron, che sarebbe stato probabilmente malmenato se avesse cercato di camminare tra la folla in Francia, è stato invece accolto in Libano come un eroe. Lo dimostra il fatto che una petizione online che chiedeva alla Francia di ristabilire il controllo sul paese ha avuto 66.000 firme in poche ore. Le “riforme” paventate da Macron prevedono, prima di tutto, il disarmo della milizia di Hezbollah e lo scioglimento dell’alleanza Hezbollahh-Aoun, sostanzialmente lo scardinamento dell’attuale governance libanese. buon gioco per Stati Uniti e Israele, poiché indebolirebbe l’influenza dell’Iran. La Francia, ha ovviamente le sue ragioni per desiderare in questo caso il sostegno di Stati Uniti e Israele. Il Medio Oriente e l’Asia centrale sono infiammati da decenni di conflitto, in quanto sono i nodi geografici strategici per gli equilibri politici globali, per il petrolio e il gas prima e oggi anche per le tratte commerciali.
Proprio su questi punti critico-strategici ora si gioca un’altra partita nel Mediterraneo il nuovo epicentro è la Libia.[4] La Francia si è schierata con Grecia e Cipro contro la politica di espansione della Turchia nella lotta per il controllo dei giacimenti di gas ancora inutilizzati del Mediterraneo orientale.[5] Questa politica anti-turca potrebbe spiegare anche il perché la Francia abbia invitato l’Iran ad una eventuale discussione sul futuro del Libano ed usare il suo ascendente sulla popolazione libanese come parte della trattativa. Ciò a significare che, tanto per cambiare, della popolazione libanese (come di qualunque altra) non importa molto a nessuno ma avere il popolo dalla propria parte fa sempre comodo.
La proposta di riforma avanzata da Macron non è peregrina, in quanto è un chiaro messaggio all’Iran ed al suo cordone ombelicale con il Libano (Hezbollahh). Comunque andranno le cose, le “riforme necessarie” sia che seguano i consigli di Macron, sia che scaturiscano da altre parti, avranno quasi certamente l’approvazione del FMI e soci. C’è già un bel sistema rodato di coercizione e clientela, il classico bastone e carota per far digerire alla società altri anni di purghe con il contentino di qualche sussidio o qualche lavoro precario elargito benevolmente da qualche corporation (sponsorizzata da chi lo si vedrà solo a partire da chi la spunterà nella bagarre) che, approfittando della crisi nera, avrà il solito esercito di lavoratori di riserva sottopagati per realizzare manufatti di vario genere da rivendere al prezzo più basso della concorrenza. Il destino del Libano, come qualsiasi altro stato in cui sono in gioco forze imperialiste non sarà deciso solo a Beirut.
L’élite dominante libanese è essenzialmente uguale a qualsiasi altra, relativamente alla gestione statale, con il solo scopo di trarre profitti immensi dalla gestione dei servizi pubblici, degli appalti, delle grandi opere e tutto ciò che consente speculazioni e investimenti nei quali le perdite sono pagate dalla collettività e gli utili incassati come dividendi per le società di gestione. Ciascuno dei principali raggruppamenti religiosi è sostanzialmente uno Stato all’interno dello Stato e le famiglie a capo di ognuno di loro controllano pezzi di territorio od interi settori pubblici, i loro feudi, attraverso un sistema clientelare. Questa è la procedura tipica della corruzione che ogni politico e signore della guerra applica per comprare la lealtà dei propri seguaci. Quando è cominciata la prima ondata di proteste lo scorso ottobre, Maha Yahya, direttore del Carnegie Middle East Center di Beirut, ha dichiarato al Financial Times: “Ci sono fondamentalmente i signori della guerra, settari o miliziani, che si sono spartiti i settori economici tra loro”. Le analisi e gli studi hanno scoperto che le aziende che hanno agganci politici in Libano riescono molto meglio di quelle senza tali collegamenti; ha aggiunto la signora Yahya. “Per quanto riguarda l’accesso a lavori nel settore pubblico, se non lo ottieni tramite il leader politico della tua setta, le tue possibilità di ottenere l’appalto sono quasi nulle, e questo persino se si tratta di un lavoro di basso livello”.[6]
È anche troppo presto per dire chiaramente quali saranno le conseguenze del continuo sprofondamento sociale ed economico nel quale il Libano sta via via impantanandosi ma, comunque, non si può negare il fatto che questo sia un altro esempio lampante della devastazione alla quale l’umanità si sta avviando a causa della crisi capitalista mondiale. Più la situazione economica diventa disperata, più violente sono le soluzioni invocate dalle consorterie imperialiste mondiali. I commentatori occidentali in modo superficiale ritengono che la “rivoluzione” in Libano vedrà una riduzione del potere del delegato iraniano Hezbollah – che attualmente ha la maggiore influenza all’interno del paese – ma Hezbollah non è solo una potente milizia; è un po’ come Hamas, ha una rete sociale estesa che garantisce un minimo di sicurezza ai suoi seguaci sciiti. È nelle condizioni migliori per tenere insieme il suo collegio elettorale rispetto alla maggior parte delle altre fazioni.
C
he dire invece del movimento di protesta? L’unico fattore non menzionato è quello di classe e per una buona ragione. Si sosteneva che il movimento dello scorso ottobre unisse tutti i libanesi contro tutte le fazioni sotto la bandiera nazionale. Questa “massa” di persone, composta prevalentemente da piccolo borghesi e professionisti, hanno posto il problema ed urlato alcune rivendicazioni, ma possono fare solo questo (un po’ come in Italia). Non hanno avuto risposte e probabilmente continueranno a non averne. Molti lavoratori partecipano ancora alle manifestazioni contro il regime ma solo individualmente, spinti dalla fame e dal bisogno. Il Libano ha bisogno di qualcosa di più di un cambiamento nelle sue regole di governo: se “rivoluzione” (uno slogan visto e rivisto) significa qualcosa allora deve essere internazionale e deve riguardare la creazione di un nuovo modo di produzione che distrugge il potere del vecchio ordine. Il fatto che la classe operaia libanese sia intrappolata da questi mini nazionalismi confessionali, significa che è oggettivamente ancora più difficile creare una propria forza politica indipendente ed immaginare una vera alternativa. Sarà oltretutto ancora più difficile se gli aiuti umanitari verranno distribuiti tramite il sistema clientelare attuale, come sembra stia già accadendo, un modo ulteriore per placare gli animi, in quanto se fai parte di una fazione che riesce a mettere le mani sugli aiuti hai di che vivere e sei dissuaso dal protestare o puoi avviare un piccolo giro di borsa nera.
Il Libano è una metafora perfetta del fallimentare schema Ponzi rappresentato dal moderno capitalismo globale.[7] Il capitalismo non può essere distrutto in un solo paese o da una sola rivoluzione isolata. Occorre una presa di posizione internazionale onde poter inceppare i meccanismi tanto di trasmissione della crisi quanto quelli di accumulazione del capitale, il cui processo di riproduzione sta preordinando quello sociale. Non è con la banale sensibilizzazione o l’ipocrisia della solidarietà a distanza che si smantellano le oligarchie finanziarie: esse vanno riconosciute nelle loro strategie sempre simili in ogni angolo del globo, anche se ammantate di un’aurea di democrazia o al riparo da carte costituzionali. La capacità del capitale di sussumere ogni impeto di rinnovamento per assimilarlo al suo dinamismo riproduttivo è spaventosa: davanti a tale potenza il “cambiamento democratico” per delega e le “riforme per avviare i processi democratici” appaiono inutili quanto affrontare un tifone con l’ombrellino da sole.
J.R.
NOTE
https://www.globalproject.info/it/mondi/altro-che-crisi-del-dollaro-leconomia-politica-della-sollevazione-libanese-pt-2/22364
Il nome “Libano” deriva da una parola fenicia che significa “bianco latte”, che alcuni pensano sia dovuto alle sue cime innevate per metà dell’anno ma, poiché il Monte Libano è composto principalmente da calcare, potrebbe invece riferirsi a quello.
Le linee generali dell’accordo furono ribadite nell’Accordo di Taif che pose fine alla lunga guerra civile del 1975-90.
L’arco della guerra e della devastazione imperialista si estende ora dalla Libia attraverso il Mediterraneo, dove Francia, Egitto, Israele, Cipro e Grecia si stanno confrontando con la Turchia di Erdogan per lo sfruttamento dei giacimenti di gas offshore che attraversa Siria, Iraq e Iran fino ai confini dell’India con Pakistan e Cina. Un simile confronto nel Mediterraneo orientale tra Turchia e Qatar contro Egitto, Francia, Russia e Emirati Arabi Uniti può anche essere inserito come parte della “guerra civile” in Libia.
Cfr. Lorcon e J.R. “Libia e dintorni”, inUmanità Nova,
https://www.umanitanova.org/?p=11453
Financial Times, 20 Ottobre 2019
Lo schema di Ponzi è una tecnica truffaldina che richiede continuamente nuove vittime disposte a pagare nuove quote. I guadagni derivano infatti esclusivamente dalle quote pagate dai nuovi investitori e non da attività produttive o finanziarie. Il sistema è destinato a terminare con perdite per la maggior parte dei partecipanti, perché i soldi “investiti” non danno alcuna vera rendita né interesse, essendo semplicemente incamerati dai primi coinvolti nello schema che li useranno inizialmente per rispettare le promesse.
| Metafora dei disastri del capitalismo moderno -2 - | Le prime pagine dei giornali canadesi |
['', '', '', '', 'Nell’era della lotta per il dominio dei dati, sempre più utenti stanno cercando soluzioni in salvaguardia della propria privacy online. Spinti forse dalle sponsorizzazioni di influencer e creatori di contenuti, quella adottata dai più è sicuramente la tecnologia VPN, la quale è sempre più spesso spacciata come nuova frontiera della cybersicurezza. Benché in certi casi, questo servizio giochi un ruolo significativo, la narrazione della panacea a tutti i mali internettiani inizia a fare acqua nel momento in cui si cerca una soluzione effettiva, perché, laddove le Reti Virtuali Private (VPN) tent...', '', '', '', '', '', '', 'Questo è un articolo di approfondimento riservato ai nostri abbonati.', '', "Scegli l'abbonamento che preferisci\xa0", '(al costo di un caffè la settimana)', " e prosegui con la lettura dell'articolo.", '', '', '', '', 'Se sei già abbonato effettua l\'accesso qui sotto o utilizza il pulsante "accedi" in alto a destra.', '', '', 'ABBONATI / SOSTIENI', '', '', "L'Indipendente non ha alcuna pubblicità né riceve alcun contributo pubblico. E nemmeno alcun contatto con partiti politici.", ' Esiste solo grazie ai suoi abbonati', ". Solo così possiamo garantire ai nostri lettori un'informazione veramente libera, imparziale ma soprattutto senza padroni.", '', '', 'Grazie', ' se vorrai aiutarci in questo progetto ambizioso.', '', '', '', '', '', '', '', '', ' ', '', '', '', '', '', '', 'Nome utente', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', 'Password', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', ' Ricordami', '', '', '', '', '\xa0', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '\xa0', '', '', '', '', 'Password dimenticata', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', '', ''] | La VPN è davvero la soluzione per navigare su internet in modo protetto? | Putin sostiene Trump? |
Così è sopravvissuto Conan il batterio
Metadata
Date (GMT):
06/11/2020 09:37:01
Date modified (GMT):
06/11/2020 09:37:01
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1417: microgravità -
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8825: UV-C -
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Excerpt
Lo spazio esterno è un ambiente ostile per qualsiasi forma di vita, ma alcuni microrganismi straordinariamente resistenti possono sopravvivere. Deinococcus radiodurans è uno di questi. Dopo un soggiorno di un anno fuori dalla Iss, il batterio si è dimostrato in grado di sopravvivere all’esposizione a lungo termine a radiazione Uv attivando diverse risposte biologiche protettive. I dettagli su Microbiome
Così è sopravvissuto Conan il batterio
Illustrazione artistica del batterio da record
Deinococcus radiodurans
, sopravvissuto a un anno di esposizione fuori dalla Stazione spaziale internazionale durante l’esperimento Tanpopo. Crediti: Tetyana Milojevic
Il
Deinococcus radiodurans
è un batterio. Un microscopico esserino dalla forma sferica, scoperto quasi cinquanta anni fa all’interno di cibi in scatola. Ma non un batterio qualsiasi.
Dra
, come lo chiamano gli addetti ai lavori, dalle iniziali del genere e della specie, è un campione di resistenza alle radiazioni, tanto da comparire nel libro dei
Guinness World Records
come “The Most radiation-resistant lifeform” – la “forma di vita più resistente alle radiazioni”.
Nel 2015,
Dra
è stato l’oggetto di un esperimento condotto a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss) chiamato
Tanpopo
. L’idea era quella di esporre fuori della stazione orbitante pannelli contenenti piastre batteriche per testarne la sopravvivenza in questo ambiente estremo. In particolare, la sopravvivenza alla radiazione con una lunghezza d’onda maggiore ai 200 nm (una lunghezza d’onda inferiore a questa comporterebbe infatti danni anche per il microorganismo).
Ma perché questa configurazione dell’esperimento? La risposta sta nel fatto che
l’atmosfera marziana assorbe la radiazione Uv-C
(che va da 100 a 280 nm) al di sotto dei 190–200 nm. Questo vuol dire che, qualora riuscisse a sopravvivere all’esperimento,
Dra
e specie affini altrettanto resistenti potrebbero potenzialmente sopravvivere anche su Marte. Non solo: tali estremofili potrebbero migrare tra i pianeti e distribuire la vita nell’universo: un concetto alla base dell’ipotesi della
panspermia
, o del trasferimento interplanetario della vita.
Tornando all’esperimento, i pannelli contenenti le cellule della specie batterica il 15 aprile 2015 sono stati portati sulla Iss a bordo della navicella SpaceX Dragon, lanciata da Cape Canaveral (Usa) da un razzo Falcon-9 di Space-X. Giunti a destinazione, i pannelli sono stati fissati a una struttura della Jaxa – l’
Exham
(Esperiment Handrail Attachment Mechanism) – che consente ai ricercatori di condurre esperimenti esposti nello spazio. Il 26 maggio 2015, l’Exham è stato fissato al
braccio robotico Kibo
(Japanese Experiment Module Remote Manipulator System Small Fine Arm), che ha esposto l’esperimento nello spazio a livello della
Exposed Facility
del
Japanese Experiment Module
. Dopo un anno trascorso in questa condizione, protette dalla luce Uv inferiore a 190 nm da un involucro di diossido di silicio, il 26 agosto 2016 le cellule sono infine tornate a terra a bordo dello SpaceX Dragon C11.
Il prezioso carico biologico è stato quindi recuperato e analizzato presso i laboratori della
Tokyo University of Pharmacy and Life Science
(Giappone), del
German Aerospace Center
(Dlr, Colonia), del
Vienna Metabolomics Center
(ViMe) dell’Università di Vienna e del
Center for Microbiome Research
presso la Medical University Graz.
Immagini in microscopia elettronica a scansione di Deinococcus radiodurans dopo un anno trascorso fuori dalla Iss. Crediti: Emanuel Ott
et al., Microbiome
2020
I
risultati
, pubblicati ora sulla rivista
Microbiome
, mostrano la capacità del batterio di sopravvivere nelle condizioni sperimentali. In particolare, quando osservate al microscopio, le cellule non presentavano alcun danno morfologico. Erano evidenti solo numerose vescicole, piccoli bozzoli che emergevano dalla membrana esterna (uno degli involucri protettivi del batterio) prodotte come meccanismo di difesa.
L’analisi delle proteine espresse e dei trascritti – sequenze di Rna prodotte dalla lettura del Dna, che una volta tradotte sforneranno proteine – ha rivelato che i livelli di queste macromolecole erano molto più elevati rispetto alle cellule controllo poste qui sulla Terra. Ma non proteine e trascritti qualsiasi, bensì quelli coinvolti nella risposta protettiva allo
stress ossidativo
– come la
putrescina
e altre capaci di eliminare le
specie reattive dell’ossigeno
– e nella risposta ai danni al Dna prodotto da radiazioni:
un meccanismo
, quest’ultimo, di cui per fortuna anche noi umani siamo dotati. Si tratta di un meccanismo capace di rimuovere il piccolo pezzo di filamento di Dna che contiene i
nucleotidi
danneggiati – i mattoncini di cui sono costituiti i due filamenti della macromolecola – e rimpiazzarlo con uno nuovo di zecca.
Oltre a esibire una notevole resistenza alle radiazioni, poi, nel corso dell’esperimento all’esterno della Iss
Deinococcus radiodurans
è risultato capace di resistere anche al vuoto estremo, alle fluttuazioni di temperatura, all’essiccazione, al congelamento e alla microgravità. Se è soprannominato “
Conan il batterio
” un motivo c’è.
«Queste indagini ci aiutano a comprendere i meccanismi e i processi attraverso i quali la vita può esistere oltre la Terra, ampliando le nostre conoscenze su come sopravvivere e adattarsi nell’ambiente ostile dello spazio esterno», dice
Tetyana Milojevic
, a capo del gruppo di biochimica spaziale presso l’Università di Vienna e co-autrice dello studio. «I risultati suggeriscono che, grazie al suo efficiente sistema di risposta molecolare, la sopravvivenza di
D. radiodurans
nell’orbita terrestre bassa per un periodo anche più lungo sia possibile, e indicano che viaggi ancora più lunghi e più lontani siano affrontabili da organismi con tali capacità».
| Così è sopravvissuto Conan il batterio | Gaffe, lapsus e altri atti mancati |
Wellcome Image Awards 2014
Martedì 11 marzo a Londra nel Regno Unito sono stati annunciati i vincitori dei Wellcome Image Awards 2014, i premi per le migliori immagini di scienza consegnati ogni anno dalla fondazione Wellcome, impegnata nella promozione della conoscenza sulla salute umana e degli animali. Le fotografie, realizzate in buona parte utilizzando microscopi, mostrano microrganismi marini, l’intricata rete di terminazioni nervose del cervello umano, embrioni di pesce e cristalli di semiconduttori. L’immagine che ha ricevuto una menzione speciale è stata quella del torace di un paziente cui è stato impiantato un cuore artificiale in attesa di un trapianto.
_Dentro ogni foto, l 'autore e qualche spiegazione sul soggetto._
[ ](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-18/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-18/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-17/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-16/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-15/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-14/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-10/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-11/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-13/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2014/03/13/wellcome-images-2014/wellcome-image-awards-2014-3/>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| 18 notevoli immagini di scienza | Tony Godfrey |
In Iraq c’è solo, oramai, un “piccolo gregge”, un “piccolo resto” dopo la fuga di molti cristiani dovuta alle crudeltà e alle uccisioni dello stato islamico del Daesh. Questo piccolo gregge merita l’invito di Gesù a non temere “perché al Padre è piaciuto dare a voi il Regno”, come dice Luca 12, 35. Questo è il messaggio di papa Francesco ai cristiani della piana di Ninive: perdono e unità con tutti. Quella Chiesa martoriata ora si manifesta come una minoranza profetica. Il Papa ha, contestualmente, aperto un nuovo fronte di pace. Dopo aver firmato con l’Imam Ahmad al-Tayyeb sunnita il “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, ha incontrato l’ayatollah Ali al-Sistani sciita. La sua insistenza nei confronti dell’Islam evidenzia che, al di là di frange violente e fondamentaliste minoritarie, il popolo islamico è per la pace. Nei suoi viaggi apostolici, il Papa si porta nei luoghi di confine fra pace e belligeranza, va a confermare i leader che riconosce come fratelli, per amplificare il loro magistero. Invita a questo i cristiani di quelle terre martoriate, minoranze profetiche, indicando il cammino dei profeti che proclamavano riconciliazione, pace, giustizia e diritto. Evidenzia la fede di questi leader nel valore teologico della pace, un valore che diventa morale ed etico. Tutto questo diventa anche una chiara indicazione ai responsabili delle istituzioni mondiali e delle politiche internazionali, attualmente muti al riguardo; pur non riducendosi solo a questo. Le sue scelte e i suoi gesti sono dovuti alla fede nel Vangelo inclusivo di Gesù Cristo. I suoi viaggi esprimono la volontà di aprire un dialogo con tutte le fedi: il Papa è sicuro che in nessun modo chi ascolta Dio, in qualsiasi modo egli abbia parlato alle coscienze delle persone, sia propenso alla violenza, al sopruso e alla guerra. Dio si rivolge sempre ad ogni uomo, anche quando viene ignorato o rifiutato. I suoi segni sono in ogni coscienza, che non è solo di tipo morale, anzi, è “il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità”. Questo indica una coscienza teologica, luogo in cui Dio parla all’uomo. Tutti noi cristiani ormai siamo chiamati ad essere, analogamente ai fratelli dell’Iraq e in comunione di fede e di opere con loro, una minoranza in un mondo secolarizzato; una minoranza forse più convinta e decisa di prima, ma pur sempre una minoranza. In questa fase storica siamo chiamati a testimoniare il Vangelo come lievito nella massa e nella vita dei popoli. (*) direttore "Il Momento" (Forlì)
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| Il piccolo gregge della piana di Ninive | Crisi climatica, nel Rio Grande do Sul aumenta il bilancio dei morti: oltre 100. Più di 230mila persone rimaste senza casa per l'alluvione |
Felicia Impastato era la madre di [Peppino Impastato](<https://www.ilpost.it/stefanonazzi/2011/05/09/e-anche-il-giorno-di-peppino-impastato/>), il militante di estrema sinistra che venne ucciso dalla mafia a Cinisi, in provincia di Palermo, il 9 maggio 1978: lo stesso giorno in cui in tutt'altra storia altrettanto drammatica le Brigate Rosse uccidevano a Roma il leader della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Felicia Impastato ebbe un ruolo determinante e appassionato nella lunga ricerca della verità sull'assassinio di suo figlio, verità che fu a lungo depistata e nascosta dai responsabili dell'omicidio e dalle trascuratezze delle indagini.
### "La mafia in casa mia"
Felicia Bartolotta era nata a Cinisi il 24 maggio 1915, in una famiglia di piccola borghesia: il padre era impiegato al Municipio e la madre casalinga. Nel 1947 sposò Luigi Impastato, che proveniva da una famiglia di piccoli allevatori legati alla mafia di Cinisi. Durante il fascismo Impastato era stato condannato a tre anni di confino e nell'ultimo periodo delle Seconda guerra mondiale aveva praticato il contrabbando di generi alimentari. Una sorella di Impastato era la moglie di Cesare Manzella, il capomafia di Cinisi. Il matrimonio con Impastato fu una scelta di Felicia che lei raccontò in un [libro intervista](<http://www.centroimpastato.com/la-mafia-in-casa-mia/>) del 1986, _La mafia in casa mia_ : «Prima si stava all’obbedienza… e mi feci fidanzata con uno onesto… ma non lo volevo. Arrivai ad esporre il corredo ma quando dovevo andare a sposarmi dissi: Non lo voglio sposare». Decise quindi di sposare l'uomo di cui si era innamorata, Luigi Impastato, del quale però non conosceva i legami con la mafia: «Io allora non ne capivo niente di mafia, altrimenti non avrei fatto questo passo». Dal matrimonio con Impastato, Felicia ebbe tre figli: Giuseppe (Peppino) nel 1948, Giovanni nel 1949, morto a tre anni nel 1952, e un nuovo Giovanni nel 1953.
Presto però, a causa delle amicizie mafiose del marito, i rapporti tra lui e Felicia si fecero difficili: «Attaccava lite per tutto e non si doveva mai sapere quello che faceva, dove andava» raccontò Felicia. «Io gli dicevo: "Stai attento, perché gente dentro casa non ne voglio. Se mi porti qualcuno dentro, che so, un mafioso, un latitante, io me ne vado da mia madre"».
Nel 1963 il cognato di Felicia Impastato, Cesare Manzella, fu ucciso con un'autobomba durante la cosiddetta [“Prima guerra di mafia”](<https://it.wikipedia.org/wiki/Prima_guerra_di_mafia>). Fu una cosa che fece una grande impressione su Peppino, il quale interruppe i rapporti con il padre, che lo cacciò di casa: e Peppino ancora adolescente si impegnò sempre più in politica nei movimenti di sinistra e contro la mafia. Al contrario, Luigi Impastato continuò a mantenere buoni rapporti con il nuovo boss di Cinisi, Gaetano Badalamenti, che poi sarebbe stato condannato come mandante dell'omicidio del figlio.
Negli anni seguenti, Felicia Impastato difese sempre Peppino dal padre, ma cercò anche di proteggerlo dalle possibili reazioni dei mafiosi ai suoi scritti. Quando il figlio scriveva articoli contro la mafia sul foglio ciclostilato che aveva fondato assieme ai compagni, “L’Idea socialista”, Felicia faceva di tutto per evitarne la diffusione a Cinisi, e cercava di dissuadere in ogni modo Peppino dal parlare di mafia durante i suoi comizi pubblici.
Negli anni Settanta Impastato si impegnò in diverse esperienze politiche nei movimenti di estrema sinistra, tra cui Lotta Continua e Democrazia Proletaria, con cui si candidò alle elezioni nel 1978. Nel 1977 aveva fondato [“Radio Aut”](<https://it.wikipedia.org/wiki/Radio_Aut>), una radio libera e autofinanziata, da cui denunciava gli affari dei mafiosi di Cinisi e del vicino paese Terrasini (in particolare quelli di Badalamenti, chiamato da Impastato “Tano seduto”), che avevano un ruolo di primo piano nel traffico di droga attraverso il controllo dell'aeroporto di Punta Raisi. Nel settembre dello stesso anno Luigi Impastato era morto investito da un'auto, e ai suoi funerali Peppino aveva rifiutato di stringere la mano ai mafiosi di Cinisi.
Quasi al termine di una campagna elettorale in cui attaccò molte volte Badalamenti, nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1978 Impastato fu rapito e poi legato ai binari della ferrovia Palermo-Trapani, dove fu ucciso con una bomba al tritolo.
### Le indagini sulla morte di Peppino Impastato
Da subito le indagini seguirono, anche contro l'evidenza, l'ipotesi di un attentato terroristico fatto dallo stesso Impastato e finito male, e quella di un suicidio: furono perquisite la casa di Impastato e quelle dei suoi compagni. Dopo qualche giorno, non credendo a nessuna delle due versioni, Felicia Impastato decise di costituirsi parte civile per cercare i colpevoli della morte del figlio e per proteggere l'altro, Giovanni (a quel tempo era possibile chiedere di costituirsi parte civile anche durante la fase istruttoria). Con questa scelta Felicia Impastato ruppe definitivamente con i parenti del marito. Felicia Impastato aprì la sua casa a tutti coloro che volevano conoscere la storia del figlio: «Mi piace parlarci, perché la cosa di mio figlio si allarga, capiscono che cosa significa la mafia. E ne vengono, e con tanto piacere per quelli che vengono! Loro si immaginano: "Questa è siciliana e tiene la bocca chiusa". Invece no. Io devo difendere mio figlio, politicamente, lo devo difendere. Mio figlio non era un terrorista. Lottava per cose giuste e precise».
Nei giorni successivi all'omicidio, i compagni di Peppino ritrovarono nel casolare in cui lui era stato portato e ucciso delle pietre macchiate di sangue, e il 16 maggio Felicia e Giovanni Impastato inviarono un esposto alla Procura di Palermo, nel quale indicavano come mandante dell'assassinio Gaetano Badalamenti. Per arrivare a una sentenza che riconoscesse la natura mafiosa dell'omicidio, si dovette aspettare il 1984: in maggio il Consigliere istruttore Antonino Caponnetto, proseguendo l'inchiesta avviata dal suo predecessore Rocco Chinnici (ucciso da un'autobomba nel 1983), stabilì che Peppino Impastato era stato ucciso dalla mafia, ma l’omicidio venne attribuito ad ignoti, per mancanza di prove.
Nel 1988 il Tribunale di Palermo inviò una comunicazione giudiziaria a Badalamenti, nel frattempo condannato per mafia negli Stati Uniti a 45 anni di carcere, ma nel maggio 1992 il fascicolo fu di nuovo archiviato: i giudici stabilirono che non era possibile individuare i colpevoli dell'omicidio di Peppino Impastato, ma ipotizzarono la responsabilità dei mafiosi di Cinisi alleati dei corleonesi.
Due anni dopo Felicia e Giovanni Impastato chiesero la riapertura delle indagini e che venisse interrogato sull'omicidio Impastato il mafioso "pentito" Salvo Palazzolo, originario di Cinisi, che indicò come responsabili dell'omicidio Badalamenti e il suo vice, Vito Palazzolo. Nel giugno 1996 l'inchiesta fu formalmente riaperta. Il 5 marzo del 2001 Vito Palazzolo venne condannato a trent'anni di prigione. L'11 aprile del 2002 Gaetano Badalamenti venne condannato all'ergastolo: morì due anni dopo. La giornalista dell' _Unità_ Sandra Amurri scrisse, in [un articolo ](<http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/golpdf/uni_2004_05.pdf/01INT14A.PDF&query=>)del 2004 sulla morte di Badalamenti:
> “È ancora viva nella memoria dei cronisti che hanno assistito al processo, quella piccola donna, che gli anni hanno reso curva, vestita di nero, mentre saliva sul pretorio accompagnata dagli avvocati per rendere la sua coraggiosa testimonianza. Don Tano la osservava, muto, in video conferenza, mentre se ne stava seduto in una stanza del carcere americano: 'È stato Badalamenti ad uccidere mio figlio. A Cinisi lo sanno tutti', ha tuonato la signora Felicia”.
Ne frattempo, nel 1998, la Commissione parlamentare antimafia aveva istituito un comitato speciale sul caso Impastato che nel dicembre 2000 approvò una relazione in cui parlava del depistaggio delle indagini sull'omicidio organizzato da alcuni carabinieri che avevano partecipato alle perquisizioni avvenute subito dopo il delitto. L'indagine della procura di Palermo sul depistaggio è iniziata nel 2011 ed è ancora in corso.
Felicia Impastato è morta il 7 dicembre 2004, a 88 anni, per un attacco d'asma. Dopo la sua morte, la casa dove ha vissuto è diventata la [“Casa memoria Felicia e Peppino Impastato”](<http://www.peppinoimpastato.com/casamemoria.htm>).
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Chi era Felicia Impastato | Viaggio in Uruguay a otto anni dalla legalizzazione della cannabis |
>>
>> Martina Testa è direttore editoriale della casa editrice Minimum Fax, oltre che nota e ammirata traduttrice in italiano di molta letteratura in lingua inglese. Il blog _Minima et Moralia_ di Minimum Fax ha [ripreso](<http://www.minimaetmoralia.it/?p=4889>) un suo articolo per la rivista Le reti di Dedalus sul tema della attuale crisi dell'editoria, assai dibattuto ultimamente soprattutto a proposito della legge Levi recentemente approvata dal parlamento.
>>
>>> Quando tempo fa, Rita Balestra mi ha chiesto un contributo per la rubrica “Traducendo Mondi” della testata online _Le reti di Dedalus_ , ho accettato di buon grado, felice del fatto che ritenesse interessante proporre la mia voce ai suoi lettori.
> In effetti, lavorando da anni sia come editor della narrativa straniera (e negli ultimi tempi direttore editoriale) della casa editrice minimum fax, sia come traduttrice letteraria free lance (principalmente per la stessa minimum fax, ma non solo), mi trovo nella curiosa situazione di essere, per così dire, da entrambi i lati della barricata: al tempo stesso committente e prestatrice d’opera. Per questo, all’interno di un rapporto, quello fra editore e traduttore, che è spesso più conflittuale di quanto si potrebbe auspicare, mi viene facile fare da mediatrice, condividendo le istanze di entrambe le parti: capisco, insomma, come mai il traduttore tarda a consegnare e come mai l’editore tarda a pagare, quale tipo di revisione è malvista dai traduttori e quale tipo di revisione è utile all’editore, in che modo il traduttore può valorizzare il lavoro di un editore e in che modo l’editore può valorizzare il lavoro di un traduttore; e spesso, credo, il mio punto di vista non _super partes_ ma _intra partes_ può servire a entrambi.
>>
>> (continua a leggere [su Minima et Moralia](<http://www.minimaetmoralia.it/?p=4889>))
>>
>> foto: AP Photo/Paul Sakuma
>>
>> **- [La legge contro gli sconti sui libri](<https://www.ilpost.it/2011/03/04/legge-levi-sconti-libri/>)**, l'articolo del Post quando la legge venne approvata dal Senato (marzo 2011)
> **- Luca Sofri: [Il servizio pubblico e i libri](<http://www.wittgenstein.it/2011/07/06/il-servizio-pubblico-e-i-libri/>)**
> **- Marco Cassini, fondatore di Minimum Fax: [La decrescita editoriale](<https://www.ilpost.it/2011/07/14/decrescita-editoriale-marco-cassini/>)**
> **- Stefano Chiodi: [Interesse pubblico](<https://www.ilpost.it/2011/07/30/contro-il-protezionismo-sui-libri/>)**
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| È anche colpa dei lettori? | Sovietistan di Erika Fatland |
[Instagram](<https://www.ilpost.it/2012/04/10/perche-facebook-ha-comprato-instagram/> "Perché Facebook ha comprato Instagram"), l’applicazione per scattare e condividere fotografie tramite smartphone, ha aggiunto cinque nuovi filtri da applicare alle immagini. Si chiamano _Slumber_ , _Crema_ , _Ludwig_ , _Aden_ , _Perpetua_ e si aggiungono agli altri 14 già disponibili nell’applicazione (escluso il filtro _Normal_ , che come suggerisce il nome non aggiunge nessun effetto alla fotografia). Instagram non aggiungeva nuovi filtri dal 2012.
filtri-insta
Per ottenere i nuovi filtri è sufficiente aggiornare Instagram sul proprio iPhone o sui dispositivi Android. L’aggiornamento interessa anche buona parte del design dell’interfaccia dell’applicazione per scattare le foto e condividerle. La novità più evidente riguarda le anteprime dei filtri a fondo schermo: non mostrano più un’immagine predefinita, ma una versione in piccolo e sfocata della foto appena scattata, in modo da capire più facilmente quale effetto si otterrà applicando un determinato filtro.
[instagram-app](<https://www.ilpost.it/2014/12/17/nuovi-filtri-instagram/instagram-app/>)
Altre novità all’interno dell’applicazione di Instagram riguardano la possibilità di caricare video in slow-motion e di vedere in tempo reale i nuovi commenti alle proprie foto, senza dovere aggiornare ogni volta la relativa scheda.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
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| Instagram ha 5 nuovi filtri | Il ritorno in Europa della Stella Rossa |
Un estratto da una copia di una delle lettere di Berman realizzata da uno dei destinatari -
Museo dell'Holodomor
Da un archivio privato sono riemerse dopo quasi 90 anni una serie di lettere che l’ingegnere Jerry Berman, di stanza nell’Ucraina orientale dei primi anni Trenta, aveva inviato a parenti e amici all’estero. I suoi scritti testimoniano le sofferenze e le privazioni dovute alla carestia e alla politica staliniana di quel tempo, di cui nessuno allora sapeva nulla
04/01/2022 -
Martina Napolitano
Fondato nel 2009, il Museo statale dell’
holodomor
di Kiev nasce come concretizzazione dell’interesse, espresso da più parti a livello governativo, a dare vita a un vero e proprio memoriale dedicato alle vittime di quello che nel 2006 in Ucraina è stato riconosciuto
ufficialmente
come “genocidio”. Come
scriveva
Claudia Bettiol in occasione della commemorazione ufficiale dell’
holodomor
, ci si riferisce con questo termine alla morte per fame di circa
sette milioni
di persone tra il 1932 e il 1933, una tragedia deliberatamente provocata non soltanto dalla politica di collettivizzazione sovietica, ma anche dalla volontà di Stalin di reprimere qualsiasi aspirazione nazionalista di questa repubblica.
La carestia restò sepolta e sottaciuta a livello ufficiale fino al collasso dell’Unione Sovietica e anche al di fuori dell’URSS le notizie di fatto non trapelarono a loro tempo (nel periodo interbellico l’avvento del nazismo risultava un argomento evidentemente più urgente in Europa). Tentativi di rendere nota la vicenda all’estero furono condotti con enormi sforzi e ambizione dal giornalista gallese Gareth Jones; non solo tuttavia non ricevettero l’attenzione dovuta, ma ebbero per lui fatali conseguenze, come racconta il pregevole
film
di Agnieszka Holland
Mr. Jones
(2019; tradotto in italiano come
L’ombra di Stalin
).
Jerry Berman - Museo dell'Holodomor
Non fu però solo il giornalista Jones a tentare di portare all’estero informazioni sulla realtà quotidiana dell’epoca. L’industrializzazione accelerata della fine degli anni Venti aveva infatti determinato l’arrivo in Unione Sovietica di una serie di esperti selezionati, in primo luogo ingegneri. Tra questi vi fu Jerry Berman, un giovane sudafricano di origini lituane, che nel 1932 venne invitato a collaborare alla costruzione di un ponte presso Stanitsa Luhans’ka nell’Ucraina orientale. Nel 2021, a quasi novant’anni dal loro invio, sono state rinvenute una serie di lettere spedite da Berman a parenti e amici in Sudafrica, Stati Uniti e Regno Unito nel 1932 e 1933. La nipote dell’amico londinese Meyer Fortes, Alison Marshall, le ha ora donate al Museo dell’
holodomor
di Kiev e da settembre 2021 sono disponibili per la lettura ai visitatori (sia gli originali in inglese, che la loro traduzione in ucraino). Alcune lettere sono state anche digitalizzate e sono
accessibili
dal sito del museo, così come alcuni estratti sono riportati dalla stessa Alison Marshall in questo suo
articolo
di approfondimento.
Quello che Jerry Berman testimonia in questo suo epistolario è in primo luogo il terribile quadro umano dei lavoratori con cui si rapporta: uomini denutriti sull’orlo della morte per inedia, spesso non qualificati, disposti a lavorare a qualsiasi condizione pur di ottenere una misera razione di cibo. “Dunque è così che gli operai russi vivono e non se ne lamentano! Nessun uomo nell’intero universo lo sopporterebbe!”, scriveva e descriveva: “In mensa (
stolovaja
) ci sono scene di operai che scavano le bucce delle patate tra i mucchi di rifiuti. Gli operai che lavorano al ponte!… Come può un caposquadra lavorare e alimentare due caldaie lavorando per otto ore e ottenendo per questo 800 grammi di pane nero e denaro per acquistare in una
stolovaja
sudicia (peggiore di quelle riservate agli africani nativi) un piatto di zuppa di cavoli — senza carne — e due cucchiai di
kaša
?! Qual è il risultato? Che la gente dorme al lavoro, maledice tutti, si lamenta, grida e maledice. I nervi sono tesi al punto di collassare” (7 febbraio 1933).
Per approfondire
Leggi l’
approfondimento
di Claudia Bettiol “Holodomor: morire di fame nell’Ucraina sovietica” e la sua
intervista
al fondatore del progetto “Ukrainer.net” che ha raccontato l'Holodomor attraverso le testimonianze dei sopravvissuti.
Nelle fasi finali di costruzione del ponte, durante il disgelo delle nevi, il lavoro diveniva ancora più duro, tanto da richiedere turni da 14-16 ore pur di restare fedeli al piano quinquennale varato dall’alto. La mancata realizzazione dei compiti previsti avrebbe determinato una pena, “dunque passo il mio tempo al lavoro durante le fredde bufere, nel gelo e sotto le tempeste, così come in condizioni favorevoli” (6 marzo 1933).
In quanto straniero, Jerry Berman si rende però conto di ricevere un trattamento diverso e privilegiato rispetto alla popolazione locale, sia operai che contadini dei
kolchoz
della zona, i quali “vivono di cetrioli amari, cavoli marinati e un po’ di patate” (17 febbraio 1933). Berman aveva invece accesso al
Torgsin
, la rete di negozi statali dove per valuta straniera (oppure oro) era possibile acquistare generi alimentari altrimenti poco accessibili (dallo zucchero al miele). Inoltre, ai lavoratori stranieri lo stato sovietico garantiva alloggi, salari e razioni di cibo migliori e Jerry Berman approfittò di questa situazione per cercare di aiutare, per quanto possibile, i suoi operai fornendo loro cibo (nel marzo del 1933 riuscì a ottenere per loro quaranta razioni giornaliere di pane in più). “Essendo un uomo solo, sono molto fortunato. Alla
stolovaja
per gli ingegneri e i tecnici mi spettano tre pasti al giorno. Sono discreti. Discreti e non devo fare la coda. Mogli e figli di ingegneri e tecnici invece non ricevono assolutamente nulla!… è forse giusto? Un padre di famiglia con due bambini, mettiamo, ha diritto a un solo pasto per quattro persone! Io, singolo, ricevo lo stesso! […] Dunque faccio parte dell’aristocrazia della Russia. […] Non ho fame. Sono vestito bene. Posso star seduto e pensare a ciò che mi attende in futuro. Mentre tra i russi sono molto pochi coloro che possono pensare a qualcosa che non siano i bisogni primari” (22 aprile 1933).
L’ultima lettera tra quelle digitalizzate dal museo è del 16 luglio 1933. Il tono di Berman è ormai disperato e amaro: “Questo drammatico problema alimentare in Russia, che non mostra cenni di miglioramento, mi sta facendo impazzire e sta creando una sensazione di disperazione e rivalità nell’intero scenario. È orribile vedere la gente mezza morta di fame e stare a parlare di brigate di lavoratori modello e di pianificazione e di mille cose belle. Ci sono molte altre cose che potrei dire, sulla mia vita personale solitaria, del lavoro intenso e delle mie litigate qui e lì, quando e dove vedo un’ingiustizia crudele mai vista prima. Devo ancora trovare la terra della giustizia e dell’equità. Devo ancora trovare l’ideale! Lo troverò mai nella vita? Jerry”.
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| Jerry Berman, l’ingegnere sudafricano testimone dell’holodomor degli anni Trenta | Non si possono "chiudere i porti" |
>>
>> Negli Stati Uniti, ma non solo, si è tornati a [parlare](<https://www.bbc.com/news/world-us-canada-52806572>) della violenza della polizia contro le persone afroamericane, dopo la pubblicazione di un video girato a Minneapolis, nel Minnesota, che mostra un poliziotto bianco che con molta forza e per diversi minuti tiene il proprio ginocchio premuto sul collo di un uomo nero, fermato poco prima. L'uomo, identificato successivamente come George Floyd da un avvocato per i diritti civili che dice di essere stato contattato dalla famiglia, è morto poco dopo. Un portavoce della polizia ha parlato di un «incidente medico».
>>
>> Floyd era stato fermato verso le otto di sera di lunedì 25 maggio da due agenti, dopo una segnalazione, quando era [seduto dentro](<https://www.bbc.com/news/world-us-canada-52861726>) una macchina e mentre, secondo una nota successiva della polizia, «appariva sotto gli effetti di alcol e droga». Sempre secondo la polizia, Floyd avrebbe opposto resistenza all'arresto e – davanti a diversi passanti – uno dei due agenti lo ha bloccato a terra premendogli con forza il ginocchio all'altezza del collo. Nel video girato da una testimone si sente Floyd dire più volte «Non riesco a respirare» e gridare alla polizia di non ucciderlo. La scena dura circa dieci minuti.
>>
>> Nonostante a un certo punto Floyd non si muova più e sembri aver perso conoscenza, l'agente non toglie il ginocchio: si vedono e si sentono alcune persone intervenire per chiedere al poliziotto di smetterla, di controllargli il polso per capire se è ancora vivo, e dire che gli sta sanguinando il naso: «Non si muove nemmeno, dannazione», dice un testimone, mentre l'uomo a terra ha gli occhi chiusi ed è immobile. Il poliziotto si alza solo quando arriva un'ambulanza e il corpo di George Floyd viene caricato sulla barella.
>>
>> _(Attenzione: il video contiene immagini molto violente)_
>>
>> La versione ufficiale del Minneapolis Police Department sostiene che quando gli agenti sono riusciti a mettere le manette al sospettato, «si sono accorti che stava avendo un problema medico» e che hanno di conseguenza chiamato i soccorsi. Dopo la pubblicazione del video, che è stato condiviso migliaia di volte, la polizia ha specificato in un aggiornamento che l'FBI indagherà su quanto accaduto e che i due poliziotti coinvolti sono stati messi in congedo amministrativo retribuito. Dopo qualche ora, il capo della polizia locale Medaria Arradondo ha annunciato il licenziamento di quattro agenti, senza però dare ulteriori dettagli sulla loro identità o il loro legame con il caso di Floyd.
>>
>> Un memoriale improvvisato, Minneapolis, 26 maggio 2020 (Elizabeth Flores/Star Tribune vía AP)
>>
>> Nel frattempo, a Minneapolis sono state organizzate diverse manifestazioni di protesta. Il sindaco Jacob Frey e il vicepresidente del consiglio comunale hanno criticato duramente l'operato della polizia dicendo che quell'uomo «non sarebbe dovuto morire» e che «essere neri negli Stati Uniti non dovrebbe equivalere a una condanna a morte». Mercoledì Frey ha detto che l'agente dovrebbe essere incriminato: «Nelle ultime 36 ore mi sono arrovellato su una domanda, più che su qualsiasi altra cosa: perché l'uomo che ha ucciso George Floyd non è in prigione? Se lo aveste fatto voi, o se lo avessi fatto io, ora saremmo dietro le sbarre».
>>
>>> “If you had done it, or I had done it, we would be behind bars right now."
>>>
>>> Minneapolis mayor calls for charges against white officer in death of African American man George Floyd. <https://t.co/xVTBNuiiTC> [pic.twitter.com/2KLW08NHkH](<https://t.co/2KLW08NHkH>)
>>>
>>> -- ABC News (@ABC) [May 27, 2020](<https://twitter.com/ABC/status/1265756607297859585?ref_src=twsrc%5Etfw>)
>>
>> L'episodio di Minneapolis ricorda [il caso di Eric Garner](<https://www.ilpost.it/2014/12/04/proteste-usa-decisione-gran-giuri-eric-garner-video/>), un afroamericano ucciso per soffocamento nel 2014 durante un tentativo di arresto. Garner era stato fermato in una strada di Staten Island, a New York, perché sospettato di contrabbando di sigarette, e il suo arresto era stato ripreso in video da un testimone. Alcuni agenti lo avevano avvicinato e dopo che Garner si era rifiutato verbalmente di essere ammanettato, un poliziotto aveva cercato di arrestarlo in modo piuttosto brutale prendendolo per il collo. Garner era stato poi gettato a terra dagli agenti che lo avevano schiacciato con i loro corpi. Nel video si sentiva Garner dire due volte “non respiro”, prima di perdere conoscenza e morire nel giro di pochi minuti dopo essere stato portato in ospedale.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| "Non riesco a respirare" | L'OMS dice che i cellulari forse sono pericolosi |
>>
>> Per una quindicina d’anni, dalla sua fondazione nel 2003 al 2018 circa, LinkedIn ha avuto un ruolo molto circostanziato e specifico nel panorama dei grossi social network: era essenzialmente una piattaforma gratuita creata per sviluppare e stringere contatti professionali, curare il proprio curriculum e cercare lavoro. Molti lo vivevano come un sito da aprire raramente, quando c'era qualche cosa da modificare sul CV, oppure per accettare le richieste di connessione di persone incontrate a eventi lavorativi o curiosare passivamente la carriera di vecchi conoscenti. I disoccupati e le persone insoddisfatte della propria posizione lavorativa lo usavano più attivamente per cercare nuove opportunità, ma non era il genere di spazio digitale dove gli utenti erano incentivati a creare contenuti originali o a cercare di accumulare follower sconosciuti.
>>
>> Negli ultimi cinque anni – e soprattutto a partire dal 2021, quando la piattaforma [ha introdotto](<https://blog.linkedin.com/2021/march/30/-bring-your-professional-story-to-life-on-linkedin>) la “creator mode”, che permette agli utenti di «interagire meglio con la propria comunità e aumentare i follower» in vari modi – LinkedIn si è però trasformato in qualcos’altro. La homepage, ovvero la pagina su cui gli utenti approdano quando aprono il sito o l’app, ha cominciato a riempirsi non solo di annunci di amici e conoscenti che hanno cominciato un nuovo lavoro o ottenuto una promozione, ma anche di tantissimi post motivazionali su vari temi, quasi sempre attinenti al modo di porsi rispetto al lavoro e al miglioramento di sé.
>>
>> A pubblicare questo genere di contenuti sono i cosiddetti “LinkedInfluencer”, persone intente a costruire una propria riconoscibilità e visibilità sulla piattaforma sia per ottenere nuovi clienti, offerte di lavoro e inviti a partecipare a convegni ed eventi vari, sia per monetizzare direttamente il fatto di essere famosi su LinkedIn, come fanno influencer e creatori di contenuti su social come Instagram, Facebook e TikTok.
>>
>> Alcuni pubblicano suggerimenti per far crescere velocemente una startup, altri trasformano semplici interazioni che hanno avuto con colleghi o amici in lezioni di vita, altri ancora postano brevi frasi generiche, fatte per essere condivise da migliaia di persone. Spesso il risultato sono post individualisti, melensi e colmi di retorica, orientati verso l’idea di dover raggiungere soldi e successo.
>>
>> Negli ultimi anni, i post dei LinkedInfluencer sono diventati talmente prevedibili che è stato creato un sito che genera automaticamente degli esempi che potrebbero diventare virali: è addirittura possibile impostare [il livello di “cringe”](<https://www.ilpost.it/2021/01/29/cringe-significato/>) – cioè del disagio imbarazzato, nel gergo di internet – che si vuole suscitare nei lettori. Su Reddit [il forum r/LinkedInLunatics](<https://www.reddit.com/r/LinkedInLunatics/>) (“pazzoidi di LinkedIn” in inglese) prende in giro i post più insopportabili e imbarazzanti della piattaforma ed è seguito da 237 mila persone. Su Twitter, invece, c’è [@StateOfLinkedin](<https://twitter.com/StateOfLinkedIn>), un profilo da 238 mila follower che raccoglie gli screenshot delle cose più assurde trovate su LinkedIn, tra persone che descrivono nel dettaglio aneddoti che molto probabilmente non sono mai accaduti e imprenditori che usano toni patetici per parlare della difficoltà del loro lavoro.
>>
>> Se molti creator rischiano di esporsi al pubblico ludibrio, altri hanno fatto davvero tanti soldi grazie ai loro post su LinkedIn. [Su _Vice_](<https://www.vice.com/en/article/4ax5wp/the-rise-of-the-millionaire-linkedin-influencer>) Ali Balikci ha raccolto le esperienze di LinkedInfluencer che guadagnano centinaia di migliaia di euro all’anno insegnando ad altre persone a ottimizzare il loro profilo LinkedIn. «Questi influencer sostengono che la piattaforma è diventata una macchina da soldi, il tipo di spazio business-friendly in cui una forte presenza social può portare facilmente a nuovi clienti, accordi con marchi, opportunità di coaching professionale, inviti a parlare a conferenze e molto altro, senza la sensazione di essere osservati costantemente che esiste su Instagram», scrive Balikci.
>>
>> Per diventare popolari non è nemmeno necessario pubblicare molti contenuti: alcuni vengono seguiti per la loro capacità di selezionare contenuti altrui particolarmente interessanti e condividerli con i propri follower. Ed esistono – come esistono su Instagram – gruppi di influencer che si mettono d’accordo tra loro per interagire l’uno con i post dell’altra, per aumentarne la visibilità, oltre che intere agenzie di ghostwriter assoldati da imprenditori per scrivere post che potrebbero diventare virali su LinkedIn per conto loro.
>>
>> Tra i tanti contenuti un po’ imbarazzanti, però, emergono talvolta anche discussioni costruttive sulla realtà del lavoro nel ventunesimo secolo: molti hanno cominciato a parlare del modo in cui lavorare da remoto ha migliorato il proprio equilibrio tra lavoro e tempo libero, oppure delle difficoltà di essere madri lavoratrici.
>>
>> Il fenomeno dei LinkedInfluencer è direttamente incoraggiato dall’azienda, che da anni investe su nuovi programmi e funzionalità per essere percepita come un social network vero. Nel 2021 LinkedIn [ha investito](<https://www.linkedin.com/pulse/linkedins-latest-investment-creators-andrei-santalo/>) 25 milioni di dollari nel LinkedIn Creator Accelerator Program, selezionando cento persone residenti negli Stati Uniti e fornendo loro l’accesso a una serie di lezioni di social media management e marketing, oltre a 15 mila euro a testa per «aiutarli a condividere contenuti, stimolare conversazioni e costruire comunità». E negli ultimi anni ha anche assunto dei dipendenti con il ruolo di “creator manager”, per aiutare gli influencer a costruire il proprio pubblico.
>>
>> «La particolarità di LinkedIn è che non vuole che si creino contenuti per intrattenere gli altri utenti, ma per creare opportunità economiche», ha detto un portavoce dell’azienda a _Vice_. Per ora, una delle principali fonti di reddito per questi influencer è la condivisione di consigli e guide per diventare a propria volta LinkedInfluencer. Una delle persone con cui ha parlato Balikci vende vari corsi di questo tipo a 150 dollari l’uno, e condivide ulteriori consigli in una newsletter a cui è possibile iscriversi per 9 dollari al mese. Dice che almeno una cinquantina di loro ora fanno decine di migliaia di euro al mese grazie alle sue lezioni. Secondo dati condivisi dall’azienda, 13 milioni di utenti usano LinkedIn in “modalità creator”, ovvero attivando gratuitamente una serie di funzioni che permettono di raggiungere un’audience più ampia.
>>
>> Molte delle persone che ora stanno cominciando a spostarsi su LinkedIn sono utenti di Twitter che stanno cercando una nuova comunità digitale di cui far parte. A dicembre il giornalista Morgan Meaker [ha scritto su _Wired_](<https://www.wired.co.uk/article/twitter-alternatives-linkedin>) un articolo titolato “Ho trovato il sostituto perfetto per Twitter: è LinkedIn”. Al contrario di Twitter e altri spazi digitali che non sono stati costruiti per cercare lavoro e dove è socialmente accettabile mantenere un profilo anonimo o parlare della propria vita personale, di politica o di hobby, su LinkedIn sarebbe strano mostrare qualcosa di sé che non si vorrebbe far vedere al proprio capo o ai colleghi.
>>
>> «Con ogni probabilità, la versione di te che pubblica cose su LinkedIn non è una versione di te con cui ti andrebbe di uscire. È una persona fantastica e sei orgogliosa di lei, ma non parteciperebbe a un karaoke organizzato all’ultimo momento un martedì sera», [ha scritto](<https://www.refinery29.com/en-gb/linkedin-social-media-cringe-career-posts>) la giornalista Sadhbh O’Sullivan su _Refinery29_. «Questo di per sé può far sentire le persone a disagio».
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[ NF]: Norfolk Island
| LinkedIn è diventato qualcosa di diverso | La Camera ha approvato il disegno di legge contro omotransfobia e misoginia |
17 aprile 2020 14:10
Io e il mio compagno siamo avidi lettori e con mia figlia abbiamo fatto il possibile per farla appassionare alla lettura. Ma oggi lei ha dodici anni ed è evidente che non le piace leggere. Dovremmo smettere di insistere? –Esther
Uno dei piccoli piaceri della permanenza a casa obbligatoria è avere molto più tempo del solito per leggere. Gli ultimi tre libri che ho letto mi sono piaciuti moltissimo:
Febbre
di Jonathan Bazzi,
La vita bugiarda degli adulti
di Elena Ferrante e
Il treno dei bambini
di Viola Ardone. Tutti e tre sono narrazioni in prima persona di figli che hanno tradito le aspettative dei genitori: Jonathan era troppo poco mascolino; Giovanna era troppo poco borghese; Amerigo aveva sogni troppo grandi. Riflettendoci bene, però, i veri traditori di queste storie non erano loro tre, ma i rispettivi genitori: ingabbiare un figlio nelle proprie aspettative culturali è il tradimento più grande che si possa compiere nei confronti dell’atto di mettere al mondo una nuova vita. La lettura è sicuramente importante, ma ci sono tanti altri modi per coltivare la propria personalità – musica, arte, tecnologia,
cinema – e tua figlia dev’essere libera di trovare il suo linguaggio. Senza contare che la ragazza ha ancora dodici anni: considera che io ho scoperto davvero il piacere di leggere i libri solo a vent’anni, e poi a 35 ho cominciato perfino a scriverli. Dunque rispettate le inclinazioni naturali di vostra figlia e fate in modo che, se un giorno lei diventasse una scrittrice, non debba mai raccontare del tradimento dei suoi genitori.
Questo articolo è uscito sul
numero 1354
di Internazionale.
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| Inclinazioni naturali | L'intercettazione "compromettente" di Andrea Agnelli non esiste |
E' stato campione di incassi in Croazia e ora si appresta ad arrivare nelle sale italiane. In "Padre vostro" un'isola, un prete e molte, troppe, gravidanze indesiderate
11/02/2014 -
Nicola Falcinella
È uno dei più grandi incassi del cinema in Croazia e arriverà presto in Italia, distribuito da Ubu Distribuzione. È la commedia “Svećenikova djeca – The Priest’s Children” di Vinko Brešan, che da noi avrà il titolo “Padre vostro”.
Realizzata dal cinquantenne regista noto per “Come è cominciata la guerra sulla mia isola” (1996), “Maršal” (1999) e “ Svjedoci - I testimoni” (2004), è stata presentata nei giorni scorsi al 25° Trieste Film Festival all’interno della sezione Sorprese di genere.
Una storia tutta ambientata su una piccola isola della Dalmazia dove i funerali sono molti più delle nascite e il problema dello spopolamento si fa sentire. Protagonista è il prete cattolico don Fabijan, interpretato da Krešimir Mikić (già visto in "Fine mrtve djevojke – Ragazze belle e morte", “Svjedoci”, “Put Lubenica”, “Crnci”). Geloso del più anziano e intraprendente don Jakov che gode di grande popolarità tra i parrocchiani, il giovane sacerdote è deciso a fare qualcosa per l’isola.
Ascoltata la confessione dell’edicolante Peter, che si pente di vendere preservativi nel suo chiosco sul mare, ha un’idea: bucarli tutti prima di metterli in vendita. I due si danno da fare, arrivando anche ad usare una macchina da cucire per essere più veloci nel realizzare i fori, e coinvolgono anche il farmacista conservatore Marin, che, da parte sua, sostituisce le vitamine alle pillole anticoncezionali. In più il trio si mette a mappare la vita sessuale di tutti, con grafici che tengono conto delle abitudini, delle frequentazioni e delle avventure di tutto il paese.
Tempo nove mesi e risultati si cominciano a vedere, con un grande numero di gravidanze indesiderate e di paternità sconosciute. Don Jakov, che intanto organizza pellegrinaggi anche dal Papa e si prepara a far carriera, è compiaciuto dei nuovi fatti.
La piccola isola sale presto alle cronache locali ma anche a quelle internazionali, richiamando ancora più turisti e coppie senza figli, come un paradiso della fecondità. Le cose cominciano a scricchiolare e i tre artefici devono inventarsi sempre nuovi escamotage per coprire il loro piano, per esempio far sposare una giovane rimasta incinta di un turista norvegese con un ragazzo locale per non scatenare le ire paterne.
La moglie di Peter però trova accidentalmente un preservativo nei pantaloni del prete e, fraintendendone l’utilizzo, lo invia al vescovo. Intanto una ragazza incinta scompare e un neonato viene fatto ritrovare davanti all’uscio di don Fabijan.
Una commedia molto divertente che tocca temi concreti e reali e che per questo non può che prendere una svolta drammatica nell’ultima parte. Un film ben scritto, mai scontato, che affronta questioni sentite nella società croata, mette la parte più arcaica a confronto con quella più moderna, punzecchia la chiesa locale su tante cose.
Brešan mette in ridicolo i nazionalismi tra i diversi popoli dell’ex Jugoslavia, scherza sui presunti eroismi e le contrapposte memorie delle guerre, si fa gioco dei pregiudizi e costringe i personaggi a superarli. C’è pure il matrimonio tra una ragazza figlia di albanesi tradizionalisti con un giovane di fiera famiglia croata. E compare la star Lazar Ristovski nel breve e incisivo ruolo del vescovo che arriva con lo yacht.
Al regista riesce di ripetere la magia della sua opera più nota, “Come è cominciata la guerra sulla mia isola”, e riuscire a scherzare su cose serie senza sminuirle, senza sacrificare la leggerezza per la superficialità. Ne esce un film godibilissimo, meritato successo di pubblico, che lascia nella memoria scene sulle quali tornare a ridere ma anche spunti di riflessione. Una commedia nella miglior tradizione del cinema jugoslavo, che unisce grottesco, ironia, umorismo nero, realismo, dramma e qualche cliché. Un film anche universale e comprensibile all’estero: ha giustamente una distribuzione italiana e può diventare un piccolo successo anche da noi.
“Padre vostro” è stato girato nella località di Vodice, poco distante da Sebenico, e nella vicina isola di Prvić.
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| Croazia: padre vostro | I cinque libri consigliati da Bill Gates quest'anno |
Il cielo di Anne
Metadata
Date (GMT):
27/01/2016 16:37:43
Date modified (GMT):
27/01/2016 19:00:13
Status:
publish
Type:
post
Link:
https://www.media.inaf.it/2016/01/27/il-cielo-di-anne-frank/
Author:
2: Marco Malaspina(mala) -
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5515: Giorno della Memoria -
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Excerpt
L’anno scorso, su queste pagine, abbiamo ricordato il Giorno della Memoria parlando di persone: di astronomi italiani costretti dalle leggi razziali ad abbandonare il proprio lavoro. Oggi proviamo invece a ricordarlo con un diario e con un luogo. Un luogo che comincia là dove finisce quel diario
Il cielo di Anne
Le antenne del WSRT. Crediti: Raimond Spekking
Si chiama WSRT ed è un grande radiotelescopio interferometrico della rete VLBI, costruito negli anni Settanta e formato da 14 antenne, ciascuna da 25 metri di diametro, disposte nell’arco qualche km. Dieci sono fisse, le altre quattro si possono spostare lungo una rotaia. Si chiama WSRT, dicevamo: acronimo di
Westerbork Synthesis Radio Telescope
. Westerbork è il luogo in cui sorge, dal nome della cittadina che si trova una decina di chilometri più a sud, nel nordest dell’Olanda, a circa un’ora di auto da Amsterdam. Ed è un luogo insolitamente isolato, almeno per gli standard olandesi.
«C’è molto bosco», ricorda
Karl‐Heinz Mack
, ricercatore all’Istituto di Radioastronomia dell’INAF di Bologna, che proprio a Dwingeloo (sede principale di ASTRON, l’istituto olandese per la radioastronomia) e al WSRT ha trascorso due anni come
postdoc
, dal 2001 al 2002, «e una densità di popolazione assai ridotta, per i Paesi Bassi. E questa è una fra le ragioni per cui è stato scelto come sede per un radiotelescopio». Già, perché i radiotelescopi sono infastiditi dalle interferenze, per esempio quelle dei telefoni cellulari o dei radiocomandi per i cancelli, dunque devono sorgere in località quanto più lontane possibile dai centri abitati.
Ma non ci sono solo i radiotelescopi, a essere infastiditi dalle interferenze. Ed è infatti proprio per questo suo isolamento che Westerbork venne scelto, nel 1939, dopo che l’allora governo olandese decise di chiudere i propri confini, come campo per i rifugiati – principalmente ebrei – in fuga dalla Germania nazista. Una destinazione d’uso che durò poco più d’un anno: con l’invasione dell’Olanda da parte dell’esercito tedesco, nel maggio del 1940, Westerbork venne trasformato in un campo di deportazione, un luogo di “smistamento”. Per “gestire un flusso”, per dirla con l’orrendo lessico burocratico tutt’ora in uso, non più dalla Germania verso l’Olanda, bensì nel verso contrario. Il tutto, appunto, al riparo per quanto possibile da interferenze e sguardi indiscreti.
Anne Frank nel 1940. Fonte: Wikimedia Commons
Ma chi vuole vedere, chi vuole sentire, chi vuole capire, non si fa certo ingannare dal bosco che avvolge il campo. E fra i tanti che sentono e che comprendono cosa sta accadendo, là a Westerbork, c’è anche una ragazzina di tredici anni, che il 9 ottobre del 1942 annota sul suo diario queste parole:
Cara Kitty, oggi non posso darti che notizie brutte e deprimenti. Stanno arrestando, a gruppi, tutti i nostri amici ebrei. La Gestapo è tutt’altro che riguardosa con questa gente; vengono trasportati in carri bestiame a Westerbork, il grande campo di concentramento per ebrei nella Drenthe. […] Westerbork dev’essere terribile; per centinaia di persone un solo lavatoio e pochissime latrine… Fuggire è impossibile; quasi tutti gli ospiti del campo sono riconoscibili dai loro crani rasati e molti anche dal loro aspetto ebraico.
Là da quel luogo dove ora sorgono le 14 antenne del WSRT, fra il mese di luglio del 1942 e il 3 settembre del 1944 i nazisti deportarono 97.776 ebrei: 54.930 diretti ad Auschwitz, con 68 trasporti, 34.313 verso il campo di sterminio di Sobibor (19 trasporti), 4.771 verso il campo di concentramento di Theresienstadt (7 trasporti) e 3.762 verso quello di Bergen-Belsen (9 trasporti). La maggior parte di quelli con destinazione Auschwitz e Sobibor vennero uccisi subito, all’arrivo. Altri nei mesi successivi.
Ognuna e ognuno di loro, così come ogni rom e ogni sinti costretto a subire lo stesso destino, racconta Karl‐Heinz Mack, è oggi ricordato nell’Appelplatz Memorial di Westerbork da una piccola pietra rettangolare. In cima a ogni pietra una fiamma, per gli zingari. Per gli ebrei, una stella.
Appelplatz Memorial. Stelle per gli ebrei, fiamme per rom e sinti. Fonte: U Minnesota, Center for Holocaust and Genocide Studies
Alla perspicace ragazzina che, all’epoca, teneva il suo diario segreto in un ancor più segreto rifugio incastonato in una casa di Amsterdam, le sole stelle che proprio piacciono da impazzire sono quelle del cinema, le cui immagini colleziona e riordina, nelle lunghe domeniche di solitudine, in una raccolta “che ha già raggiunto dimensioni assai rispettabili”, come annota un giorno con un certo orgoglio. Poi ci sono altre stelle a costellare il diario, vistose stelle a sei punte che è costretta a indossare. Ma c’è un’eccezione, ed è alla pagina del 15 giugno del 1944, là dove Anne parla proprio delle stelle del cielo:
Non è una mia fantasia – guardare il cielo, le nubi, la luna e le stelle mi rende tranquilla e piena di speranza. È una medicina assai migliore della valeriana o del bromuro. La natura mi rende umile e pronta ad affrontare con coraggio ogni avversità.
Fra le avversità da affrontare con coraggio c’era quel luogo maledetto. Quel luogo dal quale partivano binari diretti verso est, binari che ora s’interrompono. «Li hanno piegati verso l’alto, così da renderli inutilizzabili, come a dire: una cosa del genere non può accadere mai più», spiega Mack.
Allora no, allora i binari non erano interrotti, e i convogli transitavano regolarmente, come testimonia la minuziosa contabilità dei trasporti riportata poco sopra. E su uno di questi, un convoglio diretto verso Auschwitz-Birkenau, un giorno d’inizio settembre del 1944, c’era pure lei, la ragazzina del diario. Era stata rinchiusa lì a Westerbork il mese prima, in un edificio ancora oggi conservato, a poche centinaia di metri da dove ora si trovano le antenne del radiotelescopio.
In una fra le ultime pagine del suo diario incontriamo di nuovo un riferimento al cielo, a quel cielo che dal nascondiglio era anche tutto il mondo possibile. Ed è con le sue parole, con quello scampolo di cielo, e con la fioca nota di speranza che Anne riusciva a trarne, che vogliamo concludere questo piccolo contributo di Media INAF al Giorno della Memoria:
15 luglio 1944 – È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze, perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità.
| Il cielo di Anne | La proposta in Louisiana per classificare l'aborto come omicidio |
Gli elettori di San Francisco [hanno respinto](<http://www.sfelections.org/results/20151103/>) con il 55 per cento dei voti un referendum per introdurre una norma che avrebbe limitato a 75 notti all'anno la possibilità di dare in affitto stanze e appartamenti a breve termine. Il referendum avrebbe danneggiato soprattutto Airbnb, il noto sito online che permette di affittare per brevi periodi la propria casa o stanza, e che negli ultimi mesi ha speso più di 8 milioni di dollari (7,3 milioni di euro) in una campagna contro la proposta. San Francisco non è la città americana in cui Airbnb è più presente, ma è piuttosto importante dal punto di vista simbolico, dato che è quella in cui ha sede la società. Inoltre secondo molti se la legge fosse passata sarebbe stata un preoccupante precedente per l'azienda e avrebbe potuto ispirare iniziative simili negli Stati Uniti e non solo.
La legge [si sarebbe applicata](<http://ballotpedia.org/City_of_San_Francisco_Initiative_to_Restrict_Short-Term_Rentals,_Proposition_F_\(November_2015\)>) sia agli appartamenti affittati che sfitti, e avrebbe richiesto agli affittuari di redigere al Comune un rapporto trimestrale indicando in quali giorni avevano affittato la casa. In caso di violazione ci sarebbero state multe, anche fino a mille dollari al giorno, sia per Airbnb che per gli affittuari; i controlli sarebbero stati portati avanti dal Comune ma le persone che abitano nel raggio di 30 metri dall'appartamento in questione avrebbero potuto fare denuncia.
La campagna a favore della Prop F, chiamata _Share Better SF_ ("Condividi meglio San Francisco", in riferimento alla _[sharing economy](<http://www.francescocosta.net/2014/10/05/il-business-della-fiducia/>)_ ) è stata condotta da una federazione di sindacati – soprattutto di proprietari di hotel e lavoratori del settore – e attivisti per i diritti della casa, che accusano anche Airbnb di aver contribuito all'aumento dei costi degli affitti in una città in cui erano già particolarmente alti. In tutto la campagna a favore della legge ha raccolto in donazioni circa 300 mila dollari (270 mila euro), mentre quella contraria ne ha ottenuti 8,3 milioni, donati al 95 per cento proprio da Airbnb. Tra le iniziative realizzate dalla società ce n'è stata anche una [piuttosto controversa](<https://www.ilpost.it/2015/10/24/campagna-airbnb-san-francisco/>), con manifesti appesi in giro per la città che consigliavano alle autorità come spendere meglio i soldi provenienti dalle tasse di Airbnb; è stata molto criticata e ritirata nel giro di pochi giorni.
A San Francisco il problema del costo delle case è molto grave ed è stato al centro delle elezioni di martedì, che hanno riguardato la giunta comunale e altri 11 referendum: cinque erano in qualche modo correlati alla questione. Tra questi è stato approvato il più significativo, la Proposition 1, che prevede l'investimento da parte della città di 310 milioni di dollari (280 milioni di euro) per costruire, ristrutturare e comprare nuove abitazioni popolari, destinate alle fasce più deboli della popolazione: veterani, famiglie in difficoltà, anziani, e disabili.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Airbnb ha vinto a San Francisco | Le prime pagine di lunedì 6 agosto 2012 |
>>
>> Giovedì il Consiglio Europeo, l'organo che riunisce i leader dei 27 paesi membri dell'Unione Europea, [ha annunciato](<https://twitter.com/charlesmichel/status/1735350188883968000?s=46>) che avvierà i negoziati per l'adesione dell'Ucraina e della Moldavia. La decisione è stata approvata all'unanimità dai rappresentanti di 26 paesi: il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che si era sempre detto contrario, ha lasciato l'aula durante la discussione. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha festeggiato l'annuncio, scrivendo su X (Twitter) che si tratta di «una vittoria per l'Ucraina e per tutta l'Europa».
>>
>>> This is a victory for Ukraine. A victory for all of Europe. A victory that motivates, inspires, and strengthens. <https://t.co/zk44CeL5Ui>
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>>> -- Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) [December 14, 2023](<https://twitter.com/ZelenskyyUa/status/1735353930261959104?ref_src=twsrc%5Etfw>)
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>> L'Ucraina e la Moldavia avevano chiesto di entrare nell'Unione Europea in seguito all'invasione russa dell'Ucraina, a febbraio del 2022, e l'Unione aveva concesso loro lo status ufficiale di candidate a giugno. Lo scorso novembre la Commissione [aveva raccomandato](<https://www.ilpost.it/2023/11/08/ucraina-moldavia-unione-europea/>) l'inizio dei negoziati. Ora il Consiglio Europeo ha deciso che la procedura potrà effettivamente cominciare.
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>> È uno sviluppo importante per l'Ucraina, che da quasi due anni combatte contro l'invasione russa. Da mesi però la sua controffensiva [procede a rilento](<https://www.ilpost.it/2023/11/03/controffensiva-ucraina-cosa-succede/>), il paese è in forte difficoltà economica e gli enormi aiuti finora ricevuti dagli Stati Uniti [potrebbero terminare presto](<https://www.ilpost.it/2023/12/05/aiuti-ucraina-stati-uniti-europa/>), anche a causa delle divisioni politiche che animano il Congresso statunitense.
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>> **– Leggi anche:** [C’è un problema con gli aiuti all’Ucraina](<https://www.ilpost.it/2023/12/05/aiuti-ucraina-stati-uniti-europa/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>)
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>> In ogni caso, la strada per ufficializzare l'eventuale adesione dell'Ucraina e della Moldavia all'Unione Europea è ancora lunga: i due paesi dovranno dimostrare di rispondere ad [alcuni criteri fondamentali](<https://www.ilpost.it/2022/04/23/ucraina-candidatura-ue/>), tra cui il rispetto della democrazia, dei diritti dell’uomo, delle libertà fondamentali e dello stato di diritto. Ci sono anche criteri economici da rispettare, come la presenza di un’economia di mercato libera e concorrenziale. Una volta conclusi tutti gli accertamenti necessari la Commissione Europea dovrà dare una prima valutazione, e le adesioni dovranno essere approvate dal Parlamento Europeo e da tutti i 27 stati membri, all'unanimità. Solo a quel punto i leader dei paesi coinvolti potranno firmare i trattati di adesione, che a loro volta dovranno essere ratificati da tutti gli stati membri.
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>> La valutazione dell'idoneità di un paese candidato è un processo che può durare anche più di un decennio, a seconda dell'entità delle riforme necessarie e della politica interna all'Unione. È possibile però che soprattutto nel caso dell'Ucraina l'Unione Europea decida di accelerare i tempi: il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, ha detto che un primo rapporto sarà pubblicato già a marzo del 2024.
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>> Al momento l'unico paese apertamente contrario all'entrata dell'Ucraina nell'Unione Europea è l'Ungheria: poco dopo il voto del Consiglio Europeo Orbán ha scritto su Facebook che si tratta di una scelta «sbagliata», a cui l'Ungheria «non vuole partecipare». Orbán è anche l'unico tra i 27 leader europei a [opporsi all'approvazione](<https://www.ilpost.it/2023/12/13/orban-ucraina-ungheria/>) di una nuova tranche di aiuti per l'Ucraina da 50 miliardi di euro, tra prestiti e interessi a tassi agevolati, che dovrebbero essere aggiunti al bilancio pluriennale europeo per il periodo compreso tra il 2021 e il 2027. Si tratta di risorse economiche fondamentali per l'Ucraina, che le permetterebbero di evitare la bancarotta e di continuare a difendersi dall'invasione russa.
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>> Da settimane i leader e i funzionari europei stanno cercando di convincere Orbán a cambiare idea. Giovedì, per esempio, la Commissione Europea ha annunciato di aver [sbloccato](<https://www.ilpost.it/2023/12/14/ungheria-fondi-europei-sbloccati/?homepagePosition=14>) circa 10 miliardi di euro dei cosiddetti “fondi di coesione” per l'Ungheria, la cui erogazione era stata sospesa un anno fa accusando il governo di aver creato un sistema politico, economico e giudiziario estremamente [corrotto e illiberale](<https://www.ilpost.it/2022/09/17/ungheria-orban-guai-unione-europea/>).
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>> **– Leggi anche:** [L’Ucraina è appesa a Viktor Orbán](<https://www.ilpost.it/2023/12/13/orban-ucraina-ungheria/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>)
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*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[Rig), 63′ ]: Rigore
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| L'Unione Europea avvierà la procedura per l'adesione dell'Ucraina e della Moldavia | Il presidente Rohani sfida i conservatori iraniani |
Nella notte tra domenica 2 e lunedì 3 giugno sono continuati gli [scontri e le proteste contro il governo](<https://www.ilpost.it/2013/06/02/dietro-le-proteste-in-turchia/> "Dietro le proteste in Turchia") in numerose città della Turchia. Diversi gruppi di manifestanti si sono scontrati contro la polizia, che ha risposto con il lancio di lacrimogeni e utilizzando gli idranti. Alcune sedi del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP), di cui è presidente il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, sono stati incendiati. Oltre [1700 persone sono state arrestate](<http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-22749750>) in 67 diverse città del paese: molte di queste sono state rilasciate dopo poche ore, in seguito a una serie di accertamenti.
Secondo diversi giornali e agenzie di stampa, l'ultima notte [è stata la più violenta](<http://www.aljazeera.com/news/europe/2013/06/201362234021816855.html>) in buona parte della Turchia da quando sono iniziate le proteste tre giorni fa. A Istanbul le principali violenze si sono verificate nel quartiere di Besiktas. Centinaia di manifestanti hanno costruito barricate con ciò che hanno trovato per strada, confrontandosi per diverse ore con la polizia. Poco distante, gli agenti si sono dati da fare per mantenere isolato l'ufficio del primo ministro Erdogan, uno degli obiettivi della protesta.
[ Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan ](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-protest-34/> "vai alla fotogallery") [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-protest-34/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-protest-41/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-protest-40/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-protest-39/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-protest-38/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-protest-37/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-politics-demo-21/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-politics-demo-20/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-politics-demo-19/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-politics-demo-18/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-politics-demo-17/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-politics-demo-16/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-protest-36/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-protest-35/>) [Proteste e scontri in Turchia contro il governo Erdogan](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/foto-notte-proteste-istanbul/turkey-politics-demo-22/>)
_Reuters_ [riferisce](<http://www.reuters.com/article/2013/06/03/us-turkey-protests-idUSBRE94U0J920130603>) che nella notte un manifestante ha guidato una escavatrice verso la polizia, aprendo la strada al passaggio di altri manifestanti. Gli scontri sono stati particolarmente violenti e hanno causato il ferimento di decine di persone. Diversi locali commerciali della zona, più che altro negozi e ristoranti, [sono stati utilizzati](<http://www.haaretz.com/news/middle-east/live-blog-turkey-unrest-enters-fourth-day-1.527385>) per raccogliere i feriti e per dare loro le prime cure. Non ci sono cifre ufficiali, ma si stima che da venerdì a oggi siano state curate negli ospedali circa 484 persone.
Le [proteste a Istanbul](<https://www.ilpost.it/2013/06/02/turchia-proteste-scontri-gezi-park/> "Le ultime dalla Turchia") erano iniziate in seguito all'avvio di un cantiere per costruire un centro commerciale in uno degli ultimi grandi parchi della città. Nei giorni seguenti la manifestazione è diventata maggiormente politica e di generale protesta contro il governo di Erdogan, accusato di essere poco democratico. La maggior parte dei manifestanti è costituita da giovani ragazzi, quasi tutti appartenenti alla classe media. Accusano il governo di avere avviato una progressiva islamizzazione del paese.
Erdogan ha respinto tutte le accuse e da giorni sostiene che le proteste non sono democratiche, e che sono organizzate più o meno indirettamente dal Partito Popolare Repubblicano (CHP), la principale forza di centro-sinistra del paese. Domenica 2 giugno, nel corso di una intervista televisiva, Erdogan ha sostenuto che diversi manifestanti sono semplici "sciacalli" e [ha accusato Twitter](<https://www.ilpost.it/2013/06/03/erdogan-twitter/>) e altri social network di dare una versione distorta di quanto sta avvenendo nelle città dove ci sono proteste. Si stima che alle manifestazioni abbiano fino a ora partecipato decine di migliaia di persone, soprattutto a Istanbul e nella capitale Ankara.
Il quotidiano turco _Hurriyet_ [ha scritto](<http://www.hurriyetdailynews.com/turkish-pm-erdogan-retires-mall-project-vows-mosque-in-taksim.aspx?pageID=238&nID=48035&NewsCatID=338>) che Erdogan ha fatto un passo indietro sulla decisione di costruire il centro commerciale a Gezi Park; il primo ministro ha detto anche che sarà costruita una moschea a piazza Taksim, probabilmente al posto del Centro Culturale Atatürk.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Istanbul, le foto di lunedì notte | L’emergenza sanitaria e il rischio del totalitarismo |
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>> Sul _Corriere della Sera_ di oggi, Gian Antonio Stella prende spunto dalla vicenda del risarcimento milionario del lodo Mondadori per raccontare di quando Calogero Mannino gli fece causa per diffamazione, ottenendo in primo grado un risarcimento di oltre 15mila euro. Stella pagò, ma l'Appello diede poi ragione al giornalista, che aspetta ancora di riavere i suoi soldi indietro.
>>
>>> Caro direttore,
> «e se poi De Benedetti perdesse in Cassazione e non desse i soldi indietro al Cavaliere?». Per giorni, prima che Mediaset facesse sapere che avrebbe pagato, i parlamentari berlusconiani hanno posto questo pensoso interrogativo. E c'è stato chi ha teorizzato la necessità di una leggina, già tentata nella manovra, per evitare che un cittadino condannato debba versare un centesimo prima della conferma in Cassazione. A me è successa una cosa curiosa: un parlamentare al quale avevo disciplinatamente dato 15.752 euro dopo aver perso una causa civile in primo grado, da oltre due anni non mi restituisce quei soldi, come gli imporrebbe la legge, dopo avere perso lui l'Appello, che ha riconosciuto che avevo ragione io. Coerenze…
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>>> Il galantuomo in questione è Calogero Mannino, che nel libro Lo spreco edito nel 1998 da Baldini & Castoldi, citavo come uno degli sponsor, in quanto patriarca politico dell'area, del progetto di fare di Sciacca la «Marienbad del Mediterraneo». Un progetto così megalomane da aver lasciato in eredità, tra l'altro, un galoppatoio dove mai ha corso un cavallo, un orribile teatro perennemente incompiuto, una piscina con una vasca non di 25 o 50 metri regolamentari ma 33 (!) poi prolungata con un nuovo appalto, un corso professionale per 290 sguatteri, portieri e banconisti così spropositato che ogni cameriere addestrato venne a costare 53 milioni dell'epoca (circa 150 mila euro d'oggi) manco dovesse pilotare un elicottero e così via… Per non dire dell'acquisto di due orche marine tenute a pensione per anni in Islanda, in attesa di costruire il parco acquatico poi mai fatto, al modico prezzo di 121 mila euro attuali al mese di vitto e alloggio.
>>>
>>> _[continua a leggere sul Corriere della Sera](<http://www.corriere.it/politica/11_luglio_16/lodo-mondadori-stella-mannino_48902f30-af77-11e0-8215-204269b1beec.shtml>)_
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
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| «Mannino non mi restituisce i soldi» | 19enne italo-tedesco uccide i genitori e un fratello a coltellate, ferita gravemente l'altra sorella |
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>>> Se ne sono dette un sacco, su Gheddafi, in questi giorni, alcune vere e altre no. Oggi sul Washington Post c'è [un interessante intervento](<http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2011/03/11/AR2011031102947.html>) di Richard Downie, che è vicedirettore del programma dedicato all'Africa del [Centro per gli studi strategici e internazionali](<http://csis.org/>). Downie ha preso cinque delle cose che più si sono dette del dittatore libico - alcune le ha dette lui stesse - e ha spiegato se e quanto sono verosimili.
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>>> **Gheddafi è un matto**
> Non è difficile pensarlo dopo aver ascoltato qualcuno dei suoi recenti discorsi o dopo aver assistito all'[intervento di 90 minuti](<https://www.ilpost.it/2010/09/22/discorsi-assemblea-onu/>) pronunciato nel 2009 davanti all'assemblea generale dell'ONU. O dopo aver letto il Libro verde, che raccoglie le idee di Gheddafi su svariati argomenti. Senza pensare al suo abbigliamento eccentrico abbigliamento e al suo altrettanto eccentrico stile di vita, le amazzoni, le tende. Sarebbe bene però guardare oltre l'apparenza. Governare un paese diviso come la Libia e farlo così a lungo richiede molta scaltrezza e abilità politica. Gheddafi ha modificato il suo messaggio per anni passando dal panarabismo al panafricanismo alla retorica antioccidentale, scegliendo ogni volta quello più efficace. È riuscito a sconfiggere i suoi nemici indebolendoli e mettendoli uno contro l'altro, facendo in modo che non si coalizzassero contro di lui: ha neutralizzato l'esercito, diviso le tribù e disperso i radicali islamici. Per 40 anni ha controllato tutto e tutti nel suo paese: forse non è così folle come sembra.
>>>
>>> **Gheddafi non si arrenderà mai**
> Molti pensano che Gheddafi sia disposto a morire pur di non rinunciare al potere. Lui stesso lo ha ribadito nel [primo dei suoi discorsi](<https://www.ilpost.it/2011/02/22/il-nuovo-discorso-di-gheddafi/>) durante le recenti proteste. In realtà quando nel 2003 gli Stati Uniti invasero l'Iraq, Gheddafi ebbe paura di poter essere il prossimo: rinunciò alle sue aspirazioni nucleari e pagò dei risarcimenti alle famiglie delle vittime dell['attentato di Lockerbie](<https://www.ilpost.it/2011/02/23/gheddafi-attentato-lockerbie/>). Negli ultimi giorni la stampa araba ha parlato di un tentativo da parte di Gheddafi di [trattare con i ribelli](<https://www.ilpost.it/2011/03/09/la-giornata-in-libia/>): il dittatore lascerebbe il paese in cambio dell'immunità e dell'asilo in un paese straniero per sé e per la propria famiglia. Le voci però non sono state confermate, ma sembra comunque che Gheddafi sia meno disposto a morire per la patria di quanto ha sempre sostenuto.
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>>> **Gheddafi resta al potere grazie ai mercenari**
> È vero che Gheddafi si è [servito spesso di mercenari](<https://www.ilpost.it/2011/02/28/mercenari-contractors-libia/>) e che li ha impiegato anche durante le rivolte di questi giorni. I suoi sostenitori più fedeli, però, si trovano all'interno del paese: sono le forze di sicurezza guidate dal figlio Khamis e il suo clan. Inoltre molti soldati stranieri vivono in Libia dagli anni Settanta e sono stati naturalizzati: erano entrati nel paese per iscriversi nella Legione Islamica, una milizia panaraba guidata dalla Libia con lo scopo di creare uno stato islamico nel Nord Africa.
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>>> **La no-fly zone sarà decisiva per sconfiggerlo**
> L'unico effetto che può avere l'imposizione della [no-fly zone](<https://www.ilpost.it/2011/03/02/no-fly-zone/>) è quello di impedire a Gheddafi di bombardare i civili. È un importante passo avanti rispetto all'attuale situazione ma non ha alcun effetto sugli attacchi via terra, che al momento sono stati più numerosi e hanno causato più vittime dei bombardamenti aerei. La no-fly zone è una misura [sostenuta](<https://www.ilpost.it/2011/03/11/leuropa-divisa-sulla-libia/>) dal premier britannico David Cameron e dal presidente francese Nicolas Sarkozy, e richiesta anche da molti paesi della Lega Araba. La sua realizzazione sembra improbabile visto il [parere quasi sicuramente contrario](<www.ilpost.it/2011/03/08/cinque-scenari-per-colpire-gheddafi/>) del Consiglio di sicurezza dell'ONU.
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>>> **Deposto Gheddafi i problemi della Libia saranno risolti**
> Gheddafi è riuscito a governare e tenere insieme un paese profondamente diviso: la sua caduta potrebbe riportare a galla le numerose divisioni. Gheddafi inoltre ha eliminato qualsiasi opposizione: in Libia non ci sono partiti, non ci sono ideologie politiche, non c'è nessun leader che possa prendere il suo posto. I ribelli che al momento stanno combattendo fianco a fianco contro Gheddafi hanno poche cose in comune oltre all'odio per il dittatore: tra loro ci sono radicali islamici, monarchici, moderati e laici. L'opposizione ha iniziato ad avere coalizzarsi soltanto a fine febbraio con l'istituzione del Consiglio nazionale di Bengasi. Venerdì l'Unione Europea [ha riconosciuto il Consiglio](<https://www.ilpost.it/2011/03/11/leuropa-divisa-sulla-libia/>) e lo ha definito un "interlocutore politico". Le cose complicate cominceranno se e quando Gheddafi sarà cacciato.
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>>> foto: AP Photo/ Abdel Magid Al Fergany
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Cinque luoghi comuni su Gheddafi | Due italiani sono stati arrestati a Liverpool per tentato omicidio: sono accusati di aver aggredito un uomo prima di Liverpool-Roma |
Il giorno in cui Gustavo Gatica ha perso entrambi gli occhi a Santiago del Cile, nel novembre 2019, raggiunto da pallini da caccia sparati dalla polizia durante le proteste contro il governo del presidente Sebastian Piñera, per le strade della capitale erano state esplose 2.000 cartucce contro i manifestanti. Ciascuna conteneva 12 pallini composti da piombo e plastica. Erano stati il prefetto e il viceprefetto del dipartimento delle forze speciali ad autorizzarne l'uso contro chi stava protestando. Quella di Gatica, tra le centinaia di persone ferite agli occhi durante le manifestazioni di massa che hanno attraversato il Paese tra ottobre e dicembre dello scorso anno, è una delle testimonianze raccolte da [Amnesty International](<https://www.amnesty.org/en/>) nel rapporto “[Eyes on Chile: police violence and command responsibility during the period of social unrest](<https://www.amnesty.org/download/Documents/AMR2231332020SPANISH.PDF>)”, pubblicato a ottobre in occasione del primo anniversario dell’ _estallido social_ e del referendum di domenica 25 ottobre stabilito per decidere se mantenere l’attuale costituzione, risalente alla dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990), o aprire una nuova fase costituente.
L’organizzazione internazionale ha documentato le violazioni dei diritti umani commesse dalle forze dell’ordine e il loro uso generalizzato e spropositato della violenza che, si legge nel report, “non ha avuto precedenti nella recente storia democratica” del Cile. I ricercatori hanno analizzato fascicoli di indagine e oltre 200 filmati degli scontri in strada: attraverso richieste di accesso agli atti inviate al ministero dell’Interno da cui dipende il dipartimento della pubblica sicurezza, hanno ricostruito la catena di comando fino ai vertici dei _carabineros_ da cui sono partiti gli ordini per incoraggiare l’uso della violenza con l’obiettivo di intimorire chi manifestava e fermare le proteste. “La catena di omissioni cui siamo risaliti ha dimostrato che gli atti di violenza, lungi dall’essere azioni isolate decise di propria iniziativa, sono stati commessi perché vi era l’ordine di scoraggiare le proteste sociali”, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe. Secondo i documenti ottenuti dagli autori del rapporto, i vertici dei comandi operativi e strategici delle forze dell’ordine non potevano non essere a conoscenza delle violazioni dei diritti umani in atto, provate anche dalle relazioni interne ai dipartimenti, ma non hanno mai preso misure per prevenire gli atti di violenza e controllare i loro sottoposti. Inoltre alcuni funzionari di alto grado hanno diretto e coordinato specifiche azioni repressive, come la manifestazione del 8 novembre 2019 in Plaza Italia, la piazza principale della capitale, dove gli agenti hanno sparato in modo indiscriminato mirando agli organi vitali dei manifestanti.
La ricostruzione della catena di comando dei carabineros - © Amnesty International
Nel solo periodo preso in esame da Amnesty International, che va dal 18 ottobre al 30 novembre 2019, più di 12.500 persone sono state ferite e curate negli ospedali pubblici, secondo i dati ufficiali del ministero della Salute. Almeno 347 persone hanno riportato ferite a un occhio a causa dei proiettili usati quotidianamente dalle forze di polizia, stando ai dati del National Human Rights Institute. La Fiscalia Nacional, organismo statale che si occupa di azione penale pubblica, ha registrato almeno 5.558 persone vittime di forme di violenza istituzionale. Tra queste 834 erano bambini e adolescenti. Lo stesso organismo ha documentato i casi di 246 persone vittime di[ violenza sessuale](<https://altreconomia.it/america-latina-violenza-genere/>), almeno 134 di torture e più di quattromila detenzioni arbitrarie.
“In numerose occasioni gli ufficiali della polizia hanno volontariamente usato la forza fisica in modo sproporzionato rispetto alle circostanze attraverso manganelli, pugni, calci e questo si è verificato anche quando le persone erano sotto la custodia dello Stato”, si legge ancora nel rapporto. “Ci sono stati casi di persone investite dalle macchine dei poliziotti volontariamente dirette contro la folla per disperderla”. Nel corso delle manifestazioni gli agenti hanno usato particolari munizioni, formate da gomma e piombo caratterizzate da una elevata capacità di perforare la pelle, con cui sono stati colpiti gli occhi di chi stava partecipando alle proteste. Il loro uso non è stato mai vietato. Nel periodo preso in esame da Amnesty International, nonostante le oltre quattromila denunce presentate, non è stata emanata alcuna sanzione disciplinare nei confronti degli agenti. Delle 170 sanzioni annunciate nel luglio 2020, solo 16 hanno previsto una rimozione dall'incarico.
Un agente in tenuta anti-sommossa spara per disperdere i manifestanti a Valparaiso il 22 ottobre 2019 - © Amnesty International
I comandi strategici, come il direttore generale e il direttore della Direccion de Orden y Seguridad de Carabineros (Dioscar), avrebbero avuto numerose informazioni interne sui dettagli delle operazioni e le irregolarità commesse dai subordinati, tra cui alcuni comandi operativi nell’area metropolitana di Santiago del Cile. Il direttore generale non avrebbe preso alcuna misura per limitare gli atti di violenza. Durante i mesi delle proteste i vertici delle forze dell’ordine hanno continuato ad assegnare ordini vaghi e ripetitivi che non sono mai stati tradotti in precise misure operative per garantire la sicurezza delle persone e tutelarne l'integrità fisica.
Amnesty International ha sottolineato le responsabilità del presidente Sebastian Piñera accusandolo di non avere esercitato un controllo adeguato sui vertici della polizia. I suoi tentativi sono stati insufficienti e le parole pronunciate a sostegno degli agenti hanno agevolato le strategie adottate nel corso delle manifestazioni. “Occorrerà stabilire le responsabilità amministrative e anche penali, fino ai più alti livelli, di chi conosceva o avrebbe dovuto conoscere l’ampiezza delle violazioni dei diritti umani in corso e non fece nulla per impedirle, pur avendone la possibilità e il dovere”, ha commentato Guevara-Rosas. “I _carabineros_ sono un’istituzione obsoleta che deve adattarsi ai bisogni della popolazione, sottoporsi ai poteri civili ed esercitare le sue funzioni nel rispetto assoluto dei diritti umani, della trasparenza e dell’assunzione di responsabilità”.
_© riproduzione riservata_
| Proteste in Cile: le responsabilità dei vertici della polizia nella violazione dei diritti umani | Decrescita felice? |
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> Sabato sera la tempesta Dorian è arrivata sulle coste del Canada. Dopo aver [devastato le Bahama](<https://www.ilpost.it/2019/09/07/uragano-dorian-bahamas-stati-uniti/>)s e aver lambito le coste occidentali degli Stati Uniti, la tempesta Dorian è stata declassata da uragano a ciclone post-tropicale, ma sta continuando a provocare venti molto forti (fino a 150 km/h) e abbondanti piogge. A causa del passaggio di Dorian nella provincia canadese della Nuova Scozia e sull'isola di Terranova, più di 500mila persone sono rimaste senza corrente elettrica nelle proprie abitazioni. Ci sono notizie di strade allagate, alberi caduti e di una gru crollata nella città di Halifax, in Nuova Scozia, ma non ci sono persone ferite al momento. Le autorità locali hanno chiesto a tutti quelli che abitano nei pressi delle coste di evacuare le proprie case per precauzione.
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>> 9/7 5 pm EDT: [#Dorian](<https://twitter.com/hashtag/Dorian?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) has transitioned into a post-tropical cyclone but is still producing 100 mph (155 km/h) sustained winds! Hurricane warnings remain in effects for a large part of Nova Scotia & western Newfoundland. More: <https://t.co/tW4KeFW0gB> or <https://t.co/7OGkgVSNg3> [pic.twitter.com/kvhrL55KT8](<https://t.co/kvhrL55KT8>)
>>
>> -- National Hurricane Center (@NHC_Atlantic) [September 7, 2019](<https://twitter.com/NHC_Atlantic/status/1170441119781380096?ref_src=twsrc%5Etfw>)
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| La tempesta Dorian è arrivata in Canada | Razze canine: il Rottweiler. I consigli dell'esperta |
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> Il ministro degli Interni francese Gerard Collomb ha detto che una settimana prima degli attacchi in Catalogna un autovelox vicino a Parigi ha registrato un’infrazione di eccesso di velocità a una macchina Audi A3, la stessa usata per investire la folla sul lungomare di Cambrils. Collomb ha detto che a bordo dell’auto c’erano quattro membri della cellula terroristica catalana. In un’intervista data a _BFMTV_ , Collomb ha detto che è troppo presto per dire quali fossero i motivi del viaggio, anche se ha escluso possibili legami tra gli attentatori e la Francia.
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| Quattro attentatori della Catalogna andarono a Parigi una settimana prima degli attacchi | I film del weekend |
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(L'immagine si ingrandisce cliccandoci sopra)
_The Sea In Me_ è un progetto della fotografa Marzena Skubatz, nata nel 1978 in Polonia ma che ora vive e lavora in Germania. Skubatz ha scattato queste fotografie a partire dal 2012: finiti gli studi di fotografia all'Università di Dortmund, ha deciso di lasciare lavoro e la sua casa per trasferirsi per sei mesi su un'isoletta sperduta che affaccia sul fiordo di Mjóifjörður, in Islanda. Skubatz ha raccontato di essere rimasta incuriosita da quanto spesso cambiassero il tempo e l'aspetto del mare, che ha fotografato ogni giorno, e ha spiegato: «Quando si ha una conversazione sul tempo in Germania, significa che non hai niente da dire. Avere una conversazione sul tempo in Islanda è diverso: ha davvero un valore, perché le persone ne sono molto condizionate. Noi tendiamo a ignorare i problemi dei cambiamenti climatici perché sembrano così lontani. Vivere il mare mi ha ricordato il potere che la natura ha su di noi e il suo valore». Per Skubatz _The Sea in me_ ha anche un forte significato personale: aver lasciato tutto alle spalle le ha dato la sensazione di essere «libera e flessibile» e per lei trovarsi in un luogo così remoto, dove poter osservare i dettagli della natura in modo così concentrato, è stata una sorta di esperienza meditativa.
[ ](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-10/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-11/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-13/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-14/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/02/09/il-mare-dentro/www-marzenaskubatz-comhttpmarzenaskubatz-bigcartel-com-15/>)
Potete vedere questo e altri progetti di Marzena Skubatz sull'Islanda [sul suo sito](<http://www.marzenaskubatz.com>) e sui suoi profili [Instagram](<https://instagram.com/marzenaskubatz/>) e [Facebook](<https://www.facebook.com/marzena.skubatz>), e comprare alcune stampe su [Big Cartel](<http://marzenaskubatz.bigcartel.com>).
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| Il mare dentro | L’arabo e il grande Paese di Oh |
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> **Aggiornamento:** l'incontro al ministero dello Sviluppo economico tra i sindacati che rappresentano i lavoratori della Piaggio Aerospace, i proprietari dell'azienda e il commissario straordinario nominato dal governo Vincenzo Nicastro [è stato spostato](<https://www.lastampa.it/2018/12/06/savona/nicastro-necessario-che-le-istituzioni-locali-agevolino-piaggio-nelle-procedure-formali-gg6aAuKViKXH3MbIonQmVI/pagina.html>). Si terrà tra il 17 e il 21 dicembre. Giovedì Nicastro ha incontrato per la prima volta i sindacati e insieme all'amministratore delegato dell'azienda Renato Vaghi e alla responsabile delle risorse umane Flavia Mirabelli ha assicurato che a breve saranno pagati sia gli stipendi di novembre che quelli di dicembre.
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> ***
>
> Domani, venerdì 7 dicembre, al ministero dello Sviluppo economico si deciderà il futuro dei più di 1.100 operai della Piaggio Aerospace, l'unica società a produrre droni in Italia, che oggi è molto vicina al fallimento. La crisi è precipitata nel corso dell'estate per la decisione del governo e della maggioranza parlamentare di insabbiare e poi bloccare un investimento pubblico nell'azienda da 766 milioni di euro per l'acquisto di 20 droni, approvato prima dalla ministra della Difesa del governo Gentiloni, Roberta Pinotti, e poi confermato dalla nuova ministra Elisabetta Trenta.
>
> All'incontro di venerdì saranno presenti i rappresentanti della proprietà, i sindacati e il commissario straordinario nominato dal governo dopo che due settimane fa i manager della società avevano chiesto l'amministrazione straordinaria, una procedura che rischia di preludere al fallimento. «Ci aspettiamo che il governo mantenga la continuità dell'azienda», ha detto Lorenzo Ferraro, segretario FIOM della provincia di Savona che venerdì sarà a Roma insieme agli altri rappresentanti sindacali. «Il governo deve dare il via al finanziamento», ha proseguito Ferraro. «Non siamo un'azienda fallita, ma una società con capacità e conoscenze, con un prodotto competitivo e con un credibile programma di sviluppo».
>
> Viste le difficoltà incontrate dal governo nel trovare denaro per finanziare le sue promesse più importanti e note, sembra difficile che il ministero guidato da Luigi Di Maio riesca a trovare i 766 milioni necessari ad acquistare i 20 droni da sorveglianza necessari a salvare la società. Ferraro dice di essere aperto anche a un'altra possibilità di cui si è parlato in queste settimane, cioè l'intervento della società Leonardo, l'ex Finmeccanica, la principale società controllata dallo Stato attiva nel ramo della difesa: «L'importante è che Leonardo arrivi per rilanciare l'azienda, non per portarsi via quello che le manca».
>
> Ferraro, come molti altri dipendenti dell'azienda, è orgoglioso della lunga storia di Piaggio Aerospace e delle sue competenze tecniche. Fondata alla fine dell'Ottocento, a partire dagli anni Venti fu la divisione produttrice di aeromobili della Piaggio, la società che nel 1946 divenne celebre in tutto il mondo producendo la Vespa. Nel 1964 il ramo degli aeromobili venne separato dal resto dell'azienda, e dopo quasi trent'anni di successo entrò in una lunga e difficile crisi. La società passò da diverse proprietà, finché nel 2014 non divenne controllata al 100 per cento da Mubadala Development, il fondo di investimento del governo di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti.
>
> Il fondo Mubadala ha investito molto nella società, per esempio costruendo un nuovo stabilimento a Villanova di Albenga per sostituire la sede storica di Finale Ligure, entrambe in provincia di Savona. Oggi a Villanova lavorano 850 dei più di 1.100 dipendenti dell'azienda. Con la nuova proprietà la produzione si è concentrata sui droni senza pilota, una tecnologia alla quale gli investitori degli Emirati Arabi Uniti sono particolarmente interessati.
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> Il primo drone realizzato da Piaggio Aerospace si chiama P.1HH ed è una specie di versione senza pilota del principale aereo per uso civile progettato dalla società. È stato acquistato in sei esemplari dagli Emirati, ma è considerato da alcuni un prodotto non del tutto soddisfacente. Recentemente la società ha iniziato a svilupparne una nuova versione, il P.2HH, con potenzialità giudicate migliori ma ancora molto lontano dalla fase di realizzazione. Sia il P.1HH che il suo successore sono velivoli di grosse dimensioni, con una grande autonomia e la capacità di rimanere in volo fino a 24 ore consecutive. Piaggio, che collabora al progetto con Leonardo, è l'unica società in Italia ad aver realizzato e a mantenere in fase di sviluppo progetti come questi (Leonardo partecipa anche alla realizzazione di un drone con altre società europee e produce da sola un drone più piccolo per missioni a medio raggio).
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> Mentre questi progetti venivano sviluppati, le difficoltà di Piaggio sono proseguite: lo scorso 30 settembre Piaggio Aerospace aveva accumulato 618 milioni di euro di debiti; nell'ultimo bilancio disponibile, quello del 2016, dichiarava un fatturato di 104 milioni e perdite per 79,5 milioni. Nonostante avesse già investito molto nella società, il fondo Mubadala si è dimostrato disponibile a spendere ancora per realizzare un nuovo piano industriale. Il piano era doloroso, poiché prevedeva la vendita delle attività di manutenzione motori e di produzione di aeromobili civili, per concentrarsi sullo sviluppo e sulla produzione di droni. Il piano conteneva anche un'importante garanzia per il futuro a lungo termine nella società: un investimento da 1,5 miliardi di euro distribuito su 16 anni per lo sviluppo e la produzione di droni P.2HH. Il prezzo chiesto da Mubadala per effettuare il nuovo e cospicuo investimento era la collaborazione del governo italiano, che avrebbe dovuto sostenere metà della spesa impegnandosi ad acquistare 20 droni e le relative stazioni di controllo.
>
> Lo scorso febbraio, la preparazione dei decreti ministeriali per disporre l'acquisto dei droni era stato uno degli ultimi atti compiuti dalla ministra Pinotti. Di solito questo tipo di decreti viene inviato alle camere per ricevere un parere non vincolante da parte delle commissioni competenti, in questo caso le commissioni Difesa di Camera e Senato. Prima del termine dell'esame, però, sono arrivate le elezioni politiche del 4 marzo, e così la procedura è passata in mano al nuovo Parlamento. Inizialmente era sembrato che gli esponenti del Movimento 5 Stelle, il nuovo partito di maggioranza relativa in Parlamento, fossero favorevoli all'operazione. Ad aprile, in una relazione presentata alle commissioni speciali riunitesi in attesa della formazione del governo, il deputato del Movimento 5 Stelle Maurizio Crippa raccomandò che si procedesse all'acquisto.
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> Da allora però del progetto non si è più saputo praticamente nulla. Una volta insediatesi – solo dopo la lunghissima fase di formazione del governo – le commissioni Difesa hanno dedicato poco tempo al tema, e nonostante siano passati quasi sei mesi non hanno ancora formulato un parere. Il _Post_ ha contattato i presidenti delle commissioni Difesa di Camera e Senato, Gianluca Rizzo del Movimento 5 Stelle e Donatella Tesei della Lega, per conoscere le ragioni della mancata formulazione di un parere. Non è stato possibile ottenere una risposta da Tesei, mentre l'ufficio di Rizzo ci ha chiesto di inviare alcune domande per iscritto che al momento non hanno ancora ricevuto risposta.
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> Il silenzio delle commissioni risulta particolarmente strano perché lo scorso 20 settembre la ministra della Difesa Elisabetta Trenta, vicina al Movimento 5 Stelle, aveva detto alla Camera che il progetto aveva la sua "[piena approvazione](<https://formiche.net/2018/09/trenta-droni-p2hh-piaggio-leonardo/>)". Trenta però non ha firmato i decreti che avrebbero dato il via al progetto, come invece avrebbe potuto fare visto che il parere delle commissioni non è vincolante. Anche il ministero della Difesa fino a questo momento non ha risposto alle nostre richieste di chiarimenti. Nemmeno Ferraro, il sindacalista della FIOM, dice di conoscere il perché di questi ritardi: «Le ragioni per cui si è deciso di non fare l'investimento non le sappiamo».
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> «È un treno senza nessuno alla guida lanciato contro un muro», ha detto Franco Vazio, deputato del PD che si è a lungo occupato della vicenda. Vazio ha partecipato alle poche sedute di commissione e riunioni al ministero dello Sviluppo economico che sono state organizzate sulla vicenda. Alle varie riunioni, racconta, si parlava per pochi minuti del problema, che poi veniva accantonato senza arrivare a una decisione. La sua impressione è che gli esponenti del governo e della maggioranza non avessero chiara la portata del problema. «La chiusura di questa azienda, contemporaneamente al crollo del ponte Morandi, rischia di essere una bomba atomica sulla Liguria», dice oggi.
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> Vazio ha sollecitato risposte dal governo e dagli esponenti della maggioranza, senza ottenere riscontro. Secondo lui la responsabilità principale del blocco dell'investimento appartiene al Movimento 5 Stelle, che a causa delle sue posizioni antimilitariste e contrarie alle spese militari ha preferito trascurare la vicenda finché la situazione non è divenuta ingestibile, e in questo è stato seguito passivamente dalla Lega. È possibile anche che gli esponenti del Movimento ritengano sia meglio tutelare l'occupazione degli stabilimenti senza effettuare il costoso investimento nei droni: ma se questo è il loro piano, finora hanno preferito tenerlo segreto. Contattato dal _Post_ , anche lo staff del ministro Di Maio ha risposto in maniera laconica, assicurando che venerdì, dopo la riunione al ministero, avremo «tutti gli elementi».
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
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| L'unica fabbrica di droni in Italia rischia di chiudere | La Cina blocca i video home made sui social network. La grande muraglia si espande |
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>> La quarta serata del Festival di Sanremo è stata dedicata alle cover di canzoni italiane e straniere, spesso eseguite in duetto con cantanti o musicisti intervenuti come ospiti. Tra gli altri, Gianni Morandi è stato accompagnato da Jovanotti, Emma da Francesca Michielin e Achille Lauro da Loredana Bertè, davanti alla quale si è poi inginocchiato. La co-conduttrice della serata assieme ad Amadeus è stata l'attrice Maria Chiara Giannetta, nota per il suo ruolo in _Don Matteo_ e per la recente serie di Netflix _Blanca_. Anche venerdì non sono mancate le citazioni al [Fantasanremo](<https://www.ilpost.it/2022/02/03/fantasanremo-sanremo/>), il gioco online ispirato al fantacalcio che un po' a sorpresa è stato preso molto sul serio da alcuni cantanti.
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>> [ ](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-6/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-26/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-2022-day-4-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-30/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-2022-day-4-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-11/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-33/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-21/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-15/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-23/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-17/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-25/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-2022-day-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-13/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-18/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-24/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-27/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-22/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-34/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-2022-day-4-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-20/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-28/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-29/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-32/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-2022-day-4-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2022/02/05/le-foto-della-quarta-serata-di-sanremo/72nd-sanremo-music-festival-31/>)
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>> Dopo le esibizioni di venerdì, Mahmood e Blanco continuano a guidare la classifica provvisoria del Festival, mentre Gianni Morandi è passato in seconda posizione, facendo finire Elisa al terzo posto.
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>> Quella di sabato sarà la quinta e ultima serata del Festival. Ad accompagnare Amadeus nella conduzione ci sarà l'attrice Sabrina Ferilli, e secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe partecipare come ospite anche Marco Mengoni, che nel 2013 vinse il Festival con “L'essenziale”.
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>>> La classifica generale della quarta serata[#Sanremo2022](<https://twitter.com/hashtag/Sanremo2022?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) [pic.twitter.com/BgieGwTvnd](<https://t.co/BgieGwTvnd>)
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>>> -- Festival di Sanremo (@SanremoRai) [February 5, 2022](<https://twitter.com/SanremoRai/status/1489762272645898243?ref_src=twsrc%5Etfw>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Le foto della quarta serata di Sanremo | |
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> Il tennista serbo Novak Djokovic ha esordito martedì sera a Wimbledon, il più prestigioso torneo del tennis internazionale, con una vittoria al primo turno contro l'americano Tennys Sandgren (6-3, 6-1, 6-2). In carriera Djokovic ha vinto tre volte il torneo di Wimbledon, l'ultima nel 2015, quando si avvicinò anche al record di quattro tornei _major_ vinti nello stesso anno (stabilito da Rod Laver nel 1962). Negli ultimi due anni, tuttavia, Djokovic è passato rapidamente dall'essere uno dei migliori tennisti al mondo – e il migliore in assoluto tra il 2011 e il 2015 – alla ventunesima posizione nel ranking mondiale, non lasciando più traccia di sé nei tornei del calendario internazionale.
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> Senza avere colpi o caratteristiche spiccate e riconoscibili come tanti suoi rivali, a parte la risposta al servizio dell'avversario, Djokovic ha ottenuto le sue vittorie più importanti grazie alla capacità di sviluppare al meglio ogni abilità richiesta dal gioco, cosa che lo ha portato a diventare un tennista completo e di altissimo livello. Le sue caratteristiche, tuttavia, lo hanno anche portato a interrompere il suo miglior periodo abbastanza repentinamente, a differenza dei suoi rivali Roger Federer e Rafael Nadal, vincenti ancora oggi.
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> Novak Djokovic dopo la vittoria contro Tennys Sandgren nel primo turno di Wimbledon (OLI SCARFF/AFP/Getty Images)
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> Il crollo di Djokovic è avvenuto con una lunga serie di prestazioni deludenti in cui spesso è sembrato irriconoscibile e demotivato. Le sue evidenti difficoltà sono state in primo luogo la conseguenza di un problema al gomito destro, ma anche dei recenti cambi di allenatori e poi di una dichiarata mancanza di motivazioni arrivata subito dopo aver raggiunto il punto più alto in carriera. L'anno scorso, nel mezzo delle difficoltà, [disse](<https://sport.sky.it/tennis/2018/01/23/il-declino-di-novak-djokovic.html>): «La mia carriera è sempre stata protesa verso l'alto. In questo momento sto sperimentando com'è il viaggio in direzione opposta».
>
> L'anno scorso, a Wimbledon, Djokovic uscì dal torneo ai quarti di finale, che dovette abbandonare per un problema al gomito destro con cui disse di essere alle prese da un anno e mezzo. Dopo il ritiro comunicò di avere bisogno di un lungo tempo di riabilitazione, che durò circa sei mesi e lo costrinse a saltare gli US Open, anche se non si sottopose a nessuna operazione chirurgica. Tornò ad inizio 2018 e a gennaio prese parte agli Australian Open, il primo Slam dell'anno, dove venne eliminato agli ottavi di finale dal sudcoreano Chung Hyeon. In Australia il dolore al gomito si ripresentò e per questo decise di operarsi a febbraio per cercare di guarire una volta per tutte e tornare a giocare senza essere condizionato dal dolore. L'operazione riuscì ma il recupero della forma fisica tardò ad arrivare, tanto da farlo scendere oltre la ventesima posizione nel ranking.
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> Novak Djokovic viene medicato al gomito durante gli ottavi di finale degli Australian Open (Mark Kolbe/Getty Images)
>
> Il periodo più complicato nella carriera di Djokovic è coinciso anche con la separazione dallo staff con cui iniziò il suo percorso da professionista nei primi anni Duemila. Nell'aprile del 2017, dopo essere stato eliminato ai quarti di finale nel torneo di Montecarlo, decise di non essere più seguito dal suo storico allenatore Marian Vajda, e nemmeno dal preparatore Gebhard Phil-Gritsch e dal fisioterapista Miljan Amanovic, ritenuti gli artefici dell'impressionante forma fisica mantenuta negli anni precedenti. Nei tornei di Madrid e Roma si notò un leggero miglioramento nelle prestazioni, a cui seguì l'inizio degli allenamenti con l'ex campione americano Andre Agassi. Ma il nuovo rapporto non ha portato a nessun risultato. Rispetto al suo vecchio staff, Agassi è stato molto meno presente, per via dei suoi molti impegni in giro per il mondo dovuti alla sua celebrità nel tennis. Pur conoscendo le difficoltà di una collaborazione con Agassi, Djokovic ha proseguito con lui per un anno, fino allo scorso aprile, quando fu in un certo senso costretto a ritornare con il suo vecchio staff.
>
> Nell'ultimo torneo di Montecarlo ha dichiarato di non sentire più dolore per la prima volta negli ultimi due anni, e nonostante l'eliminazione agli ottavi di finale, nel Principato ha ottenuto la sua prima vittoria contro uno dei primi venti tennisti del ranking, il giapponese Kei Nishikori. I miglioramenti si sono visti anche negli Internazionali d'Italia, dove ha raggiunto le semifinali, e poi al Roland Garros di Parigi, dove è stato battuto ai quarti dalla sorpresa del torneo, l'italiano [Marco Cecchinato](<https://www.ilpost.it/tag/chi-e-marco-cecchinato/>).
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> Per prepararsi al meglio a Wimbledon, a giugno Djokovic ha partecipato al Queen's Club Championships di Londra, che si gioca su erba, in cui è arrivato alla finale, persa contro il croato Marian Cilic, quinto nel ranking mondiale. Il ritorno di Djokovic sulla scena internazionale – come molti lo hanno descritto – avviene in un momento per alcuni aspetti simile al suo primo periodo di successi. Rafael Nadal e Roger Federer sono infatti tornati a spartirsi i più importanti tornei del calendario, seppur con meno costanza degli anni passati. Tra il 2011 e il 2015 Djokovic interruppe il loro dominio e fu una novità attesa e apprezzata da tutto il movimento, che però si esaurì relativamente presto. La curiosità sul suo ritorno, se riuscirà a farcela, dipende anche da questo.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Novak Djokovic sta tornando | L'eredità morale e civile di Welby. Il racconto del medico Mario Riccio |
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>>>> Dopo il successo delle precedenti edizioni, torna a Bologna [La Scienza in Piazza](<http://www.lascienzainpiazza.it/>), il progetto di diffusione della cultura scientifica giunto quest’anno alla sua quinta edizione. Dall’11 al 21 marzo, Palazzo Re Enzo, Piazza Maggiore, Piazza Re Enzo, il cortile di Palazzo D’Accursio e altri luoghi del centro storico si trasformeranno in un grande science center, dove cittadini di tutte le età, famiglie e scuole potranno accostarsi alla cultura scientifica e riscoprire la valenza sociale della piazza come luogo di discussione, confronto e partecipazione.
>>>>
>>>> L’arte di vedere, il piacere di capire sarà il tema portante della manifestazione. Attraverso laboratori hands-on, mostre interattive, animazioni scientifiche, spettacoli e incontri si cercherà di capire come l’arte possa comunicare la scienza e la scienza aiuti a capire l’arte.
>>>>
>>>> Tra gli argomenti che saranno approfonditi ci sono anche il funzionamento del cervello e della mente umana, le nuove scienze e le tecnoscienze, dalle biotecnologie alla robotica, fino ad arrivare alle nanotecnologie. Si parlerà di temi di grande attualità come risparmio energetico e pratiche quotidiane sostenibili, ma anche del piacere del cibo come opportunità di ricerca di analisi sensoriale.
>>>>
>>>> Sarà presente anche un'area espositiva dedicata all’Astronomia, a cura dell'[INAF-Osservatorio
> Astronomico di Bologna](</tag/oa_bologna>), in cui perdersi e ritrovarsi davanti a nuove scoperte. Il pubblico avrà l’imbarazzo della scelta sulle attività da svolgere: mostre, animazioni, spettacoli, sui corpi celesti visti con occhi astronomici, poetici, storici, e da punti di vista differenti:
>>>>
>>>> * **Planetario, panorami cosmici** (Cortile D’Onore di Palazzo d’Accursio, da giov. 11 a giov. 18 marzo)
> È un vero laboratorio astronomico. Grazie a un proiettore di cielo stellato in grado di simulare oltre 3.500 stelle, all’interno di una cupola metallica e in grado di contenere 50 posti a sedere, il pubblico potrà immergersi tra costellazioni, buchi neri, mondi popolati da stelle e miti del passato. In collaborazione con INAF Osservatorio Astronomico di Bologna e Associazione Sofos.Info: dai 3 anni – percorsi differenziati per fascia d’età | repliche ore 9.00, 10.00, 11.00, 12.00 (sab. ore 10.00, 11.00, 12.00), pomeriggio su richiesta | durata 20’ (dai 3 ai 7 anni); 30’ (dagli 8 ai 13 anni); 55’ (dai 14anni)
>>>> * **Il Cielo di Dante nel planetario** (Cortile D’Onore di Palazzo d’Accursio, ven. 19 e sab. 20 marzo)
> Dedicato al cielo della Divina Commedia, il planetario permette di rivivere i punti salienti del viaggio compiuto da Dante Alighieri nei tre regni e di illustrare le principali caratteristiche del pensiero cosmologico
> medioevale. I riferimenti più significativi dell’opera dal punto di vista astronomico permettono di introdurre la
> visione del cosmo tolemaico, la questione dello scorrere del tempo e della sua misura. Ampio spazio è
> inoltre dedicato alla scoperta di come la Divina Commedia sia stata fonte di ispirazione per il teatro, il
> cinema, la pittura e la musica. A cura di Museo del Balì.
>>>>
>>>> Info: dai 10 anni | repliche ore 9:00, 11:00 (sab. ore 10:00), pomeriggio su richiesta | durata 1h30’
>>>> * **A spasso nello Zodiaco e l’Universo in Evoluzione** (Tenda di Piazza Maggiore, tutti i giorni)
> Nell’immaginario popolare lo Zodiaco è sempre associato agli oroscopi, ma quasi nessuno sa bene che cosa
> sia, come siano disposti reciprocamente la Terra, il Sole, le varie Costellazioni nei diversi mesi dell’anno. Ad
> esempio, quanti sanno rispondere alla domanda: “quando il Sole è nei Gemelli, vedo i Gemelli di notte?”
> oppure “…quando il Sole è nei Gemelli, che cosa vedo di notte? e perché?” oppure ancora “… la Terra
> come si muove rispetto al Sole e alle varie Costellazioni”. A queste e a tante altre domande verrà data
> risposta entrando nello grande cilindro dello Zodiaco dove, insieme ad una guida che vi farà giocare, sarà
> possibile trovare risposta alle tante curiosità. Costellazioni, miti, illustrazioni con immagini storiche e dai
> telescopi e satelliti. Attorno allo Zodiaco invece sarà possibile incontrare l’Universo
>>>>
>>>> L’Universo in Evoluzione: immagini, approfondimenti, postazioni multimediali interattive sull’evoluzione dei corpi planetari e l’origine della vita. A cura di INAF Osservatorio Astronomico di Bologna, Dipartimento di Astronomia dell’Università di Bologna, IRA-INAF di Bologna.
>>>>
>>>> Info: dai 6 anni | repliche ore 9:00, 11:00 (sab. ore 10:00), pomeriggio su richiesta | durata 1h30’
>>>> * **Il Cielo degli Altri** (Cortile D’Onore di Palazzo D’Accursio, tutti i giorni)
> Il Cielo degli Astronomi … lo vedrete nel planetario, il Cielo degli Altri lo troverete fuori dal planetario! Il Cielo degli antichi, dei tanti popoli nella storia, il Cielo dei filosofi, dei poeti, dei costruttori, degli agricoltori, del
> cinema, della musica, della pittura, degli astronauti … illustrati con immagini e parole in un breve percorso
> per incuriosirci e invitarci a sognare e cercare. Il Cielo come un grande viaggio nella storia, nel tempo e
> nell’uomo, che da sempre ha trasferito nelle stelle e negli astri desideri, paure, miti, credenze, speranze,
> culture. Ognuno può pensare e costruire il proprio Cielo.
>>>>
>>>> Info: dai 6 anni | repliche ore 9:00; 10:00; 11:00; 12:00 | fruizione libera con presenza dell’animatore
>>>> * **Big Bang 3D** (Urban Center Sala Borsa, da giov. 11 a sab. 13 e da lun. 15 a sab. 20 marzo)
> Un documentario in 3D sul Big Bang. Con gli appositi occhialini, accompagnati dalla voce narrante
> dell’astrofisico Giovanni Bignami, attraverseremo le galassie e vedremo l’universo espandersi verso di noi. 8
> minuti di emozione che presto ‘sbarcheranno’ oltreoceano per accogliere il pubblico nel planetario più
> importante del mondo, nell’Adler Planetarium di Chicago. In collaborazione con CINECA e INFINI.TO.
>>>>
>>>> Info: dai 6 anni | proiezione libera con inizio proiezioni ore 9:00; 10:00, 11:00, 12:00 (sab. ore 10:00; 11:00, 12:00), pomeriggio su richiesta | durata 30’
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
*[attr]: attribute
*[HTML]: HyperText Markup Language
*[P:]: Phone
*[]: page
| A Bologna, la scienza scende in piazza | 529 condannati a morte in Egitto |
_Dal Vangelo secondo Luca (13, 1-5)_
_" In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo""._
### **INTRODUZIONE**
I temi del mio discorso, indicati nel titolo, hanno accompagnato da sempre l'umanità, da quando Caino alzò la mano proditoriamente su Abele e lo uccise (Gen 4,8) e da quando Dio dichiarò: "Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte" (Gen 4,15), fino alla parola di Gesù: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace" (Gv 14,27).
Ma in questi mesi, a partire dall'11 settembre, tali temi sono ritornati di bruciante attualità.
I fatti li conosciamo: gravissimi attentati terroristici che rivelano una capacità inaudita di odio e fanatismo, che si serve di tecnologie raffinate e si nutre di forme finora inedite di fondamentalismo civile e religioso (pensiamo a tutti gli aspiranti suicidi). Agli attentati è seguita un'azione di caccia ai terroristi che è sfociata in una guerra in Afghanistan. In questi ultimi giorni, poi, si sono moltiplicati vergognosi attentati suicidi contro cittadini inermi in Israele, a cui hanno fatto seguito ritorsioni e azioni militari in Palestina, in luoghi dove ormai da anni c'è un crescendo di violenza di cui non si vede la fine.
### **1\. UNO SGUARDO AL VANGELO (LC 13,1-5)**
Questi fatti ci addolorano, ci interpellano, ci sconvolgono. Pensiamo con dolore agli innumerevoli morti, ai feriti che porteranno per tutta la vita il segno della tragedia, alle famiglie distrutte, ai milioni di profughi, al pianto dei bambini mutilati. Nascono molte domande, ipotesi, inquietudini. Domande di carattere umano e religioso e anche di carattere politico. Si vorrebbe capire, giudicare, vedere come agire per farla finita con il terrorismo, la paura, la guerra, come operare seriamente per una pace duratura.
Certamente la situazione è ancora troppo complessa e fluida per descriverla in maniera adeguata. Ogni giorno, poi, aggiunge la sua sorpresa, per lo più dolorosa. Avevo iniziato queste riflessioni partendo anzitutto dall'attentato alle torri gemelle, ma gli eventi in Afghanistan e negli ultimi giorni la recrudescenza degli eccidi in Medio Oriente hanno via via allargato il mio campo di discernimento. Del resto è innegabile che nella preparazione della tragedia dell'11 settembre ha avuto un ruolo non secondario il risentimento accumulato nell'annoso conflitto israeliano-palestinese. Perciò mi sono chiesto con insistenza e ho chiesto al Signore: in questo turbine della nostra storia, ha davvero senso parlare di pace? E in che modo, e a quale prezzo?
Parlando, leggendo e ascoltando molto, mi sono accorto di come anche i pareri siano tanto divergenti. Molteplici i punti di vista, gli angoli di visuale; fortissime le passioni, i coinvolgimenti emotivi; resistenti a sgretolarsi le precomprensioni, soprattutto quelle inconsce. Sembrerebbe più saggio attendere, pregare, e per intanto sanare e medicare in quanto si può le ferite, come in emergenza. Ma sant'Ambrogio non si è sottratto alla riflessione e al tentativo di giudizio su fatti assai gravi, pubblici e controversi del suo tempo. Così il suo umile successore chiede, per l'intercessione del nostro Patrono e con l'aiuto delle preghiere e dei suggerimenti di tanti, la grazia di poter parlare a voce alta di queste cose di fronte a Dio, al vangelo e alla coscienza dell'umanità. Sono numerose le pagine bibliche evocate in questi mesi per cercare luce nella parola di Dio. Io vorrei partire dal passo evangelico di Luca (13,1-5) che è stato letto durante la preghiera vespertina: si tratta di due affermazioni o reazioni di Gesù, posto di fronte a gravi fatti di sangue di origine politica e a dolorose calamità naturali.
"In quello stesso tempo si presentarono a Gesù alcuni a riferirgli circa quei Galilei il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola Gesù rispose: Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto sopra i quali rovinò la torre di Siloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo".
Noto un particolare curioso. S. Ambrogio, che pure commenta con accuratezza e talora con pedanteria l'intero terzo vangelo, su tale punto è reticente. Sorvolando su qualunque sentimento antiromano che poteva risultare dal crimine di Pilato, si limita a un'affermazione marginale, ipotizzando, per il massacro di Gerusalemme, una colpa rituale dei Galilei uccisi, così da farne un caso esemplare di punizione "per coloro che su istigazione diabolica non offrono il sacrificio con animo puro" (Esp. del Vang. Sec. Luca, VII, 159). Evita quindi di lasciarsi coinvolgere dalle ardue domande politiche e teologiche che emergono da tali eventi e lascia senza commento lo sconcertante e inedito comportamento di Gesù. Noi però non riusciamo a fare altrettanto.
Gesù si trova infatti di fronte a un groviglio di problemi etici, teologici e politici. Gli interrogativi che emergono sono analoghi ma superiori per gravità a quello sul quale sarà poi interrogato a proposito del tributo da pagare a Cesare (Lc 20,20-26): interrogazione quest'ultima - nota l'evangelista Luca - propostagli "da informatori che si fingevano persone oneste, per coglierlo in fallo nelle sue parole e poi consegnarlo all'autorità e al potere del governatore" (Lc 20,20).
Qui si tratta ugualmente di domande a trappola, ma a proposito di fatti ben più sconvolgenti. V'è in questione ciò che noi chiameremmo una "strage di Stato", voluta dal rappresentante dell'imperatore e per di più perpetrata nel luogo sacro del tempio: quindi un massacro avvenuto probabilmente durante le festività pasquali, nel quale dovevano essere state trucidate molte persone, forse terroristi disposti al sacrificio supremo. Non sappiamo quanti fossero, ma è sufficiente ricordare che alcuni anni prima il predecessore di Pilato aveva ucciso in una sola occasione tremila ebrei.
Gesù viene dunque provocato a esprimersi e a dare un giudizio: condannerà l'assassinio politico, voluto per umiliare ulteriormente gli Ebrei e profanare il tempio? griderà contro la crudeltà e il cinismo del regime dominante? Oppure, come altri in Israele che ritenevano la dominazione straniera comunque un minor male di fronte a un possibile caos, dirà che si è trattato di una dolorosa operazione di legittima difesa, di una repressione inevitabile per scongiurare nuove stragi da parte di un terrorismo suicida e senza sbocchi? Non aveva forse un tempo lo stesso profeta Geremia sconsigliato atti di inutile resistenza al conquistatore babilonese? Immagino che Gesù si sarà sentito addosso la domanda che un giorno gli rivolgeranno i Giudei nel tempio: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei davvero il Cristo, dillo a noi apertamente". Cioè, nel nostro caso: facci sapere, tu che sai tutto, da che parte sta la verità e da che parte sta l'ingiustizia. Anche la seconda situazione narrata da Luca 13,1-5 richiama domande attuali. Essa riguarda una calamità naturale, la caduta di una torre a Gerusalemme che travolge diciotto persone (noi pensiamo agli incidenti e drammi di questi ultimi tempi: i disastri dei trafori del Monte Bianco e del Gottardo, il tragico incidente di Linate, gli incidenti aerei delle ultime settimane, le stragi per le fughe di gas…). Allora, come ora, tali incidenti suscitavano tante domande: si tratta di calamità inevitabili o sono frutto di negligenza, di errore umano o di incoscienza o di imprudenze inescusabili? Chi è colpevole? Chi doveva vigilare? Quale autorità ha omesso i dovuti controlli, ha sottovalutato gli appelli ecc.?
I due episodi sono proposti a Gesù perché prenda posizione. Molti aspettano, come ho sopra indicato, che egli si dichiari contro il tiranno Pilato; altri vorrebbero che criticasse i Galilei come terroristi insipienti. A proposito della caduta della torre ci si attende che denunci con parole di fuoco l'incuria dei governanti o al contrario rimproveri l'imprudenza colpevole della gente. Invece si verifica l'imprevisto. Gesù non prende posizione né pro, né contro nessuna delle persone coinvolte, non si esprime su chi degli immediati protagonisti sia da ritenersi colpevole. Proclama, è vero, un suo giudizio, che dovremo approfondire. Ma la sua voce sta al di sopra di tutti i temi sia pur gravi di politica corrente. Ciò può sorprendere, deludere e turbare. Vedremo che cosa voglia dire per l'oggi. Notiamo tuttavia fin da ora che si verifica qui quanto affermava un recente storico delle origini cristiane: "In confronto ai profeti classici di Israele, il Gesù storico è notevolmente silenzioso a proposito di molte scottanti questioni sociali e politiche del suo tempo… Il Gesù storico sovverte non solo alcune ideologie, ma tutte le ideologie" (J.P. Meier, Un ebreo marginale: Ripensare il Gesù storico, Brescia 2001, p.189).
### **2\. LE DOMANDE DI OGGI**
Qualcosa di simile avviene oggi. Gli interrogativi sui fatti della storia e soprattutto su quelli drammatici dei nostri giorni sono tanti e comprensibilmente carichi di sofferte emozioni, di precomprensioni affettive e anche di pregiudizi. E non di rado si invocano da qualche autorità morale risposte immediate e chiarificatrici ( per lo più nell'attesa di essere confermati in ciò che ciascuno ha già giudicato dentro di sé!). Molte, in particolare, le interrogazioni gravi che si pone l'uomo della strada di fronte alle notizie e alle immagini televisive di questi mesi e di questi giorni.
La prima riguarda gli autori dei gesti di terrorismo, a partire dai più clamorosi e micidiali, specialmente quelli connessi col suicidio dell'attentatore, ed è la domanda sul perché. Perché un essere umano può giungere a tanta crudeltà e cecità? Ci si chiede in quali oscuri meandri della coscienza possano albergare tali sentimenti di odio, di fanatismo politico e religioso, quali risentimenti personali e sensi di umiliazione collettiva possano essere alla radice di simili folli decisioni. Nulla e nessuno potrà mai giustificare tali atti o dare loro una qualunque parvenza anche larvata di legittimazione. Ci dobbiamo però chiedere: noi tutti ci siamo davvero resi conto nel passato, rispetto ad altre persone e popoli, quanto grandi ed esplosivi potessero a poco a poco divenire i risentimenti e quanto nei nostri comportamenti potesse contribuire e contribuisse di fatto ad attizzare nel silenzio vampate di ribellione e di odio?
Non posso, a proposito della prima domanda, non sottolineare la tremenda responsabilità di chi, magari dotato di grandi mezzi di fortuna, ha imparato a sfruttare i risentimenti e li fornisce di strumenti di morte, finanziando, armando e organizzando i terroristi in ogni parte del mondo, forse pure vicino a noi. Anche per costoro non v'è nessuna ragione o benché minima legittimazione per il loro agire. Valgono piuttosto le parole di Gesù per chi sfrutta in tal modo la debolezza di persone semplici: "Sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da un asino, e fosse gettato negli abissi del mare!" (Mt 18,1). E non posso nemmeno dimenticare quanto Gesù diceva nel discorso della Montagna proibendo persino una parola offensiva perché contenente già i germi dell'odio e dell'omicidio (Mt 5,22: "Chi dice al fratello 'pazzo'!, sarà sottoposto al fuoco della Geenna"). Chi di noi ha l'età per ricordare i primi tempi della contestazione (fine anni 60-inizio anni 70) sa che la noncuranza e la leggerezza, ostentata anche da chi avrebbe avuto la responsabilità di giudicare e di punire, rispetto ad atti minori di vandalismo e disprezzo del bene pubblico, ha aperto la via a gesti ben più gravi e mortiferi. Chi getta oggi il sasso e si sente impunito domani potrà buttare la bomba o impugnare la pistola. La "tolleranza zero" è, per ogni parola o gesto di odio, supportata da una regola evangelica.
Oltre alla domanda di un giudizio umano e morale severo su ogni anche piccola radice di disprezzo e di odio - da qualunque parte provenga e contro chiunque si eserciti, per smascherarla e in quanto possibile per esorcizzarla e disarmarla - emerge con insistenza nel cuore della gente anche una seconda domanda, di natura piuttosto politica e militare: il tipo di operazioni che si vanno facendo contro il terrorismo sarà efficace? Servirà davvero a scoraggiare i terroristi, a chiudere gli episodi macabri degli uomini-bomba, a creare le condizioni per un superamento delle cause di tante inquietudini? Ben pochi di noi hanno risposte certe e articolate a tutte queste questioni, anche per la loro complessità e gli scenari e episodi diversi e mutevoli a cui esse si riferiscono. Ciò non toglie che esse gravino pesantemente sulle coscienze di tutti, in particolare di coloro che sono più direttamente responsabili di programmare le operazioni contro il terrorismo, di determinare le misure politiche, economiche, giudiziarie, culturali che si ritengono necessarie. Soltanto loro conoscono da vicino le circostanze e l'efficacia, positiva e negativa, dei bombardamenti e di altre azioni di guerra, dato che gli stessi mass media non sembrano aver un accesso se non limitato alle fonti dirette dei dati e delle strategie militari. Anche a tale domanda non osiamo dare qui una risposta; però è connessa strettamente con la seguente.
La terza domanda è di tipo etico: ciò che si è fatto e si sta facendo contro il terrorismo specialmente a livello bellico rimane nei limiti della legittima difesa, o presenta la figura, almeno in alcuni casi, della ritorsione, dell'eccesso di violenza, della vendetta? È chiaro che il diritto di legittima difesa non si può negare a nessuno, neppure in nome di un principio evangelico. Occorre tuttavia una continua vigilanza, un costante dominio su di sé e delle passioni individuali e collettive per far sì che nella necessaria azione di prevenzione e di giustizia non si insinui la voluttà della rivalsa e la dismisura della vendetta. Si era avuta l'impressione che questi principi di cautela fossero presenti nei primi giorni della reazione ai terribili attentati dell'11 settembre. Ma ora a che punto siamo? Non hanno forse l'ansia di vittoria e il dinamismo della violenza preso la mano diminuendo la soglia di vigilanza sulle azioni di guerra che potrebbero essere non strettamente necessarie rispetto agli obiettivi originari e soprattutto colpire popolazioni inermi? È qui che il principio della legittima difesa viene messo gravemente in questione, poiché non si può impunemente andare oltre senza creare più odi e conflitti di quanto non si pretenda risolverne. Sembra questo in particolare il caso, è doloroso dirlo, di quanto continua ad accadere in maniera crescente in Medio Oriente. Da una parte un terrorismo folle e suicida contro cittadini pacifici, fra cui tanti bambini, un terrorismo che non conduce a nulla e che suscita un crescendo di ira, indignazione e orrore. Dall'altra atti di rappresaglia, difficilmente definibili ancora come operazioni di legittima difesa, che colpiscono popolazioni inermi, e anche qui tanti bambini. Vi si aggiungono in più vere e proprie azioni belliche, di fronte alle quali perfino l'osservatore più imparziale e sinceramente desideroso e convinto del bisogno di una piena sicurezza per il paese che così agisce, non riesce a cogliere quale sia la strategia della pace e della sicurezza che pure è sempre nel desiderio di tutto quel popolo la cui sopravvivenza è essenziale per il futuro della pace nella regione e nel mondo intero.
Le tre domande sono nel cuore di tanta gente e su di esse vi sarebbe tanto da discutere. In ogni caso, pur facendo riferimento a elementi etici di estrema gravità, non sono di competenza solo, e spesso neanche in prima istanza, della Chiesa. Non sta alla Chiesa dare l'ultimo giudizio pratico su atti di cui soltanto pochi conoscono le modalità ultime e precise. Sollevando interrogativi come quelli espressi sopra non ho voluto tanto esprimere giudizi definitivi quanto aiutare me e voi a riflettere seriamente e soprattutto stimolare i competenti e i responsabili a pesare ogni loro opinione e azione su una bilancia di rigorosa giustizia e di rispetto dei diritti umani di ognuno. Tali responsabili veramente competenti non sono probabilmente molti. Certamente assai meno di quanto non si pensi o non appaia dal numero e dalla molteplicità delle opinioni che vengono formulate, spesso con tanta sicurezza. Sono pochi infatti a conoscere a fondo tutti i dati disponibili sui terroristi, i loro progetti, le loro risorse; poche le notizie che realmente filtrano sugli atti di guerra e le loro conseguenze, la natura delle resistenze e gli ambiti delle strategie. Le autorità politiche e militari responsabili - me ne rendo conto - pagano qui una misura ardua di solitudine a fronte di decisioni che coinvolgono la vita di milioni di persone.
Perciò è tanto più prezioso il controllo democratico stabile e metodico esercitato dai Parlamenti e da una opinione pubblica intelligente e non faziosa, correttamente informata prima sul varo e poi sulla conduzione degli eventuali interventi.
### **3\. L 'ATTEGGIAMENTO DI GESÙ**
A questo punto ci impressiona e ci scuote ancora di più l'atteggiamento di Gesù nel brano di Luca, da cui siamo partiti e al quale ora vorrei ritornare. C'è infatti un'ulteriore domanda oltre a quelle richiamate a proposito dei fatti attuali di terrorismo e di guerra. È una domanda molto semplice, di natura evangelica. Suona così: che cosa ci direbbe oggi Gesù su quanto abbiamo evocato fin qui? Che cosa ci suggerirebbe nello spirito del Discorso della Montagna, nel quadro delle beatitudini dei misericordiosi e degli operatori di pace?
Nella pagina di Luca 13,1-5 Gesù non entra in nessuno dei problemi che hanno in mente i suoi interlocutori e che riguardavano l'attribuzione delle colpevolezze per gravi fatti di sangue, la ricerca di capri espiatori. Superando ogni giudizio morale categoriale sulle azioni di singoli o di gruppi, Gesù rimanda alla radice profonda di tutti questi mali, cioè alla peccaminosità di tutti, alla connivenza interiore di ciascuno con la violenza e il male, ripetendo per ben due volte: "se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo". Egli invita a cercare in ciascuno di noi i segni della nostra complicità con l'ingiustizia. Ammonisce a non limitarsi a sradicarla qui o là, ma a cambiare scala di valori, a cambiare vita.
Ciò in un primo momento ci sorprende. Ci appare una fuga dal presente, un volare troppo alto di fronte a eventi che richiedono con urgenza decisioni e giudizi. Ci sembra un generalizzare un problema che rischia di confondere torti e ragioni, carnefici e vittime, tutti accomunati sotto un unico denominatore.
Ma Gesù non intende per nulla togliere a ciascuno la sua concreta responsabilità. Ognuno è responsabile delle proprie azioni e ne porta le conseguenze. Per questo Gesù disse a Pietro che tentava di difenderlo con la forza quando vennero per arrestarlo: "Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che metteranno mano alla spada periranno di spada" (Mt 26,52). Egli sa che ciascuno deve prendere le sue decisioni morali di fronte alle singole situazioni. Gli importa però assai di più segnalare che gli sforzi umani di distruggere il male con la forza delle armi non avranno mai un effetto duraturo se non si prenderà seriamente coscienza di come le cause profonde del male stanno dentro, nel cuore e nella vita di ogni persona, etnia, gruppo, nazione, istituzione che è connivente con l'ingiustizia. Se non si mette mano a questi ambiti più profondi mutando la nostra scala di valori, tra breve ci ritroveremo di fronte a quei mali che abbiamo cercato con ogni sforzo esteriore di eliminare.
È così che i Vescovi provenienti da tutto il mondo e riuniti in Sinodo nel mese di ottobre 2001 hanno valutato la situazione odierna. Cito dal messaggio finale: "La nostra assemblea, in comunione con il santo Padre, ha espresso la più viva sofferenza per le vittime degli attentati dell'11 settembre e per le loro famiglie. Preghiamo per loro e per tutte le vittime del terrorismo nel mondo. Condanniamo in maniera assoluta il terrorismo, che nulla può giustificare. D'altronde non abbiamo potuto non ascoltare, nel corso del Sinodo, l'eco di tanti altri drammi collettivi… Secondo osservatori competenti dell'economia mondiale, l'80% della popolazione del pianeta vive con il 20% delle sue risorse e un miliardo e duecento milioni di persone sono costretti a vivere con meno di un dollaro al giorno. Si impone un cambiamento di ordine morale" (nn. 9-10). E ancora i Vescovi elencano alcuni "mali endemici, troppo a lungo sottovalutati, che possono portare alla disperazione intere popolazioni. Come tacere di fronte al dramma persistente della fame e della povertà estrema, in un'epoca in cui l'umanità ha a disposizione come non mai gli strumenti per un'equa condivisione? Non possiamo non esprimere la nostra solidarietà con la massa dei rifugiati e degli immigrati che, a causa di guerra, in conseguenza di oppressione politica o di discriminazione economica, sono costretti ad abbandonare la propria terra…" (n. 11).
Sono tanti i mali da deplorare e da sconfiggere: oltre il terrorismo e la violenza va condannata ogni ingiustizia e va eliminato ogni affronto alla dignità umana. Ci chiediamo: sarà possibile una tale inversione di tendenza? Osiamo affermare di sì, anzitutto perché un simile raddrizzamento della scala dei valori è necessario per il superamento di quella conflittualità crescente che mira alla distruzione reciproca dei contendenti. In secondo luogo perché contiamo sulla grazia di Dio e sulla ragionevolezza di fondo dell'uomo. In terzo luogo perché come cristiani (e anche in questo ci distinguiamo da un mondo Occidentale fino a poco fa sicuro di sé ma ora molto più incerto e sempre più povero di speranza trascendente) abbiamo la certezza che se il male abbonda è perché sovrabbondi la grazia della conversione e del perdono. Pur se lasciamo al Signore della storia il calcolo dei tempi, sappiamo che è ben possibile che maturi di nuovo in Occidente, forse proprio sotto la spinta di eventi così drammatici, la percezione che è necessario un cambio di vita, l'adozione di una nuova scala di valori. In un articolo recente si parlava, a proposito di tale riconoscimento, di "apocalisse", nel senso etimologico di un "alzare il velo" di "una rivelazione" (Enzo Bianchi, Le apocalissi dell'11 settembre, "la Repubblica" 27.10.01). Nel nostro contesto si tratta di una rivelazione del male in cui siamo immersi, dell'assurdità di una società il cui dio è il denaro, la cui legge è il successo e il cui tempo è scandito dagli orari di apertura delle borse mondiali. Una società che giunge quasi al ridicolo nella sua ricerca affannosa di investimenti virtuali, di transazioni puramente mediatiche e che pretende di esportare messianicamente questo modo di vedere in tutto il mondo. Tale globalizzazione è giusto rifiutare. Come ha scritto recentemente Tommaso Padoa Schioppa "la strada che porta alla sicurezza è assai più lunga di quella che ha portato a Kabul. La strada è anche assai più faticosa, perché su di essa siamo noi a dover camminare, non militari o Paesi lontani. E camminare vuol dire modificare nostri modi di vivere, nostri pensieri, nostri sistemi politici. Possiamo chiederci: abbiamo incominciato?" (Corriere della Sera, 18.11.01). Ma se ciò vale per l'economia e la politica, perché non dovrebbero aprirsi anche nel campo della moralità nuovi spazi per un rinnovato impegno di serietà e di giustizia, per una ricerca del significato profondo della vita, per una maggiore apertura sul mistero di Dio? Non ha forse Dio "rinchiuso tutti nella disobbedienza" di conflitti senza via di uscita "per usare a tutti misericordia?" (cfr Rom 11,32).
Non è così importante sapere se ciò si avvererà presto. In fondo, come diceva Bonhoeffer, "per chi è responsabile la domanda ultima non è: come me la cavo eroicamente in questo affare, ma: quale potrà essere la vita per la generazione che viene? Solo da questa domanda storicamente responsabile possono nascere soluzioni feconde" (Resistenza e Resa, Milano, p. 64). Ciò che dunque urge è dirci che se non avviene un cambio radicale nella scala dei valori, se non vengono messi al primo posto la pace, la solidarietà, la mutua convivenza, l'accoglienza reciproca, l'ascolto e la stima dell'altro, l'accettazione, il perdono, la riconciliazione delle differenze, il dialogo fraterno e quello politico e diplomatico, mentre vengono contemporaneamente messe al bando le rappresaglie della guerra, se non vengono disarmate non solo le mani ma anche le coscienze e i cuori, noi avremo sempre a che fare con nuove forme di violenza e anche di terrorismo. Riusciremo magari a spegnerle per un momento, ma per vederle poi risorgere impietosamente altrove.
Come ha ripetuto il 4 dicembre 2001 il Papa a proposito del conflitto in Medio Oriente: "La violenza non risolve mai i conflitti, ma soltanto ne accresce le drammatiche conseguenze". Ha perciò lanciato "un nuovo pressante appello alla comunità internazionale, affinché con sempre maggiore determinazione e coraggio aiuti israeliani e palestinesi a spezzare questa inutile spirale di morte. Siano ripresi immediatamente i negoziati, perché si possa giungere finalmente alla tanto desiderata pace". Inoltre il Papa ha stimolato, con un gesto assolutamente nuovo nella storia del rapporto Cristianesimo-Islam, tutti i cattolici a unirsi spiritualmente il 14 dicembre prossimo alla conclusione del solenne digiuno musulmano del Ramadan, per proclamare che c'è e ci deve essere un clima di rispetto tra le due religioni. Di qui avrà inizio un particolare tempo di conversione, di ritorno al Signore nel cammino faticoso della storia verso la pienezza della verità e della carità, che culminerà il 24 gennaio 2002 in una grande preghiera interreligiosa per la pace ad Assisi con la partecipazione del Papa. Sono gesti che intendono proclamare a tutto il mondo che mai per nessun motivo le religioni devono divenire fonte di conflitto, ma al contrario occasione e strumento di pace.
### **4\. APERTURE NUOVE**
Devo avviarmi a concludere il mio discorso, che inevitabilmente rischia di coinvolgerci in sempre nuove direzioni, perché la violenza e il male sono dappertutto e stanno alla radice di tutto. Ma il bene zampilla da una sorgente ancora più profonda e innaffia, risana e rigenera continuamente questa radice di male e di amarezza. È importante allora riconoscere che dobbiamo fare ciascuno la nostra parte e ascoltare l'appello che ci raggiunge. Il momento drammatico che stiamo vivendo è un forte richiamo alla conversione e al riconoscimento della nostra connivenza con i mali del mondo. Sottolineo: con i mali di tutti, sotto ogni latitudine e non del solo mondo occidentale. Certamente esso ha i suoi gravissimi torti, le sue cecità, i suoi idoli, i suoi deliri di onnipotenza. Per questo la Chiesa, neppure quella Occidentale, che ha vissuto storicamente e tuttora vive in questo ambito e si è sempre sforzata di dargli un'anima, non si è mai riconosciuta né identificata del tutto con esso né tanto meno si identifica ora in un ambito nel quale gloriose tradizioni di libertà e dignità umana convivono - in un clima crescente di compromissione - con un individualismo senza regole, con il culto del denaro, del successo, dell'immagine e della potenza. Pur con tutto ciò non dobbiamo ritenere che sia solo il nostro mondo occidentale quello chiamato da Gesù a cambiar vita. Il Signore afferma due volte, nel testo di Luca da cui siamo partiti (13,3.5): "se non cambierete vita, perirete tutti!". La follia dell'autodistruzione, che assume nelle odierne culture innumerevoli forme, minaccia tutti quanti. Gli spettri della corruzione, del malgoverno, del prevalere dell'interesse privato e tribale su quello pubblico, della dittatura e del primato della forza e delle armi, stanno succhiando il sangue di innumerevoli poveri della terra. Sarebbe troppo facile trovare un solo capro espiatorio e una sola vittima. Zizzania e buon grano sono intrecciati profondamente in ogni angolo del pianeta. Gesù sa che il male è nascosto nel cuore di ogni uomo e di ogni cultura, sa che siamo "generazione incredula e perversa" (Mt 17,17).
Dobbiamo in altre parole renderci conto che di certe pesti che ammorbano il mondo (e di cui i conflitti bellici e gli attentati sono una delle manifestazioni) non è soltanto colpevole l'uno o l'altro individuo o popolo lontano da noi o vicino a noi, ma ne siamo tutti in qualche modo, ciascuno per la sua parte, conniventi e corresponsabili.
Se, spinti da eventi tragici che mai avremmo voluto neppure immaginare, l'invito di Gesù a cambiare scala di valori e criteri di giudizio cominciasse a venire accolto, ne emergerebbe una società più pensosa, una gioventù meno dissipata e meno avida di divertimenti, conscia delle proprie responsabilità per il futuro del pianeta; pronta anche ad ascoltare il richiamo per aprirsi a esistenze consacrate al servizio totale di Dio e del prossimo. E di tutto questo inizio di cammino positivo noi, grazie a Dio, siamo anche i gioiosi testimoni, per poco che sappiamo guardarci intorno con gli occhi della speranza.
### **5\. IL GRANDE BENE DELLA PACE**
Non potrei concludere il mio discorso senza ritornare a quella che ne fu l'ispirazione principale fin dall'inizio, cioè il grande bene della pace: se abbiamo infatti cominciato con l'ascoltare Gesù che parlava della violenza (Lc 13,1-5), era solo perché a Lui - e oggi alla sua Chiesa - una cosa sta sommamente a cuore: la pace!
Infatti la pace è il più grande bene umano, perché è la somma di tutti i beni messianici. Come la pace è sintesi e simbolo di tutti i beni, così la guerra è sintesi e simbolo di tutti i mali. Non si può mai volere la guerra per se stessa, perché è sistematica violazione di sostanziali diritti umani. Vi saranno al limite casi di legittima difesa di beni irrinunciabili. Però il contrasto all'azione ingiusta, non di rado doveroso e meritorio, deve restare nei limiti strettamente necessari per difendersi efficacemente. Potranno anche essere necessarie coraggiose azioni di "ingerenza umanitaria" e interventi volti alla restituzione e al mantenimento della pace in situazioni a gravissimo rischio. Ma non saranno ancora la pace.
Pace non è solo assenza di conflitto, cessazione delle ostilità, armistizio. Non è neppure soltanto la rimozione di parole e gesti offensivi (Mt 5,21-24), neppure solo perdono e rinuncia alla vendetta, o saper cedere pur di non entrare in lite (cfr Mt 5,38-47). Pace è frutto di alleanze durature e sincere, (enduring covenants e non solo enduring freedom), a partire dall'Alleanza che Dio fa in Cristo perdonando l'uomo, riabilitandolo e dandogli se stesso come partner di amicizia e di dialogo, in vista dell'unità di tutti coloro che Egli ama. In virtù di questa unità e di questa alleanza ciascuno vede nell'altro anzitutto uno simile a sé, come lui amato e perdonato, e se è cristiano legge nel suo volto il riflesso della gloria di Cristo e lo splendore della Trinità. Può dire al fratello: tu sei sommamente importante per me, ciò che è mio è tuo. Ti amo più di me stesso, le tue cose mi importano più delle mie. E poiché mi importa sommamente il bene tuo, mi importa il bene di tutti, il bene dell'umanità nuova: non più solo il bene della famiglia, del clan, della tribù, della razza, dell'etnia, del movimento, del partito, della nazione, ma il bene dell'umanità intera: questa è la pace.
Ogni azione contro questo "bene comune", questo "interesse generale" affonda le radici nel-la paura, nell'invidia e nella diffidenza. Genera i conflitti e nutre gli odi che causano le guerre. Ci vorrà una intera storia e superstoria di grazia per compiere tale cammino. Ma è questa la pace che è mèta della vicenda umana.
### **6\. ALCUNI IMPERATIVI IMMEDIATI**
1\. Abbiamo anzitutto un grande bisogno di percepire dentro di noi una fontana zampillante di pace che ci apra alla fiducia nella possibilità di passi concreti e semplici verso un cambiamento di stile di vita e di criteri di giudizio, unica via a un cammino serio di pace. Evitiamo di lasciarci intorpidire da un clima consumistico prenatalizio che rischia di farci rimuovere le domande serie emerse da questi fatti drammatici.
2\. Per evitare di essere trascinati, magari non intenzionalmente, in uno scontro di civiltà, occorrerà esercitarsi nell'arte del dialogo, che parte da una chiara coscienza della propria identità e della ricchezza dei linguaggi con cui esprimerla e renderla accessibile smontando i pregiudizi, i cavilli e le false comprensioni.
3\. Per questo sarà importante imparare a conoscere le altre religioni, in particolare l'Ebraismo e l'Islam, scrutando di ciascuna la storia, la letteratura, le ricchezze spirituali, le profondità mistiche, il pluralismo espressivo, anche quello sociale e politico.
4\. Soprattuto occorrerà educare a gesti, pensieri e parole di perdono, di comprensione e di pace, usando tolleranza zero per ogni azione che esprima sentimenti di xenofobia, di antisemitismo, di minor rispetto di qualunque sentimento e tradizione religiosa. Questo richiede che anche gli altri rispettino e apprezzino quei segni religiosi che sono stati e sono tuttora per noi la via e il simbolo che ci permette oggi di offrire a tutti ospitalità e pace.
5\. È superfluo ricordare quanto la scuola e l'università siano chiamate a educare al dialogo, al confronto sereno, per aiutare a riflettere motivatamente sui gravi problemi in discussione a livello internazionale ma anche nazionale e regionale (e non soltanto perciò sui temi della pace e della guerra, ma anche oggi su temi per noi gravi e urgenti come la giustizia e la sanità). Grande sarà in questo senso il compito e la responsabilità dell'autonomia scolastica.
Ci conforta e ci fa ben sperare l'anniversario che si ricorderà domani, quello dell'apertura, 80 anni fa, proprio a pochi metri da questa Basilica di sant'Ambrogio, in via Sant'Agnese, dei corsi della neonata Università Cattolica del Sacro Cuore. Incominciò con 68 iscritti. Oggi sono oltre 40.000. Auguriamo a essi e a tutti i giovani del mondo di essere, per il millennio che inizia, come le "sentinelle del mattino" che annunciano il giorno della tanto desiderata pace.
Milano, 6 dicembre 2001
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| Card. Martini: Terrorismo, ritorsione, legittima difesa, guerra e pace | Roma verso l’abbattimento dei cinghiali con la scusa della peste suina |
15 settembre 2020 16:15
Avete mai sentito parlare dell’effetto-spettatore? Se la risposta è no, dovreste leggere questo articolo. Dico sul serio.
Ecco di che si tratta. Siamo nel 1964, e due psicologi sociali, John Darley della New York University e Bibb Latané della Columbia University, restano molto colpiti da un terribile fatto di cronaca nera: Catherine Susan Genovese, detta Kitty, viene accoltellata a morte e stuprata nel distretto del Queens, a New York.
Lei gestisce un bar e rientra, come sempre, molto tardi. Parcheggia a trenta metri da casa. Ad aggredirla è un ventinovenne incensurato di Manhattan che, catturato pochi giorni dopo mentre sta compiendo un furto, confesserà l’omicidio di altre due donne e ulteriori crimini. Dichiarerà inoltre che preferisce aggredire donne perché “è più facile”.
L’aggressione a Kitty Genovese si svolge in due riprese e dura nel complesso circa mezz’ora: all’inizio qualcuno dalla finestra grida “lascia stare quella donna!”, e l’omicida si allontana. Poi torna per finire la sua vittima. Genovese tenta di difendersi e chiede aiuto, ma l’unica telefonata che un vicino fa alla polizia non viene presa in considerazione. E comunque pochi si interrogano su quel che sta effettivamente succedendo: sono solo strane urla nella notte.
La nascita del 911
In seguito a questi eventi la polizia statunitense istituirà il numero unico 911 per le chiamate di emergenza.
Poco tempo dopo i fatti, il New York Times scrive un
articolo intitolato
: “I 38 che hanno visto l’assassinio non hanno chiamato la polizia”. L’articolo non è accurato e, come si capirà in seguito, sovrastima il numero dei testimoni. Tuttavia, mette in luce un problema reale, e scatena un ampio dibattito su “l’apatia e la disumanizzazione dei contesti urbani”.
Darley e Latané decidono di approfondire le dinamiche psicosociali che stanno alla radice del problema, e si impegnano in una serie di esperimenti di laboratorio. I risultati attestano uno dei più solidi e replicabili effetti tra quelli analizzati dalla psicologia sociale. È, appunto, l’effetto spettatore
(bystander effect,
oppure
bystander apathy),
descritto per la prima volta in un
articolo uscito sul Journal of Personality and Social Psychology
nel 1968.
L’effetto-spettatore consiste in questo: le persone sono tanto meno propense a intervenire per aiutare un soggetto in difficoltà quanto maggiore è il numero degli individui presenti. In altre parole: una persona in emergenza ha una probabilità di ricevere aiuto inversamente proporzionale alla quantità di persone che, essendo sul posto, potrebbero effettivamente prestare aiuto.
Di fatto, di fronte a una situazione di emergenza le persone si trovano in una condizione
fortemente ambivalente
. A segnalarlo sono due notissimi psicologi, Milgram e Hollander in un
articolo su The Nation
nel 1964, in risposta a quello uscito sul New York Times. Da una parte, scrivono Milgram e Hollander, la situazione può apparire poco chiara o ambigua agli astanti. Dall’altra, le persone si sentono tenute a intervenire. Dall’altra ancora, hanno paura delle possibili conseguenze del loro intervento.
È il comportamento del gruppo a determinare, rallentandola e indebolendola, la reazione dei singoli
In una condizione di questo tipo, come scrivono testualmente Darley e Latané, “la presenza di altri spettatori riduce i sentimenti individuali di responsabilità personale e fa decrescere la velocità della reazione”
.
Questi i numeri dell’esperimento: senza alcuna differenza tra uomini e donne, l’85 per cento dei soggetti interviene se si trova da solo di fronte all’emergenza. In presenza di più persone, invece, la percentuale di chi interviene crolla al 31 per cento.
I ricercatori aggiungono che la spiegazione del fenomeno risiede più nella reazione di ciascun individuo al comportamento degli altri presenti che nella sua personale indifferenza nei confronti della vittima.
Insomma: è il comportamento del gruppo a determinare, rallentandola e indebolendola, la reazione dei singoli. Questo succede proprio perché la responsabilità dell’intervento appare diffusa tra molti, e quindi è percepita come meno imperativa da ciascuno. Il fenomeno si accentua quando il comportamento degli altri presenti non può essere osservato direttamente, e quindi quando ciascuno può razionalizzare la sua inazione dicendosi che “qualcun altro starà di sicuro facendo qualcosa”.
È notevole il fatto che, in un ulteriore esperimento, Darley e Latané immettano del fumo, che potrebbe indicare un incendio in corso, nella stanza dove si trovano uno o più soggetti. Risultato: se le persone si trovano da sole nella stanza, nel 75 per cento dei casi escono subito e vanno ad avvertire dell’emergenza. Se si trovano in gruppo, qualcuno va ad avvertire solo nel 10 per cento dei casi.
Nei luoghi di lavoro possiamo avere pubblici episodi di molestie sessuali, di discriminazione o di mobbing
Che un effetto-spettatore esista, e sia attestato, ovviamente non costituisce una scusante per chi non presta aiuto. Capire i motivi, però, aiuta a contrastarlo, come affermano, a conclusione del loro articolo, Darley e Latané: “Le persone non sono necessariamente ‘non interventiste’ a causa della loro personalità” (indifferente o alienata). “Se le persone capiscono le pressioni situazionali che possono portarle a esitare e a non intervenire, possono superarle”.
Proprio per questo ve ne sto parlando.
Se volete approfondire, un’assai esauriente
pagina di Wikipedia
, in italiano, vi dà conto delle ricerche successive e vi presenta diversi altri casi di cronaca.
I like non salvano vite
Qui mi preme segnalare che l’effetto-spettatore può scattare nei posti e nei contesti più diversi, e in situazioni d’emergenza molto differenti. Nei luoghi di lavoro, per esempio, possiamo avere pubblici episodi di molestie sessuali, di discriminazione o di mobbing. A proposito di molestie sessuali: in un Ted Talk, Julia Shaw dell’University College of London
riferisce
che le vittime di molestie sessuali nel 93 per cento delle volte segnalano che il fatto avviene in presenza di altri.
A scuola
, l’effetto-spettatore può riguardare episodi di bullismo.
In ospedale
, può verificarsi per eccesso di team medici coinvolti, nessuno dei quali poi si prende effettivamente in carico il paziente.
pubblicità
Segnalo un fatto ulteriore: i social media, che nei fatti rendono spettatori tutti noi, aggiungono all’effetto-spettatore due nuove e brutte dimensioni. La prima, terribile, riguarda l’indifferenza, o addirittura l’approvazione nei confronti di
atti violenti condivisi
su Facebook, Twitter, Instagram.
La seconda, meno spaventosa ma più sconfortante, riguarda il fatto che si tenda a scambiare un like attribuito a questa o a quella buona causa con un intervento concreto in favore di quella buona causa. Le cose non funzionano così, e a ricordarcelo è una
tostissima campagna
dell’Unicef svedese “
I like non salvano vite
”. Qui il
commento dell’Atlantic
.
Comunicazione
| L’indifferenza della folla | Un bravo ragazzo |
[Frammenti del meteorite di Nakhla. Crediti: Wikipedia.](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2014/08/Nakhla_meteorite.jpg>)
>>>>
>>>> Frammenti del meteorite di Nakhla. Crediti: Wikipedia.
>>>>
>>>> Erano circa le nove del mattino quando cadde sulla Terra. Un lontano mercoledì. 28 giugno 1911. I pochi rimasti a letto per godere della frescura mattutina – vogliamo immaginarli così – nel villaggio di El Nakhla El Bahariya, è probabile siano saltati sulle coperte, sotto i duri colpi del primo bombardamento che il governatorato di Alessandria d’Egitto abbia mai dovuto subire: quello di un meteorite, e per giunta marziano.
>>>>
>>>> Da allora il **[Nakhla meteorite](<http://en.wikipedia.org/wiki/Nakhla_meteorite>)** è stato oggetto di numerosi studi da parte della comunità scientifica, ma ancora oggi, a più di cent’anni dal suo ritrovamento, continua a riservare sorprese. **Una nuova struttura ovoidale è infatti stata scoperta all’interno del meteorite** : composta da nanocristalli di argilla e ricca di ferro contiene un’importante varietà di minerali e **mostra segno di aver subito nel suo passato un trauma da collisione** , in grado di causare la fusione del permafrost e il rimescolamento dei fluidi di superficie e sottosuolo.
>>>>
>>>> In un affascinante articolo appena pubblicato su Astrobiology, e già **[disponibile sul sito](<http://online.liebertpub.com/doi/full/10.1089/ast.2013.1069>)** della rivista, il team di ricerca che si è occupato dell’analisi della struttura ovoidale discute le ipotesi più probabili circa la sua origine e discute di come questa nuova scoperta possa avere **importanti ricadute in ambito astrobiologico**. Nell’articolo, _A Conspicuous Clay Ovoid in Nakhla: Evidence for Subsurface Hydrothermal Alteration on Mars with Implications for Astrobiology_ , **Elias Chatzitheodoridis** della National Technical University di Atene, con **Sarah Haigh** e **Ian Lyon** dell’Università di Manchester, descrive l’utilizzo di una strumentazione mista e che spazia dalla microscopia elettronica ai raggi X, fino alla spettroscopia. Con l’obiettivo di avere un’analisi il più possibile completa della struttura ovoidale.
>>>>
>>>> E anche se gli autori non credono che la formazione di questa struttura abbia coinvolto materiale biologico, di fatto questa resta una delle ipotesi possibili: **esistono prove che nel sottosuolo marziano esistano[nicchie ecologiche](<https://www.media.inaf.it/2014/07/28/vita-aliena-sotto-sale/>)**, ambienti specifici, capaci di offrire **condizioni favorevoli alla vita** , sostenendo eventuali forme biologiche.
>>>>
>>>> «Questo studio dimostra quanto sia importante mettere in correlazione diversi pacchetti di dati scientifici quando si tenti di comprendere se una roccia contiene o meno bioindicatori dell’esistenza di qualsivoglia forme di vita», sottolinea **Sherry L. Cady** , PhD, caporedattore di Astrobiology responsabile scientifico del Pacific Northwest National Laboratory. «Sebbene gli autori non abbiano potuto dimostrare in maniera conclusiva che l’oggetto del loro studio fornisca la prova dell’esistenza di forme di vita, la loro strategia di ricerca ha rivelato una notevole quantità di informazioni circa la possibilità che il sottosuolo di Marte sia capace di ospitarne».
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
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*[HTML]: HyperText Markup Language
*[P:]: Phone
| I marziani? Rimasti di sasso… | Una canzone di Slaid Cleeves |
>>>
>>> Dale Peterson è tornato. E questa volta spara. Dopo il suo [meraviglioso primo spot elettorale](<https://www.ilpost.it/2010/05/16/la-cosa-piu-americana-mai-creata/>) ( _" La cosa più americana mai creata: musica drammatica! Pistole! Cavalli! Accento trascinato del sud! Dio benedica l’America"_, lo descriveva [Gawker](<http://gawker.com/5540073/this-campaign-ad-is-the-most-american-thing-ever-made>)), il candidato dell'Alabama ne ha girato un altro, questa volta per consigliare ai suoi elettori di votare John McMillan.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| La "cosa più americana mai creata" è tornata | MicroMega+ la presentazione del numero del 6 maggio 2022 |
26 ottobre 2015 17:20
Cos’è.
Nella società di
The lobster
la solitudine non è ammessa: le persone che non sono accoppiate vengono mandate in un hotel dove hanno qualche settimana per innamorarsi e tornare nel mondo, oppure allo scadere del periodo vengono trasformate in un animale a loro scelta. Il protagonista David, interpretato da Colin Farrell, finisce nell’hotel dopo essere stato lasciato dalla moglie, e sceglie l’aragosta perché è fertile, è longeva e sguazza nel mare, che anche a lui piace tanto. Tra gli ospiti dell’hotel ci sono Ashley Jensen (
Extras
), John C. Reilly e l’attrice sempre presente nei film di Lanthimos, Angeliki Papoulia. Più avanti David incontrerà un’altra società dove ci sono Léa Seydoux (
La vita di Adèle
) e Rachel Weisz, che migliora ogni anno che passa. Come ogni film di Lanthimos, anche questo è scritto insieme a Efthymis Filippou e fotografato da Thimios Bakatakis.
The lobster
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.
Com’è.
The lobster
è un film di fantascienza dello spazio interno, che quindi non si basa sulla navigazione intergalattica per mostrare l’umanità sotto una nuova luce, ma su nuove prospettive che riguardano le persone. Per non rovinare la visione del film dovrò omettere diversi particolari significativi della trama. Quello che posso dire è che è diviso in due atti e descrive due fasi delle vita di un uomo, che affronta la solitudine come vuole la società in cui vive, e l’amore come desidera lui. Nel farlo sperimenta due forme di costrizione diverse ma ugualmente drammatiche.
Gli attori recitano in un contesto che non è realistico, e lo fanno con precisione e una certa fissità, ma sempre senza risultare fastidiosamente teatrali.
The lobster
non è un film surreale, anche se spesso cita Luis Buñuel nelle atmosfere e nelle inquadrature (strane cerimonie danzanti, gente elegante che cammina in campagna). Se non fosse un film occidentale, sarebbe un drammone coreano. È un film insolito, concepito come una tragedia in un contesto distopico e alterato, ma quello che mostra, data la premessa assurda, è verosimile. Questo equilibrio tra verosimiglianza e assurdità è il cuore del cinema di Lanthimos: il suo modo di raccontare le storie e sondare le emozioni nei suoi personaggi passa attraverso l’alterazione dei rapporti abituali tra le persone e quello che ne consegue.
Perché vederlo.
Lanthimos ha un gusto raro per l’inquadratura. Esistono molti registi che amano il bello, il composto e il lavorato, e quindi producono inquadrature visibilmente preziose. Questo è a un altro livello: si percepisce un istinto per l’inquadratura che è veramente quello dei maestri. Usa pochi carrelli, pochi effetti, tutto è giusto e facile, mai sovraccarico, sempre affilato come una lama, e dà una scansione fluida anche alle storie più contorte. Nel suo modo di costruire i personaggi e riprendere gli attori c’è una sensibilità già molto riconoscibile. In particolare, questo film si muove in quell’area che confina da una parte con l’orrore e dall’altra con il ridicolo, ma senza mai cavalcarli. La prima reazione che di solito si verifica in sala è che gli spettatori ridono per l’assurdità imbarazzante di alcune situazioni, ma lo fanno senza smettere di credere nel film. La seconda ogni tanto li spinge a mettersi le mani davanti agli occhi, ma senza la sensazione di essere esposti alla violenza come tortura, come sfida della sopportazione. Insomma la storia è originale ed emozionante, gli attori sono bravi, la colonna sonora è puntuale, la sceneggiatura gira, la fotografia riesce in quell’impresa rara di non rendere piatto nemmeno un bosco qualsiasi. Il film parla d’amore e ne parla veramente, anche se in un modo molto insolito.
Perché non vederlo.
È un film d’autore che racconta una storia fantastica e drammatica, lirica e fantasiosa, con i suoi tempi e nei suoi modi. Inoltre è un film a tratti molto violento e spietato nei confronti di uomini e animali. Questo non ne fa un film per tutti.
Una battuta.
Quando sei diventata miope?
Cinema
| The lobster racconta i rischi di un mondo senza amore | Come lo fanno gli animali |
Si ispira alle opere di Fabrizio De André e Pier Paolo Pasolini, lo spettacolo teatrale che **Neri Marcorè** porta in tournée da tre anni e che, in questi giorni, arriva al Brancaccio di Roma per poi approdare in tutta Italia fino ad aprile. Dal 31 gennaio al 4 febbraio, cinque serate per _Quello che non ho_ , diretto da Giorgio Gallione, con l’attore, ma anche imitatore, conduttore e brillante showman affiancato dai musicisti Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini per una performance di brani recitati e cantati. Nella forma del teatro canzone, attingendo al concept album _Le Nuvole_ del cantautore genovese, ma anche ai testi del poeta friulano i quattro artisti offrono un affresco del presente, delineandone problemi e utopie.
**«Cantami di questo tempo l’astio e il malcontento di chi è sottovento e non vuol sentir l’odore di questo motore…» diceva, appunto De André: che senso ha oggi interrogarsi sulla nostra epoca, attraverso storie emblematiche?**
La prima scintilla nasce dal mio desiderio di prendere in considerazione le sue canzoni, il suo pensiero, il suo sguardo sul mondo. Con Giorgio Gallione, con cui lavoro da cinque anni, abbiamo pensato di giustapporre a De André la figura di Pasolini per i vari punti di contatto che ci sono tra i due e sviluppare così una riflessione, un ragionamento partendo dalle loro opere, e provocazioni, per parlare del nostro presente, ma soprattutto del nostro futuro. Non è tanto per dire che Pasolini o De André avessero, o meno, ragione, o che avessero scorto un possibile sviluppo antropologico della nostra società, quanto per dire che loro lo avevano detto, come dire, ci avevano preso. Adesso, noi riusciamo ad avere ancora un’idea di coscienza critica di pensiero che ci consenta di guardare al nostro presente, appunto, senza pregiudizio e senza convenienze?
**Un’attenzione al presente attiva, che ci renda responsabili, vigili, per realizzare un futuro migliore?**
Sì, dovrebbe esserci un certo comportamento etico, declinato a vari livelli: nell’ecologia, nel sociale, per i diritti verso i rom, popolazione verso cui De André guardava con vicinanza e affetto, e che, soprattutto, considerava, spogliandosi di qualsiasi pregiudizio. Quindi, questo non è uno spettacolo dedicato a loro due, ma è un punto di partenza che viene proiettato sul nostro futuro.
**Parole e suoni per parlare dello sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, di guerra, di emarginazione. Pare che siamo messi abbastanza male …**
Ci sono spunti che dicono che la nostra epoca è tutt’altro che negativa, che anzi ci sono opportunità enormi. È cambiato molto dal punto di vista della qualità della vita, ma anche nella medicina, visto che ad esempio la mortalità infantile o materna si sono ridotte notevolmente. Ci sono pure contraddizioni enormi: abbiamo più telefoni cellulari che bagni! Il finale poi è legato all’articolo sulle lucciole che aveva scritto Pasolini, che diceva che l’umanità era uccisa dalla modernità e la prova era che non c’erano più lucciole. Qui, però, abbiamo un ribaltamento: poiché le lucciole ci sono, anche i profeti sbagliano.
**Quali possibilità abbiamo, quindi, per non far diventare il nostro presente un’ “orrenda preistoria”, appunto?**
Abbiamo, forse, ancora la possibilità di cambiare qualcosa, di sovvertire questo baratro che abbiamo davanti, come umanità. A supporto di questo ragionamento, cito il documentario di Salgado che nella sua azienda agricola in Brasile, credendo nella terra, e quindi nella capacità della vita di riprendersi il suo spazio, pianta tante specie diverse e ricrea quella foresta amazzonica che c’era quando lui era piccolo. C’è sempre tempo per invertire le tendenze. Sta a noi farlo, non è qualcosa che piove dall’alto, ma possiamo interrogarci cercando di capire cosa possiamo fare nei gesti quotidiani e poi sperando di delegare persone che abbiano un certo tipo di sensibilità.
**A proposito di “delegare” e, quindi, di governare, De André, che dalle “nuvole” di Aristofane aveva ripreso il discorso sull’attuale e sul sociale, diceva che le “sue” di nuvole sono da intendersi come quei personaggi ingombranti e incombenti nella nostra vita sociale, politica ed economica; coloro che hanno terrore del nuovo, che potrebbe sovvertire le loro posizioni di potere. Non le sembra un affresco socio-politico che ci riguarda da vicino? Il suo spettacolo non potrebbe essere anche una guida per le prossime elezioni del 4 marzo?**
Sì, perché ci sono dei passaggi che riguardano la politica italiana a cui si fa riferimento. Non mi sembra sia cambiato molto dal passato, anzi. Si riflette anche su questo, sull’assurdità che la classe dirigente, che dovrebbe fare gli interessi comuni, ottiene il consenso e poi fa quello che gli è più comodo. Abbiamo varie manifestazioni di questo atteggiamento, non ultima anche l’incapacità di trovare delle regole del gioco condivise, che permettano a chi vince le elezioni di governare e a chi perde di stare all’opposizione. Abbiamo fatto molti passi indietro rispetto al periodo in cui si stava quasi arrivando al maggioritario e poi, per veti incrociati e giochi di interesse, siamo arrivati a un proporzionale stranissimo che non dà la possibilità di decidere a chi ha piccolissime rappresentanze.
**De André, comunque, prendeva molto in considerazione il popolo, che quelle “nuvole” sembra subirle, senza dare nessun segno di protesta. Il nostro popolo che sta facendo?**
Mi piacerebbe essere più fiducioso, ma non so se succederà qualcosa, siamo ancora troppo obnubilati e confusi nei ragionamenti politici. In fondo, l’elettorato siamo noi, è il popolo. Quel che è certo è che c’è una certa distanza con la politica in questo momento, la si è scavata anno dopo anno. Forse bisognerà toccare un fondo, che non è ancora questo, per riemergere.
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Neri Marcorè: «Questa politica, quanti passi indietro» | La Borsa cinese ha iniziato malissimo il 2016 |
>>
>> Studiare geografia può essere difficile, perché ci sono **tanti nomi da[memorizzare](<https://www.focusjunior.it/scuola/metodi-per-la-memoria-cosa-fare-per-imparare-a-memoria-in-fretta-bene-e-a-lungo/>)** e soprattutto, se non ti piace, può essere un’impresa noiosa. Però se ti avvicini a questa materia nel modo giusto, siamo sicuri che ti piacerà.
>>
>> E poi **la geografia è importante** : conoscere il mondo, nella sua divisione fisica e politica, ti aiuterà a conoscerlo meglio e sarai preparatissimo ogni volta che dovrai affrontare un [viaggio](<https://www.focusjunior.it/news/alla-scoperta-del-mondo-grandi-viaggiatori-della-storia/>)!
>>
>> **1 - USA LE CARTINE**
>>
>> [In questo articolo](<http://learning.blogs.nytimes.com/2012/12/04/all-over-the-map-10-ways-to-teach-about-geography/?_r=0>), gli esperti del _New York Times_ spiegano perché sono importanti le cartine e suggeriscono alcuni modi per disegnarle. Ecco perché vi suggeriamo di usarle per [imparare](<http://www.focusjunior.it/scuola/matematica/tabelline/addio-tabelline-il-metodo-giapponese-per-imparare-le-moltiplicazioni>) la geografia.
>>
>> Questo strumento è antichissimo: pensate che **fin dal 1400 l’uomo l 'ha usato per disegnare il mondo e orientarsi tra mari e continenti. **
>>
>> Potete usare quelle di carta, ma se ne trovano di ottime anche online ([QUI ](<http://nationalgeographic.org/education/mapping/outline-map/>)quelle molto belle di National Geographic). Potete cominciare con le cartine più semplici, con le informazioni, e poi passare a quelle più complesse e con informazioni più dettagliate. **Osserva** , **leggi** , **segna su un foglio** i nomi delle città o dei Paesi che non riesci a ricordare e prova anche a riprodurre le forme dei continenti, degli oceani e dei vari Stati.
>>
>> _LEGGI ANCHE:[Come si fa una buona ricerca scolastica](<http://www.focusjunior.it/scuola/come-si-fa-una-ricerca-scolastica>)_
>>
>> **Esistono anche le cartine mute, cioè cartine interamente bianche dove sono tracciati solo i confini marcati in nero.** Anche queste puoi acquistarle in libreria o trovarle su internet, digitando sul computer ad esempio “cartina muta dell’Europa”, e poi stamparla.
>>
>> A questo punto dovrai indicare i confini e i nomi dei degli Stati e delle regioni, e anche quelli delle città. **Però non barare!** Solo alla fine dell’esercizio potrai controllare sulla vera cartina se hai scritto correttamente o no. **Compila la cartina muta con una matita, così potrai cancellare se sbagli o riutilizzarla più volte.**
>>
>> Infine, se ormai siete diventati degli appassionati, perché non farvi regalare un bel mappamondo?
>>
>> **2 - FAI COLLEGAMENTI EXTRA-GEOGRAFICI **
>>
>> Un altro trucco è **cercare i collegamenti con la geografia degli argomenti che ti interessano**.
>>
>> Se per esempio ti interessa il calcio, un buon esercizio sarà quello di segnare su un foglio le città che ospitano le squadre più famose, e poi indicarle sulla mappa: Madrid, Barcellona, Monaco, Manchester…
>>
>> Se invece ti piace il [mare](<https://www.focusjunior.it/scienza/natura/le-10-cose-che-forse-non-sai-sul-mare/>), e se sei uno di quei focusini che ogni anno non vede l’ora che arrivi l’estate, **elenca i mari e gli oceani**. Comincia dai mari italiani e poi pian piano ti allontani.
>>
>> **3 - AIUTATI CON LA TECNOLOGIA**
>>
>> Anche la tecnologia può aiutarci a imparare la geografia, tanto che perfino un colosso come Google ha deciso di sviluppare una serie di app per favorire l'apprendimento. Anche National Geographic[ propone nella sezione kids (bambini) del suo sito](<http://kids.nationalgeographic.com/games/quizzes/quiz-whiz-geography/>) una serie di quiz e giochi on line per farlo.
>>
>> Poi ci sono gli **audiolibri** : da un cd o da un file mp3 possiamo **ascoltare una voce narrante che ci racconta un viaggio** , elencando tutti i particolari a partire dai nomi delle città e delle regioni attraversate. Anche in questo caso possiamo segnarli su un foglio e poi cercarli sulla cartina o sul mappamondo.
>>
>> Sono tutti nuovi modi che stanno rivoluzionando il nostro modo di imparare, rendendolo anche più semplice e divertente. **Basta "smanettare" un po'!**
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| I 3 trucchi per studiare geografia come si deve | Il "metodo" Stamina è senza staminali? |
>
> In una riunione tenuta nella serata di giovedì 9 aprile, l’Eurogruppo – il nome con cui è chiamato il Consiglio dell'UE che riunisce i ministri dell’Economia dell’eurozona – [ha trovato un accordo](<https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2020/04/09/report-on-the-comprehensive-economic-policy-response-to-the-covid-19-pandemic/>) sulle misure da adottare per affrontare la crisi economica provocata dalla pandemia da coronavirus: fra i punti principali è stato deciso che il cosiddetto "fondo salva-stati" (detto anche MES) renderà disponibili 240 miliardi di euro da prestare agli stati europei a condizioni più favorevoli di quelle previste attualmente.
>
> L'accordo è stato trovato dopo una riunione durata tutta la notte, due giorni fa, e alcune ore di negoziato che si è concluso stasera. La decisione dell'Eurogruppo – che a meno di sorprese sarà accolta da tutte le altre istituzioni europee – era molto attesa: soprattutto dall'Italia, il paese europeo più colpito dal coronavirus, che probabilmente otterrà la parte più consistente degli aiuti decisi stasera.
>
> L'accordo di stasera prevede tre misure, oltre a quelle già adottate nelle scorse settimane da altre istituzioni europee (su tutte quelle decise dalla Banca Centrale Europea). Le tre misure su cui è stato trovato un accordo sono una [cassa integrazione europea](<https://www.ilpost.it/2020/04/03/cassa-integrazione-europea/>) con disponibilità fino a 100 miliardi di euro, un fondo speciale della BEI (Banca europea degli investimenti) da 200 miliardi di euro, e soprattutto una nuova disponibilità del MES da 240 miliardi.
>
> In base ai paletti decisi stasera, il MES potrà erogare prestiti a condizioni molto più morbide di quelle attuali: il _Financial Times_ [scrive](<https://www.ft.com/content/b984101a-42b8-40db-9a92-6786aec2ba5c>) che non saranno richieste «condizioni macroeconomiche» ai paesi debitori – cioè la promessa di mantenere un bilancio più equilibrato durante il prestito – e dalle informazioni che circolano sembra che i soldi prestati dal MES potranno essere utilizzati per coprire spese sanitarie o danni diretti o indiretti causati dall'emergenza coronavirus. Le misure dovrebbero essere attivate nel giro di alcune settimane.
>
> Da giorni i paesi del Nord Europa erano stati descritti come i più scettici sull'attivare una nuova disponibilità del MES a condizioni più morbide. «Gli olandesi sono scesi a compromessi», ha detto un funzionario coinvolto nelle trattative al _Financial Times_. Anche l'Italia e altri paesi del Sud hanno ammorbidito la propria posizione, accettando per esempio di mettere da parte i cosiddetti "eurobond" (su cui sembra che il testo finale conterrà un'allusione: saranno una delle soluzioni con cui finanziare il cosiddetto Fondo per la ripresa proposto dalla Francia).
>
> Paolo Gentiloni, commissario agli Affari Economici della Commissione Europea ed ex presidente del Consiglio italiano, ha commentato che l'accordo preso oggi prevede «un pacchetto di dimensioni senza precedenti».
>
>> [#Eurogruppo](<https://twitter.com/hashtag/Eurogruppo?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>) ha trovato l’accordo. Un pacchetto di dimensioni senza precedenti per sostenere il sistema sanitario, la cassa integrazione, la liquidità alle imprese e il Fondo per un piano di rinascita. L’Europa è [#solidarietà](<https://twitter.com/hashtag/solidariet%C3%A0?src=hash&ref_src=twsrc%5Etfw>)
>>
>> -- Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) [April 9, 2020](<https://twitter.com/PaoloGentiloni/status/1248342523719954435?ref_src=twsrc%5Etfw>)
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> L'accordo è arrivato dopo che [non ne era stato trovato uno](<https://www.ilpost.it/2020/04/08/euroguppo-mancato-accordo-coronavirus/>) nel precedente incontro, iniziato il 7 aprile e finito, dopo 16 ore, l'8 aprile. La riunione in videoconferenza dell'Eurogruppo era stata richiesta due settimane fa dai capi di stato e di governo dell’Unione Europea, che allora non erano riusciti a trovare un accordo sulle misure economiche più ingenti da prendere contro la crisi legata al coronavirus.
>
> **- [Leggi anche: Questi benedetti Eurobond, spiegati bene](<https://www.ilpost.it/2020/04/09/eurobond-cosa-sono-coronabond/>)**
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| L'Eurogruppo ha trovato un accordo sulle soluzioni europee per il coronavirus | Peyton Manning si ritira |
>>
>> Oggi Repubblica propone un [articolo](<http://www.repubblica.it/economia/2011/11/26/news/pensioni_riforma_secondo_fornero-25616508/?ref=HREA-1>) sul futuro delle pensioni scritto da [Elsa Fornero](<https://www.ilpost.it/2011/11/16/ecco-il-governo-monti/elsa-fornero/>) con la collaborazione di Flavia Coda Mascarola. Il testo era stato preparato prima che Fornero diventasse ministro del Welfare e affronta il difficile tema della riforma del sistema pensionistico, proponendo un sistema contributivo per tutti e l'uscita dal mondo del lavoro a 63 anni. (L'articolo del _Post_ "[Come funzionano le pensioni in Italia](<https://www.ilpost.it/2011/10/24/come-funzionano-le-pensioni-in-italia/>)" può essere utile ai meno pratici per farsi un'idea sulle proposte di Elsa Fornero.)
>>
>>> La recente riapertura del dibattito sulla necessità o meno di un nuovo intervento in materia previdenziale offre al Paese l'occasione - che questa volta, data la situazione di grave crisi in cui versa, sarebbe davvero un peccato farsi sfuggire - per lasciarsi alle spalle la logica degli interventi "spezzatino" e adottare finalmente un approccio più ragionato, coerente e rigoroso alla ridefinizione delle regole del principale istituto del welfare State; un approccio che abbia se non le caratteristiche della "definitività", almeno quelle dell'intervento strutturale.
>>>
>>> E non dell'ennesimo aggiustamento di una transizione troppo lunga. Soprattutto quando si parla di pensioni è infatti necessario abbracciare un'ottica di lungo periodo. Le regole previdenziali influenzano direttamente o indirettamente molte delle decisioni fondamentali che gli individui prendono durante la loro vita, a partire dalla giovane età: quanto a lungo studiare, quale professione intraprendere, quale profilo di consumo e risparmio adottare, a che età ritirarsi dal mercato del lavoro.
>>>
>>> Se le regole cambiano continuamente, diventa difficile fare piani ragionati per il futuro con chiare implicazioni sia sulla qualità della vita dei singoli cittadini, sia sulla crescita del sistema economico nel suo complesso. Inoltre, se si vuole che le regole vengano condivise - e non solo subite - queste devono essere eque: deve essere garantita parità di trattamento agli individui; devono essere aboliti i privilegi. Se si intende effettuare una redistribuzione delle risorse, questa deve essere trasparente e deve avvenire dai più ricchi ai più poveri e non viceversa.
>>>
>>> Questi principi, che sembrano banali, sono stati spesso largamente disattesi, nel periodo preriforma, ma anche successivamente, sia con la riforma Amato (1992), sia con la riforma Dini (1995), in modo particolare con la scelta di tutelare i "diritti acquisiti" dei lavoratori meno giovani, scaricando invece sulle nuove generazioni l'onere dell'aggiustamento. E hanno continuato a essere disattesi nel periodo successivo, a ogni nuovo intervento sulla transizione.
>>>
>>> Il metodo contributivo di calcolo delle pensioni, introdotto nel 1995 in sostituzione del precedente metodo retributivo, costituisce (a nostro avviso) il punto di partenza imprescindibile su cui basare le modifiche dell'attuale assetto. Considerando la transizione, e semplificando, i lavoratori possono essere suddivisi in tre tipologie: i "salvati" del 1995, esonerati dall'applicazione del contributivo grazie all'artificiosa demarcazione introdotta tra coloro che, al 31 dicembre 1995, avrebbero raggiunto almeno diciotto anni di anzianità e gli altri; i "parzialmente protetti" (anzianità inferiore a diciotto anni nel 1996), la cui pensione sarà calcolata secondo il pro-rata, ossia in base alla regola retributiva per l'anzianità maturata al 1995 e a quella contributiva per l'anzianità accumulata dal 1996; gli "indifesi", ossia gli assunti dal 1996, la cui pensione sarà interamente contributiva.
>>
>> [_continua a leggere su Repubblica_](<http://www.repubblica.it/economia/2011/11/26/news/pensioni_riforma_secondo_fornero-25616508/>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Tutti in pensione con il sistema contributivo | Aspettando SKA |
Un breve video in tilt-shift che mostra la città di Sydney come se fosse in miniatura.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Sydney, piccolissima | La difficoltà di accedere legalmente in Italia alimenta il traffico di esseri umani e il lavoro nero |
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> Una nuova lunga inchiesta appena [pubblicata](<https://www.nytimes.com/2018/12/18/technology/facebook-privacy.html>) dal _New York Times_ porta nuove accuse e dubbi sul modo in cui [Facebook](<https://www.ilpost.it/tag/facebook/>) abbia gestito per anni i dati personali dei suoi utenti, condividendo con altre aziende molte più informazioni di quanto avesse finora esplicitamente ammesso. Il social network diede ad alcune delle più grandi società tecnologiche al mondo (e non solo) l’accesso ai dati personali degli utenti creando apposite eccezioni sui suoi sistemi per la privacy. Le informazioni nell’articolo sono state ottenute da alcuni documenti interni di Facebook e attraverso interviste a circa 50 persone, tra ex dipendenti e collaboratori dell’azienda.
>
> L’inchiesta del _New York Times_ è solo l’ultima di una serie di articoli e rivelazioni sul modo in cui Facebook gestisce i dati dei suoi utenti, tema diventato di grande attualità a inizio anno in seguito al caso di [Cambridge Analytica](<https://www.ilpost.it/tag/cambridge-analytica>). Negli Stati Uniti la Federal Trade Commission (FTC), l’agenzia governativa che si occupa anche di privacy, sta indagando sulle attività di Facebook e aveva già imposto anni fa alcune limitazioni al modo in cui la società raccoglie i dati. Le norme statunitensi in termini di tutela della riservatezza sono molto meno articolate e stringenti rispetto all’Unione Europea, e per questo la FTC talvolta interviene in modo mirato per limitare la raccolta di dati e assicurarsi che rispetti il diritto alla privacy degli utenti.
>
> **Accordi diretti**
> Secondo i documenti interni consultati, per anni Facebook strinse accordi mirati con aziende come Amazon, Microsoft, Apple, Spotify e Netflix per condividere grandi quantità di dati, senza avvertire gli utenti in modo adeguato. In alcuni casi l’accesso ai dati rimase attivo oltre la durata degli accordi, a dimostrazione di una certa leggerezza da parte di Facebook nel tenere sotto controllo i flussi di dati verso l’esterno.
>
> Proprio nell’ambito delle sue attività di controllo, nel 2011 la FTC aveva imposto a Facebook di informare adeguatamente gli utenti, prima di condividere i loro dati con altre aziende. I documenti consultati dal _New York Times_ sembrano indicare che il social network non rispettò l’imposizione, o comunque cercò di aggirarla.
>
> Gli accordi diretti per lo scambio di dati interessarono circa 150 aziende, per lo più del settore tecnologico, ma anche società che si occupano di media, prodotti finanziari e automobili. Ai loro siti e applicazioni fu consentito di attingere dai dati di centinaia di milioni di persone registrate a Facebook. I primi accordi furono stipulati nel 2010, con una marcata crescita negli anni seguenti. Molti furono interrotti ufficialmente nel 2017, ma sono stati trovati indizi sul fatto che alcune aziende abbiano proseguito ad attingere ai dati ancora fino allo scorsa estate.
>
> **Aziende, dati e messaggi**
> Amazon, per esempio, ebbe accesso ai nomi e alle informazioni di contatto degli utenti, in un accordo che ora sembra sia stato interrotto. Non è chiaro come Amazon utilizzasse quei dati, ma si ipotizza che potessero essere impiegati per ridurre il fenomeno delle recensioni fasulle sul suo sito, attraverso un controllo incrociato degli utenti.
>
> Bing, il motore di ricerca di Microsoft, aveva accesso ai nomi e ad altre informazioni nei profili dei propri amici sul social network. Facebook sostiene che fossero fornite soltanto informazioni pubblicamente visibili a tutti nei profili, Microsoft dal canto suo ha detto di avere cancellato ogni dato.
>
> Apple aveva la possibilità di accedere ai dettagli degli utenti sui loro contatti e calendari di Facebook, anche se avevano esplicitamente disattivato le opzioni per la condivisione dei dati. Apple ha detto al _New York Times_ di non avere saputo di avere un accesso privilegiato e ha precisato che ogni dato, personale e sugli impegni, sarebbe comunque rimasto visibile solamente sul dispositivo Apple di ogni singolo utente.
>
> Infine, aziende come Spotify e Netflix ebbero accesso non solo ai dati dei profili, ma anche al sistema di messaggi di Facebook, potendo potenzialmente leggere le conversazioni private degli iscritti.
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> **Sistemi operativi e Facebook**
> Le pratiche segnalate dal _New York Times_ rientrano in varie tipologie di servizi e accordi, attivati nel corso del tempo da Facebook. Per quanto riguarda Apple e altri produttori di smartphone, si trattava di accordi per integrare meglio Facebook all’interno dei loro sistemi operativi (per esempio, per rendere più semplice la condivisione di contenuti direttamente dal proprio telefono). Per poter funzionare, il sistema richiede un alto scambio di dati tra dispositivi e Facebook. Su iOS e Android l’impostazione di Facebook è opzionale e il suo meccanismo è piuttosto chiaro, quindi si può presumere che molti utenti fossero a conoscenza del fatto che ci sarebbe stato uno scambio di proprie informazioni per potere accedere al servizio.
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> **" Personalizzazione istantanea"**
> In termini di consapevolezza da parte degli utenti, le cose sono invece più complicate per quanto riguarda gli accordi come quello stretto per Bing. Facevano parte di un servizio chiamato “personalizzazione istantanea”, che il social network aveva avviato nel 2010 attivandolo automaticamente per tutti i suoi utenti (che solo a quel punto avrebbero potuto decidere di disattivarlo dalle impostazioni, ammesso si fossero accorti della sua attivazione). Le società partner potevano personalizzare i loro servizi per ogni utente, basandosi sulle preferenze espresse che Facebook condivideva in massa con loro.
>
> Quando fu compresa l’estensione della “personalizzazione istantanea” era ormai troppo tardi: i dati di centinaia di milioni di persone erano stati condivisi e solo nel 2014, dopo numerose critiche, Facebook decise di chiudere il servizio. I documenti consultati dal _New York Times_ indicano però che Bing continuò ad avere accesso ai dati fino al 2017 compreso, mentre altre aziende continuarono a ricevere dati almeno fino all’estate di quest’anno.
>
> I dati condivisi erano tutti quelli impostati come “pubblici” dagli utenti, ma il fatto che fossero comunque accessibili anche dopo la chiusura del servizio dimostra una certa sottovalutazione dei rischi da parte di Facebook. La vicenda ricorda inoltre molto quella di Cambridge Analytica, dove i dati raccolti sul social network furono condivisi in modo scorretto tra diverse aziende e senza chiari avvisi per gli utenti.
>
> **Nei messaggi**
> La parte su Spotify, Netflix e l’accesso al sistema dei messaggi è meno chiara, ma è quella che sta facendo discutere di più. Facebook strinse accordi con queste e altre aziende per dare loro la possibilità di accedere al sistema di messaggi del social network, leggerne i contenuti e inviarne. Potevano farlo aggiungendo del codice (API) ai loro servizi, fornito nel 2010 da Facebook in una fase in cui stava dedicando molte attenzioni al suo sistema di chat, che si sarebbe poi evoluto nel Messenger che conosciamo oggi. Il sistema consentiva per esempio a Spotify di collegarsi a una chat e consigliare canzoni, sulla base delle richieste degli utenti. La presenza di Spotify era piuttosto trasparente, ma lo era meno il fatto che la chat fosse sostanzialmente aperta e leggibile da terzi. Un impiegato di Spotify avrebbe potuto leggere la conversazione tra gli utenti, ipotizza il _New York Times_ , senza però fornire qualche esempio più pratico.
>
> **La risposta di Facebook**
> Facebook ha risposto all’articolo del _New York Times_ con un [comunicato](<https://newsroom.fb.com/news/2018/12/facebooks-partners/>) nel quale sostiene che i suoi partner non abbiano mai avuto la possibilità di sottovalutare la privacy degli utenti, aggiungendo che non fossero in grado di utilizzare i dati per scopi diversi da quelli dichiarati. La società ha inoltre confermato di avere avviato una revisione di buona parte delle partnership e ha riconosciuto di dover fare di più per “riguadagnarsi la fiducia delle persone”.
>
> La nuova inchiesta mostra quanto sia stato stretto in questi anni il rapporto tra Facebook e molte grandi aziende di Internet, che negli ultimi tempi hanno cercato di distanziarsi dal social network sostenendo di avere più a cuore la privacy dei loro utenti. Il sistema degli accordi diretti portava del resto benefici sia a Facebook, che poteva raccogliere più dati dall’esterno, sia alle aziende partner che potevano personalizzare meglio i loro servizi e soprattutto analizzare e anticipare i gusti dei loro utenti e dei potenziali nuovi clienti.
>
> Dal caso di Cambridge Analytica in poi, Facebook ha continuato a ripetere che tra i suoi principi di base c’è quello di “non vendere” i dati degli utenti. Il lavoro del _New York Times_ , e le inchieste uscite su altri giornali negli ultimi mesi, mostrano che il problema esiste ugualmente anche senza una vendita diretta dei dati, considerato il modo in cui Facebook li ha condivisi per anni con i propri partner senza adeguate contromisure per tutelare la privacy dei suoi iscritti.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Un altro giorno, un altro guaio per Facebook | Serie A, i risultati della 33ª giornata |
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>>> Il governo locale dello Hebei, la provincia che si trova a nord del Fiume Giallo (Huang Hé) e che si sviluppa intorno alla capitale e alla municipalità di Tianjin, sta pianificando di costruire in meno di dieci anni una nuova Pechino. Quella che viene spesso considerata un’estensione di queste due importanti municipalità autonome può diventare _the next big thing_ della nuova Cina. Gli amministratori locali sembrano crederci davvero, come riportano sia il China Weekly che il China Economic Weekly.
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>>> Questa volta quindi non si parla, [come avevamo già scritto](<https://www.ilpost.it/2010/07/13/via-da-pechino/>), di spostare la capitale da Pechino, bensì di creare tredici contee che formino una sorta di “area economica speciale” che punti sull’industria hi-tech. Secondo il progetto, la nuova megalopoli sarebbe collegata a Pechino con una nuova rete di strade, sopraelevate e linee di metropolitana e, dal punto di vista energetico, sarebbe completamente autonoma.
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>>> L’obiettivo principale del governo locale è quadruplicare entro il 2015 il suo prodotto interno lordo. Il programma intende anche alleviare i mali di cui da tempo Pechino soffre. La capitale cinese, che ha raggiunto i 20 milioni di abitanti nel luglio dello scorso anno, sembra un gigante paralizzato. Il “Rapporto sul trasferimento della capitale della Cina”, scritto dal funzionario di stato Qin Fazhang e dal professore di economia del Politecnico di Pechino Hu Xingdou, ne evidenziava i problemi principali: «Il governo vi ha investito troppo denaro — scrivono — Il costo della vita ormai è improponibile. La metropoli vive in un perenne stato di bisogno per l’acqua, risorsa scarsissima». E poi, insistono, «il deserto incombe, le strade si fanno sempre più polverose». Per non parlare della «fragilità ecologica di una città inquinata, sovrappopolata e assediata dal traffico».
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>>> Pechino soffre in maniera cronica di problemi legati all’inquinamento dovuti sia alla presenza di molte centrali che si nutrono di carbone e del traffico automobilistico record, che caratterizza ogni giorno le sue strade. Il vicesindaco di Pechino, Huang Wei, responsabile della supervisione del traffico, è stato costretto a rassegnare le proprie dimissioni a dicembre, [perché come riporta il Guardian](<http://www.guardian.co.uk/environment/2010/dec/23/beijing-traffic- controls-fail>), le sue misure contro nuove immatricolazioni hanno scatenato una corsa dei pechinesi ai concessionari e hanno fatto vendere in una sola settimana più di 30 mila automobili, una cifra superiore due volte alla media.
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>>> Entro febbraio, infine, Pechino dovrebbe raggiungere quota cinque milioni di vetture. Secondo il China Weekly, il progetto della autorità locali dello Hebei potrebbe andare a buon fine soltanto se il governo centrale l’approverà. Già prima del nuovo anno cinese, che arriverà il 4 febbraio, si attendono risposte. Lo Hebei nel 2009 intanto ha registrato una crescita del suo Pil del 10,1 per cento, il sesto tra le province della Repubblica Popolare, e sta già ampliando le tre nuove città – Jingbei, Jingnan e Jingdong – che si trovano vicino a Pechino. Per le autorità della provincia dello Hebei è solo questione di tempo: nascerà presto una nuova Pechino.
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>>> foto: FREDERIC J. BROWN/AFP/Getty Images
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Una nuova Pechino | I turchi entrano ad Afrin. Le milizie curde: «L'occupazione è un pericolo per tutta la Siria del nord» |
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> Il programma televisivo "Le Iene" [ha spiegato](<https://www.iene.mediaset.it/2019/news/dino-giarrusso-campagna-elettorale_405735.shtml>) sul suo sito di non avere niente a che vedere con la campagna elettorale del suo ex conduttore Dino Giarrusso, candidato con il M5S alle [elezioni europee del 26 maggio](<https://www.ilpost.it/2019/04/18/candidati-liste-elezioni-europee-2019/>). Giarrusso sta facendo campagna elettorale vestendosi spesso da "Iena" e ha anche scritto su volantini e manifesti "Dino Giarrusso, detto Iena".
>
>> «Dino Giarrusso si fa campagna con vestito e soprannome "Iena". Noi de Le Iene non c'entriamo nulla. Con i migliori auguri, Dino rimetti la divisa nell'armadio! Dino Giarrusso da più stagioni non fa più parte de Le Iene perché ha scelto di fare politica, nel Movimento 5 Stelle. Purtroppo però non ha smesso di vestirsi da Iena, come si vede nei suoi manifesti cartacei e online per le elezioni europee in cui si è candidato. Non solo, sotto al nome, compare pure la scritta “detto Iena” […].
> L’affetto resta, per carità, ma noi de Le Iene non c’entriamo nulla e ci teniamo a farlo sapere subito. A Giarrusso i migliori auguri per il futuro, sperando però che la smetta con il vizio di vestirsi come noi, rimettendo la divisa nell’armadio, e di usare il passato a Le Iene per la sua campagna elettorale».
>
> Giarrusso si è difeso su Facebook spiegando che in molti nelle regioni in cui è candidato lo chiamano "iena", come fosse un soprannome, non ricordando correttamente il suo cognome e rischiando di scriverlo sbagliato nelle preferenze, finendo per far annullare la scheda.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Le Iene non vogliono che Dino Giarrusso si spacci per Iena | Proteine in microgravità |
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> Mercoledì 26 febbraio la Camera dei Rappresentanti dello Utah, uno stato americano a prevalenza religiosa mormone, ha [approvato](<https://www.nytimes.com/reuters/2020/02/26/us/26reuters-utah-polygamy.html>) una proposta che di fatto depenalizza la poligamia, considerandola non più un crimine ma un'infrazione punibile con una multa. I voti favorevoli sono stati 70, i contrari 3. Il disegno di legge tornerà ora al Senato, da dove era partito, per il voto finale. Per entrare in vigore, la legge dovrà essere poi firmata dal governatore dello Utah, Gary Herbert, che non si è ancora espresso. Entrambe le camere sono controllate dai Repubblicani e il governatore stesso è Repubblicano.
>
> La poligamia è definita come “unione matrimoniale di un individuo con due o più individui dell’altro sesso”. La parola si riferisce a unioni matrimoniali di un uomo con più donne ma anche di una donna con più uomini anche se in realtà, per ragioni storiche e sociali, quando comunemente si parla di poligamia ci si riferisce solamente al matrimonio di un uomo con più donne, la poliginia (poliandria è invece la forma opposta). La poliginia nella storia è stata per lungo tempo accettata. Nella Bibbia, per esempio, è presente insieme ad altre forme di matrimonio. Oggi è ancora largamente praticata in certe comunità musulmane, soprattutto nell’Africa occidentale, e negli Stati Uniti – caso piuttosto eccezionale di persistenza della poliginia nei paesi dell’Occidente – precisamente nello Utah, circa 10mila persone appartenenti alle comunità di mormoni fondamentalisti vivono in stato di poliginia.
>
> La chiesa mormone, una religione autoctona nordamericana, fu fondata da Joseph Smith all’inizio del diciannovesimo secolo. Fu Smith, che la presentò proprio come una delle rivelazioni che aveva ricevuto, a introdurre la poliginia negli Stati Uniti (lui aveva almeno 40 mogli, alcune delle quali già sposate e una delle quali aveva solo 14 anni). Inizialmente la pratica era [considerata](<https://www.churchofjesuschrist.org/study/scriptures/dc-testament/dc/132?lang=eng>) un valore dai mormoni (se ne parla esplicitamente nella [sezione 132](<https://www.churchofjesuschrist.org/study/scriptures/dc-testament/dc/132?lang=ita>) della Dottrina e Alleanze, le rivelazioni divine su cui si basa la chiesa stessa), ma venne abbandonata ufficialmente nel 1890 in seguito alla crescente pressione governativa contribuendo alla formazione di gruppi scissionisti che sono i soli, oggi, a praticare la poliginia, in modo nascosto ed illegale.
>
> La Chiesa Fondamentalista di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni (FLDS) fece ad esempio parte della chiesa mormone più o meno fino al 1935, e la divisione avvenne perché la comunità non volle rinunciare alla poliginia. Oggi all'interno di queste comunità, e dato che la legge dello Utah proibisce la concessione di più licenze matrimoniali, solo il primo matrimonio è legalmente riconosciuto, mentre gli altri sono solo "matrimoni spirituali", come li definiscono loro: matrimoni nella sostanza, ma non riconosciuti dalla legge. All'interno della FLDS ci sono stati diversi [episodi](<https://en.wikipedia.org/wiki/Warren_Jeffs>) di abusi, violenze, stupri, gravidanze tra minorenni raccontati e denunciati da alcune donne che sono riuscite a liberarsi. Il capo della comunità, Earren Jeffs, è attualmente in carcere perché accusato, tra le altre cose, di aver stuprato due bambine di 12 e 15 anni, considerate sue mogli spirituali.
>
> Attualmente nello Utah la poligamia è classificata come un reato di terzo grado, punibile con un massimo di cinque anni di carcere. Se il disegno di legge diventasse legge, le pene si limiterebbero a multe fino a 750 dollari e ai lavori sociali. Tuttavia resterebbero dei casi in cui la poligamia continuerebbe a essere un reato: se, per esempio, le licenze per sposare più di una persona venissero ottenute a insaputa delle persone coinvolte, o se si verificassero dei tentativi di sposare persone minorenni senza il loro consenso. La poligamia sarebbe considerata un crimine anche in relazione ad altri reati come abuso di minori, frode, omicidio o tratta di esseri umani.
>
> La senatrice statale Deidre Henderson, Repubblicana e prima firmataria della legge, ha dichiarato che il suo intento non è legalizzare la poligamia, ma depenalizzarla in modo che le vittime di abusi all'interno delle comunità poligame possano farsi avanti per chiedere aiuto senza timore di essere perseguite a loro volta: «Quello che intendo fare (…) è affrontare la crisi dei diritti umani che la nostra legge ha creato. Dobbiamo costruire un ponte dove per quasi un secolo c'è stato un muro». Le norme esistenti insomma avrebbero lasciato nella clandestinità molte situazioni di abusi e violenze: fare invece una distinzione tra situazioni consenzienti e situazioni che non lo sono aiuterebbe a far emergere le seconde. Chi si oppone alla depenalizzazione [sostiene](<https://cnsnews.com/blog/michael-w-chapman/bill-decriminalize-polygamy-passes-utah-senate-and-utah-house-committee>) invece che la legge attuale non dovrebbe essere modificata perché la poliginia è intrinsecamente pericolosa e dannosa soprattutto per le donne, praticata in modo assolutamente non paritario per giustificare crimini, comportamenti deviati e controllo sulle donne. Dunque, dicono, dovrebbe restare un reato, in modo da non facilitare le situazioni di abuso.
>
> La proposta di legge in discussione si basa sulla [sentenza](<https://www.ilpost.it/2014/01/14/poligamia/>) di un giudice federale dello Utah del 2014, che abrogò parzialmente alcune norme che proibivano la poligamia nello stato. La sentenza si basava a sua volta su un’estensione delle conclusioni che la Corte Suprema raggiunse nel 2003 quando, al termine della causa “Lawrence contro lo Stato del Texas”, abolì le norme che proibivano il sesso omosessuale in quanto queste violavano il principio costituzionale del diritto a non ricevere interferenze nella condotta di vita privata.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Lo Utah vuole depenalizzare la poligamia | Un'altra notte alla Camera |
>>
>> MTV compie trent'anni il 1° agosto 2011: alla mezzanotte del primo agosto del 1981 si aprirono negli Stati Uniti le trasmissioni della rete musicale, esattamente come mostra questo video.
>>
>> Quel giorno la rete programmò una serie di video recenti o quasi recenti, con una scelta che vista oggi e da qui appare molto legata al rock americano di maggior successo, con limitate incursioni europee che abbiamo però privilegiato in questa scelta di quindici video da quel primo giorno, che racconta più di molte ennesime riflessioni sulla rivoluzione dei videoclip, la nuova epoca, eccetera. La lista completa dei titoli trasmessi il 1° agosto 1981 è [qui](<http://en.wikipedia.org/wiki/First_music_videos_aired_on_MTV>).
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| I video in onda il primo giorno di MTV | Luigi Tenco: la strada interrotta del mondo di domani |
**Risultati**
Bologna - Fiorentina 1-1 (giocata sabato 6 febbraio)
Genoa - Lazio 0-0 (giocata sabato 6 febbraio)
Verona Inter 3-3 (giocata alle 12.30)
Napoli - Carpi 1-0
Torino-Chievo 1-2
Sassuolo-Palermo 2-2
Frosinone-Juventus 0-2
Milan-Udinese 1-1
Atalanta-Empoli 0-0
Roma-Sampdoria 2-1
**Classifica
**Napoli 56
Juventus 54
Fiorentina 46
Inter 45
Roma 44
Milan 40
Sassuolo 34
Empoli 34
Lazio 33
Chievo 30
Bologna 30
Torino 28
Atalanta 28
Udinese 27
Palermo 26
Genoa 25
Sampdoria 24
Carpi 19
Frosinone 19
Verona 15
*= una partita in meno
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*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Risultati e classifica della 24esima giornata di Serie A | Eleonora Giorgi: "Per il mio tumore Ciavarro è corso a Roma per starmi vicino. Dopo anni di silenzio il mio ex marito mi ha dimostrato amore profondo" |
[Rappresentazione artistica di un "seme" di buco nero. Credit: NASA, ESA, CXC](<https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2016/05/dcbh1.jpg>)
>>>>
>>>> Rappresentazione artistica di un "seme" di buco nero. Credit: NASA, ESA, CXC
>>>>
>>>> Esiste una vecchia generazione di buchi neri, quella appartenente ai più antichi oggetti celesti del cielo, che ha preso vita subito **dopo il Big Bang**. Come? A questa domanda gli scienziati non erano ancora riusciti a dare risposta; fino a oggi. Ora un gruppo di **astronomi italiani** ha fornito la prima prova di quelli che potrebbero essere definiti i “ **semi** ” dei buchi neri più vecchi dell’Universo.
>>>>
>>>> Ricercatori della **[Scuola Normale di Pisa](<http://en.sns.it/>)** , dell’ **[Istituto Nazionale di Astrofisica](<http://www.inaf.it/it>) **( **INAF** )e dello **[Science Data Center](<http://www.asdc.asi.it/>) **dell’ **Agenzia Spaziale Italiana** ( **ASDC-ASI** ), hanno infatti individuato **due buchi neri supermassicci** che hanno tutte le caratteristiche per essere gli antenati di qualunque altro _black hole_ formato successivamente nello spazio. Sarebbero, insomma, i primi mostri cosmici nati nell’Universo bambino che secondo gli astronomi si distinguono in primo luogo per il **colore**.
>>>>
>>>> Il team italiano ha elaborato un nuovo **modello informatico** a partire dai dati dell’Osservatorio della NASA [**Chandra**](<http://www.nasa.gov/mission_pages/chandra/main/index.html>), del Telescopio spaziale NASA/ESA __[**Hubble**](<http://www.nasa.gov/mission_pages/hubble/main/index.html>) e del **[NASA Spitzer Space Telescope](<http://www.spitzer.caltech.edu/>)** per scovare e analizzare i due buchi neri, che esistevano **meno di un miliardo di anni** dopo il Big Bang. Pochissimo, in termini astronomici; e stando alle teorie comunemente accettate della formazione dei buchi neri, tecnicamente non avrebbero avuto il tempo di nascere. Invece stavano lì, nell’Universo primordiale, con una massa di circa **100.000 volte** le dimensioni del nostro Sole.
>>>>
>>>> Ecco il secondo fatto sorprendente: non solo questi buchi neri si sono formati in tempi brevissimi, ma sono per così dire **nati già grandi**. Questo esclude che abbiano avuto origine dal **collasso di una stella** , come si pensava in precedenza. Infatti qualunque stella, per quanto massiccia, non avrebbe materiale sufficiente per dar vita a buchi neri così mastodontici come quelli osservati dal gruppo di ricercatori.
>>>>
>>>> Ma allora da dove sbucano questi antenati dei buchi neri? La risposta arriva proprio dal nuovo modello elaborato a partire dai dati di Chandra, Hubble e Spitzer.
>>>>
>>>> «Se confermata, la nostra scoperta spiegherebbe come sono nati questi buchi neri mostro» afferma **Fabio Pacucci** della Normale di Pisa e prima firma dello [studio](<http://arxiv.org/abs/1603.08522>) che apparirà su _Monthly Notices of the Royal Astronomical Society_. La risposta è relativamente semplice, ma potrebbe rivoluzionare la nostra conoscenza dell’evoluzione dei buchi neri: i due antenati supermassicci si sarebbero formati per “ **collasso diretto** ” del gas primordiale.
>>>>
>>>> Una immensa **nube di materia intergalattica** , quella sprigionata dall’esplosione del Big Bang, comincia a cadere su se stessa senza mai fermarsi, generando un buco nero delle dimensioni di centinaia di migliaia di masse solari. Ecco lo scenario ipotizzato da Pacucci e colleghi, che spiegherebbe dunque perché questi antichi buchi neri sono nati già così grossi. Questa soluzione, che mette in accordo i dati sperimentali e il nuovo modello teorico sviluppato dagli scienziati, fornirebbe così una soluzione elegante al problema del **tempo di crescita** dei baby buchi neri mostruosi: nascendo così massicci, un miliardo di anni sarebbe più che sufficiente per raggiungere le dimensioni oggi osservate.
>>>>
>>>> E spingendo un po’ oltre l’immaginazione, possiamo dire di aver corso un grande rischio: se questo processo che ha dato origine ai primi buchi neri fosse continuato appena un po’ più a lungo, forse non vi sarebbero state stelle né pianeti. L’Universo sarebbe diventato un enorme buco nero, che avrebbe inglobato tutta la materia primordiale prodotta per poi collassare su se stesso. Senza mai dare origine alla vita.
>>>>
>>>> «Certamente in questo campo siamo solo agli inizi. Nei prossimi anni avremo a disposizione strumentazione che ci permetterà di cercare questi buchi neri a collasso diretto ( _Direct Collapse Black Hole_ , DCBH) in maniera più efficiente», dice **Fabrizio Fiore** dell'INAF di Roma, fra i coautori dello studio. «Sicuramente un _breakthrough_ lo avremo con le osservazioni di JWST prima della fine di questo decennio. JWST permetterà di cercare “candidati" DCBH nel vicino infrarosso con una sensibilità tra dieci e cento volte migliore di quello che si può fare attualmente. Più avanti, con il lancio di Athena nel 2028 avremo la possibilità di osservare la radiazione X emessa da questi rari ed elusivi oggetti, e quindi di “confermare" la loro natura di buchi neri in accrescimento, grazie alla possibilità di effettuare s _u_ rvey profonde del cielo X con una efficienza di nuovo 10-100 volte migliore di quella disponibile oggi con Chandra e XMM».
>>>>
>>>> **Per saperne di più:**
>>>>
>>>> * Leggi l'articolo in uscita su _MNRAS_ "[First Identification of Direct Collapse Black Hole Candidates in theEarly Universe in CANDELS/GOODS-S](<http://arxiv.org/pdf/1603.08522v2.pdf>)", di Fabio Pacucci, Andrea Ferrara, Andrea Grazian, Fabrizio Fiore, Emanuele Giallongo e Simonetta Puccetti
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
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*[HTML]: HyperText Markup Language
*[P:]: Phone
| Gli antenati di tutti i buchi neri | Quando parliamo dei problemi legati alle droghe parliamo delle cose sbagliate |
**Un buon esercito contro il terrorismo islamico (e il paurismo occidentale)** di questi giorni potrebbe essere una schiera di curiosi. Non che facciano male anche in tempi di pace, anzi, ma almeno ora porrebbero ai "grandi" della terra le domande semplici che disimpariamo a fare appena non siamo più bambini.
**Ad esempio: dov 'è l'ISIS quando non fa la guerra?**
**Dei 216 accordi di pace internazionali firmati tra il 1975 e il 2011, 196 sono stati firmati tra attori statali e attori non statali.** I gruppi armati non statali sono tutte quelle organizzazioni armate come milizie, insorgenti (o semplificando, terroristi) che stanno in giro per il mondo e che fanno molto di più che sparare. Hanno, gli attori non statali, diverse funzioni che passano da una complessa architettura di comunicazione (attraverso riviste, social, canali tv etc.) e investimenti in business diversificati (ben diversi dai "saccheggi" che ci figurano) dalle costruzioni, alla vendita del petrolio e molto altro. Prendiamo l'Hezbollah libanese: oltre all'apparato militare l'Hezbollah è un partito politico, crea strutture, investe nella coesione sociale, a messo in piedi una rete di microprestiti, costruisce e gestiscono la rete fognaria e costruisce forti legami con la popolazione. **In parole più semplici, gli attori non statali colmano un vuoto che ha lasciato la politica e fanno politica.**
Quindi cosa sono questi gruppi: semplici terroristi o qualcosa di diverso e nuovo?
Domandarselo e capirlo sarebbe un ottimo modo per capire come fronteggiarli non solo nella loro fase violenta ma più in profondità per sapere come trattarli nelle transizioni non violente. **Perché è il vuoto di governance che li crea. Mica la guerra.**
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Dove va l'ISIS quando non fa la guerra? | Le migliori accademie del calcio europeo |
10 settembre 2021 16:24
Nel mondo la pandemia di sars-cov-2 ha causato finora 223.296.909 di contagi e 4.608.047 morti, secondo i conteggi della
Johns Hopkins university
. Il
41,5
per cento della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose di vaccino, per 5,64 miliardi di dosi somministrate globalmente, ma solo l’1,9 per cento degli abitanti dei paesi poveri ha ricevuto almeno una dose, secondo i calcoli di
Our world in data
.
Negli
Stati Uniti
, il presidente Joe Biden, a fronte dell’aumento dei nuovi contagi e cercando di riguadagnare fiducia per la sua gestione della pandemia, ha annunciato il 9 settembre
nuovi ordini esecutivi
che obbligheranno o dovranno spingere alla vaccinazione quasi due terzi della forza lavoro statunitense (circa cento milioni di persone) sia nel settore pubblico – le persone impiegate negli uffici federali e nelle aziende che collaborano con lo stato hanno un mese e mezzo di tempo per adeguarsi pena una multa da 14mila dollari – sia in quello privato, in cui le aziende con più di cento dipendenti sono state sollecitate a fare di più, anche attraverso l’obbligo, perché tutto il personale si vaccini.
Il distretto scolastico di
Los Angeles
, il secondo più grande del paese con 600mila studenti, ha approvato il 9 settembre
l’obbligo vaccinale dai dodici anni
in su per chi riprenderà le lezioni in presenza, entro il 19 dicembre, o entro il 31 ottobre per chi svolge attività sportive ed extracurricolari.
In concomitanza con il rientro scolastico di milioni di studenti sotto i diciotto anni, un rapporto del 7 settembre dell’
American Academy of Pediatrics
rileva che più di 250mila di loro sono risultati positivi nell’ultima settimana di agosto, presentando il tasso settimanale più alto di nuovi casi pediatrici dall’inizio della pandemia, e con un aumento del 10 per cento in due settimane. Con poco più di un milione di nuovi contagi segnalati negli Stati Uniti nello stesso periodo, significa che uno su quattro nuovi casi nel paese è tra i minorenni.
Il dipartimento dell’istruzione attiverà un
programma di sovvenzioni per sostenere le scuole e il personale
che, seguendo le norme sanitarie federali e sfidando i divieti in tal senso dei governatori, hanno imposto l’uso della mascherina e altre misure anticontagio a studenti e insegnanti e che per questo hanno subìto il taglio dei fondi locali o la minaccia di restare senza stipendio.
Negli Stati Uniti più di 208 milioni di persone hanno ricevuto una dose di vaccino, ma i nuovi contagi secondo i dati del
New York Times
sono in media 150mila al giorno e i decessi sono in media mille.
L’
Organizzazione mondiale della sanità
ha ribadito l’8 settembre l’invito ai paesi di
evitare di somministrare alla popolazione sana terze dosi
o supplementari di vaccini anticovid fino alla fine dell’anno, ricordando che milioni di persone in tutto il mondo devono ancora ricevere una singola dose.
L’
Agenzia italiana del farmaco
(Aifa), ha dato il via libera alla somministrazione dei richiami al covid-19, che cominceranno alla fine di settembre, quando 500mila persone immunodepresse riceveranno una terza dose del vaccino della Pfizer o della Moderna. Il programma sarà quindi ampliato per includere 4,2 milioni di anziani, residenti in case di cura e operatori sanitari. Oltre il 70 per cento della popolazione italiana di età superiore ai 12 anni ha ricevuto finora due dosi di vaccino.
Il consiglio dei ministri ha approvato il
decreto
che estende l’obbligo del green pass ai
lavoratori
esterni di scuole, università e residenze sanitarie assistite (Rsa). La misura riguarda anche i
genitori che entrano a scuola
per accompagnare i figli.
Il paese ha registrato 5.522 nuovi contagi e 59 decessi, portando il bilancio delle vittime a 129.766.
La
Spagna
ha autorizzato una
somministrazione ulteriore
di vaccino contro il covid-19 per le persone con un sistema immunitario indebolito.
L’autorità di regolamentazione dei medicinali (Mhra) del
Regno Unito
ha concesso
l’approvazione di emergenza
per i vaccini della Pfizer e dell’AstraZeneca da usare come terza dose per contrastare l’immunità potenzialmente in calo, facendo così pressione sul comitato governativo per le vaccinazioni (Jcvi) per approvare un nuovo programma di somministrazione.
Nel mondo
gli altri paesi
che finora hanno autorizzato l’uso di una terza dose di vaccino per la popolazione più fragile, o senza limitazioni passati nove mesi dalla seconda dose, sono Israele, gli Stati Uniti, la Francia, l’Austria, il Belgio, la Germania, l’Ungheria, l’Irlanda, la Lituania, la Slovenia, il Lussemburgo, Malta, la Serbia.
In
Danimarca
dal 10 settembre non sarà più necessario mostrare il green pass per entrare nei locali notturni. Il governo ha così
tolto l’ultima delle restrizioni anticontagio
imposte nel passato anno e mezzo, dichiarando di non considerare più il covid-19 come una “malattia socialmente critica”. Più dell’80 per cento della popolazione danese sopra i 12 anni è completamente vaccinata. Restano raccomandati il distanziamento fisico, l’uso delle mascherine negli aeroporti, negli ambulatori medici e rimangono in vigore le restrizioni all’ingresso dall’estero.
Lo Sri Lanka
estenderà al 21 settembre il
lockdown
imposto il 20 agosto, ma insufficiente finora a frenare il forte aumento dei contagi che sta portando a una situazione critica gli ospedali. Fino a quella data continueranno solo le attività delle fabbriche legate all’esportazione e lavori agricoli, oltre a quelle nei servizi essenziali come salute, distribuzione degli alimenti, comunicazione ed energia. Lo Sri Lanka ha confermato 474.870 casi e 10.689 morti a causa della pandemia.
Il ritorno in classe è cominciato il 30 agosto anche per 25 milioni di studenti in
Messico
“nonostante l’opposizione del sindacato degli insegnanti e di molte famiglie”, scrive
Camilla Desideri nella newsletter Sudamericana
, presentando la situazione di diversi paesi dell’area e ricordando che “la regione sudamericana è una di quelle dove la scuola è rimasta chiusa più a lungo a causa della pandemia”.
La
Francia
ha concesso la
cittadinanza a più di 12mila lavoratori stranieri
per il servizio essenziale svolto durante la pandemia, nell’ambito di uno schema speciale che ha accelerato il processo di richiesta, che normalmente richiede fino a due anni, e ridotto il requisito della residenza da cinque anni a due. Le domande presentate nel 2020 sono state 16mila.
Nonostante l’improvvisa perdita di 20 milioni di posti di lavoro all’inizio della pandemia, negli
Stati Uniti
l’
insicurezza alimentare
tra la popolazione è rimasta invariata nel 2020, ha riferito il governo l’8 novembre. Tuttavia, rispetto al 2019 è cresciuta la differenza del problema tra la popolazione bianca e quella non bianca, più colpita dalla perdita del lavoro e dalla chiusura delle scuole.
Nel
Regno Unito
è allo studio la possibilità di introdurre l’obbligo del vaccino anticovid e antinfluenzale per il personale sanitario. La considerazione della ministra per l’assistenza sociale, Helen Whately, secondo cui sarebbe opportuno cambiare mansione a chi rifiuta il vaccino pur lavorando a contatto con pazienti e persone fragili, “ha sollevato il timore di un’ondata di dimissioni in un settore essenziale”, scrive il
Guardian
.
La
confederazione sindacale britannica
Tuc ha chiesto un’azione urgente al governo presentando una
sua ricerca
secondo la quale
la classe lavoratrice a basso reddito
(chi guadagna meno di 15mila sterline all’anno) sta sopportando una “doppia pandemia”, con poca o nessuna possibilità di lavorare da casa, nessuna o bassa indennità di malattia e standard di vita ridotti, mentre la forza lavoro con redditi annui di più di 50mila sterline ha goduto di maggiore flessibilità, stabilità finanziaria e maggiore potere di spesa. Il programma governativo di sussidi a lavoratori e industrie per affrontare l’emergenza del covid terminerà alla fine di settembre,
riaprendo la stagione dei licenziamenti
. Sindacati e imprese chiedono di prorogare la misura.
Nel gennaio 2020, il patologo veterinario Thijs Kuiken aveva individuato prove preoccupanti della trasmissibilità del covid-19 tra gli esseri umani in un articolo che stava rivedendo per The Lancet. Anche se Kuiken riteneva che quelle informazioni dovevano essere condivise urgentemente con il mondo, non poteva farlo perché ai
revisori delle riviste
è vietato rendere pubblici manoscritti inediti. Con il supporto di The Lancet, Kuiken è riuscito a passare il suo riassunto dei risultati direttamente all’Organizzazione mondiale della sanità. “Non ci sono linee guida o accordi chiari su come i revisori dei manoscritti scientifici devono trattare informazioni così cruciali durante le emergenze sanitarie pubbliche”, afferma Kuiken. “L’ho fatto aggirando le regole, che invece dovrebbero permetterlo”, dice il ricercatore in un articolo di
Science
.
Il covid-19 ha avuto un “impatto devastante” sulla
lotta contro l’aids, la malaria e la tubercolosi
avverte il
Fondo mondiale
di lotta a queste tre malattie, particolarmente
preoccupato per i significativi tagli economici
ai test per l’hiv e ai servizi di prevenzione per le popolazioni chiave e vulnerabili e per una forte diminuzione del numero di persone testate e trattate per la tubercolosi, che nel 2020 sono state un milione in meno del 2019.
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In
India
, i costi esorbitanti delle cure anticovid spingono le persone a indebitarsi e a finire in povertà. Lo studio, condotto dalla Public health foundation of India, e presentato da Cheena Kapoor sul
Guardian
, ha concluso che un lavoratore occasionale in India ha bisogno di lavorare 481 giorni per coprire un trattamento di terapia intensiva in ospedale.
L’Onu ha
respinto la richiesta di rinvio
della riunione
Cop26 sul clima
che si terrà a Glasgow in novembre, presentata da 1.500 ong perché le restrizioni imposte dal governo britannico impediscono una partecipazione equa e inclusiva da tutti i paesi del mondo data la scarsa vaccinazione nei paesi poveri.
Secondo un
conteggio dell’Agence France-Press
, il 7 settembre l’
Africa
ha superato la cifra di 200mila morti dall’inizio della pandemia di covid-19. Il continente soffre di una terribile mancanza di vaccini con meno del 3 per cento della sua popolazione completamente immunizzata finora. I numeri in diminuzione a luglio e agosto, sia per i nuovi contagi sia per i decessi, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità riflettono solo una parte del totale effettivo, che una volta confrontato con l’eccesso di mortalità legato direttamente o indirettamente al covid-19, potrebbe essere da due a tre volte superiore a quello registrato ufficialmente.
Un anno di sequenziamenti genomici mostrano come il sars-cov-2 si è diffuso in Africa, in un articolo di risultati preliminari analizzato da
Science
.
Il programma di distribuzione internazionale dei vaccini
Covax
nel 2021 riceverà
575 milioni di dosi meno del previsto
, ha dichiarato l’Alleanza globale per i vaccini e l’immunizzazione (Gavi).
Dal 13 settembre in
Svizzera
sarà richiesto un
green pass
per entrare nei bar, nei ristoranti e nelle palestre.
In
Belgio
l’amministrazione della città di Bruxelles prevede di
richiedere il pass vaccinale
dal 1 ottobre per entrare in bar, ristoranti e altri luoghi pubblici.
Coronavirus
| Primi obblighi vaccinali negli Stati Uniti e le altre notizie sul virus | La veglia funebre di Pelé nello stadio del Santos, in Brasile |
>>
>> La commissione Giustizia della camera ha approvato il cosiddetto divorzio breve, che accorcia da tre a un anno - due se ci sono figli - il tempo che deve passare dalla separazione alla richiesta di divorzio.
>>
>>> Divorzio in un anno, in due anni se ci sono figli minori. Il primo «sì» al cosiddetto «divorzio breve» è arrivato grazie a un'intesa bipartisan, in particolare di Pdl e Pd, nella commissione giustizia della Camera. Il testo è costituito da due soli articoli, ed era stato messo in «lavorazione» in commissione il 18 gennaio scorso (dopo che nel 2003 un analogo tentativo di introdurre il divorzio breve era fallito). Il primo articolo del testo abbassa appunto di due terzi il tempo di «attesa» tra separazione e divorzio. Il secondo prevede che in ogni caso la comunione tra marito e moglie si sciolga nel momento in cui il magistrato, in sede di udienza, li autorizzi a vivere separati.
> Sono stati respinti tutti gli emendamenti presentati su fronti opposti da Lega e Radicali: dal Carroccio erano arrivate proposte del tutto soppressive delle modifiche. I radicali volevano invece introdurre il divorzio «lampo», senza nessun tempo di separazione. La scorsa settimana la commissione aveva anche respinto un emendamento della centrista Paola Binetti che chiedeva di mantenere il termine di tre anni in caso di coppia con figli piccoli e di abbassarlo a due anni per chi ha figli maggiorenni o è senza prole.
> Sarà la capogruppo di Montecitorio (insieme al presidente Gianfranco Fini) a dover decidere quando il provvedimento arriverà in Aula.
>>
>> ([continua a leggere sul sito del Corriere](<http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_24/divorzio-in-un-anno_da01941a-5eb1-11e1-9f4b-893d7a56e4a4.shtml>))
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Il divorzio breve in Italia | Il turista ritrovato grazie al messaggio sulla spiaggia |
Da alcuni giorni, sui siti e giornali degli Stati Uniti, è in corso un esteso dibattito riguardo il corretto comportamento da tenere quando si viaggia a bordo di un aeroplano rispetto alla possibilità di reclinare all'indietro il proprio sedile, sconfinando nello spazio del passeggero della fila posteriore. Per dire, solo sul New York Times sono stati pubblicati due successivi articolati commenti sulla questione.
La discussione è in realtà antica: che la possibilità di reclinare la rigida verticalità dei sedili negli aerei possa trasformarsi in una molestia per il passeggero della fila posteriore è una questione che conosce chiunque sia salito su un aereo per un volo lungo, e se ne [parla](<http://www.wittgenstein.it/?s=reclina>) da [tempo](<http://condor.blog.rai.it/2009/10/06/reclinare-o-no/>). Ma in questi giorni è passata da essere capriccio di trasvolatori assidui a tema di attualità, per via di due incidenti successivi: a bordo di un volo United Airlines partito da Newark e diretto a Denver, due passeggeri - un uomo e una donna - hanno [litigato](<http://bigstory.ap.org/article/cops-called-after-fliers-fight-over-seat-recline>) violentemente perché l'uomo aveva utilizzato [Knee Defender](<http://www.kneedefender.com/html2/how_to.htm>), una aggeggio che si può inserire nel braccio del tavolino del proprio posto per bloccare il sedile e impedire che il passeggero davanti possa reclinarlo all'indietro. La lite era nata dal fatto che una delle hostess del volo aveva chiesto al passeggero in questione di rimuovere Knee Defender, il cui uso è vietato dalla maggior parte delle compagnia aeree: l'uomo si era rifiutato di farlo, e a quel punto la donna si è alzata e secondo una fonte di _Associated Press_ gli ha lanciato un bicchiere d'acqua addosso. La discussione è proseguita in maniera così violenta che la compagnia aerea ha deciso di fare atterrare il volo a Chicago, dove i due sono stati lasciati a terra prima che il volo proseguisse per Denver.
Mercoledì 27 agosto è successa [una cosa simile](<http://www.bostonglobe.com/metro/2014/08/28/unruly-passenger-forces-diversion-paris-bound-flight-logan-airport/cnQwh38JIJNeSdalaQBS4N/story.html>) su un volo di American Airlines da Parigi a Miami: un uomo si è molto arrabbiato quando la donna seduta davanti a lui ha reclinato il proprio sedile, e quando un assistente di volo ha provato a calmarlo il passeggero ha reagito inseguendolo e afferrandolo per un braccio. L'uomo è stato quindi ammanettato e lasciato a terra all'aeroporto Logan di Boston.
Nei giorni successivi al primo incidente, la cui notizia è circolata estesamente online, molti hanno preso le parti dell'uomo che ha usato Knee Defender, e altri quelle della donna a cui è stato impedito di reclinare il sedile. Il _New York Times_ , in particolare, ha pubblicato due articoli che riflettono le due rispettive posizioni: il giornalista Josh Barro [ha scritto](<http://www.nytimes.com/2014/08/28/upshot/dont-want-me-to-recline-my-airline-seat-you-can-pay-me.html?abt=0002&abg=1>) in un articolo che «quando una persona compra un biglietto aereo, una delle cose che sta comprando è il diritto di reclinare il proprio sedile. Se il passeggero [del volo United Airlines] seduto dietro desiderava così tanto che la donna non lo facesse, avrebbe dovuto pagarla per farle rinunciare a un suo diritto». Damon Darlin, un altro giornalista del _Times_ , in un articolo successivo [ha risposto](<http://www.nytimes.com/2014/08/29/upshot/in-defense-of-the-knee-defender.html?abt=0002&abg=1>) che «il vero problema è che non è chiaro di chi sia quello spazio di 10-12 centimetri. Le persone, sul tema, hanno opinioni differenti. Le compagnie aeree non prendono una posizione. Usare Knee Defender sembra incivile, ma non lo è: mette in pari le cose tra i due. Al posto di avere un tizio che sbatte il sedile indietro e poi aspetta affinché tu gli consegni 50 dollari, come suggerisce Barro, con uno di quegli aggeggi puoi negoziare».
Ira Goldman, l'inventore di Knee Defender (che costa 21,95 dollari, cioè circa 16 euro, ed è in vendita da molti anni), ha detto che l'oggetto «ti dà la possibilità di viaggiare da essere umano»: ha anche aggiunto che il traffico sul sito tramite il quale lo vende è aumentato di 500 volte, da quando si è diffusa la notizia della lite sul volo della United Airlines. Sul sito di Knee Defender si può inoltre stampare [una specie di biglietto](<http://www.gadgetduck.com/html3/misc/court_crd-prnt_pg.htm>) da passare al passeggero del sedile davanti per spiegargli brevemente perché lo si utilizza.
> Nel caso che a un certo punto del volo tu volessi reclinare il sedile, ti chiedo per favore di farmelo sapere: cercherò di adeguare me e il mio Knee Defender alle tue esigenze cosicché questo possa avvenire in sicurezza.
Il giornale online _Vox_ [ha invece pubblicato un articolo](<http://www.vox.com/2014/8/27/6075427/extra-legroom-tips>) secondo il quale il vero problema non riguarda il diritto di reclinare il sedile, ma di avere a disposizione o meno lo spazio per allungare le gambe. _Vox_ suggerisce che nel caso le persone disponessero di maggiore spazio davanti a sé non sarebbero invogliate a reclinare il sedile. È necessario però che lo spazio nel quale potere allungare le gambe, come spiegato efficacemente verso la fine dell'articolo, debba essere adeguatamente pagato:
> **Perché mai dovrei pagare di più per stare comodo?**
Perché far volare un aereo - in termini di personale, carburante, eccetera - ha più o meno un costo fisso a prescindere da quanti passeggeri sono presenti a bordo. Di conseguenza, il costo fisso del volo dev'essere diviso fra i passeggeri. Più persone riescono ad essere stipate dentro l'aereo, più economico sarà il biglietto. Più spazio una persona vuole occupare, più dev'essere disposta a pagare. Vendere a minor prezzo dei sedili più stretti e a un prezzo maggiore quelli più larghi ha senso.
Il quotidiano online _The Wire_ ha invece pubblicato [una guida](<http://www.thewire.com/culture/2014/08/the-wire-guide-to-flying/379135/>) per il «passeggero consapevole», la cui prima regola è forse quella di maggior buon senso.
> **Chiedi il permesso prima di reclinare il sedile**
Nella vicenda raccontata da _Associated Press_ , la donna che voleva reclinare il sedile aveva chiaramente torto. Le persone basse non potranno capirlo, ma ci sono poche esperienze di volo peggiori di quella in cui sei costretto a volare con uno sconsiderato seduto davanti, che decide di reclinare il sedile fino alle tue ginocchia. La soluzione, ovviamente, è quella di chiedere in anticipo.
foto: AP Photo/Matt Slocum
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Il grande dibattito sui sedili reclinabili in aereo | Il presidente del Mozambico ha detto che le persone uccise da un ciclone potrebbero essere più di mille |
Il cinema è basato su una serie di regole che si sono formate nei primi anni del Novecento e si sono affermate nei decenni successivi. Se messe insieme formano la grammatica cinematografica, un insieme di convenzioni che fa sì che gli spettatori capiscano quello che succede in un film. C'è chi non rispetta quelle regole per errore o incapacità – [per esempio il film _The Room_](<https://www.ilpost.it/2016/03/20/the-room-il-quarto-potere-dei-film-brutti/>) – e chi è invece così bravo che può permettersi di non rispettarle per scelta, per fare qualcosa di nuovo e sorprendente. Il popolare canale YouTube CineFix ha raccolto dieci film che violano alcune regole della grammatica cinematografica e del modo classico di raccontare una storia, e lo fanno benissimo. Ci sono film piuttosto famosi – _Dogville_ di Lars von Trier, _Psyco_ di Hitchcock e _Dal tramonto all 'alba_ di Robert Rodriguez – ma anche cose più di nicchia: per esempio _Viaggio a Tokyo_ , un film del 1952 del giapponese Yasujiro Ozu.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Dieci film che non rispettano le regole dei film | Onde sonore fatte di dischi |
Le due notizie che si dividono le aperture sui principali quotidiani di oggi sono l'approvazione da parte del Senato del disegno di legge anticorruzione, che reintroduce il reato di falso in bilancio, e gli attacchi terroristici in Turchia di ieri contro la questura di Istanbul e la sede del partito del premier Erdogan. Molto spazio viene dedicato anche alle proteste di Massimo D'Alema contro le intercettazioni che lo riguardano nell'inchiesta sul sindaco di Ischia e all'ipotesi di limitare la pubblicazione di quelle non rilevanti.
[ ](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/stampa-998/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/stampa-998/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/corriere_della_sera-881/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/repubblica-1057/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/sole_24_ore-393/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/messaggero-1005/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/giornale-892/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/nazionale-1-manifestoprimapaginapag01-0204/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/avvenire-764/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/fatto-649/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/libero-1111/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/osservatore_romano-686/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/secolo_xix-833/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/mattino-860/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/tempo-658/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/mf-482/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/italia_oggi-190/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/gazzettino-860/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/lacittadisalerno_salerno-739/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/giornale_di_sicilia-315/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/lanuovasardegna_sassari-845/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/ilpiccolo_trieste-851/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/giornale_di_brescia-507/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/ilcentro_pescara-854/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/iltirreno_livorno-854/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/leggo-388/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/lanuovaferrara_ferrara-850/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/mattinopadova_padova-849/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/xsm88-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/messaggeroveneto_udine-853/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/gazzetta_dello_sport-806/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/corriere_dello_sport-859/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/02/le-prime-pagine-oggi-478/tuttosport-1211/>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Le prime pagine di giovedì 2 aprile 2015 | Il ministro dell'Interno francese ha fatto arrabbiare il governo italiano |
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> Se oggi siete passati da Google avrete probabilmente visto il [doodle sugli stivali da pioggia](<https://www.ilpost.it/2019/12/05/doodle-stivali-wellington/>), o stivali Wellington: è stato pensato per ricordare il 5 dicembre 2014, il giorno più piovoso della storia del Regno Unito, e Google deve aver pensato che fosse una ricorrenza anche da queste parti. Comunque sia andata, il doodle potrebbe avervi ricordato che avete bisogno di un paio di stivali di gomma. Se questo è il caso, sappiate che _Wirecutter_ , l'autorevole sito di recensioni di oggetti del _New York Times_ , [ritiene](<https://thewirecutter.com/reviews/best-rain-boots/>) che i migliori siano quelli che arrivano alla caviglia (gli "Ankle Deck") di Xtratuf, un marchio di stivali dell'Alaska. Tuttavia dall'Italia non si possono ordinare dal [negozio online dell'azienda](<https://www.xtratuf.com/>), e i modelli che si possono acquistare [su Amazon](<https://amzn.to/34VJ1VS>) hanno un costo esagerato rispetto a quello di listino. I [prezzi su eBay](<https://rover.ebay.com/rover/1/724-53478-19255-0/1?mpre=https%3A%2F%2Fwww.ebay.it%2Fsch%2Fi.html%3F_odkw%3Dxtrauf%2Bankle%26_osacat%3D0%26_from%3DR40%26_trksid%3Dm570.l1313%26_nkw%3Dxtrauf%2Bankle%2Bdeck%26_sacat%3D0&campid=5338301143&toolid=20008>) sono più ragionevoli, ma bisogna stare attenti alle spese di spedizione dato che arrivano dagli Stati Uniti.
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> Per _Wirecutter_ gli Xtratuf sono i migliori perché secondo i test della sua redazione sono quelli con cui si scivola meno sul bagnato (sono progettati per [i famosi pescatori dell'Alaska](<https://www.ilpost.it/2017/04/24/pescatore-alaska-corey-arnold/>)) e quelli più comodi da indossare, ma anche altri tipi di stivali da pioggia sono validissimi. Per chi non vuole spendere troppo, _Wirecutter_ consiglia i Kamik Lars che arrivano al polpaccio, da uomo; [su Amazon si trovano a 50-75 euro](<https://amzn.to/2YldPg5>) a seconda della taglia. Della stessa altezza, da donna (anche se non vediamo perché una donna non potrebbe indossare anche i Kamik Lars), consiglia i Joules Kelly, che [costano circa 50 euro](<https://amzn.to/2rVNA3R>) ed esistono in vari colori, anche lucidi.
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> A sinistra, uno stivale Kamik Lars, a destra uno stivale Joules Kelly
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> Per le situazioni fangose invece _Wirecutter_ suggerisce i Bogs Classic High, che su Amazon [si trovano a 76 euro](<https://amzn.to/2DNX8Rm>). Solo guardando la suola si capisce come mai siano ideali per andare nel fango. Esistono anche in una [versione con delle maniglie per essere infilati e sfilati più comodamente](<https://amzn.to/33NlvJf>), ma la suola è un po' diversa.
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> [](<https://amzn.to/2DNX8Rm>)
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> Infine come opzione "di lusso", cioè più costosa, _Wirecutter_ consiglia quelli che forse sono i più famosi stivali da pioggia in circolazione: gli Hunter. Ne suggerisce un modello specifico, gli [Original Short](<https://www.amazon.it/Hunters-Original-Short-W23758-Stivali/dp/B00K1WAS18/?tag=ilpo-21>). Si distinguono da altri stivali per essere poco ingombranti e il loro prezzo alto è giustificato anche dalla loro buona qualità. [Costano più o meno 100 euro](<https://amzn.to/2sOTQLl>).
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> [](<https://www.amazon.it/Hunters-Original-Short-W23758-Stivali/dp/B00K1WAS18/?tag=ilpo-21>)
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> _Disclaimer: su alcuni dei siti linkati nella sezione_[Consumismi](<https://www.ilpost.it/consumismi/>) _, il_ Post _ha un’affiliazione e ottiene una piccola quota dei ricavi, senza variazioni dei prezzi – che potrebbero variare di giorno in giorno rispetto a quelli indicati, in base alle offerte._
> _Ma potete anche cercarli su Google._
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
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| Avete bisogno di un paio di stivali da pioggia? | Quelli in bici a New York |
Alla vigilia delle elezioni amministrative, Roma si presenta sempre più come una città profondamente diseguale. La grande crisi del 2008 prima e la pandemia più recentemente non hanno fatto altro che evidenziare una tendenza in corso ormai da trent’anni. Il ministero dell’Economia e delle finanze, sulla base dei dati dell’Agenzia delle entrate, ha da poco pubblicato i redditi dichiarati dai contribuenti romani per il 2019 suddivisi per la prima volta secondo i codici di avviamento postale (Cap) di residenza, e non più solo secondo i municipi. Questi dati non si discostano molto da quanto emerge con le domande di reddito di cittadinanza o gli altri indicatori di fonte Inps, analizzati nel nostro libro _Le sette Rome_ (Donzelli, 2021). Permettono però per la prima volta di analizzare con un buon dettaglio territoriale le disuguaglianze economiche all’interno della città, tra centro e periferie, sia in termini di reddito medio che di concentrazione del reddito stesso, su cui ha impattato la crisi dovuta alla pandemia del Covid-19.
A Roma i redditi confermano e rafforzano il quadro delle disuguaglianze di salute, istruzione, occupazione e opportunità esistenti tra centro e periferie, che mostrano il maggiore disagio nel quadrante est della città (IV, V e VI Municipio) e sul litorale di Ostia (X), e da cui deriva un indice di sviluppo umano differenziato tra i municipi centrali ricchi, istruiti e “sani” e quelli periferici con reddito, livelli di istruzione e salute peggiori. Tra i Cap di Roma il reddito medio per contribuente (mappa in alto a sinistra) è maggiore nel I e II Municipio, in particolare Parioli con 68mila euro e Quirinale-Spagna-XX Settembre con 67mila, seguiti con 55-58mila da Centro storico, Pinciano-Trieste e Prati-Borgo, e più a distanza con 44-49mila da Fleming-Tor di Quinto, Monti-Celio, Nomentano-Policlinico, Mazzini-Della Vittoria e Flaminio-Villaggio Olimpico.
Ovviamente tutti i primi Cap in classifica appartengono alla città storica o alla città ricca di cui parliamo nel libro _Le sette Rome_. Allo stesso modo, non è sorprendente che il reddito medio più basso sia tipico della…
**_* Gli autori: Keti Lelo, Salvatore Monni e Federico Tomassi sono gli animatori di www.mapparoma.info. Insieme hanno pubblicato due libri per Donzelli su Roma: Le mappe della disuguaglianza. Una geografia sociale metropolitana (2019) e Le sette Rome. La capitale delle disuguaglianze raccontata in 29 mappe (2021)_**
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L'articolo prosegue su Left del 17-23 settembre 2021
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*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Gap Capitale | Che cos'è il bastone di Asclepio? |
Oggi l'[Hillsborough Independent Panel](<http://panel.hillsborough.independent.gov.uk/about-the-panel/>) ha consegnato a David Cameron, il primo ministro britannico, e alle famiglie delle vittime il proprio rapporto conclusivo sulla [strage avvenuta allo stadio Hillsborough di Sheffield](<https://www.ilpost.it/2012/04/14/perche-i-tifosi-del-liverpool-non-comprano-il-sun-da-23-anni/>) il 15 aprile del 1989 in cui morirono 96 persone (95 quel giorno, una nel 1993 dopo un lungo periodo di coma). La commissione ha concluso che le responsabilità dell'incidente furono in gran parte dovute all'imperizia della polizia, basando la propria analisi su una cospicua serie di documenti rimasti fino a ora riservati. I risultati dell'inchiesta sono stati [illustrati](<http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-merseyside-19543964>) oggi in Parlamento da Cameron, che ha anche spiegato che alla magistratura spetterà ora il compito di decidere se avviare o meno una nuova inchiesta giudiziaria. La strage del 1989 ebbe un grande impatto sull'opinione pubblica, specialmente in seguito a una [controversa prima pagina](<https://www.ilpost.it/2012/04/14/perche-i-tifosi-del-liverpool-non-comprano-il-sun-da-23-anni/2/>) del tabloid _The Sun_ , in cui venivano attribuite le responsabilità di quanto accaduto ai tifosi e non alle forze dell'ordine.
La strage di Hillsborough si verificò nella giornata in cui era in programma la semifinale di calcio per la FA Cup tra Nottingham Forest e Liverpool. Allo stadio arrivarono migliaia di tifosi, ma a causa del grande afflusso e del traffico nelle zone intorno alla struttura, diversi autobus con i tifosi del Liverpool arrivarono in ritardo. Si creò una grande ressa davanti agli ingressi che conducevano al settore loro assegnato, la cosiddetta Leppings Lane, a sinistra della tribuna centrale dello stadio.
Mancavano pochi minuti all'inizio della gara e migliaia di persone dovevano ancora entrare nello stadio. I responsabili della polizia decisero di aprire un altro ingresso, il Gate C, ma la scelta si rivelò un grave errore: il cancello non era dotato di tornellli e questo fece sì che in pochi minuti centinaia di persone entrassero nello stretto tunnel che conduceva verso la Lepping Lane. La calca era tale che molte persone rimasero schiacciate o soffocate contro le inferriate. Alcune persone cercarono di mettersi in salvo calandosi dagli spalti, cosa che portò alla rapida interruzione della partita. Ma era ormai troppo tardi: a causa della ressa morirono 96 persone e altre centinaia rimasero ferite.
Secondo la commissione indipendente, ha spiegato oggi Cameron in Parlamento, i tifosi del Liverpool non furono i responsabili della strage, come fu inizialmente detto all'epoca. La polizia e i responsabili dei soccorsi fecero di tutto, dopo la strage, per dirottare le loro responsabilità verso i tifosi, che non c'entravano nulla. Nelle settimane seguenti alcuni ufficiali di polizia eseguirono anche controlli nei database delle forze dell'ordine, alla ricerca di informazioni da usare contro i tifosi per dimostrare la loro presunta pericolosità. Cameron ha spiegato che "ciò che accadde quel giorno e da allora fu sbagliato" e si è scusato per la doppia ingiustizia subita: quella dello Stato incapace di proteggere i propri cittadini trovando da subito la verità e quella di aver attribuito alle vittime la responsabilità della loro stessa morte.
Una prima inchiesta condotta nel 1991 concluse che tutte le vittime morirono nel primo quarto d'ora dopo l'inizio della partita alle tre del pomeriggio. Già all'epoca i parenti delle persone morte dissero che le cose erano andate diversamente e che molti tifosi morirono in un intervallo di tempo più lungo, a dimostrazione di quanto fossero state inefficaci le operazioni di soccorso. Secondo la nuova indagine condotta dalla commissione indipendente, anche sulla base dei referti delle autopsie condotte all'epoca, si sarebbero potute salvare 41 delle 96 persone che sarebbero poi morte per le ferite riportate.
I documenti riservati in mano al governo britannico solitamente non vengono resi pubblici prima di 30 anni dalla loro compilazione. Il Parlamento ha votato per accorciare i tempi e avviare i lavori della commissione, anche in seguito a una petizione lanciata dai tifosi del Liverpool che ha raccolto in breve tempo 140mila adesioni. La commissione indipendente è presieduta dall'arcivescovo di Liverpool, James Jones, e ha esaminato oltre 400mila pagine di documenti nel corso degli ultimi 18 mesi. I familiari delle vittime confidano che grazie al nuovo rapporto possano emergere altre informazioni sulle responsabilità di chi doveva gestire la sicurezza nello stadio.
In seguito alle conclusioni della nuova inchiesta, diversi esponenti politici e i parenti delle vittime hanno iniziato a fare pressioni nei confronti del _Sun_ per avere scuse ufficiali. Dopo la tragedia, il tabloid pubblicò una serie di articoli in cui si sosteneva - sulla base di alcune testimonianze anonime e di informazioni della polizia - che buona parte delle responsabilità per quanto accaduto a Hillsborough fossero da attribuire ai tifosi del Liverpool. La cosa fece inferocire i tifosi della squadra, che da allora promuovono un boicottaggio sistematico del giornale.
Il sito del _Sun_ oggi [ha pubblicato un articolo](<http://www.thesun.co.uk/sol/homepage/news/4534061/Hillsborough-report-Cops-did-not-protect-victims-and-blamed-fans.html>) dando conto dei nuovi elementi emersi dall'inchiesta e ammettendo di aver riportato notizie errate nel 1989. James Murdoch, il figlio del magnate australiano Rupert Murdoch, che è responsabile esecutivo di News International, la società che controlla il Sun, [ha chiesto scusa](<http://www.bbc.co.uk/news/uk-england-merseyside-15679586>) per come il tabloid seguì all'epoca la vicenda. Non è ancora chiaro se la società adotterà qualche misura nei confronti del giornale o di chi si occupò all'epoca della vicenda. In molti hanno chiesto al Sun di scusarsi pubblicamente con i lettori e con i parenti delle vittime domani, in prima pagina.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| L'inchiesta sulla strage di Hillsborough | L'antichissima lingua della Val d'Aran |
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> Tra le persone che valeva la pena fotografare questa settimana troverete capi di stato, re e regine, premi Nobel, modelle, imperatori, un cavallo, un gatto e persino una mano che stringe una borsetta. Ci sono grandi ritorni come quelli di Barack Obama, Tippi Hedren e Sigourney Weaver, nuove promesse come Millie Bobby Brown (vogliamo includere anche un [futuro reale britannico](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3347/>), anche se [non un principe](<https://www.vogue.com.au/celebrity/news/why-prince-harry-and-meghan-markles-children-wont-be-princes-or-princesses/news-story/b657eb7a2bbb247ffc5ba3370e09292b>)?), Patricia Clarkson che se la ride a presentare _House of Cards_ , Asia Argento che mostra i muscoli, Gigi Hadid ricoperta d'ori e Jack Nicholson, in tutto il suo carisma.
>
> [ ](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3338/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3338/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3334/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3336/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3349/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3337/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3340/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3342/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3343/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3339/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3345/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3346/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3348/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3341/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3350/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3351/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3352/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3361/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3353/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3347/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3358/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3356/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3344/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3354/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3355/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3357/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3359/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3360/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3362/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3363/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/10/26/celebripost-296/celebripost-3364/>)
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| Celebripost di venerdì 26 ottobre 2018 | Le inusuali proteste a Cuba contro la mancanza di cibo ed elettricità |
2010: un anno stellare
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22/12/2010 12:38:54
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15/12/2014 14:54:55
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5: Elena Lazzaretto(elena) -
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L’anno è ormai agli sgoccioli: fra nuove scoperte, conquiste della ricerca e successi della tecnologia, sono molti i motivi per ricordare il 2010 dal punto di vista astrofisico. Ricordiamo i momenti salienti, insieme a Luigi Stella (INAF-OA Roma).
2010: un anno stellare
Iniziato con la
cerimonia conclusiva dell’Anno Internazionale dell’Astronomia
, il 2010 si è dimostrato decisamente all’altezza delle aspettative trasformando in preziose conquiste scientifiche buona parte di quelli che, appena un anno fa, erano semplici buoni propositi.
Dai risultati scientifici agli orgogli tecnologici, dalle conquiste della ricerca sull’Universo vicino e lontano, all’ottima riuscita delle svariate missioni spaziali, passando per le eccellenti performances della strumentazione a terra: sono molti i motivi che rendono memorabbile l’anno che sta per concludersi.
“Ci sono state scoperte molto importanti”,
afferma
Luigi Stella
,
dell’INAF Osservatorio Astronomico di Roma
, al quale abbiamo chiesto di commentare i risultati di questo 2010,
“tuttavia sono le possibilità emerse da certi studi a rappresentare il risultato rilevante di quest’anno”.
Riproponiamo per ciascun ambito, i traguardi più significativi.
Sistema solare: Saturno e le sue lune sempre in primo piano
I risultati della sonda
Cassini
, che nel corso di quest’anno si sono susseguiti con notevole frequenza, hanno sempre tenuto viva l’attenzione su Saturno e le sue lune. Fra tutte le novità giunte dal signore degli anelli e la sua corte di satelliti naturali, le più interessanti riguardano proprio due di questi:
Rhea
e
Titano
. Nell’atmosfera del primo è stata individuata
presenza di ossigeno
, mentre sulla superficie del secondo è stato avvistato quello che ha tutto l’aspetto di un
vulcano di ghiaccio
.
Nel frattempo, tuttavia, altri protagonisti del Sistema Solare hanno trovato occasione di far parlare di sé: il gigante
Giove
, ad esempio, ha sfoggiato un cambiamento di look, mostrandosi senza una delle sue evidenti strisce scure. Semplicemente nascosta da nubi di gas più chiaro che l’hanno ricoperta, la caratteristica fascia
starebbe ora ritornando visibile
. Anche
Sole
e
Luna
si sono fatti notare: il primo grazie a un’intensa attività solare che più volte ha fatto registrare dei picchi, la seconda per via della presenza di molecole d’acqua nella sua superficie, di ghiaccio e di argento nel cratere dove è stato fatto schiantare un razzo, e per il fatto di
essersi ristretta
nel corso dell’ultimo miliardo di anni. Altre presenze del Sistema solare di cui quest’anno si è parlato molto, sono gli
asteroidi
: da quelli passati
nelle vicinanze della Terra
a quello
avvicinato dalla sonda Rosetta
fino al caso dell’
asteroide “travestito” da cometa
.
Le frontiere della vita: batteri all’arsenico
Se la domanda è “esistono altre forme di vita nell’Universo”? Se per trovarne le prove, o le tracce, si intende esplorare il nostro Sistema solare o individuare pianeti extrasolari potenzialmente abitabili, il punto di partenza è conoscere le forme di vita presenti sul nostro pianeta e capire a quali estremi possano arrivare. Da questo punto di vista, la scoperta annunciata dalla NASA a dicembre di quest’anno, può essere per molti versi considerata rivoluzionaria: è stato trovato un
batterio
in grado non solo di sopravvivere in un ambiente finora considerato incompatibile con la vita ma capace addirittura di incorporare un elemento tossico come l’
arsenico nel proprio DNA
. Questa scoperta si impone sugli scenari della ricerca in campo astrobiologico e ha implicazioni di cui bisognerà tener conto nella ricerca di vita extraterrestre.
Pianeti extrasolari: Gliese 581 g, il pianeta al posto giusto
Giunti alla soglia dei 500 pianeti extrasolari scoperti dal 1995 ad oggi, l’obiettivo primario è individuarne di simili alla Terra. Su questo fronte spicca
la scoperta di
Gliese 581 g
, pianeta roccioso, appartenente a un sistema planetario, che secondo le stime si troverebbe nella cosiddetta fascia di abitabilità. Essere roccioso e trovarsi alla giusta distanza dalla propria stella: sono solo due dei numerosi requisiti indispensabili perchè un pianeta possa essere considerato abitabile, senza dubbio però, fra quelli scoperti finora, Gliese 581 g è il migliore candidato ad esserlo.
Questo caso non è il solo frutto della ricerca 2010 nell’ambito dei pianeti extrasolari. Con
GJ 1214b
per la prima volta si è riusciti a studiare l’atmosfera di un pianeta al di fuori del Sistema solare, mentre aumentano le scoperte di interi sistemi planetari e si è arrivati ad individuare anche un
pianeta extrasolare di origine extragalattica
.
“La ricerca di pianeti extrasolari”,
commenta Luigi Stella,
“occupa ormai una frazione cospicua dei programmi di astrofisica a livello mondiale, sia a livello di ricerche condotte con telescopi a terra sia per progetti spaziali presenti e futuri. Ha un grosso impatto e coinvolge una delle domande più affascinanti che l’astrofisica moderna può porsi, cioè quella dell’esistenza di condizioni planetarie non dissimili da quelle della Terra, che possano favorire la nascita della vita in altri luoghi della nostra galassia”.
Esplosioni stellari: il caso delle supernovae asimmetriche
Se dai pianeti passiamo alle stelle, il 2010 ne ha visto protagonista una classe particolare. Si tratta delle
supernovae di tipo Ia
, stelle che esplodono emettendo in pochi secondi miliardi di volte la luminosità del Sole: si è scoperto che
le loro esplosioni sono asimmetriche
, il materiale stellare viene cioè sparato nello spazio privilegiando alcune direzioni. Le supernovae Ia sono considerate dei “fari”, veri e propri punti di riferimento per calcolare le distanze nell’Universo, ecco perché i risultati legati ai loro meccanismi esplosivi sono fondamentali per la ricerca astrofisica. Sempre su questo fronte, nei primi mesi dell’anno ha fatto discutere il caso di
SN 2007if
una supernova di taglia extralarge che sembra eccedere i limiti imposti dalla teoria.
Oggetti compatti: un buco nero di appena 30 anni
Ha suscitato notevole interesse l’annuncio, da parte della NASA, della scoperta di
un buco nero nel nostro vicinato cosmico
. L’oggetto, individuato grazie al telescopio orbitante Chandra, si trova a 50 milioni di anni luce da noi, nella galassia M100, e la sua formazione risalirebbe ad appena
30 anni fa
. Questa non è la sola scoperta rilevante effettuata in questo campo, almeno altre due meritano di essere ricordate, come sottolinea Stella:
“è stata trovata la
stella di neutroni più massiva mai osservata
. Questo ci ha permesso di verificare che la materia, in condizioni di densità elevatissime, è abbastanza simile alla materia dei nostri nuclei atomici: non ha altri costituenti esotici come alcuni modelli avevano previsto. Altro risultato importante è quello che ha portato alla scoperta della
prima stella di neutroni pulsar
, apparentemente normale ma che in realtà sembra possedere un campo magnetico interno estremamente intenso. Sono entrambi risultati estremamente interdisciplinari che portano informazioni su altri aspetti della fisica: sono laboratori del cosmo che è impossibile pensare di poter avere sulla Terra”.
Alle origini dell’Universo: la precocità di un ammasso di galassie
Con l’obiettivo di raggiungere e superare sempre nuovi limiti nella conoscenza del nostro Universo, la ricerca astrofisica del 2010 ha compiuto una scoperta che si può definire da record per vari motivi.
L’ammasso di galassie
JKCS041
non è soltanto il più lontano mai osservato ma è anche estremamente precoce, tanto da sovvertire i modelli evolutivi di formazione delle galassie. JKCS041 contiene galassie troppo vecchie, già vecchie, per così dire, quando l’Universo era ancora giovane: secondo le teorie ciò non dovrebbe essere possibile. Scoperte di questo genere significano nuovi interrogativi a cui rispondere, ma anche e soprattutto nuove sfide che stimolano il progresso della ricerca.
Strumenti con i piedi per terra: la vittoria di LBT
Il
Large Binocular Telescope
ha stupito tutti fornendo immagini fino a
tre volte più nitide
di quelle del telescopio spaziale Hubble, che ha il vantaggio di non essere ostacolato dalla presenza dell’atmosfera terrestre. Il merito è dell’innovativo sistema di ottiche adattive collaudato sul telescopio a maggio. Fin dai primi test i risultati hanno superato le aspettative. Senza spingersi nello spazio, anche molta altra strumentazione a terra ha fatto parlare di sé: motivo di orgoglio nazionale è
VST
(VLT Survey Telescope) che ha effettuato quest’anno con successo le sue
prime prove tecniche di osservazione
puntando il cielo dell’emisfero sud (VST si trova deserto di Atacama, in Cile). Per il futuro di questo telescopio ci sono grandi aspettative , come pure per
SRT
(Sardinia Radio Telescope), il radiotelescopio di 64 metri di diametro
il cui montaggio è stato ultimato quest’anno
, non lontano da Cagliari.
Missioni Spaziali: l’Universo di Planck
Oltre alla già citata Cassini e all’immancabile telescopio spaziale
Hubble
, che quest’anno ha festeggiato il suo
ventesimo anno
di permanenza in orbita e ribadito la sua efficienza permettendoci di arrivare a scrutare
l’infanzia dell’Universo
, altre missioni spaziali hanno dato contributi fondamentali alla ricerca astrofisica. Il primo è
Planck
, satellite dell’ESA per lo studio dell’Universo primordiale, che quest’anno ha prodotto la sua
dettagliata mappatura della “radiazione fossile”
dell’Universo, quella che giunge a noi dopo aver viaggiato per circa 14 miliardi di anni.
“Grazie al satellite Planck”,
commenta Stella,
“si comincia a studiare con precisione senza precedenti il fondo cosmico di radiazione alle microonde: questo ci permetterà in futuro di capire alcuni aspetti legati all’origine dell’Universo, e anche a intuire come questo si evolverà in futuro”.
Con le missioni
Fermi
,
Agile
e
Swift
, il 2010 ha conosciuto meglio il lato altamente energetico dell’Universo. Commenta Stella:
“Nel campo delle alte energie
la comunità italiana è sicuramente fortissima da molti anni a questa parte e si è recentemente qualificata anche attraverso questi progetti. Fermi è un satellite più grande che ha trovato risultati estremamente importanti sulle stelle di neutroni. Agile lavora in un ambito simile a quello di Fermi: anche se più in piccolo, è riuscito a trovare un risultato molto interessante
per quanto riguarda la Nebulosa del Granchio
: per la prima volta è stata osservata una variazione cospicua nel flusso di radiazione di altissima energia emessa dalla nebulosa stessa”.
Ricordiamo che sempre grazie ad Agile è stato possibile studiare i lampi super energetici che hanno luogo nell’alta atmosfera e che
potrebbero disturbare la navigazione area
. Di lampi di tutt’altro genere si occupa invece Swift che, continua Stella:
“ha continuato il suo lavoro straordinario mirato a
seguire i lampi di raggi gamma
che avvengono a distanze elevatissime: ne osserviamo circa un centinaio l’anno, e grazie alle caratteristiche dello strumento è stato possibile seguire anche con altri telescopi questi eventi e determinare le caratteristiche di queste esplosioni che sono le più violente che conosciamo”.
A bordo della ISS: Cupola con vista
Quest’anno ha visto crescere la Stazione Spaziale Internazionale con
l’aggiunta di due nuovi moduli
:
Node 3
, anche detto Tranquillity, e
Cupola
. Node 3 contiene sistemi per il riciclaggio dell’acqua e dell’aria, un nuovo bagno e attrezzature per l’esercizio fisico. Cupola è una grande finestra che permette di guardare le operazioni svolte all’esterno e studiare la nostra atmosfera godendo, anche, di una vista impareggiabile. Entrambi i moduli sono il risultato dell’esperienza tecnologica della Thales Alenia Space e dell’Agenzia Spaziale Italiana. Continuando a parlare di tricolore sulla ISS, fra gli astronauti che saluteranno il 2010 e daranno il benvenuto al 2011 restando in orbita e sfruttando anche i due nuovi moduli,
c’è l’italiano
Paolo Nespoli
che, impegnato nella missione MagISStra, tornerà a casa soltanto a maggio del prossimo anno.
Fra scuole e pubblico: due azzurri sul podio delle Olimpiadi Internazionali di Astronomia
Non di sola ricerca, non di soli risultati per addetti al settore è fatta una disciplina affascinante come l’astronomia e l’avvincente iniziativa delle Olimpiadi Internazionali di Astronomia, giunte quest’anno alla XV^ edizione, ne è la prova. Le Olimpiadi di Astronomia , una competizione annuale su temi astronomici rivolta a studenti delle scuole superiori, hanno visto quest’anno
salire sul podio dei vincitori
ben due dei cinque ragazzi italiani arrivati fino in Crimea per partecipare alla sfida finale.
Nel corso dell’anno non sono poi mancate le iniziative rivolte al grande pubblico, su scala locale e nazionale.
Una serata internazionale dedicata alla Luna
, ad esempio, è stata l’occasione per ritrovarsi ad osservare il nostro satellite naturale, da ogni parte del mondo, astronomi e non, idealmente tutti assieme. E se il semplice atto di alzare gli occhi al cielo può indurre a porsi domande, le stesse alle quali la ricerca cerca di fornire risposte per accrescere la nostra conoscenza dell’Universo
“vale la pena sottolineare che
l’astrofisica ha anche dei risvolti pratici
”
conclude Luigi Stella
“attraverso lo sviluppo di conoscenze in generale ma in particolare anche attraverso lo sviluppo di strumentazione mirata a scopi astronomici, si hanno a volte delle ricadute di ordine industriale o pratico che sono rilevanti anche per il resto della società, al di là del valore intrinseco della conoscenza. Da questo punto di vista, l’augurio e la prospettiva al tempo stesso, è che si riesca a sfruttare meglio questo legame fra la ricerca di base e la società in generale anche a livello applicativo”.
| 2010: un anno stellare | Il rapimento di Alan Pulido |
**Toronto, 28 giugno 2010 - L'unico accordo e che non c'e nessun accordo. **Con questo slogan si potrebbe riassumere il G20 che si e appena tenuto a Toronto. Il G20 e nato, almeno a livello di incontri tra capi di Stato e di governo, da meno di due anni, nel tentativo di coordinare la risposta delle piu grandi economie del pianeta alla peggiore crisi finanziaria dei tempi recenti. Era questo coordinamento tra diverse politiche economiche il principale scopo del vertice di Toronto, nell'anno della presidenza della Corea del Sud, e in attesa del summit di Seul verso la fine dell'anno. In questo quadro, e possibile affermare senza mezzi termini che a Toronto il G20 ha fallito.
Il vertice e stato preceduto dalla decisione della Corea del Sud di applicare dei controlli sui flussi di capitali. L'Indonesia ha seguito questo esempio, mentre Obama esercitava ogni pressione perche il Congresso Usa trovasse un accordo sulle nuove regole per il settore bancario prima dello svolgimento del G20. Negli stessi giorni la Germania decideva di proibire la vendita allo scoperto di diversi titoli, e assieme alla Francia spingeva per una tassa sulle banche e per una sulle transazioni finanziarie. L'obiettivo centrale delle politiche economiche di Germania e Gran Bretagna e quello di operare tagli alle spese per ridurre il deficit o per migliorare i conti pubblici. Gli Usa, in direzione opposta, chiedevano all'Europa di non interrompere i piani di stimolo all'economia. Nel frattempo il Nord del mondo propone di eliminare progressivamente i sussidi inefficienti ai combustibili fossili, ma il Sud si oppone, denunciando l'ipocrisia delle nazioni piu ricche. Insomma, un nodo gordiano di proposte isolate, di veti incrociati, di iniziative autonome. La pochezza del comunicato finale, che non riporta nessun impegno concreto, poche date e scadenze, ancora meno cifre, conferma che i leader del G20 non sono riusciti in alcun modo a sciogliere questo impasse.
Ricordiamo che il G20, nelle parole dei suoi sostenitori, e un forum piu ristretto "dell'inefficiente ONU", dove la presenza di 192 Paesi e le procedure burocratiche non permettono di rispondere con i tempi dovuti alle emergenze economiche e finanziarie. Molto meglio coordinarsi tra pochi Paesi, in forum ristretti, per quanto poco democratici e senza legittimita, cosi da poter prendere decisioni in tempi brevi e marciare tutti insieme. Questo G20 ha fatto definitivamente cadere la maschera dell'efficienza e del coordinamento. A pensare male si potrebbe dire che davanti al perdurare della crisi siamo al "si salvi chi puo". A volere essere ottimisti, i governi sono arrivati e ripartiti da Toronto in ordine sparso. In queste condizioni, forse sarebbe il caso di ammettere che il modello G20 ha fallito, e che e davvero necessario rivedere nel suo insieme la governance e l'architettura internazionale. È da notare che in sede ONU la Commissione di esperti guidata dal premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz ha elaborato da tempo delle risposte concrete alla crisi finanziaria, economica e ambientale. Parliamo della stessa tassa sulle transazioni finanziarie che il G20 non e stato in grado di promuovere, ma anche della creazione di una valuta di riserva sovra-nazionale per rimediare alle enormi tensioni monetarie esistenti, e di moltissime altre questioni sulle quali il G20 si e auto-consegnato la legittimita di decidere, salvo poi non essere in grado di tenere fede agli impegni presi.
Il grande circo del G20 si sposta adesso a Seul per l'incontro di novembre, che dovrebbe, nelle intenzioni dei leader, riuscire a mettere qualche cifra e qualche data al magrissimo comunicato di Toronto. Lo stesso comunicato si chiude ricordando i successivi appuntamenti, in Francia nel 2011 e in Messico nel 2012. L'impressione, lasciando Toronto, e che l'unica cosa su cui i 20 grandi del mondo sono riusciti a trovare un accordo e nel tenere in piedi lo stesso sistema del G20, a discapito della pochezza dei risultati raggiunti. Tutti sorridenti nella foto di gruppo e arrivederci in Corea. Nel frattempo, ognuno per la sua strada, con buona pace dell'intesa e del coordinamento globale.
_
* Andrea Baranes,[Campagna per la riforma della Banca mondiale](<http://www.crbm.org>)_
| Il G20 trova l'accordo a Toronto: ognuno avanti per la sua strada | Il Tribunale dell'Unione Europea ha annullato una multa di alcuni milioni di euro contro quattro squadre di calcio spagnole |
>>>
>>> Di Edmondo Cirielli si parlò molto nel 2005, quando scrisse una controversa legge di riforma del codice penale riguardo i termini della prescrizione e le pene per i reati di associazione mafiosa e usura. Ancora oggi quella legge viene chiamata ["ex Cirielli"](<http://it.wikipedia.org/wiki/Ex_Cirielli>): ex perché poi Cirielli si dissociò dalle modifiche apportate dal Parlamento e chiese che quella legge non venisse più chiamata col suo nome.
>>>
>>> Nel frattempo Cirielli ha continuato a fare il parlamentare. Nel 2008 è diventato presidente della commissione Difesa alla Camera. Nel 2009 è stato eletto presidente della provincia di Salerno. In questi giorni si sta parlando di lui in relazione alla guerra in corso tra lui e il ministro Carfagna riguardo la costruzione del termovalorizzatore a Salerno. La deputata del PD Federica Mogherini oggi sul suo blog fa notare l'affollamento di incarichi.
>>>
>>>> L'ultima settimana per lui dev'essere stata un vero incubo: la Camera ha approvato la finanziaria, che comporta scelte complicate e gravi per il buon mantenimento dell'efficienza delle nostre forze armate; il vertice Nato di Lisbona ha approvato il nuovo concetto strategico dell'alleanza, e rimesso a punto la strategia in Afghanistan; in Campania, attorno al caso del termovalorizzatore del salernitano è scoppiato un inferno dentro lo stesso PDL; la competenza rimbalza tra comune, provincia e regione e diventa questione nazionale con la presa di posizione del ministro Carfagna che tutto accetterebbe tranne che la gestione del termovalorizzatore ricadesse nelle mani di Cirielli. I due si insultano a distanza, per interposta persona (vedi Mussolini), e direttamente. Il ministro La Russa difende il suo pupillo "ex-AN". Lui ricorda alla Carfagna che "deve tutto a Berlusconi", e scrive ai colleghi (parlamentari) da presidente della provincia, ma su carta intestata della presidenza della Commissione Difesa della Camera. E' evidente che inizia a fare confusione.
>>>
>>> ([continua a leggere sul blog di Federica Mogherini](<http://blogmog.ilcannocchiale.it/2010/11/22/liberiamo_il_povero_cirielli.html>))
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| "Liberiamo il povero Cirielli" | Un mese di acqua alta a Venezia |
_Quando gli uomini si trovano in una situazione nuova, si adattano e cambiano. Ma fintanto che sperano che le cose rimangano come sono ne fanno oggetto di compromesso, e non ascoltano volentieri le idee nuove.
Jean Monnet, cittadino onorario d’Europa_
Quando Javier Morales, poi vicesindaco dell’isola di **El Hierro, partì dalle Isole Canarie verso la Spagna per chiedermi di contribuire alla progettazione di un’economia locale che un giorno fosse indipendente nell’approvvigionamento di acqua e carburante** , non mi ci volle molto a proporre una strategia basata su energia eolica, idroelettrica e volani (sistemi di accumulo meccanico dell’energia). L’obiettivo era quello di fornire energia rinnovabile e acqua in abbondanza per stimolare l’agricoltura e le industrie locali. L’investimento totale per questo progetto è stato stimato, nel 1997 in via preliminare, intorno ai 67 milioni di euro. La reazione del mondo politico e finanziario fu sprezzante: se una piccola isola con 10.000 abitanti chiede tanti soldi, vuol dire che cerca di costruire un “elefante bianco”. Spesso trascuriamo quanto sia “ristretto” il nostro pensiero!
**L’isola stava spendendo 8 milioni di euro l’anno solo per importare il carburante diesel necessario per generare energia elettrica. Le petroliere sversavano l’olio, l’impianto era rumoroso e inquinante.**
È interessante notare come questo modello economico ed energetico fosse considerato “normale”, nonostante non servisse un economista per capire che la spesa totale in 10 anni si sarebbe aggirata intorno agli 80 milioni di euro. Senza dire che il denaro sarebbe finito tutto nelle tasche dei produttori di petrolio - nessuno dei quali ha sede in Spagna. Così ci siamo chiesti: «Come si può considerare normale l’importazione di combustibili fossili inquinanti mentre riconvertire la spesa verso fonti rinnovabili di energia che avrebbero mantenuto nell’isola le risorse, sarebbe “un elefante bianco”»?
**L’idea di convertire El Hierro nella prima isola autosufficiente nella produzione di acqua e carburante è costata 86 milioni di euro, a cui si devono aggiungere altri 21 milioni dopo l’eruzione di un vulcano, che ha reso necessarie altre infrastrutture.** L’impianto è stato inaugurato nel 2013. Ora gli isolani sono molto decisi a fare il passo successivo: riconvertire entro un decennio i 6mila veicoli che circolano sull’isola in mezzi elettrici.
Tuttavia, anche dopo il successo del progetto, gli avversari continuano a ripetere la loro accusa. È “un elefante bianco” anche spendere 150 milioni di euro nella conversione dei motori a combustibile fossile in motori elettrici. **Di nuovo, con pazienza, abbiamo riformulato la stessa domanda: “Può un’isola permettersi di spendere ogni anno 12 milioni di euro per l’acquisto di carburante e gasolio?”.** Denaro che viene “buttato fuori” dall’economia locale, mentre, come è avvenuto per gli 8 milioni che si spendevano per alimentare la centrale, si possono tenere nell’isola anche i 12 milioni di euro per il carburante dei veicoli circolanti?
Così l’isola di El Hierro ha deciso di creare una propria società di leasing di auto elettriche. Tutti i taxi e le auto a noleggio saranno elettrici da subito, e non appena ci saranno 500 veicoli elettrici sull’isola, l’azienda di leasing installerà una rete intelligente, che stabilizzerà la fornitura di micro-corrente quando la domanda lo richiede, e immagazzinerà l’energia in eccesso nelle batterie delle auto. Non appena i veicoli saranno 2.500, la combinazione di eolico, idroelettrico, volani e batterie offrirà un livello di efficienza che avrà come ulteriore effetto l’abbassamento del costo dell’acqua. Sì, l’acqua è vita e per secoli l’isola ha sofferto di una drammatica carenza di questa risorsa, ma provate a immaginare la svolta possibile grazie alle fonti rinnovabili e a una rete intelligente integrata da trasporti a emissione zero: il doppio dell’acqua alla metà del costo!
**Troppo spesso ci dimentichiamo che l’energia è uno strumento, non un fine. Le nostre vite hanno bisogno di acqua, cibo, alloggio, salute, mobilità. E ognuna di queste attività della vita richiede energia. È fondamentale superare il dibattito su “rinnovabili o no”, o peggio “a favore o contro i combustibili fossili”, e spostare l’attenzione sulla nostra capacità di rispondere ai bisogni di base di tutti nelle nostre società.** Se siamo pronti a mettere al centro il soddisfacimento dei bisogni, allora il dibattito sui combustibili fossili ritorna nelle sue giuste dimensioni.
È arrivato il tempo di andare oltre il “pro o contro”. Questo approccio divisivo in cui c’è il bene contro le forze del male, divide la società e le persone. Non possiamo trascurare il fatto che la comodità di combustibili fossili e la sua abbondanza ha permesso a molti e per decenni di vivere in ambienti con aria condizionata, senza preoccuparsi delle conseguenze e dei danni collaterali connessi con la combustione di tanto carbone, petrolio e gas naturale. Abbiamo bisogno di alzare il livello del confronto, e troveremo chi verrà a mostrarci le straordinarie opportunità di creare una economia locale fiorente utilizzando ciò che è disponibile in loco. Si tratta, dunque, di passare dal carburante facile e a basso costo, che però nasconde molte verità scomode e costi differiti, a fonti energetiche locali, che ci permetteranno di far crescere l’economia del territorio, usando risorse già disponibili e naturalmente in modo sostenibile.
_Se in natura si tira un filo, ci si rende conto rapidamente che è collegato a tutto il resto._
John MuirQ
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Energia senza idrocarburi? Così nacque in Spagna l'elefante bianco | Neil Swaab, Stati Uniti |
Cerchiamo di capirci: un taglio alla spesa pubblica, soprattutto se intacca alcuni insopportabili privilegi del corpo parlamentare, sarebbe un segnale di morigeratezza al passo con questi tempi di difficoltà economiche e di crisi del lavoro. Su questo possiamo essere d'accordo. Ma la bava alla bocca anti-casta che in questi anni ha addirittura dipinto realtà inesistenti pur di accrescere l'antipolitica come leva per scardinare la democrazia e imporre l'autoritarismo (e il leaderismo) è uno degli errori più gravi che si potrebbero commettere in questo tempo dove si chiede di instaurare una credibilità, oltre che un governo.
Il taglio dei parlamentari, ad esempio, comporterebbe un risparmio nelle casse dello Stato di 50 milioni di euro. Ebbene, 50 milioni di euro non sono poca roba, detti così, buttati come se fossero un amo, ma stiamo parlando dello 0,007% della spesa pubblica. Un'inezia. Una roba da niente.
Sento già le osservazioni: "Da qualche parte bisogna cominciare", dicono. Ed è verissimo. Ma ridurre il numero di deputati significa inevitabilmente ridurre anche la rappresentanza dei cittadini (quelli che si invocano sempre quando si è alti nei sondaggi, per dire) e tagliare i parlamentari significherebbe sicuramente mettere mano alla Costituzione (ve lo ricordate il risultato dell'ultimo referendum?) e affidare al prossimo governo lo studio di una _giusta_ legge elettorale (sì, ciao) che non penalizzi le regioni più piccole.
Allora mi chiedo se non si otterrebbe un risparmio significativo (seppur minimo) e simile al taglio dei parlamentari con il dimezzamento delle indennità, solo per fare un esempio. O se davvero non sia possibile trovare risparmi più consistenti con riforme ben più coraggiose (mafie, corruzione, centinaia di miliardi, vi dicono qualcosa?) che garantirebbero l'equilibrio della democrazia decidendo di toccare quei potentati che da sempre ci costano molto di più dei caffè alla buvette della Camera (riconversione ecologica, ad esempio, che farebbe bene ai nostri figli).
Insomma, provare ad essere seri, fare tornare di moda la serietà, alzare il livello. Volare alto: una volta si diceva così.
Buon lunedì.
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| I conti dimezzati | Chi era Robin Hood? |
Nei giorni scorsi la Rai ha annunciato che trasmetterà in chiaro 27 partite. Gli Europei inizieranno il 10 giugno e si concluderanno il 10 luglio.
> Sky annuncia di aver acquisito gli Europei di Calcio 2016 che si svolgeranno in Francia **dal 10 giugno al 10 luglio**. Sky Sport HD trasmetterà, quindi, per la prima volta gli Europei: tutti i 51 match di Francia 2016, di cui 24 in esclusiva, saranno live e in HD solo su Sky.
>
> Da quest’edizione saranno 24, e non più 16, le squadre che parteciperanno alla fase finale del torneo: più partite live, più ore di diretta, più gol, più campioni, più spettacolo. Un mese ricco di partite, con in campo le Nazionali più vincenti e i giocatori più forti del calcio di oggi. Tutto su Sky Sport HD, che garantirà una copertura totale dell’evento, con Diretta Gol per non perdersi neanche un match, con la qualità della miglior tecnologia e dell’Alta Definizione, con ampi studi pre e post partita e con la possibilità di seguire le partite in mobilità grazie a Sky Go e Sky Online.
_[(Continua a leggere su Sky Sport)](<http://sport.sky.it/sport/calcio_estero/2016/02/26/euro-2016-su-sky.html>)_
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Sky ha annunciato di avere acquistato i diritti per la trasmissione di tutte le 51 partite degli Europei di calcio: la Rai ne trasmetterà 27 | La società che possiede la Borsa di New York sta lavorando a una piattaforma per investire in bitcoin |
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>> Con la **condivisione di ricordi** sui social network sta emergendo un nuovo fenomeno che crea confusione fra ricordi personali e ricordi collettivi; allo stesso tempo la [disinformazione](<https://www.focusjunior.it/news/come-si-fa-smascherare-le-bufale/>) presente in Rete aumenta l’effetto della distorsione delle nostre memorie. I ragazzi stanno crescendo in un mondo globalizzato in cui ricevono tante informazioni e **il web è la loro fonte primaria**. Il problema è che potrebbero non possedere le conoscenze e le abilità necessarie per valutare l’affidabilità di ciò che leggono online e quindi non saper distinguere tra la verità e le cosiddette **fake news**.
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>> Il **Miur** ha già attivato diverse linee d’intervento relative all’educazione civica e digitale che risultano essere una parte importante delle indicazioni sul potenziamento dell’offerta formativa previste dalla **legge n. 107** del 13 luglio 2015.
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>> **IMPARARE A CONTROLLARE LE FONTI**
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>> In passato le informazioni erano fruibili attraverso **un’enciclopedia** di cui ci si fidava ciecamente e per questo non era necessario effettuare una **verifica delle informazioni** , oggi è invece fondamentale sviluppare strategie per arginare questa problematica: le false informazioni.
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>> Da un punto di vista educativo sarebbe almeno auspicabile svolgere interventi sulle competenze e sulle strategie da utilizzare, così da permettere ai giovani di sentirsi sicuri nella scelta, nell’uso e nella condivisione delle nuove informazioni in modo da poter poi impiegare tali competenze nella propria scuola, nel lavoro o nelle loro conversazioni con colleghi, amici, familiari e insegnanti.
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>> La **scuola** e la **famiglia** assumono un ruolo centrale nel fornire ai giovani competenze e soprattutto strumenti pratici per non credere alle informazioni false che circolano quotidianamente in [Internet](<https://www.focusjunior.it/tecnologia/invenzioni/come-e-nato-internet/>). È fondamentale che gli adulti diventino un punto di riferimento e una guida nel mondo dell’online che offre di fatto immense potenzialità per l’accessibilità e la divulgazione di conoscenze. In questo contesto storico, sociale e multimediale, è importante, inoltre, che i giovani siano accompagnati in un percorso in cui siano valorizzate le capacità alla base del pensiero critico, al fine di evitare di rimanere imbrigliati nei meccanismi di manipolazione delle fake news.
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>> Servirebbe dare ai nostri giovani una bussola utile durante i viaggi in Rete, che permetta di **orientare lo studente** a scorgere la differenza, gli effetti e le origini delle informazioni false rispetto a quelle autentiche. I ragazzi devono capire l’importanza del porsi delle domande, in modo da non acquisire passivamente le informazioni presenti sul web.
>>
>> Saper cogliere se le notizie siano una reale descrizione degli eventi oppure un’opinione o un’interpretazione soggettiva, ha un’enorme rilevanza non solo per il singolo ragazzo, ma per lo **sviluppo del senso critico e civico delle nuove generazioni**. La scuola ha quindi un’enorme responsabilità nell’intervenire per la promozione della consapevolezza del fenomeno delle fake news, non solo dal punto di vista didattico ed educativo, ma anche dal punto di vista sociale e civico.
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>> _Collaborazione ai testi di Annamaria Porru_
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>> _Focus Scuola è il nuovo mensile per gli insegnanti del Gruppo Mondadori, un magazine rivolto a tutti i docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado, per aiutarli ad affrontare le nuove sfide dell’insegnamento nell’era digitale. La rivista propone approfondimenti sugli ultimi studi scientifici e pedagogici, ma anche idee di buone pratiche sperimentate in Italia e nel resto del mondo dai singoli insegnanti e fornisce spunti su didattiche innovative e sull’uso della tecnologia in classe_
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*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
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| Scuola e fake news: il dovere di combattere le bufale che corrono in Rete | La Russia ha bombardato diverse città ucraine, colpendo anche infrastrutture civili |
>
> Come tutte le mode, anche quelle dei passatempi da ragazzini passano e tornano, solo che grazie ai social network e agli youtuber ora è molto più facile accorgersi di quando ne rispunta una. In questo periodo va di nuovo di moda lo slime, una sostanza morbida gommosa e colorata che produce buffi rumori quando viene schiacciata: ragazzi e adolescenti di tutto il mondo si divertono a crearla in casa, scegliendo di che colore farla, per poi giocarci con le mani, deformandola o mescolandola con un'altra di un altro colore. Lo slime di per sè non è una cosa nuova: negli anni Settanta una sostanza con questo nome [fu commercializzata](<https://en.wikipedia.org/wiki/Slime_\(toy\)>) come giocattolo (in Italia anche come Skifiltor) ma già prima esisteva la Silly Putty, che alcune persone nate negli anni Novanta hanno conosciuto come Micronite e che tra le altre cose rimbalzava. Rispetto alla plastilina o al pongo, lo slime è più viscido e lucido: gran parte del fascino odierno però consiste nel farselo a casa.
>
> Su YouTube ci sono molti video che spiegano come fare lo slime, anche in italiano. Ci sono vari modi per farlo – la consistenza e altre proprietà variano leggermente a seconda degli ingredienti che si usano – ma il più comune prevede l'uso del borace o tetraborato di sodio, un composto del boro che viene usato per produrre saponi, disinfettanti e insetticidi ed è venduto in farmacia o nei negozi di prodotti per la casa. [Si mescola](<http://it.wikihow.com/Fare-lo-Slime>) un cucchiaio di questa sostanza, una polvere bianca, in acqua calda, e poi si aggiunge il composto ottenuto a un'altra miscela, di acqua e colla vinilica, dopo averla colorata con un colorante. Uno dei video tutorial è stato visto più di dieci milioni di volte da quando è stato pubblicato il 4 marzo. Negli Stati Uniti lo slime va così di moda che nella seconda metà del 2016 la colla Elmer [ha avuto un forte aumento di vendite](<http://www.nbcnews.com/business/consumer/parents-stuck-searching-glue-kids-go-crazy-slime-n726256>) e alcuni negozi sono rimasti sforniti.
>
> Su Instagram ci sono account – come [slimequeeens](<https://www.instagram.com/slimequeeens/>), che è seguito da 874mila persone – che pubblicano video di slime fatti in vari modi: ci sono quelli che contengono perline o brillantini, quelli colorati con l'argilla o anche con il caffè. Dopo alcuni giorni lo slime perde le sue proprietà e diventa più duro, per questo i ragazzini lo fanno spesso e non una sola volta. In alternativa al borace alcuni video tutorial suggeriscono l'uso di bicarbonato di sodio, soluzione per lenti a contatto, schiuma da barba, disinfettante per le mani, amido di mais (da sempre una sostanza usata dai bambini per fare degli esperimenti per via delle sue proprietà di [fluido non newtoniano](<https://it.wikipedia.org/wiki/Fluido_non_newtoniano#Esempi_comuni>)) o addirittura burro. Secondo chi le propone, alcune di queste ricette fanno sì che lo slime si conservi più a lungo.
>
>> [thanks for posting 3 vids in a row kaylie u a champ](<https://www.instagram.com/p/BTg6LZalcwR/>)
>>
>> Un post condiviso da kinda satisfying slime videos (@slimequeeens) in data: 30 Apr 2017 alle ore 08:16 PDT
>
> Sempre più tutorial propongono ricette senza borace, però, perché alcuni ragazzini [si sono provocati delle ustioni sulle mani](<https://www.theguardian.com/australia-news/2017/may/01/global-slime-craze-sparks-safety-warnings-after-borax-blamed-for-burns>) usando il borace troppo assiduamente. Lo scorso febbraio una donna di Manchester ha pubblicato su Facebook alcune fotografie delle mani di sua figlia, in attesa di fare un intervento chirurgico per via delle ustioni provocate dalla preparazione dello slime, come monito per altri genitori. Secondo l'organizzazione no profit americana Environmental Working Group, che si occupa di informare i consumatori sui rischi legati all'uso di alcuni prodotti, il borace può avere effetti sulla salute [a breve o lungo termine](<http://www.ewg.org/enviroblog/2011/02/borax-not-green-alternative-its-cracked-be>); per esempio può irritare la pelle e a lungo termine, e con un'alta esposizione può far diminuire la fertilità negli uomini.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Fatti mandare dalla mamma a prendere il borace per lo slime | Una nuova edizione del Mein Kampf di Hitler scala le classifiche tedesche |
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>> Dall'inizio del 2011 a oggi 30 tibetani - uomini e donne, monaci e laici - si sono dati fuoco per protestare contro la repressione cinese in Tibet. L'ultimo caso è quello di [Jamphel Yeshi](<https://www.ilpost.it/2012/03/26/una-foto-del-giovane-tibetano-che-si-e-dato-fuoco-oggi-a-nuova-delhi/>), un tibetano di 27 anni in esilio in India che il 26 marzo si è cosparso di benzina e si è dato fuoco a New Delhi, pochi giorni prima della visita nel paese del presidente cinese Hu Jintao. Le foto in cui è ritratto mentre corre col corpo incendiato e mentre le persone cercano di spegnere le fiamme avvolgendolo nelle coperte hanno fatto il giro del mondo.
>>
>> Yeshi ha riportato ustioni sul 97 per cento del corpo ed è morto due giorni dopo in ospedale. In un lettera trovata dopo la sua morte [aveva scritto](<http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/mar/29/dalai-lama-tibet-deaths-self-immolation>) «Noi (tibetani) chiediamo la libertà di religione e cultura. Chiediamo la libertà di usare la nostra lingua. Chiediamo gli stessi diritti che hanno le altre persone nel mondo». In India ci sono state molte altre proteste contro la visita di Hu, ma sono state represse dalla polizia indiana provocando anche molte proteste, come l'editoriale del _Times of India_ per cui la libertà di manifestare pacificamente dev'essere un diritto non negoziabile in una democrazia come l'India.
>>
>> [ ](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/chinese-and-tibetan-flags-are-flown-by-t/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/chinese-and-tibetan-flags-are-flown-by-t/>) Londra, UK [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-china-tibet-protest/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-tibet-protest-2/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/taiwan-tibet-vigil/>) Taipei, Taiwan [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-tibet-protest-3/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-tibetan-new-year/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-tibet-protest-4/>) Dharmsala, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-tibet-anniversaries/>) New Delhi [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-tibet-protest-5/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-tibet-protest-6/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-tibet-protest-7/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-china-tibet/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/aptopix-india-tibet-protest-2/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-tibet-china/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/a-woman-from-students-for-a-free-tibet-p/>) New York, USA [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/tibetan-monks-participate-in-a-sit-in-ti/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/tibetan-monks-march-during-a-tibetan-sol-3/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/a-tibetan-monk-shouts-slogans-against-ch/>) Washington, DC, USA [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/protestors-demonstrate-on-behalf-of-tibe/>) Washington, DC, USA [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/a-tibetan-student-burns-a-chinese-nation/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/tibetan-students-in-exile-march-with-fla/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/a-free-tibet-candlelit-display-showing-t/>) Hong Kong, Cina [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/tibetans-and-supporters-of-a-free-tibet/>) Los Angeles, California [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/aptopix-india-tibet-protest/>) New Delhi, India [](<https://www.ilpost.it/2012/03/30/i-tibetani-che-si-danno-fuoco/india-tibet-protest-8/>) New Delhi, India
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>> Le morti di queste persone attestano la gravità della situazione in Tibet, che si è fatta ancora più disperata dopo le rivolte del 2008 e la brutale repressione che n'è seguita. Molti giornalisti e analisti hanno anche criticato la scarsa attenzione internazionale dedicata alle proteste in Tibet: «Una persona che si dà fuoco in Tunisia scatena la Primavera araba, ma 30 persone che si danno fuoco in Tibet hanno ricevuto scarsa attenzione internazionale», scrive per esempio Isabel Hilton sul _Guardian_. Shobhan Saxena si chiede sul _Times of India_ : «Perché i leader del mondo restano in silenzio sui crimini contro i tibetani? Perché il mondo ha abbandonato i tibetani al loro destino?»
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>> Daniel Politi sul _New York Times_ [riporta](<http://latitude.blogs.nytimes.com/2012/03/30/tibetan-protests-in-delhi/?src=twr>) le analisi di alcuni giornali internazionali sulla situazione in Tibet. Secondo l' _Economist_ , per esempio, la Cina non ha motivo di essere preoccupata da eventuali sanzioni internazionali: a causa della crisi economica infatti l'Occidente è più interessato a mantenere buoni rapporti con la Cina anziché contrastarla su problemi interni come la repressione in Tibet. Altri giornalisti non sono invece d'accordo e sostengono che le rivolte tibetane siano diventate un problema che la Cina non è in grado di gestire: secondo Venky Vembu del _First Post_ di Mumbai «il vuoto creato dall'esilio del Dalai Lama può essere occupato da giovani estremisti» e secondo B. Rama dell'indiano _Daisy Pioneer_ «la polizia cinese è abituata a reprimere violentemente le rivolte ma non sa come gestire un movimento così diffuso». Altri giornalisti sottolineano che il mondo è abituato a immaginare i tibetani come monaci pacifici e pronti alla lotta non violenta, ma che dopo anni di repressione ed esilio molti tibetani sono diventati frustrati, aggressivi e arrabbiati.
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>> L’ultima grande insurrezione in Tibet è scoppiata a Lhasa, nella capitale, e risale a marzo 2008, poco prima delle Olimpiadi in Cina. Nella repressione della polizia cinese sarebbero morte almeno cento persone. Il 10 marzo 2011 Dharamsala, la città indiana al confine col Tibet che è sede del governo in esilio, Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama, [ha annunciato la rinuncia al potere temporale](<https://www.ilpost.it/2011/03/10/le-dimissioni-del-dalai-lama/>), dunque alla sua leadership politica. Poco dopo si sono svolte le elezioni del governo tibetano (non riconosciuto dalla Cina né da nessun altro paese) che hanno portato alla vittoria Lobsang Sangay, il primo laico a diventare Kalon Tripa, primo ministro.
>>
>> Il Tibet, secondo il governo in esilio, ha un’estensione di 2,5 milioni di chilometri quadrati, un quarto dell’intera Cina e comprende le grandi aree che per secoli sono state sotto l’influenza culturale tibetana. Per la Repubblica Popolare Cinese, il Tibet corrisponde invece alla Regione Autonoma del Tibet limitata all’altipiano e con un’estensione di 1,2 milioni di chilometri quadrati. Il potere esercitato dalla Cina è stato contestato fin dal 1950 quando, dopo la proclamazione della Repubblica Popolare cinese, le truppe di Mao Zedong invasero il Tibet centrale e imposero la loro autorità. Questo portò ai primi episodi di resistenza che esplosero il 1959 nella rivolta di Lhasa cui parteciparono anche i monaci buddisti. La repressione della Cina fu violentissima e vennero uccise decine di migliaia di tibetani. Il 17 marzo 1959 il Dalai Lama abbandonò Lhasa e cercò asilo politico in India. A partire dal 1959 iniziarono le riforme democratiche imposte dalla Cina alle istituzioni religiose buddiste che portarono allo spopolamento dei monasteri, all’arresto di molti monaci e al saccheggio delle loro proprietà. Dal 1962 circa settantamila tibetani si sono rifugiati in Nepal e in India.
>>
>> **- [Gli articoli del Post sul Tibet](<https://www.ilpost.it/tag/tibet/>)**
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| I tibetani che si danno fuoco | La lista dei convocati dell'Inghilterra per gli Europei 2012 |
>>>>
>>>> Sulla Terra è la forza di gravità che aiuta le piante a trovare il percorso più facile per arrivare alle sostanze di cui hanno bisogno per crescere e prosperare, ossia acqua e sali minerali. L’apice delle [radici](<https://it.wikipedia.org/wiki/Radice_\(botanica\)>) che penetrano nel terreno è protetto da una struttura detta **cuffia** , al cui interno si trova una regione chiamata **columella** che rappresenta il sito in cui avviene la **percezione della gravità**. Le cellule della columella contengono particolari grani d'amido (amiloplasti detti statoliti), liberi di muoversi e quindi soggetti alla forza di gravità. Grazie a questi grani la pianta riesce a percepire le variazioni nella posizione che innescano le reazioni di crescita.
>>>>
>>>> **Ma cosa succede a una pianta quando la gravità è assente?**
>>>>
>>>> [](<https://www.nasa.gov/ames/research/space-biosciences/plant-gravity-perception-spacex-13>)
>>>>
>>>> I semi sono allineati lungo una membrana all'interno della cassetta e portati a germinazione prima di essere esposti alla gravità simulata con Emcs. Crediti: NASA.
>>>>
>>>> I botanici dell'[Ohio Weslyan University](<https://www.owu.edu/>) stanno usando la Stazione Spaziale Internazionale per studiare come crescono le radici e i sistemi sensoriali delle piante in condizioni di microgravità, nell’ambito di una missione nota come [Plant Gravity Perception](<https://www.nasa.gov/ames/research/space-biosciences/plant-gravity-perception-spacex-13>). I ricercatori stanno studiando l'adattabilità delle piante alla microgravità e la loro sensibilità generale alla gravità simulata, per diversi ceppi di giovani piantine di senape, tra cui la [Arabidopsis Thaliana](<https://it.wikipedia.org/wiki/Arabidopsis_thaliana>) selvatica e una sua variante geneticamente modificata senza amido. Nella variante selvatica, i grani di amido percepiscono la gravità e cadono all'interno delle punte della radice, spingendole verso la Terra. Il fulcro dell’indagine guidata dal botanico **Chris Wolverton** , _Principal Investigator_ di [Plant Gravity Perception](<https://www.nasa.gov/ames/research/space-biosciences/plant-gravity-perception-spacex-13>) risiede nella domanda: «Qual è il minimo valore di gravità che le piante riescono a percepire, tale da indurre la caduta degli amilacei nelle loro cellule?».
>>>>
>>>> Lo studio espone entrambi i ceppi a quantità incrementali di gravità che vanno da **quattro millesimi di g** (ossia, 0.004 g), fino a un massimo di **un g** , che è la forza gravitazionale (costante) di cui risentono le piante sulla Terra. Perché includere due tipi di piantine? Perché se la soglia per il ceppo contenente amido è poco conosciuta, i meccanismi di risposta della variante senza amido sono ancora più misteriosi.
>>>>
>>>> Crescita di Arabidopsis all'interno delle cassette dell'Emcs. Credits: Chris Wolverton.
>>>>
>>>> [Plant Gravity Perception](<https://www.nasa.gov/ames/research/space-biosciences/plant-gravity-perception-spacex-13>) si serve della _facility_ [Emcs](<https://www.nasa.gov/mission_pages/station/research/experiments/345.html>) (European Modular Cultivation System), un incubatore con due rotori che sono in grado di simulare la gravità. Le piantine vengono dapprima poste in cassette per i semi, quindi vengono allineate lungo le pale radiali di un rotore centrifugo. Ciò consente ai ricercatori di controllare l'intensità della forza gravitazionale che agisce in ogni punto, lungo i bracci di rotazione, simulando centinaia di valori frazionari di gravità in una sola volta, controllati attraverso differenti velocità di rotazione. Proprio come avviene nelle giostre meccaniche presenti al luna park, che fanno ruotare i passeggeri con velocità crescenti fino a diversi giri al minuto, schiacciandoli contro alle pareti della giostra stessa, in questo test la forza gravitazionale viene aumentata progressivamente per stimare le capacità percettive delle piantine. Mentre le braccia della centrifuga girano, gli scienziati cercano di individuare dove si ha un inizio della risposta alla crescita. La risposta più interessante dovrebbe arrivare dalla variante senza amido. Anche queste piantine dovrebbero avere lo stesso sistema di percezione sensoriale della variante selvatica, sebbene si presume rispondano a soglie più alte, visto che non hanno i granuli di amido in grado di muoversi in base alla gravità. Oppure potrebbero usare un sistema completamente diverso per determinare la direzione della crescita. Ovviamente, quando la centrifuga è disattivata, gli scienziati sono in grado di misurare la risposta della piantina alla microgravità e stabilire una linea di base.
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>>>> Le cassette di semi usate per caricare i campioni nell'Emcs sono sviluppate e testate da NASA AMES. Crediti: Chris Wolverton.
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>>>> Essendo **organismi fotosintetici** , la crescita delle piante è molto sensibile anche alla luminosità. Con il progetto Plant Gravity Perception, i ricercatori stanno studiando anche la risposta delle piantine a segnali luminosi, per cercare di capire se esiste una relazione tra la percezione della luce e la percezione della gravità. Attraverso i filmati degli esperimenti, i botanici sono in grado di trovare le risposte a queste loro domande e capire come gravità e luce riescano a influenzare la crescita delle piante.
>>>>
>>>> Le piantine del programma Plant Gravity Perception non finiranno mai nei piatti degli astronauti che stanno compiendo questi esperimenti, ma i loro studi permetteranno di selezionare le piante che hanno le migliori capacità di crescere e svilupparsi nello spazio, in vista dei futuri voli spaziali di lunga durata.
>>>>
>>>> Per quanto riguarda le applicazioni sulla Terra, Wolverton osserva che la percezione della gravità nelle radici influenza vari aspetti della pianta, in particolare: «La percezione della gravità nella pianta influenza la sua efficienza, quanto la pianta è sensibile alle condizioni di siccità, alle inondazioni, ai fertilizzanti». Inoltre, aggiunge Wolverton: «Riuscendo a capire meglio come la gravità viene percepita dalle piante, si apriranno tutta una serie di nuove possibilità legate all'allevamento della piante stesse, nonché a loro possibili mutazioni genetiche». Ciò consentirebbe agli agricoltori di selezionare la crescita radicale adeguata a diversi livelli di concimazione, composizione del terreno e ambienti estremi.
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*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
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| Piante di senape su una giostra spaziale | La Seconda guerra mondiale visualizzata bene |
23 marzo 2018 09:50
Non è l’ultimo dei paradossi della nostra complessa epoca: gli autocrati piacciono.
Certo, Vladimir Putin ha vinto il 18 marzo delle elezioni senza rischi, escludendo il suo principale oppositore e facendo in modo che l’affluenza fosse la più alta possibile. Ma nessuno contesta la sua effettiva popolarità in una parte del paese, che gli avrebbe permesso senza dubbio di farsi eleggere senza barare.
Lo stesso potrebbe dirsi di Recep Tayyip Erdoğan, presidente di un regime sempre più autoritario in Turchia, che spedisce
giornalisti e scrittori come Ahmet Altan
in prigione per il resto dei loro giorni e schiaccia i curdi ad Afrin senza nessuno scrupolo. Ma anche Erdoğan conserva una notevole base di popolarità, anche se la riforma costituzionale del 2017, che ha instaurato il regime presidenziale, è stata approvata solo dal 51,3 per cento degli elettori turchi.
A questa categoria potremmo aggiungere il presidente filippino Rodrigo Duterte, eletto democraticamente sulla base di un programma che prevedeva la pena di morte per migliaia di persone sospettate di essere trafficanti di droga. Una volta eletto, ha fatto proprio questo, senza preoccuparsi delle procedure giudiziarie o di rispettare lo stato di diritto, al punto di annunciare, qualche giorno fa, il ritiro delle Filippine dal Tribunale penale internazionale, per evitare un giorno di trovarsi giudicato lui stesso.
Il paradosso è ancora più evidente in Cina, dove il Partito comunista non cerca di preservare delle apparenze democratiche che non esistono, ma dove il presidente Xi Jinping vincerebbe di sicuro in un eventuale scrutinio a suffragio universale. Xi ha preferito fare approvare al parlamento (controllato dal partito) la riforma costituzionale che
gli permette di effettuare tutti i mandati che vorrà
: i voti contrari sono stati appena due su tremila.
In tutti questi casi il nazionalismo è il motore alla base dell’autorità dell’uomo al potere
Perché questi “uomini forti” sono relativamente amati, e comunque abbastanza da non dover ricorrere a un terrore permanente per governare? Anche se questo non impedisce che una repressione spietata si abbatta sui loro oppositori, come mostrano la Turchia attuale, la Cina che
ha lasciato morire in prigione l’intellettuale dissidente Liu Xiaobo
l’anno scorso, oppure la Russia che rende sempre più impenetrabile il suo sistema.
Sono molte le possibili risposte che permettono di comprendere le ragioni di questa concorrenza a cui assistiamo, anche all’interno dell’Unione europea, tra sistemi di valori “illiberali”, fondati sull’erosione di contropoteri come la giustizia, la società civile e la libertà d’informazione, e le vecchie democrazie liberali.
Il principale fattore comune è sicuramente la natura di questo “uomo forte” (vi sarete accorti che sono sempre degli uomini, anche se la storia ha avuto la sua quota di “donne forti”, come Indira Gandhi, Golda Meir o Margaret Thatcher, ma in epoche e contesti differenti).
Questi “uomini forti” appaiono agli occhi dei loro popoli come quelli più in grado di metterli al sicuro in periodi difficili o complessi. Vladimir Putin ha sicuramente ripristinato una certa stabilità in Russia dopo il crollo dell’Unione Sovietica e il caos dell’epoca Eltsin, e da 18 anni ne trae beneficio. Recep Tayyip Erdoğan promette ai suoi elettori di proteggerli in un periodo di grandi tensioni regionali che rischiano di trascinare via con sé la Turchia, risvegliando il trauma del crollo dell’impero ottomano di esattamente un secolo fa, alla fine della prima guerra mondiale.
In tutti questi casi il nazionalismo è il motore alla base dell’autorità dell’“uomo forte”. Non si tratta solo della fierezza nazionale mostrata negli stadi o nelle discussioni da bar, bensì di un nazionalismo revanscista che seduce i popoli maltrattati dalla storia.
I russi sentono di essere stati umiliati con la fine dell’Urss, e una parte della retorica di Vladimir Putin accusa gli occidentali di aver voluto impedire alla Russia di riprendersi il rango che le spetta tra le primissime potenze mondiale dopo la guerra fredda.
In Europa le tentazioni autoritarie crescono con gli stessi ingredienti: paura dell’“altro”, incertezza per il futuro
Il Partito comunista cinese e Xi Jinping traggono una parte della loro legittimità dall’aver messo fine al “secolo dell’umiliazione”, come viene chiamato in Cina il periodo che seguì lo scontro con l’Europa alla metà del diciannovesimo secolo, e promettono di portare nuovamente la Cina a essere l’“impero di mezzo” di un tempo, ovvero molto semplicemente la prima potenza mondiale.
Lo stesso accade per la Turchia, che coltiva il suo passato di grandezza ottomano sullo sfondo dei suoi interventi militari in Siria o nel nord dell’Iraq. O ancora nell’Ungheria dell’assai illiberale Viktor Orbán, che soffre ancora per la ferita del trattato di Trianon (1920), all’origine dello smantellamento dell’impero austroungarico e della divisione degli ungheresi in vari paesi (Romania, Slovacchia, Serbia, Ucraina e altri).
Identità più forte dell’economia
Infine questi “uomini forti” sfruttano la paura dell’“altro”. Questo “altro” cambia a seconda dei paesi. Può essere l’immigrato di pelle scura e musulmano in Ungheria, il curdo o l’armeno in Turchia, l’occidentale che vuole umiliare la Russia oppure, nel caso specifico della Cina, l’occidentale oppure il migrante nelle zone povere del paese, geloso del successo economico e materiale della nuova classe media urbana.
In tutti questi casi, una parte non trascurabile della popolazione è convinta, anzi è stata convinta, della necessità di avere uno stato forte, un uomo dal pugno di ferro, “severo ma giusto”, per affrontare le minacce interne ed esterne, e soprattutto per assicurare il posto della nazione e delle sue varie componenti in mezzo alle turbolenze di questo mondo.
Questi fattori identitari sono sicuramente più forti della dimensione economica. In Russia, abbiamo sentito evocare in campagna elettorale la sindrome “del televisore e del frigorirero”: in televisione tutto è bello e funziona bene, ma quando apriamo il frigo ci accorgiamo delle difficoltà della vita quotidiana. Una cosa che però non ha impedito il successo di Putin.
La Cina rappresenta sicuramente un’eccezione da questo punto di vista: il nuovo tacito “contratto sociale” della Cina moderna è fondato al contempo sull’ascesa di una potenza rispettata da tutti, ma anche sull’arricchimento personale dei suoi abitanti, come accade per un numero sempre maggiore di loro da tre decenni. Se uno dei due elementi del “contratto” venisse a mancare, il potere potrebbe entrare immediatamente in una zona a rischio.
Di fronte a questo dinamismo dei grandi paesi autoritari, le democrazie liberali offrono uno spettacolo di divisione, dubbiosi sul loro stesso sistema di valori e di governo, e un’incapacità a intendersi su un progetto comune.
Ma soprattuto funzionano ciascuna in maniera autarchica, senza prendere davvero consapevolezza della posta in gioco su scala globale. È il caso degli Stati Uniti, dove una parte dell’elettorato continua a fidarsi della retorica demagogica “trumpiana”, anche se l’ultimo voto parziale mostra che lo zoccolo duro non è più sufficiente a vincere delle elezioni e le cose potrebbero cambiare in autunno, alle prossime elezioni di metà mandato.
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Ma è vero soprattutto in Europa, dove le tentazioni autoritarie crescono da un’elezione all’altra, nell’est come nell’ovest, con gli stessi ingredienti visti altrove: paura dell’“altro”, disagio identitario, e incertezze sull’avvenire in un mondo che vive una mutazione geopolitica e tecnologica profonda.
Ora che la Germania, finalmente dotata di un governo dopo un lungo periodo di trattative, e la Francia, che affronta i primi veri banchi di prova sociali dell’“era Macron”, vogliono rilanciare un’Europa politicamente liberale, dovranno entrambe tener conto di queste paure e di questo contesto globale sfavorevole. Gli “uomini forti” non vogliono saperne di questa Europa liberale, e faranno di tutto per combatterla.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Geopolitica
| Il segreto del successo degli uomini forti | Inseparabili. Due gemelli nel Caucaso |
La settimana scorsa si è svolto il Workshop Ambrosetti, forum economico internazionale che si tiene ogni anno nella prima settimana di settembre a Cernobbio, sul Lago di Como. Tra gli ospiti di questa edizione c'è stato anche [Gianroberto Casaleggio](<https://www.ilpost.it/2013/03/03/chi-e-gianroberto-casaleggio/>), co-fondatore del Movimento 5 Stelle insieme a Beppe Grillo, e fondatore della società informatica ed editoriale Casaleggio Associati. Nel suo intervento Casaleggio ha parlato soprattutto del rapporto tra lo sviluppo di nuovi media e la politica, citando e spiegando il senso dei metodi utilizzati dal M5S per interagire con i propri iscritti su Internet.
_Foto: Gianroberto Casaleggio (Andreoli Emilio - LaPresse)_
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| L'intervento di Casaleggio a Cernobbio | Dart, forse non andrà come previsto |
Di regola quando un’organizzazione, o un cartello di organizzazioni, appartenente al suggestivo mondo del sindacalismo di base indice in solitaria uno sciopero si sviluppa una discussione tanto vivace quanto, di regola, ineffettuale sul fatto che non è bene fare così, che si dovrebbe trovare un accordo quantomeno fra le organizzazioni maggiori e così via e non manca chi si prodiga regolarmente in tal senso.
Ora, è evidente che una mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici tanto più ha la possibilità di coinvolgere una massa critica e di ottenere risultati quanto più le forze che la promuovono hanno un peso adeguato e, di conseguenza, che, laddove vi siano differenze di dettaglio rispetto agli obiettivi, andrebbero lasciate da parte a favore di ciò che unifica.
Pure, almeno a mio avviso, una qualche attenzione alle proposte ed alle piattaforme dei diversi sindacati sarebbe opportuna, almeno se le si piglia sul serio visto che si chiede ai settori di lavoratori e lavorartici che il sindacalismo di base organizza o influenza impegno, sacrificio e, a volte, l’affrontare dei rischi di rappresaglia da parte dei padroni e che vogliono indicare una prospettiva generale all’assieme della nostra classe.
Se lo si facesse, infatti, si potrebbe scoprire che non è affatto vero che le differenze sono così di dettaglio e che forse varrebbe la pena di discuterne.
Propongo un esempio recente e cioè la piattaforma di sciopero che riporto di seguito:
“
L’Unione Sindacale di Base indice per venerdì 12 aprile lo sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private contro le politiche di austerity che l’Unione Europea impone ai Paesi del sud dell’Europa; per l’abrogazione totale della legge Fornero; per l’istituzione di un vero reddito di cittadinanza, universale e incondizionato; per la crescita dei salari e l’abbassamento delle tasse anche al lavoro dipendente. “
Dunque USB propone ai lavoratori di scioperare, in primo luogo, contro l’Unione Europea, le altre rivendicazioni, per quanto condivisibili hanno, come precondizione, l’ottenimento della prima, e a favore dei “Paesi del sud dell’Europa”.
Ora, supponendo che con il temine “Paesi” non si indichino i piccoli centri di campagna, è evidente che i “Paesi” sono strutture sociali in cui ci sono borghesi e proletari, dominanti e dominati, eserciti e polizie e tutto quanto ciò comporta, in altri termini tutta la vecchia merda.
Di conseguenza, ci si dovrebbe opporre agli stati più forti, in primis la Germania, che dominano l’Unione Europea per difendere gli stati più deboli, quelli che possiamo definire le nazioni proletarie.
Per chiarire cosa si indichi con questa locuzione è opportuno riprendere la definizione che ne da Enrico Corradini al congresso costitutivo dell’Associazione Nazionalistica a Firenze nel Dicembre 1910:
“
Dobbiamo partire dal riconoscimento di questo principio: ci sono nazioni proletarie come ci sono classi proletarie; nazioni, cioè, le cui condizioni di vita sono con svantaggio sottoposte a quelle di altre nazioni, tali quali le classi. Ciò premesso, il nazionalismo deve anzitutto batter sodo su questa verità: l’Italia è una nazione materialmente e moralmente proletaria. Ed è proletaria nel periodo avanti la riscossa, cioè nel periodo preorfanico, di cecità e di debilità vitale. Sottoposta alle altre nazioni è debole, non di forze popolari, ma di forze nazionali. Precisamente come il proletariato prima che il socialismo gli si accostasse. “
Ma un sindacato che organizza uno sciopero in “difesa” dei, presunti, comuni interessi fra le classi che costituiscono uno o più paesi, rompe radicalmente con la nozione stessa di autonomia della classe dagli interessi padronali e statali e con l’individuazione nel proletariato di una classe nei fatti, se non nella consapevolezza, internazionale.
Per evitare fraintendimenti, è assolutamente evidente che il proletariato realmente esistente non solo non si vive come un’unica classe mondiale ma spesso non va oltre l’aziendalismo o la semplice tutela degli interessi individuali.
Ma qui stiamo parlando di USB e USB è, come sappiamo, non la classe ma un sindacato costituito da dirigenti, quadri intermedi, un robusto, rispetto alle dimensioni, apparato di funzionari retribuito in gran parte mediante finanziamenti forniti dal governo, e una base di lavoratori.
Come ogni sindacato, afferma dei valori, una visione del mondo e li afferma con la pratica più che con le affermazioni che fa e, se il sindacato ha, anche una funzione educativa, un sindacato che si allea con il proprio governo contro un, presunto, nemico esterno ha una funzione diseducativa.
Insomma, per, provvisoriamente, concludere su questo punto, ognuno ha la responsabilità di quanto fa e, se si sceglie di assecondare le derive nazionaliste favorite da governi e partiti sovranisti, e certamente presenti nel corpo della nostra classe, non lo si fa certo per caso ma, con ogni evidenza, perché non solo si fa propria sino in fondo la linea politica della Rete dei Comunisti, il micropartito che governa USB, il che è abbastanza ovvio, ma nemmeno si sente l’esigenza di celarla o, quantomeno, di edulcorarla.
Siamo, in altri termini, nell’accettazione di un vero e proprio nazionalsindacalismo, a un giocare di sponda col governo assumendo la medesima posizione sul rapporto fra stato italiano e Unione Europea.
Quali siano i vantaggi immediati per chi sposa questa posizione sono evidenti, il porsi in relazione con le forze politiche istituzionali garantendosi, di conseguenza, finanziamenti e diritti.
Si pensi, per comprendere di cosa si parla, alla firma da parte di USB alla firma dell’accordo sull’ILVA che non ha in alcun modo posto un limite alla morte ed alle malattia che l’ILVA stessa determina, un comportamento perfettamente eguale a quello di quelle CGIL CISL UIL che USB pretende di criticare.
Ma non si vede, per dirlo pacatamente, quale sia il vantaggio per i lavoratori di tale scelta a meno che non si pensi che consista nel rafforzamento del proprio sindacato.
Se si pensa che un sindacato debba, contemporaneamente, porsi l’obiettivo di ottenere conquiste per le lavoratrici ed i lavoratori e di favorire la loro capacità di lotta e di organizzazione, è evidente che il nazionalsindacalismo è una proposta da combattere senza ambiguità.
Non so se il corpo militante di USB e la massa degli iscritti condividono le posizioni del loro gruppo dirigente e se ne colgono tutte le implicazioni, credo però sia necessario denunciarle senza ambiguità.
Si tratta, a questo punto, di domandarsi se, dietro la posizione nazionalsindacalista vi sia, e nel caso quale sia, una qualche argomentazione razionale e, in qualche misura, condivisibile.
È, a mio avviso, evidente che un argomento razionale può essere questo, l’attuale capitalismo vede una classe dominante sempre meno legata ai singoli stati nazionali, l’integrazione mondiale del capitale industriale e di quello finanziario con la conseguente difficoltà per i lavoratori e le lavoratrici di contrastarne il dominio visto che è possibile spostare produzioni e capitali in misura notevolissima vanificando l’effetto delle lotte locali e aziendali.
Si tratta di tesi effettivamente fondata anche se vale la pena di ricordare che il nuovo centro del sistema mondo e cioè la Cina vede, ancora?, un legame forte fra stato/nazione e sistema delle imprese.
Lasciamo, provvisoriamente, da parte la specificità cinese e diamo per assodato che vi è un settore apicale della borghesia che ritengo sia più corretto definire come transnazionale o, se si preferisce, internazionale e certo non internazionalista.
Ora, l’accresciuto peso della finanza, l’integrazione mondiale dell’economia ecc., intrecciandosi con l’andamento, diciamo così, non brillante del ciclo economico nei paesi a capitalismo maturo qualche cadaverino se lo è lasciato dietro e le ragioni di quanto è avvenuto meritano di essere, assai schematicamente, ricordate.
Mi riferisco, per essere chiari, alla socialdemocrazia e cioè a quella componente del movimento dei lavoratori che, nell’intento di socializzare lo stato, ha statalizzato se stessa.
Non a caso, con la fine dei trenta gloriosi, i trent’anni che seguono la seconda guerra mondiale e che hanno visto sviluppo del capitale, aumento dei salari ed estensione del welfare nell’area del capitalismo maturo, si è data la fine del compromesso socialdemocratico.
Se quanto detto è vero, ciò che è andato radicalmente in crisi, ovviamente in misura e modalità diverse nei vari contesti, è la relazione “virtuosa”, fra burocrazie del movimento operaio e stati nazionali con l’effetto che le tradizionali sinistre dovendo scegliere fra incrudimento del rapporto con il capitale e politiche di fiancheggiamento alla distruzione del welfare e all’attacco ai salari, hanno fatto la scelta più consona alla loro natura limitandosi a cercare di addolcire gli effetti dell’offensiva padronale e perdendo, di conseguenza, gran parte del consenso che avevano fra i lavoratori.
Per svariate ragioni, il vuoto lasciato dalla crisi della socialdemocrazia non è stato occupato, o non è stato ancora occupato, se non in misura limitata da correnti più radicali, e sembra giunto il tempo dei cosiddetti populismi.
Ora, la cosa bizzarra è che, dal punto di vista dei programmi economici, i populisti ripropongono quello socialdemocratico delle origini: intervento dello stato in economia, difesa dell’industria nazionale, integrandolo, nel caso dei populisti di sinistra, con l’allargamento del fronte a settori popolari diversi dai lavoratori salariati, il sostegno al reddito e il riconoscimento di un ruolo alle comunità locali e, nel caso dei populisti di destra, con misure securitarie, nazionalismo e xenofobia.
Perché i populisti di sinistra dovrebbero riuscire dove hanno fallito i socialdemocratici per me resta un mistero della fede. La debacle del M5S in Italia mi sembra dimostrare che non è così facile.
Resta, quindi, l’ipotesi non ancora sperimentata e cioè il guardare in faccia la realtà per dura che sia, non illudersi di poter frapporre fra la classe e il dominio del capitale un qualche ceto politico e il porsi il problema del coordinamento internazionale delle lotte e delle organizzazioni dei lavoratori.
Non si tratta certo di un percorso facile, c’è la necessità di un lavoro di medio lungo periodo, di sperimentare soluzioni nuove, si dovranno fare i conti con l’esiguità delle forze e, tuttavia, questa scelta ha almeno il pregio di porsi all’altezza dei problemi che abbiamo di fronte.
Hic Rhodus, hic salta!
Cosimo Scarinzi
| Sta nascendo un sovranismo sindacale? - | Roccella: "Libertà di essere chi si vuole? No, è una negazione della realtà. Esistono femmine e maschi" |
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>> Event Horizon Telescope (EHT), un consorzio internazionale tra più radiotelescopi, è riuscito a osservare per la prima volta l’“ombra” del buco nero Sagittarius A*, che si trova al centro della Via Lattea, la nostra galassia. L’immagine ricorda quella che sempre EHT [aveva realizzato nel 2019](<https://www.ilpost.it/2019/04/10/prima-immagine-buco-nero/>), quando aveva pubblicato la prima immagine mai realizzata di un buco nero. All’epoca l’osservazione aveva riguardato un buco nero al centro della galassia Virgo A (M87), a circa 55 milioni di anni luce dalla Terra. La nuova osservazione riguarda invece un suo collega, ma più vicino a noi, per lo meno in termini astronomici: 26mila anni luce di distanza e con una massa stimata intorno a 4 milioni di volte quella del Sole.
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>> La presenza di un buco nero al centro della Via Lattea era ipotizzata da tempo e aveva trovato diverse conferme, grazie ad analisi su come si muovono i corpi celesti nella galassia, ma non era mai stato possibile osservarne la presenza.
>>
>> **EHT**
> Per scoprire a distanza ciò che avviene nei pressi di un buco nero si utilizzano i radiotelescopi, grandi antenne che a differenza dei classici telescopi ottici utilizzano le loro parabole per rilevare le onde radio emesse dalle cose (radiosorgenti) che ci sono nello Spazio. Il loro utilizzo consente di osservare che cosa è accaduto molto tempo fa a distanze enormi, tali da richiedere alla luce viaggi di decine, centinaia e a volte migliaia di anni.
>>
>> Un fotomontaggio delle parabole dei radiotelescopi impiegati da EHT in giro per il mondo (ESO)
>>
>> In generale, più sono grandi le parabole, più precise possono essere le osservazioni. Per questo alcuni anni fa i ricercatori si chiesero se fosse possibile trasformare l’intero pianeta in una sorta di grande antenna, per disporre di uno strumento molto più potente. Da questa idea nacque l’[Event Horizon Telescope (EHT)](<https://eventhorizontelescope.org/>), che raccoglie telescopi dal Cile all’Antartide alle Hawaii, sincronizzati con [orologi atomici](<https://www.ilpost.it/2022/05/03/definizione-secondo/>) in modo da raccogliere insieme dati sulle galassie verso cui vengono puntati.
>>
>> La rete di radiotelescopi utilizzata da EHT (ESO)
>>
>> **Buchi neri**
> Un buco nero non può però essere visto o fotografato direttamente, perché questi oggetti possiedono un campo gravitazionale così intenso che nulla di ciò che contiene al suo interno può sfuggirgli: nemmeno la luce. Possiamo immaginarlo come una sfera al cui interno c’è l’oggetto massiccio vero e proprio. La superficie sferica segna il confine entro il quale si verificano le condizioni per cui niente può sfuggire, o tornare indietro se è finito nel buco nero: questa sfera è detta “orizzonte degli eventi”.
>>
>> L’oggetto massiccio che si trova al centro della sfera, e che crea una deformazione nello spaziotempo (la struttura quadrimensionale dell’Universo, [se siete confusi qui è spiegato più estesamente](<https://www.ilpost.it/2019/04/10/prima-immagine-buco-nero/>)), è invece definito “singolarità”: si chiama così perché non ne conosciamo le caratteristiche, ma sappiamo che sono diverse da quelle che regolano il comportamento della materia per come la conosciamo. È inoltre ipotizzato che la densità della singolarità sia tale da tendere all’infinito.
>>
>> [](<https://www.ilpost.it/?attachment_id=2578600>)
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>> Rappresentazione schematica di un buco nero, clicca sull'immagine per ingrandirla (ESO)
>>
>> Non sappiamo che cosa accade entro i confini dell’orizzonte degli eventi, in compenso dall’esterno possiamo osservare che cosa succede alla materia (gas e polveri) quando finisce al confine e, in base alle sue reazioni, capire qualcosa in più sul buco nero. Grazie a EHT è stato possibile farlo con M87* e ora con Sagittarius A*.
>>
>> **Sagittarius A***
> Il buco nero al centro della Via Lattea è molto più vicino alla Terra, ma è più piccolo e meno attivo rispetto a quello al centro di M87, al punto da essere più difficile da osservare. Il materiale nei pressi dell’orizzonte degli eventi cambia molto velocemente e di conseguenza la stessa ombra del buco nero si modifica rapidamente, rendendo più complicata l’osservazione con i radiotelescopi sincronizzati tra loro. Il gruppo di ricerca ha inoltre dovuto fare i conti con le polveri interstellari nella nostra galassia, che interferivano con le osservazioni.
>>
>> E proprio il lavoro di “pulizia” dei dati ha richiesto molto tempo ai gruppi di ricerca. L’osservazione di Sagittarius A* era stata effettuata nel 2017 nello stesso periodo in cui era stato osservato il buco nero al centro di M87. Per quest’ultimo erano stati necessari quasi due anni di analisi, mentre per l’altro ne sono occorsi quasi cinque. I gruppi di ricerca avevano comunque iniziato a lavorare prima su M87, perché ritenuto meno complicato.
>>
>> Sagittarius A* visto da EHT (ESO)
>>
>> Come ha spiegato Katie Bouman, una delle astrofisiche che hanno partecipato all’iniziativa: «Scattare una fotografia con EHT è come ascoltare una canzone suonata su un pianoforte con molti tasti mancanti». I dati raccolti hanno numerose lacune, che devono essere colmate con calcoli complessi ed escludendo le interferenze generate da altri corpi celesti. Per molto tempo i gruppi di ricerca hanno quindi lavorato senza essere certi di arrivare a un risultato accettabile e accurato a sufficienza.
>>
>> EHT ha raccolto 3,5 milioni di gigabyte, una quantità di dati enorme che non sarebbe stato possibile trasferire tramite Internet. I file sono stati salvati su centinaia di dischi rigidi e trasportati poi dai radiotelescopi ai centri di ricerca e analisi negli Stati Uniti e in Germania. I dati sono stati poi analizzati e via via selezionati, fino al punto di poterne trarre un’informazione rilevante: l’immagine di Sagittarius A*.
>>
>> Dall’immagine e dagli altri dati, ricercatrici e ricercatori di EHT hanno scoperto che il buco nero della Via Lattea non è particolarmente vorace, se confrontato con altri buchi neri in giro per l’Universo. La quantità di materia che si trova nei suoi paraggi e che finisce al suo interno è piuttosto contenuta, come ha spiegato un altro astrofisico, Michael Johnson, nella conferenza stampa di presentazione dei risultati: «Se Sagittarius A* fosse una persona, consumerebbe un chicco di riso ogni milione di anni». Naturalmente tutto va rapportato all’enorme massa del buco nero, decisamente superiore a quella di una persona. Nel complesso Sagittarius A* è risultato essere piuttosto comune e tranquillo.
>>
>> M87* e Sagittarius A* messi a confronto (ESO)
>>
>> Oltre a riguardare direttamente la nostra galassia, il nuovo risultato è importante perché conferma l’affidabilità dei sistemi sviluppati da EHT per studiare i buchi neri. Nei prossimi anni i responsabili del progetto confidano di poter aggiungere nuovi radiotelescopi, realizzando un sistema più preciso che potrebbe rendere possibile l’osservazione nel tempo, e con una migliore risoluzione, di un buco nero per comprenderne l’evoluzione.
>>
>>> [La prima immagine di un buco nero](<https://www.ilpost.it/2019/04/10/prima-immagine-buco-nero/>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| La prima immagine del buco nero al centro della nostra galassia | Israele: tre obiettrici condannate |
Quando vai in pensione puoi essere finalmente sincero. E questo vuol dire che libererò di un peso, perché forse finalmente non sarò più costretto a preoccuparmi delle ricadute sociali, per non dire del domino di pettegolezzi che appena si dà la stura alle confessioni, si diffonde sempre, come una di quelle epidemie di chiacchiere che specialmente l'accademia sa far circolare. Insomma vi posso confidare una storia che risale a quasi quaranta anni fa, quando ero ancora uno studente, un giovane studente di Lettere Moderne. Ho un ricordo di me che muove quasi alla tenerezza.
Uno di quei tipi che si tocca un sacco i capelli e che si guarda allo specchio indossando i cardigan bordeaux che fino a qualche anno prima schifava. Ero un ragazzo; un ragazzo un po' male in arnese, ma ero ottimista. Avevo dalla mia dei polmoni forti, evidentemente impermeabili alle tossine delle sigarette senza filtro che ciucciavo nelle pause tra una lezione e l'altra, e del resto non avevo mai sperimentato il dolore cervicale che mi ha accompagnato dai trent'anni in poi e potevo permettermi di non asciugarmi i lunghi capelli col fohn nemmeno nel gelo dell'inverno. Ma soprattutto ero fiducioso, convinto del rischiararsi degli orizzonti futuri; ero appena andato a convivere la mia prima fidanzata seria: una ragazza ligure di nome Silvia ma che ai miei occhi di allora somigliava a Anna Karina e che io appunto per questo chiamavo Anna.
Avevo venticinque, ventisei anni; avevo deciso pochi mesi prima di lasciare casa dei miei, stufo di occuparmi delle loro depressioni speculari che erano abili a riversare su di me in una sorta di liquidazione al ribasso della vita reciproca. Anche se è vero, a dirla tutta, avevo dovuto abbandonare, insieme alle sticomitie verbali dei miei (gli "Hai visto come s'è ridotta tua madre" - "Hai visto come s'è ridotto tuo padre"), anche la mia calorosissima stanza di trenta metri quadri in una villa (una specie di casa colonica a due piani) di Frascati con gli armadi sempre pieni di biancheria pulita, per accomodarmi in un appartamento senza termosifoni (un vecchio casotto contadino riattato nella campagna sotto Grottaferrata) con l'illusione ostinata (che cercavo di trasmettere anche a Anna) che stessimo emulando il ménage di Henry Miller con Anais Nin, o meglio quello di John Reed e Louise Bryant reclusi in un rifugio decadente nel pieno della Rivoluzione russa. C'è da dire che, meglio chiarirlo subito, la amavo.
Anna in generale, non me ne resi conto in fretta, era invece innamorata dei miei modelli relazionali solo molto moderatamente. Certo le piaceva fare l'amore con la mia stessa stolta e convulsa serialità – e questo ovviamente ci univa più che ogni altra cosa – ma voleva dalla vita qualcosa che, visto con gli occhi di adesso, forse allora non potevo comprendere del tutto. Era una fuorisede anomala: da poco sbarcata da Varazze a Roma per frequentare un dottorato in chimica, e al tempo stesso - quattro sere a settimana – fare praticantato presso un paio laboratori di analisi dei Castelli. Si riusciva a campare da sola, spediva parte soldi a casa per un fratello problematico, aggiustava lei un rubinetto se si rompeva, teneva appeso in camera un poster di Marie Curie.
Al contrario suo, io badavo a mala pena ai miei bisogni. Ero in un periodo di desertificazione finanziaria e di quella che definirei gassosità progettuale. Ma avevo giurato a me stesso almeno due cose: di non accettare più alcun aiuto dai miei e di riuscire a laurearmi. Anche se quel
riuscire a laurearmi
durava da quasi tre anni. Di notte sognavo liste di bibliografia per una tesi aveva ormai assunto i connotati di un animale domestico di specie incerta che però ci faceva compagnia nelle serate a due, tanto che Anna ogni volta che ritirava fuori l'argomento, la chiamava "quella cosa".
L'argomento di "quella cosa" era un formidabile scrittore che negli anni '50 era stato seminoto, pur avendo scritto un unico libro,
Il sentiero dei nidi di ragno
. Italo Calvino: probabilmente alla maggior parte di voi questo nome non dirà molto – d'altronde anche se cercaste su Wikipedia trovereste soltanto una dozzina di righe filologicamente discutibili. Quel che è abbastanza accertato è che fu, ovviamente, un balilla nei primi anni del Ventennio, che riuscì a attraversare il fascismo apparentemente indenne ai plagi ideologici, che diventò un partigiano dal 1943, e che dopo la guerra riscosse una minima notorietà tra gli addetti ai lavori per la pubblicazione di questo libro d'esordio. Subito dopo l'uscita però decise imprevedibilmente di lasciare l'Italia e una carriera apparentemente avviata, per tornare nel paese della sua primissima infanzia, Cuba, dove era nato nel 1922.
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Putin si congratula con Saakashvili per la sua rielezione e apre a sviluppi costruttivi nelle relazioni tra i due paesi ma rimangono ombre sulla trasparenza e legalità dell'ultima tornata elettorale
25/01/2008 -
Maura Morandi*
Tbilisi
Domenica 20 gennaio Mikheil Saakashvili è stato ufficialmente investito per la seconda volta della carica di Presidente della Georgia. A due settimane dalla vittoria delle
contestatissime elezioni
dello scorso 5 gennaio il giovane Presidente ha giurato sulla Costituzione georgiana di proteggere "l'indipendenza, l'unità e l'indivisibilità del Paese". Saakashvili, accompagnato dalla moglie Sandra e dai due figli, è stato accolto con grande calore ed entusiasmo dalla folla dei suoi sostenitori accorsi nel centro della capitale per festeggiarlo.
Nel suo discorso d'insediamento il Presidente ha ribadito che quelle d'inizio gennaio sono state "le elezioni più democratiche della storia del Paese" ed ha aggiunto che la sua persona rappresenta il leader "non solo di un partito, ma dell'intera nazione". La cerimonia si è conclusa con una parata militare durante la quale hanno sfilato davanti al Presidente appena rieletto, ai suoi illustri ospiti e ai suoi sostenitori circa 2.500 soldati e ufficiali, numerosi carri armati e mezzi di artiglieria pesante, e alcuni aerei da combattimento.
Presidenziali e Presidenti
Vicende e protagonisti della massima carica georgiana in un'analisi di Marilisa Lorusso
Alla cerimonia, che si è tenuta davanti al palazzo del Parlamento, hanno partecipato diversi rappresentanti politici georgiani, l'intero corpo diplomatico accreditato in Georgia, i rappresentanti speciali per il Caucaso del Sud di NATO e Unione Europea e le delegazioni di diciassette stati tra i quali Stati Uniti, Lettonia, Estonia, Lituania, Polonia, Romania, Francia, Svezia, Armenia, Iran, Ucraina, Repubblica Ceca, Turkmenistan e Federazione Russa. Nei giorni precedenti alla celebrazione solenne c'era un clima di attesa negli ambienti politici georgiani per la partecipazione della delegazione russa capeggiata dal Ministro degli Esteri Sergey Lavrov.
Dopo la diffusione dei risultati ufficiali delle elezioni, infatti, il riconfermato Presidente georgiano aveva dichiarato di essere intenzionato a voler impegnarsi per sciogliere le tensioni nelle relazioni con la Russia e aveva invitato il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, a partecipare alla cerimonia della sua investitura. In una lettera spedita a Saakashvili e pubblicata sul sito internet del Cremlino, Putin si è congratulato con Saakashvili per la sua rielezione, aggiungendo che "si aspetta sviluppi costruttivi nelle relazioni tra i due paesi".
Georgia: voto 2008
Dossier elezioni da EurasiaNet
Evento importante, quindi, la partecipazione alla cerimonia del Ministro russo, dato che da oltre un anno non si verificavano incontri ad alto livello a causa dei forti attriti che negli ultimi due anni erano cresciuti tra i due paesi. Attriti che hanno portato, tra il resto, alla chiusura dei confini tra Russia e Georgia e alla sospensione dei collegamenti aerei e postali tra i due paesi.
Subito dopo le celebrazioni per la sua nomina, il Presidente Saakashvili ha avuto un incontro bilaterale con il Ministro Lavrov. Nel corso del colloquio, durato circa quarantacinque minuti e al quale ha partecipato anche il Primo Ministro georgiano Lado Gurgenidze, Saakashvili e Lavrov si sono confrontati sul futuro delle relazioni tra Tbilisi e Mosca. Lavrov ha dichiarato infatti che "la nostra partecipazione alla cerimonia di investitura rappresenta la conferma del desiderio sincero e profondo della Russia di normalizzare le relazioni con la Georgia".
Durante la sua visita a Tbilisi, Lavrov ha incontrato inoltre il Patriarca della Georgia Ilia II e i rappresentanti dell'opposizione politica georgiana, ribadendo la necessità per entrambi i paesi di avere relazioni amichevoli.
I leader dell'opposizione non hanno partecipato alla cerimonia in viale Rustaveli e, seguendo l'ondata d'impeto dissidente degli ultimi mesi, hanno organizzato per la stessa giornata di domenica una manifestazione di protesta contro quella che ritengono "la rielezione illegittima" di Saakashvili. Nessuno degli altri sei candidati presidenziali, infatti, ha riconosciuto la vittoria elettorale di Saakashvili. Levan, operaio di quarantacinque anni presente alla manifestazione, mi dice che "il Presidente è colui che la gente riconosce in quanto tale. E Saakashvili non è il nostro Presidente".
Durante la manifestazione Levan Gachechiladze, leader della coalizione di nove partiti d'opposizione, ha affermato che "noi non smetteremo di protestare" e che "non abbiamo bisogno di alcuna negoziazione con le autorità attualmente al governo". Alla protesta, tenutasi all'ippodromo di Tbilisi, hanno partecipato decine di migliaia di persone che accusano Saakashvili di non aver ottenuto il numero di voti necessari per essere eletto al primo turno e di aver organizzato una lunga serie di brogli elettorali.
Violazioni che ora sembrerebbero confermate anche dall'ultima
relazione dell'OSCE
in riferimento al periodo tra il 6 e il 18 gennaio. Nel rapporto, compilato dagli osservatori internazionali che hanno monitorato il conto e il completamento dei protocolli di 180 commissioni elettorali, si legge che la tabulazione dei voti in alcuni distretti è stata "viziata o molto viziata" e in alcuni seggi c'è stata un'affluenza di elettori "insolitamente alta". Il resoconto dell'OSCE pone l'accento anche sul fatto di come i dati si siano mostrati "incoerenti", in quanto "lo staff della Commissione Elettorale Centrale ha informato la Missione di osservazione elettorale dell'OSCE/ODIHR che in circa 940 su 3.511 seggi il numero degli elettori effettivi non coincide con la somma dei voti validi e non validi".
Il processo di tabulazione, inoltre, viene descritto nel report come "lento, non molto ben organizzato e spesso caotico" e il modo in cui sono state trattate le numerose proteste alle corti e alle amministrazioni elettorali viene criticato in quanto "sembra si sia evitato di considerare davvero i reclami". "L'amministrazione elettorale a tutti i livelli e le corti" infatti "non hanno considerato interamente e adeguatamente e non hanno investigato un considerevole numero di reclami circa le irregolarità nelle votazioni, nel conteggio e nella tabulazione dei risultati elettorali".
Un paio di giorni dopo l'uscita del report dell'OSCE, il governo georgiano ha rilasciato una
nota di spiegazione
, pubblicata sul sito del Ministero degli Affari Esteri. Nel documento il gabinetto cerca di rispondere alle questioni sollevate dall'OSCE e afferma principalmente che gli osservatori elettorali internazionali hanno tralasciato di dire che i problemi da loro denunciati hanno coinvolto "un numero molto limitato di seggi", circa l' 1% del totale secondo le autorità georgiane.
Nonostante l'ufficializzazione dei risultati da parte della Commissione Elettorale Centrale e l'insediamento di Saakashvili, quindi, rimangono ancora molte ombre su trasparenza e legalità dell'ultima tornata elettorale. Ombre che l'opposizione intende mettere in luce, adesso anche grazie all'ultimo report degli osservatori internazionali.
*Programme Officer, UNHCR Georgia. Le opinioni espresse nell'articolo sono da attribuirsi unicamente all'autrice e non riflettono necessariamente la posizione dell'UNHCR
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| Il nuovo Saakashvili riapre alla Russia | Renzi sulla stepchild non si spende: per una volta «decide il parlamento» |
Erano i tempi del secondo governo Berlusconi, con ministro dell’Istruzione Letizia Moratti. La legge 186 del 18 luglio 2003 diede il via all’assunzione in ruolo degli insegnanti di religione cattolica. Un esercito di 13.880 docenti scelti dal vescovo venne così assunto con contratto statale a tempo indeterminato. Uno schiaffo ai precari delle materie obbligatorie, un (ennesimo) schiaffo alla laicità della scuola. Nel 2011 lo Snadir, Sindacato degli insegnanti di religione, rivendicò per i suoi assistiti il diritto di essere nominati presidente di commissione per gli “esami di terza media”, ossia gli esami di Stato conclusivi del primo ciclo di istruzione. Possibilità forse mai messa in pratica: non c’è la fila per far domanda per un incarico privo di retribuzione aggiuntiva e da svolgere ad anno scolastico concluso. Più allettante, e in alcuni casi percorsa con successo, la strada di diventare preside: nel 2012 una sentenza del Tar Liguria aprì la strada al ruolo dirigenziale degli istituti scolastici anche agli insegnanti di religione, sacerdoti inclusi. Arriviamo all’ultima prodezza del nostro Stato clericale. Finora gli insegnanti col vangelo in mano contribuivano alla valutazione dei loro studenti senza voti numerici, con un generico giudizio. Erano esclusi dalla commissione d’esame. Il D.Lgs. 62/2017 ha scombinato le carte e conferito loro una sedia nella commissione esaminatrice di terza media.
Ci troviamo di fronte a una situazione surreale: il prossimo giugno un docente scelto dal vescovo giudicherà anche studenti i cui genitori hanno espressamente chiesto di tenerli alla larga dal suo insegnamento confessionale? Oppure si aprirà un balletto di insegnanti a seconda degli studenti da esaminare per l’esame di terza media? Dentro l’insegnante di religione, poi dentro quello di “alternativa”, poi fuori entrambi e commissione temporaneamente con un componente in meno se lo studente non ha seguito né l’una né l’altra materia?
L’Uaar ha più volte scritto alle scuole a agli uffici scolastici territoriali per arginare l’increscioso fenomeno della discriminazione infantile legata alla mancata attivazione delle attività didattiche alternative all’insegnamento della religione cattolica. Una piaga segnalata anche dalle organizzazioni che vigilano sul rispetto delle convenzioni internazionali per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che vede il nostro Paese messo sotto accusa in rapporti delle Nazioni Unite. L’ennesima tegola clericale rappresentata dagli insegnanti di religione cattolica nelle commissioni d’esame di terza media ha spinto ora l’Uaar a sottoscrivere un appello, condiviso da diverse realtà laiche, affinché il Miur ritorni sui suoi passi rettificando l’interpretazione del D.Lgs. 62/2017.
Il quadro è preoccupante. Al posto di una scuola pubblica inclusiva, laica e all’avanguardia si sta consolidando il modello scuola-parrocchia, sostenuto sia dal centro destra che dal centro sinistra, con un insegnamento «impartito in conformità della dottrina della Chiesa» che occupa ben due ore settimanali nell’età scolastica più vulnerabile, quella della scuola primaria. I relativi docenti, pagati dallo Stato ma scelti dai vescovi, stanno incrementando la capacità di controllo della vita della scuola della Repubblica. Si deve sventare questo recente colpo di mano sugli esami di terza media, senza abbassare la guardia su altri fronti, come quello dei finanziamenti pubblici alle scuole private paritarie e quello dell’alternanza scuola-lavoro affidata, guarda un po’, anche agli insegnanti di religione cattolica.
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## L'articolo del responsabile nazionale campagne Uaar, Roberto Grendene, è stato pubblicato su Left n. 17, del 27 aprile 2018
[ SOMMARIO](<https://left.it/left-n-17-27-aprile-2018/>) [ ACQUISTA](<https://left.it/prodotto/left-17-2018-27-aprile/>)
*[(1)]: Alberto Fenoglio, A caccia di tesori, Piemonte in Bancarella, Torino 1970, pp. 103-6.
*[(2)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(3)]: Vedi qui le ricostruzioni topografiche dei Vigili del Fuoco
*[(4)]: J.-B. B. d’Anville, Notice de l’ancienne Gaule, Desaint & Saillant, Parigi 1760, pp. 537-8.
*[ (5)]: Rama è citata lungo il percorso 29 da Mansio Ebrodunum (Embrun) a Mediolanum (Milano) in Charles Athanase Walckenaer, Géographie ancienne historique et comparée des Gaules cisalpine et transalpine, Vol. 3, P. Dufart, Parigi 1839, pp. 24-5 e lungo il percorso 55 da Brigantio (Briançon) a Vapincum (Gap) a p. 42.
*[(6)]: Matilde Dell’Oro Hermil, Roc Maol e Mompantero, Tabor Edizioni, Susa 2018 (I ed. 1897), p. 60.
*[(7)]: ASTo, Corte, Materie Economiche, Miniere, m. 2, n. 11, s.d. ma circa 1608 trascritto in appendice a Maurizio Gomez Serito, “Pietre e marmi per le architetture piemontesi: cantieri urbani affacciati sul territorio” in Mauro Volpiano (ed.), Il cantiere sabaudo tra capitale, provincia e residenze di corte, Torino 2013, p. 203.
*[(8)]: Calendario generale pe’ regii stati, Giuseppe Pomba, Torino 1826, p. 586.
*[(9)]: Vincenzo Barelli, Cenni di statistica mineralogica degli stati di S.M. il re di Sardegna, Giuseppe Fodratti, Torino 1835, pp. 68-9.
*[(10)]: Hermil 2018, p. 6.
| Insegnanti di religione cattolica: sempre più ai posti di comando | Formula 1, il Gran Premio del Messico in diretta TV |
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>> Il prossimo 23 gennaio verranno annunciate le nomination per le diverse categorie di premi Oscar, che poi verranno consegnati il 10 marzo a Los Angeles. Con buona probabilità l’attore, regista e produttore Bradley Cooper sarà candidato come miglior attore, ma anche come miglior regista e insieme agli altri produttori nella categoria miglior film per _Maestro_ , film già disponibile [su Netflix ](<https://www.netflix.com/title/81171868>)sulla vita del compositore Leonard Bernstein.
>>
>> Se non dovesse vincere in nessuna di queste categorie, Bradley Cooper sarebbe stato candidato senza vincere per 12 volte in soli dieci anni, una statistica che mostra quanto intensamente abbia provato e stia provando a vincere un Oscar. _Maestro_ è un film concepito a questo scopo (come già era stato il suo film precedente, _A Star Is Born_ ), secondo alcuni critici fin troppo. È cioè fin troppo palese che il film sia un veicolo per una sua vittoria in almeno una categoria, e questo potrebbe giocare contro di lui.
>>
>> Le precedenti nove volte in cui Bradley Cooper è stato candidato agli Oscar senza vincerlo includono quattro nomination per la recitazione (come protagonista per _Il lato positivo_ , _American Sniper_ e _A Star Is Born_ e come non protagonista per _American Hustle_ ), quattro come produttore ( _American Sniper_ , _Joker_ , _La fiera delle illusioni_ , _A Star is Born_ ) e una come sceneggiatore ( _A Star Is Born_ ). Questo senza contare le volte che ha accettato dei ruoli teoricamente perfetti per una vittoria senza però ottenere nemmeno la nomination, come quello da non protagonista in _Licorice Pizza_ di Paul Thomas Anderson, in cui interpreta il produttore Jon Peters.
>>
>> In _Maestro,_ Bradley Cooper fa tutto quello che solitamente è ritenuto importante per la vittoria di un Oscar, a partire dalla scelta del ruolo e di quello che nel film viene mostrato di Leonard Bernstein. Si tratta di un uomo sposato che aveva anche relazioni omosessuali, cosa che consente al film di raccontare la lotta di una persona che deve nascondere ciò che è; di un grande artista americano, cosa che consente a Cooper di interpretarlo nell’atto di produrre la propria arte; e di un uomo dal volto e dalla voce caratteristici e riconoscibili, che Cooper ha riprodotto ([non senza polemiche](<https://www.ilpost.it/2023/08/17/naso-bradley-cooper-maestro/>)) minuziosamente.
>>
>> È insomma il tipo di film per il quale è in una certa misura possibile quantificare l’impegno e la dedizione attoriali, che sono componenti importanti per competere per un Oscar. In [un’intervista a Stephen Colbert](<https://www.youtube.com/watch?v=loRVkh44eEA>), Cooper stesso aveva spiegato lo sforzo in termini di tempo impiegato per prepararsi. _Maestro_ sarebbe in lavorazione da prima dell’uscita di _A Star Is Born_ , cioè da cinque anni e mezzo. Nel dettaglio Cooper sostiene di aver lavorato per cinque anni, otto ore al giorno, cinque giorni a settimana, per mettere a punto insieme a un “dialect coach” la parlata di Bernstein (che cambia nel corso degli anni). Invece per arrivare a un trucco prostetico (quello che prevede delle protesi applicate sul corpo o sul volto) per riprodurre il naso e poi per farlo somigliare a Bernstein da vecchio, ci sono voluti quattro anni e mezzo di discussioni, prove e modifiche insieme al responsabile del trucco, anche lui un probabile candidato e vincitore nella sua categoria.
>>
>> È frequente che gli attori statunitensi a un certo punto della loro carriera vogliano puntare con grande insistenza alla vittoria di un Oscar, come sta facendo Bradley Cooper da una decina d’anni. E questo tipo di determinazione spesso porta a orientare le proprie scelte riguardo a quali film interpretare e come. Capitò a Tom Cruise lungo gli anni ‘90, dopo che film come _Rain Man_ o _Il colore dei soldi_ lo avevano affermato come una promessa della recitazione. Fu candidato per _Nato il 4 luglio_ , _Jerry Maguire_ e _Magnolia_ senza mai vincere. In seguito tentò anche più decisamente con _Eyes Wide Shut_ e altri film come _Leoni per agnelli_ , _Collateral_ o _L’ultimo samurai_ , i cui ruoli, per una ragione o per l’altra, potevano portare a una nomination.
>>
>> È capitato più recentemente a Leonardo DiCaprio, che con _The Aviator, J. Edgar, Il grande Gatsby_ e _Wolf of Wall Street_ aveva evidentemente tentato di vincere il premio riuscendo ad arrivare alla nomination solo due volte, e alla fine lo aveva vinto con il tentativo successivo, _The Revenant_ , quello in cui più di tutti era evidente e facile da raccontare il suo sforzo di recitazione. Altri attori e attrici ad aver tentato molto intensamente sono stati Will Smith (che poi lo ha vinto per _Una famiglia vincente_ ), Glenn Close (senza successo) e Denzel Washington (che dopo diversi tentativi lo vinse a sorpresa per _Training Day_ ).
>>
>> La campagna per gli Oscar di _Maestro_ è iniziata a settembre, con [la presentazione alla Mostra del cinema di Venezia](<https://www.ilpost.it/flashes/imitazione-leonard-bernstein-figli-venezia/>), che da una decina d’anni è il posto in cui i grandi studi americani presentano i loro film che ambiscono al premio. Questo anche perché è l’autunno la parte dell’anno in cui si comincia a far parlare di sé, e in cui è opportuno uscire in sala per competere, e Venezia si è affermato come il festival autunnale più importante. Già a Venezia quindi _Maestro_ veniva considerato un contendente molto serio, insieme a un altro film lì presentato, _Povere creature!_ (che però non ha contendenti per il premio al miglior attore protagonista). Da quando il film è uscito molti però hanno fatto notare quanto _Maestro_ sembri concepito da uno stratega di campagne Oscar (figura professionale che esiste effettivamente), visto quanto la sua natura e la sua fattura si prestino alla narrazione propedeutica alla nomination e poi alla vittoria.
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>>
>> **– Leggi anche:** [40 film di cui sentiremo parlare nel 2024](<https://www.ilpost.it/2024/01/03/film-attesi-2024/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>)
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>> Molti momenti del film sono pensati per esibire un tipo di sforzo quasi atletico, che implica una dedizione al lavoro che, di nuovo, tende a essere premiata. Una scena centrale del film per esempio è quella in cui viene rappresentato il concerto in cui Bernstein diresse la seconda sinfonia di Mahler nella cattedrale di Ely, in Inghilterra, e la performance è raccontata in una lunga sequenza in cui lo si vede dirigere un’orchestra per 6 minuti.
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>> Per girarla, Cooper ha imparato realmente a dirigere, così da poterlo rappresentare fedelmente, con uno sforzo eccezionale che serve a ribadire l’idea dell’impresa di una vita (di Bernstein, ovviamente, ma più sottilmente anche di Cooper). È una narrazione la cui veridicità è meno importante dell’effetto ricercato, cioè dare l’idea di una preparazione eccezionale. Per la stessa ragione Cooper [ha raccontato](<https://www.theringer.com/movies/2023/12/29/24018215/bradley-cooper-maestro-movie-leonard-bernstein>) di aver riregistrato sotto la sua direzione tutta la musica di Bernstein che si sente nel film. Questo tipo di storie, dettagli e informazioni è utile ad alimentare una macchina pubblicitaria e fornire diversi appigli per la celebrazione di una interpretazione.
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>> Bradley Cooper, tra le altre cose, scattò il più famoso selfie di sempre, quello alla cerimonia degli Oscar del 2014, dieci anni fa. (Ellen DeGeneres su Twitter)
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>> Più recentemente, [in un’intervista con l’attrice Emma Stone](<https://youtu.be/o14-SeLGl2c?si=qksTFjFSZWZ4lNvN>) (protagonista di _Povere creature!_ e altra probabile candidata con buone possibilità di vittoria), Cooper ha raccontato di essere appassionato della conduzione d’orchestra fin da quando era bambino, e di aver quindi «fatto le prove per questo ruolo per decenni», alimentando l’idea che si tratti di quello che viene definito “il ruolo di una vita”. L'apice di una carriera, altra cosa che di solito viene premiata dall'Academy. Nonostante infatti di solito non servano informazioni o dati oggettivi per valutare una recitazione degna di un premio, ma ci si basi più che altro sulla sensibilità personale, per convincere i votanti per gli Oscar è molto importante poter quantificare il lavoro fatto.
>>
>> A determinare prima le nomination e poi i premi Oscar sono, in maniere e quantità diverse, i circa 6.000 membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, un’associazione che comprende tutte le persone in vita che siano mai state candidate per un Oscar, oltre a diverse altre, negli Stati Uniti e in tutto il mondo, che lavorano nel cinema. I votanti quindi non hanno una visione unica e omogenea di quale sia un film o in questo caso un attore da premiare ma, un po’ come per le elezioni politiche, negli anni alcune strategie si sono rivelate utili a convincere un gran numero di persone, e lo si fa soprattutto puntando sulla dimostrazione tangibile del lavoro dietro a una prestazione.
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>> Questo è più facile da fare quando i film raccontano di persone realmente esistite, ragione per la quale così spesso ruoli di quel tipo portano almeno a una nomination o sono considerati la scelta di chi vuole vincere.
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>> Anche per questa ragione _Maestro_ , rispetto a _A Star Is Born_ , sembra un film più adeguato all’Oscar, perché consente a Bradley Cooper di interpretare un personaggio lungo quarant’anni, finendo pure coperto da un trucco molto vistoso. Negli ultimi anni queste trasformazioni, tra corpo e trucco, si sono rivelate vincenti e hanno portato a premi Brendan Fraser per _The Whale_ (2022), Rami Malek per _Bohemian Rhapsody_ (2018), Gary Oldman per _L’ora più buia_ (2017), Daniel Day-Lewis per _Lincoln_ (2012) e Meryl Streep per _The Iron Lady_ (2011).
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>> Il grande rivale di Bradley Cooper nella categoria miglior attore al momento è Cillian Murphy, che ha interpretato un’altra persona realmente esistita, cioè il fisico [J. Robert Oppenheimer](<https://www.ilpost.it/2023/07/14/robert-oppenheimer/>) in _Oppenheimer_ di Christopher Nolan. A settembre Cooper era il favorito, ma sembra che ora l’effettiva uscita del film su Netflix lo stia danneggiando e[ GoldDerby](<https://www.goldderby.com/odds/combined-odds/oscars-nominations-2024-predictions/>), sito specializzato in previsioni per gli Oscar, dà Murphy di poco in vantaggio.
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>> **– Leggi anche:** [Facce che vedremo sempre più spesso, e di chi sono](<https://www.ilpost.it/2023/12/29/attrici-attori-emergenti/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>)
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>>
>> Rispetto ai film che escono in sala quelli che si trovano su piattaforma hanno il vantaggio di poter essere visti facilmente da un gran numero di persone, ma la cosa può diventare uno svantaggio nel momento in cui il pubblico non è più solo quello che sceglie il film e paga un biglietto, ma è composto anche da persone che non avrebbero pagato un biglietto per vederlo, che quindi non necessariamente sono nel target giusto. Questo può risultare in un generale basso gradimento. La valutazione del pubblico di _Maestro_ [su Rotten Tomatoes](<https://www.rottentomatoes.com/m/maestro_2023>) si è abbassata almeno del 20% da quando il film è su Netflix, e al momento sta al 65%, che per gli standard del sito e le aspirazioni del film è molto poco.
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>> Una recensione di Kyle Wilson [su _Polygon_](<https://www.polygon.com/24003234/maestro-bradley-cooper-analysis-netflix>) spiega bene come mai, in questo caso specifico, aver cavalcato tutto quello che solitamente favorisce una campagna Oscar potrebbe diminuire le sue possibilità: «Si potrebbe immaginare che tutta questa immersione abbia creato una performance e una trasformazione autentiche e vivide, ma non è l’obiettivo di Cooper […] Il risultato è un film con un centro di gravità tematico o drammatico fastidiosamente limitato; gli eventi sembrano accadere solo perché Cooper vuole recitarli. Questo non è un film su un uomo; è un film su un uomo che sta recitando».
>>
>> Questo rischio, cioè che il film sia percepito come un “vanity project”, ovvero un grosso veicolo per gli obiettivi del suo attore, produttore e regista, non era esistito per _A Star Is Born_ in cui Lady Gaga era altrettanto protagonista, mascherando gli intenti. Invece è così chiaro per _Maestro_ che la stessa produzione inizialmente, prima che il film fosse presentato a Venezia, lo aveva promosso mandando avanti Carey Mulligan, che nel film interpreta la moglie di Bernstein e che a quel punto sembrava quasi essere la vera protagonista della storia. Addirittura [nel primo teaser trailer ](<https://www.youtube.com/watch?v=zU6GbM5c9aE>)era il suo di nome a comparire per primo, e non quello di Cooper. Così però non è: nonostante Mulligan abbia una parte importante e anche alcune scene cruciali, tutto il film gira intorno a Bernstein e quindi a Bradley Cooper.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Trovate qualcuno che vi desideri come Bradley Cooper desidera un Oscar | OpenAI cerca di tenersi buoni i giornali |
>>
>> Anche quest'anno la Chiesa cattolica è il maggiore beneficiario dei fondi relativi all'8 per mille, ed è così praticamente da sempre: secondo i [nuovi dati](<https://www1.finanze.gov.it/finanze/stat_8xMilleSerie/public/index.php?&req_classe=01>) del ministero dell'Economia riceverà oltre un miliardo di euro, ossia il 71 per cento di tutto l'8 per mille devoluto dai contribuenti italiani. Il secondo beneficiario è lo Stato, con 331 milioni di euro (il 23,4 per cento); la terza beneficiaria è la [Chiesa evangelica valdese](<https://www.ilpost.it/2019/01/11/chi-sono-i-valdesi/>), con 42 milioni di euro (il 3 per cento). Seguono poi altre associazioni religiose a cui vengono donate quote via via più piccole.
>>
>> L'8 per mille è una parte delle imposte sul reddito a cui lo stato rinuncia per donarla sulla base delle preferenze dei contribuenti: concretamente ogni anno rinuncia a 8 euro su ogni mille versati, per donarli a enti religiosi o per destinarli a esplicite finalità pubbliche, come l'edilizia scolastica o la ricostruzione dopo le calamità naturali. Si decide a chi donare nel momento della dichiarazione dei redditi, ma si può anche non scegliere nulla, e in quel caso l'importo sarà donato in proporzione alle scelte degli altri contribuenti.
>>
>> La Chiesa cattolica è sempre stata il maggior beneficiario dell'8 per mille, ma da qualche anno la sua quota sta scendendo: nel 2004 riceveva circa l'83 per cento del totale, una quota che è rimasta costante fino al 2015 e che poi ha iniziato gradualmente a scendere. Al contrario è aumentato costantemente il contributo versato allo Stato: in questo caso i contribuenti scelgono una specifica finalità per la donazione tra la lotta alla fame nel mondo, i fondi per le conseguenze delle calamità naturali, l'edilizia scolastica, l'assistenza ai rifugiati o la tutela dei beni culturali.
>>
>> A scegliere espressamente a chi donare il proprio 8 per mille è solo il 40,5 per cento di tutti i contribuenti: questo significa che oltre la metà dei contribuenti si adegua alle decisioni degli altri. La [scelta](<https://infoprecompilata.agenziaentrate.gov.it/portale/destinazione-dell-otto-del-cinque-e-del-due-per-mille-dell-irpef#:~:text=Il%20contribuente%20pu%C3%B2%20destinare%3A,favore%20di%20un%20partito%20politico.>) si fa al momento della dichiarazione dei redditi e della compilazione del cosiddetto modello 730.
>>
>> Oltre all'8 per mille ci sono anche [altre donazioni](<https://infoprecompilata.agenziaentrate.gov.it/portale/destinazione-dell-otto-del-cinque-e-del-due-per-mille-dell-irpef#:~:text=Il%20contribuente%20pu%C3%B2%20destinare%3A,favore%20di%20un%20partito%20politico.>) che si possono fare, il 5 per mille e il 2 per mille. Al contrario dell'8 per mille, nel caso del 5 e del 2 per mille è necessario esprimere una preferenza esplicita per la donazione. In caso contrario lo stato tratterrà tali importi come imposte e non saranno donati. Non sono alternative fra loro, ogni contribuente ogni anno può donare sia l'8, che il 5 e il 2 per mille.
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>> Si può scegliere a chi donare il 5 per mille tra tutte le associazioni che rispondono a certi criteri e operano in certi settori, come il volontariato, la ricerca, la tutela dell'ambiente e dei beni culturali. Il 2 per mille è invece per i partiti politici o per le associazioni culturali.
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>> **– Leggi anche:** [I redditi in tutti i comuni italiani](<https://www.ilpost.it/2022/04/18/redditi-comuni-italia/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>)
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*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| A chi va l'8 per mille | Belle illustrazioni di libri per ragazzi |
Sampdoria e Genoa giocheranno stasera alle 18 nel primo anticipo della nona giornata di Serie A. È il cosiddetto "derby della lanterna", dato che entrambe le squadre sono di Genova. La partita fra Sampdoria e Genoa è sempre molto sentita da entrambe le squadre: quest'anno la Sampdoria ha una rosa teoricamente più forte ma al momento è solo quindicesima in classifica. Il Genoa è nono (ha anche una partita in meno) e attualmente la miglior difesa della Serie A insieme alla Juventus.
### Le probabili formazioni
_**Sampdoria (4-3-1-2)**_ Puggioni; Sala, Silvestre, Skriniar, Regini; Linetty, Torreira, Barreto; Alvarez; Budimir
_**Genoa (3-4-3)**_ Perin; Izzo, Burdisso, Orban; Edenilson, Rincon, Veloso, Laxalt; Rigoni, Simeone, Pandev
### Come vederla in tv o in streaming
La partita sarà visibile in tv per gli abbonati a Sky e Mediaset Premium, rispettivamente sul canale 251 (visibile per gli abbonati al pacchetto "Calcio") e sul canale Premium Sport. In streaming, gli abbonati a Sky e Mediaset Premium potranno vederla sui rispettivi servizi per i dispositivi mobili, Sky Go e Premium Play.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[ NF]: Norfolk Island
| Sampdoria-Genoa in streaming e in televisione | La prima puntata del cartone animato di Angry Birds |
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>> Nel fine settimana c'è stato un po' di allarmismo causato dalla pubblicazione di alcuni articoli di giornale su una serie di [esercitazioni della Marina militare italiana](<https://www.marina.difesa.it/media-cultura/Notiziario-online/Pagine/20220514_terminata_la_seconda_fase_esercitazione_mare_aperto_2022.aspx>) nel sud della Sardegna, che dovrebbero andare avanti fino alla fine di maggio.
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>> L'articolo da cui è iniziato tutto era stato pubblicato venerdì 13 maggio [dall' _Unione Sarda_](<https://www.unionesarda.it/news-sardegna/blitz-militare-immediato-sardegna-circondata-sw98wxmz>) e ripreso il giorno dopo [dal _Fatto Quotidiano_](<https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/14/sardegna-esercitazioni-nato-al-posto-delle-vacanze-dal-poetto-a-villasimius-chiuse-17-aree-costiere-impegnati-anche-sottomarini/6591804/>) e da [diversi](<https://www.quotidiano.net/cronaca/sardegna-spiagge-chiuse-nato-1.7675719>) [altri](<https://quifinanza.it/editoriali/video/spiagge-chiuse-sardegna-nato/647374/>) siti di news. Nel suo articolo, l'Unione Sarda parlava di una Sardegna «circondata» dalle navi militari, «oggi più che mai colonia e baricentro militare dell’Italia e della NATO». Quello del _Fatto_ rincarava la dose citando nel proprio titolo la NATO – che in realtà è coinvolta solo marginalmente – e riportando la notizia di un presunto «stop alle spiagge»; lasciando intendere, ed è falso, che le esercitazioni in corso avrebbero impedito l'accesso alle spiagge e la balneazione sulla costa.
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>> Entrambi gli articoli contenevano inoltre velati riferimenti alla guerra in Ucraina e a un conseguente rafforzamento delle attività militari della NATO.
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>> La notizia, però, è stata ingigantita e va molto ridimensionata. Un portavoce della Marina militare di Cagliari ha chiarito che esercitazioni del genere vengono organizzate «da decenni» due volte all'anno e che ormai sono diventate «consuetudinarie». La NATO non è direttamente coinvolta nella sua organizzazione e gestione: il suo coinvolgimento è dato dal fatto che alle esercitazioni partecipano anche alcuni mezzi e navi di paesi che fanno parte della NATO e che la Marina «invita» a partecipare. Il portavoce della Marina ha aggiunto che le esercitazioni erano state programmate da tempo e che «non hanno nulla a vedere con la situazione attuale» in Ucraina.
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>> Sono state organizzate dalla Marina nell'ambito di Mare Aperto, che la Marina stessa [definisce](<https://www.marina.difesa.it/media-cultura/Notiziario-online/Pagine/20220509_in_corso_esercitazione_mare_aperto_2022.aspx>) «il maggior evento addestrativo della Marina Militare».
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>> Alle esercitazioni [stanno prendendo parte](<https://www.marina.difesa.it/media-cultura/Notiziario-online/Pagine/20220514_terminata_la_seconda_fase_esercitazione_mare_aperto_2022.aspx>) «5.000 tra donne e uomini appartenenti a 7 nazioni della NATO e oltre 65 tra navi, sommergibili, velivoli, elicotteri, reparti della componente anfibia con mezzi da sbarco e veicoli d'assalto». Alle esercitazioni partecipano anche decine di studenti e ricercatori universitari «in qualità di consulenti politici, consulenti legali e addetti alla pubblica informazione».
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>> Le zone in cui si sta svolgendo l'esercitazione sono state rese pubbliche il 5 maggio con una ordinanza ([PDF](<https://www.guardiacostiera.gov.it/cagliari/Documents/Cagliari_76_5mag2022.pdf>)) emanata dalla capitaneria di porto di Cagliari. Nel documento si legge che l'esercitazione si sarebbe svolta in 16 zone di mare esplicitamente circoscritte, con tanto di coordinate geografiche: si trovano nei pressi di paesi nella provincia del Sud Sardegna, che copre l'area immediatamente a nord, est e ovest di Cagliari e in piccola parte in quella di Carbonia-Iglesias.
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>> Alcune di queste si trovano effettivamente a poca distanza da famose spiagge sarde. La cosiddetta "area India" si trova in mare a circa un chilometro e mezzo dalle spiagge di Porto Corallo, una nota località turistica nel comune di Villaputzu, nella provincia del Sud Sardegna. La "area Hotel" è stata delimitata in un tratto di mare compreso fra altre due località piuttosto popolari nella zona, Capo Ferrato e Casa della Marina. Altre zone sono state individuate ad alcuni chilometri di distanza da località come Porto Pino, a sud di Carbonia, e Villasimius, nell'estremo sud della costa orientale sarda.
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>> Nella sua ordinanza del 5 maggio la capitaneria di porto di Cagliari ha fatto sapere che in queste aree «sono vietati il transito, la sosta, la navigazione, l’ancoraggio di ogni tipologia di unità navale, comprese quelle da diporto, nonché le immersioni, la balneazione, la pesca ed i mestieri affini». Ma il divieto riguarda soltanto i tratti di mare molto circoscritti in cui sono in corso le esercitazioni, e non quelle circostanti.
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>> Non si hanno notizie, insomma, di spiagge chiuse per via delle esercitazioni. «Tutte le nostre spiagge sono regolarmente aperte e nel fine settimana erano anche molto affollate», spiega Sandro Porcu, sindaco di Villaputzu. Porcu racconta che nel territorio di Villaputzu c'è una spiaggia che si trova in una zona militare, quella di Murtas, accessibile al pubblico soltanto in estate: il tratto di mare antistante alla spiaggia sarà effettivamente coinvolto nelle esercitazioni militari, nella cosiddetta "area Pisq 1", ma come ogni anno «aprirà regolarmente al pubblico il primo di giugno».
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>> «Le spiagge rimangono totalmente a disposizione dei cittadini», dice Salvatore Piu, sindaco di Muravera, in cui si trova la frazione di Capo Ferrato: «l'unico impedimento è alla pesca, ma i pescatori che in questo periodo devono rinunciarci percepiscono un risarcimento in denaro dalla Marina».
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>> La conclusione delle esercitazioni è prevista per il 27 maggio, in tempo per l'inizio della stagione estiva.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| L'allarmismo per le esercitazioni militari nelle spiagge della Sardegna | Lavoratori armeni e georgiani: la guerra li allontana dalla Russia |
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>> Fra le tante celebrazioni per il settantacinquesimo anniversario della NBA, il campionato di basket più famoso al mondo, la lega [ha ripercorso](<https://www.nba.com/news/qa-alan-siegel-creator-of-the-nbas-classic-logo>) le origini del suo logo insieme al professionista che lo realizzò negli anni Sessanta, Alan Siegel, e al giocatore riprodotto nella sagoma al suo interno, Jerry West, che per l'appunto è soprannominato "The Logo" da allora.
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>> Paradossalmente, West ha sempre avuto un rapporto personale abbastanza complicato con il logo a cui dà la forma. Lui è stato uno dei più grandi giocatori nella storia del campionato, il ventiduesimo miglior realizzatore di sempre con 25.192 punti realizzati interamente con i Los Angeles Lakers — di cui è un simbolo — per cui giocò dal 1960 al 1974 come playmaker.
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>> Al sito della NBA, West ha raccontato: «Mi sveglio e lo vedo. Vado a una partita e lo vedo. È ovunque, non posso liberarmene, posso solamente scuotere la testa». Eppure la NBA non ha mai riconosciuto ufficialmente che la sagoma bianca sia di West, perché questo potrebbe causare problemi con i diritti d’immagine: essendo soltanto una sagoma, non ci sono abbastanza elementi per ricondurla legalmente alla sua persona. Ma a tutti sta bene così e specialmente a West, che si dice disposto a rinunciare a milioni e milioni di dollari pur di non essere associato ufficialmente al logo.
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>> Jerry West allo Staples Center di Los Angeles (Stephen Dunn/Getty Images)
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>> Nel 1969 la lega incaricò l’agenzia creativa di Siegel, già famosa per aver realizzato [il logo della Major League Baseball](<https://www.sportslogos.net/logos/list_by_team/490/Major_League_Baseball/>), di creare il suo. Chiesero proprio di prendere spunto dal logo della MLB, perché il campionato di basket non aveva ancora una grande reputazione a differenza del baseball, all'epoca lo sport più amato d’America. A distanza di cinquant’anni le parti si sono invertite: la NBA è famosa in tutto il mondo, mentre la Major League ha parecchie difficoltà a stare al passo con i tempi. E parte del merito del successo della NBA dipende proprio dal logo.
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>> Siegel, cresciuto a stretto contatto con lo sport newyorkese, tra le partite di Yankees, Giants, Knicks e Rangers viste con il padre, era un grande appassionato di basket e conosceva West fin dai tempi del basket universitario. In fase di progettazione del logo, trovò proprio una foto di West sulla rivista _Sport Magazine_ , molto popolare negli anni Sessanta, e la ritenne adatta perché — ha spiegato — era abbastanza verticale ma rendeva bene il senso del movimento.
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>> Nel disegnare il logo, Siegel non accennò mai al fatto che si trattasse di West: venne fuori soltanto anni dopo. Per il lavoro si fece pagare 14mila dollari, non molti neanche all’epoca, ma sufficienti per il prestigio che Siegel attribuiva all’incarico. Negli anni successivi la sua agenzia, Siegelvision, lavorò con alcune delle più grandi aziende americane, da Mastercard a Dell, da Harley Davidson a Bank of America.
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>> Il logo per i 75 anni della NBA (Michael Reaves/Getty Images)
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>> «Non avrei mai immaginato che sarebbe diventato così importante. Negli anni ho trovato almeno 67 loghi in tutto il mondo, in ogni tipo di sport, che si basano su quello». Nell’intervista, Siegel ha parlato anche dell’atteggiamento di West verso il logo: «Quando realizzammo il logo della Major League, sette-otto giocatori mi scrissero chiedendomi se la sagoma fosse la loro, volevano che fosse la loro. Uno famoso mi offrì 50mila dollari per dire che era lui. Sono rimasto sorpreso che West non sia stato più comprensivo a riguardo. La stragrande maggioranza delle persone sognerebbe di essere al suo posto. Sentendolo parlare, però, ho capito che semplicemente non voleva che quella sagoma fosse lui. Lo mette a disagio».
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>> Per West è diventato ancora più difficile convivere con il logo. Negli ultimi anni in tanti hanno proposto di cambiare la sagoma, non perché West non sia rappresentativo, ma per rendere omaggio ad altri giocatori che hanno fatto la storia del campionato, come Michael Jordan o Kareem Abdul-Jabbar. Più di recente era stato uno dei più discussi giocatori in attività, [Kyrie Irving](<https://www.ilpost.it/2021/10/13/kyrie-irving-esclusione-brooklyn-nets-nba/>), a chiedere alla lega di usare la sagoma di Kobe Bryant, morto il 26 gennaio 2020, condividendo il messaggio «Black Kings Built This League» (più o meno: i grandi giocatori neri hanno costruito questa lega).
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>> West ha detto più volte che non avrebbe problemi a non essere più nel logo, anche perché ultimamente «si sente quasi costretto a scusarsi per esserci finito a sua insaputa». Eppure, nonostante le tante proposte, il logo continua a funzionare talmente bene che il commissario Adam Silver non ha mai preso in considerazione alcuna modifica.
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>> **– Leggi anche:** [Il corto che celebra i 75 anni del basket NBA](<https://www.ilpost.it/flashes/video-nba-75-lane-anniversario/>)
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*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| La storia complicata di un logo perfetto | Un aereo da turismo si è schiantato contro un edificio a San Donato Milanese |
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>> Lo [Youtuber](<http://www.focusjunior.it/tecnologia/youtuber/come-si-diventa-famosi-su-youtube>) **Brock Backer** (si, Brock, come uno dei protagonisti dei primi cartoni dei Pokemon), specializzato in imitazioni e doppiaggi, ha fatto **un regalo** a tutti i Poke-Fanatici che, complice il recente gioco Pokemon Go, stanno spuntando da ogni parte: la serie completa dei **versi dei primi 151 Pok emon!**
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>> Basandosi sugli effetti sonori delle serie Tv, Brock Backer ha dunque prestato la sua voce per **fare rivivere** questi mostriciattoli che tutti stanno cercando.
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>> Ora, la prossima volta che incontrerai un Pokemon,
> saprai… che verso fa!
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>> **GUARDA IL VIDEO!**
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
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| Mode del momento | Tutti i versi dei Pokémon! | La squadra di calcio universitaria inglese che ha provato a usare PornHub come sponsor |
Davos versus Assisi: più che rivalità, una sinergia a distanza. Uno il tema portante: l’ambiente come la trama su cui disegnare i nuovi destini economici e sociali del mondo. Per il bene del pianeta e per quello dell’uomo perché, come papa Francesco ha scritto ormai cinque anni fa nella Laudato Si’: "Tutto è connesso, tutto è collegato".
A Davos, in Svizzera, gli statisti si sono ritrovati per il Forum economico mondiale; ad Assisi i frati francescani hanno invitato economisti ed imprese, ma anche associazioni ed istituzioni, a ragionare sui temi ambientali e ad impegnarsi sottoscrivendo il "Manifesto di Assisi". Lo hanno fatto in duemila.
Certo, a Davos è prevalsa l’economia, ad Assisi l’etica. Ma in entrambe è emerso che il futuro del pianeta è legato ad una progettualità che non può prescindere dall’ambiente (l’unico a non credere ai "catastrofisti" climatici sembra rimasto il presidente degli Usa, Trump).
Solo qualche giorno prima anche l’Europa guidata da Ursula Von Der Leyen ha divulgato le nuove linee guida del suo piano di sviluppo, chiamato Green New Deal (nuovo corso verde). Ambizioso l’obiettivo: un continente climaticamente neutro entro il 2050. E pure costoso: un fondo di mille miliardi di euro per fare dell’Europa la capofila dell’energia pulita, come ha ribadito ad Assisi il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.
E’ giusto coltivare un doppio sospetto: che ci sia una dose di fumo negli occhi e che tutto si faccia per l’importante contropartita sul fronte degli interessi economici oltre che ambientali. Si pensi solo a cosa possono muovere le energie rinnovali e il plastic free, tanto in macro (le aziende) quanto in micro (il singolo consumatore). Ma è un rischio che vale la pena di correre, se non comporta aggravamenti dell’attuale status del pianeta e smuove la non esuberante economia europea.
E’ importante la sintonia delle tre realtà - Assisi, Davos, Bruxelles - su un modello di sviluppo capace di invertire quella rotta che, parola di esperti oltre che di Greta, ha indotto i cambiamenti climatici già in atto.
Padre Enzo Fortunato, direttore della Rivista San Francesco, ha aperto così i lavori venerdì 24 gennaio: "Io credo che oggi ad Assisi noi siamo una risposta: non di singoli eroi che caparbiamente vanno avanti, ma insieme. Insieme siamo la risposta possibile". E infatti con i frati c’erano i presidenti di Confindustria e Coldiretti, Boccia e Prandini, c’erano il premier Conte per il governo e il cardinale Bassetti per la Cei, c’era Realacci ambientalista ante litteram e c’era Starace che guida l’Enel.
E’ proprio verde, quindi, il futuro e dal verde viene la speranza in un mondo più pulito, dato che la strada per raggiungerlo non può che essere ecologicamente sostenibile. Anche se cinque anni dopo, da Davos a Bruxelles sembra percorribile la strada indicata Laudato Sì: "La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare".
Se il mondo è un’orchestra non ne abbiamo udito che i primi accordi. Vedremo se ciascuno studierà a dovere e suonerà bene la sua parte. Ciascuno Stato, ciascun cittadino, anche noi.
(*) direttore "Il Popolo" (Pordenone)
Scarica l’articolo in [pdf](<https://www.agensir.it/wp-admin/admin-ajax.php?id=698131&action=seed_download_download&type=pdf>) / [txt](<https://www.agensir.it/wp-admin/admin-ajax.php?id=698131&action=seed_download_download&type=txt>) / [rtf](<https://www.agensir.it/wp-admin/admin-ajax.php?id=698131&action=seed_download_download&type=rtf>) /
| La speranza è proprio verde | Il sindaco di Marsala e il sito Marsala.it |
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>> Negli ultimi giorni, in India, una proposta dell'opposizione sta agitando parecchio il dibattito politico nazionale e sta preoccupando il governo guidato dal primo ministro Narendra Modi, nazionalista e induista e leader del Bharatiya Janata Party (BJP). La coalizione INDIA, che riunisce 26 partiti e che alle elezioni parlamentari [iniziate a metà aprile e in corso fino a giugno](<https://www.ilpost.it/2024/04/17/elezioni-india-durata-organizzazione/>) è data in netto svantaggio, [ha proposto](<https://www.ft.com/content/900da4c0-17f2-4df4-86b0-1b519a42358c>) che venga condotto un censimento nazionale della popolazione in base alle caste, formalmente abolite negli anni Cinquanta ma che ancora oggi definiscono e condizionano la società indiana. Secondo le opposizioni, censire la popolazione in base alle caste aiuterebbe a programmare interventi efficaci contro le ineguaglianze e le discriminazioni.
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>> La proposta è molto discussa perché fare un censimento di questo tipo è considerato da alcuni come un passo indietro nel superamento del sistema delle caste, ma non solo: il partito di governo teme che possa favorire la frammentazione di una presunta "unità indù" che Modi [sta cercando](<https://www.ilpost.it/2024/01/22/india-rama-modi-nazionalismo/>) di consolidare [da anni](<https://www.ilpost.it/2019/08/16/india-narendra-modi-nazionalismo/>), soprattutto a scapito delle minoranze che vivono in India, [in particolare della comunità musulmana](<https://www.ilpost.it/2024/05/05/narendra-modi-musulmani-infiltrati/>). Modi ha sostenuto che il censimento potrebbe favorire proprio la popolazione musulmana, che di recente ha accusato di essere composta da traditori (i musulmani indiani sarebbero «infiltrati» che non appartengono alla nazione) rifacendosi anche ad alcune teorie del complotto diffuse in India, come quella della “sostituzione etnica” (i musulmani farebbero più figli perché vogliono sostituire gli indù).
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>> La proposta del censimento va interpretata anche come un tentativo di INDIA di guadagnare dei voti alle elezioni in corso e ottenere il sostegno degli elettori e delle elettrici che secondo le opposizioni sono stati trascurati dalle politiche di Modi.
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>> **– Leggi anche:** [Perché le elezioni in India durano 44 giorni](<https://www.ilpost.it/2024/04/17/elezioni-india-durata-organizzazione/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>)
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>> Nonostante in India le caste siano state formalmente abolite, il loro ruolo nella società continua ad essere estremamente rilevante. Le caste principali sono quattro, derivano dal sistema di stratificazione gerarchica della società che si era sviluppato gradualmente con l’induismo nel corso del primo millennio a.C. e per secoli hanno condizionato quasi ogni aspetto della vita religiosa e sociale indù.
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>> Al primo posto ci sono i sacerdoti o _Bramini_ ; poi i guerrieri o _Kshatriya_ ; quindi i _Vaisya_ , artigiani e mercanti; e infine i _Sudra_ , contadini, artigiani più poveri, servitori. Più in basso di tutti nella scala sociale ci sono i "fuori casta", genericamente indicati come _paria_ o "intoccabili", esclusi dal novero castale per la loro occupazione: svolgono tutti i lavori considerati impuri, come la pulizia dei bagni o la sepoltura dei morti, o hanno perso, violandone le norme, l’appartenenza a una casta, e con essa diritti sociali e ruoli nella ritualità religiosa. Oggi i fuori casta si definiscono _Dalit_ , cioè "oppressi".
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>> Nel corso del tempo ognuna delle quattro caste si è spezzettata in una moltitudine di raggruppamenti minori, che sono quelli che si trovano concretamente nell’India di oggi sotto il nome di _jati_ relativo, oltre che alla nascita al mestiere svolto. Questo spezzettamento è avvenuto sotto la spinta di ragioni geografiche, storiche, etniche o linguistiche.
>>
>> Dopo l'indipendenza dai colonizzatori britannici, nel 1947, l'India ha stabilito nella Costituzione il divieto di discriminazione in base alle caste cercando di abolire tali divisioni gerarchiche e, nel tentativo di correggere le ingiustizie storiche a chi tradizionalmente apparteneva alle caste più basse, ha riservato ai _Dalit_ e ad altri gruppi svantaggiati dei diritti speciali come quote nel governo, posti di lavoro e nelle università. Nel 1989, tali quote furono estese per includere un gruppo classificato ufficialmente come Other Backward Classes, classi medio-basse arretrate socialmente e scolasticamente. Negli ultimi anni ci sono state diverse richieste da parte di diverse comunità di essere riconosciute come OBC: nel 2015, nello stato di Gujarat, c'erano state ad esempio grandi proteste organizzate dai _patel_ , un gruppo storicamente piuttosto benestante che denunciava gli effetti discriminatori delle quote poiché ne erano esclusi a vantaggio di altri. Chiedevano dunque al governo o di superare il sistema delle quote o di includerli.
>>
>> Nonostante gli sforzi legislativi, il sistema delle caste non è comunque scomparso e continua anzi a influenzare la vita quotidiana di milioni di persone: si manifesta con il maggior rischio, per i _Dalit_ e le altre caste considerate inferiori, di subire attacchi e violenze, con la segregazione nelle abitazioni e nelle scuole, con i matrimoni tra persone della stessa casta o con la discriminazione nell’accesso ai servizi.
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>> Inoltre c'è una forte correlazione tra caste che si vorrebbero formalmente abolite e status socio-economico delle persone, correlazione che è stata confermata da un'indagine svolta lo scorso anno nello stato nord-orientale del Bihar. Il [censimento delle caste nel Bihar](<https://indianexpress.com/article/explained/history-of-caste-census-8965764/>) ha mostrato che più dell'80 per cento della popolazione, che è composta da 130 milioni di persone, appartiene a caste considerate inferiori e che questi gruppi risultano effettivamente tra i più poveri dell'area.
>>
>> Durante la colonizzazione dell’India, gli inglesi eseguirono i censimenti basati sulle caste con regolarità. L’ultimo fatto con questo criterio su scala nazionale risale al 1931: i dati mostrarono, anche allora, come le caste inferiori fossero decisamente più povere rispetto alle altre. Dal 1931 in poi si decise che i censimenti non avrebbero più dovuto tenere conto dell’appartenenza a questa o quella casta: per la volontà di non confermare con questo parametro una divisione della società e per timore di aprire una fase di fragilità e di instabilità politica. Fino all’indagine condotta lo scorso anno nel Bihar, i governi avevano dunque sempre evitato di censire le caste nonostante, durante le elezioni, i vari partiti abbiano sempre sfruttato queste divisioni sostanzialmente ancora attive per cercare blocchi di voti e sostenitori.
>>
>> Nel tempo, in India, sono state fatte diverse proposte di rilevazione nazionale che tenessero conto delle caste, ma non sono mai andate a buon fine. Il tema del censimento delle caste ha infatti sempre diviso la politica indiana e quasi tutte le forze politiche hanno più volte cambiato idea, compreso il BJP che nel 2018 si dichiarò a favore, fino a ritrattare la propria posizione nel 2021.
>>
>> Ora, e soprattutto dopo la pubblicazione dell'indagine nel Bihar, le opposizioni sostengono che Narendra Modi abbia emarginato i cittadini e le cittadine che appartengono alle caste più basse, ma che questo dato non stia emergendo quanto dovrebbe. Raccogliere con un censimento i dati a livello nazionale permetterebbe dunque di «avere una radiografia della società», come ha sostenuto Rahul Gandhi, leader del principale partito d’opposizione, il Partito del Congresso (centrosinistra), e di combattere con più efficacia le ineguaglianze nella popolazione.
>>
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>>
>> **– Leggi anche:** [La retorica sempre più aggressiva di Narendra Modi contro i musulmani indiani](<https://www.ilpost.it/2024/05/05/narendra-modi-musulmani-infiltrati/?utm_source=ilpost&utm_medium=leggi_anche&utm_campaign=leggi_anche>)
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>>
>> Al censimento, come detto, si oppone il governo di Modi, che teme che possano emergere dati simili a quelli del Bihar e che tali numeri portino a una mobilitazione delle caste più basse e che mostrino quanto siano illegittimi i privilegi di quelle più alte, che possiedono gran parte della ricchezza nazionale, che occupano le posizioni di leadership nei media, nelle università, nelle amministrazioni locali e nel governo centrale.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| La proposta di fare un censimento delle caste sta agitando il governo indiano | Lo scialpinismo era pronto per la pandemia |
>
> Donald Trump ha detto che gli Stati Uniti [riconosceranno](<https://www.bbc.com/news/world-us-canada-50568812>) i cartelli della droga messicani come un'organizzazione terroristica spiegando di aver lavorato alla procedura «negli ultimi 90 giorni». Dopo la dichiarazione, il ministero degli Esteri del Messico ha richiesto un incontro urgente con i funzionari del Dipartimento di Stato USA.
>
> All'inizio di novembre nove persone di religione mormone (e con la doppia nazionalità, americana e messicana) erano state [uccise](<https://www.ilpost.it/2019/11/08/strage-mormoni-messico/>) con particolare brutalità mentre stavano viaggiando a bordo di tre auto nel nord del Messico, vicino al confine con gli Stati Uniti. Funzionari e familiari delle vittime credono che gli assalitori siano membri dei cartelli della droga messicani, anche se non è chiaro il motivo della strage. Dopo l'attacco Trump aveva dichiarato che avrebbe guidato «una guerra contro i cartelli della droga».
>
> Quando un gruppo viene classificato come organizzazione terroristica negli Stati Uniti, diventa illegale offrirgli consapevolmente supporto, ai suoi membri è vietato l'ingresso negli USA e se si trovano già nel paese devono essere espulsi. Se gli istituti finanziari scoprono di avere fondi collegati al gruppo, devono bloccarne i conti e avvisare il Dipartimento del Tesoro.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Donald Trump ha detto che gli Stati Uniti riconosceranno i cartelli della droga messicani come un'organizzazione terroristica | Crisi a 5 Stelle.Caffè del 2 settembre 2016 |
Una giornata di mobilitazione internazionale per lanciare un allarme “sulla situazione e i danni ambientali già evidenti e sul pericolo che Eni rappresenta per il Pianeta se non cambierà direzione di marcia”. Legambiente punta con decisione il dito contro la multinazionale degli idrocarburi. E lo fa con un dossier dal titolo “[ _Enemy of the planet_. Perché Eni ci riguarda e rischia di diventare sempre più un nemico del pianeta](<https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/enemy_dossier_legambiente_2018.pdf>)” presentato giovedì 26 luglio a Polignano a Mare. “Oggi Eni appare totalmente proiettata verso un futuro di espansione delle estrazioni di petrolio e gas, con molti annunci e poche azioni concrete di investimento nelle fonti pulite -spiega il direttore di Legambiente, Stefano Ciafani-. È un’azienda a prevalente capitale pubblico, per questo motivo chiediamo al Governo e nello specifico al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, di indirizzare le politiche dell’azienda verso le energie rinnovabili".
Il report fotografa i risultati ottenuti da Eni nel corso dell’ultimo anno: 1.815 barili di idrocarburi mossi ogni giorno (+ 3,2% rispetto al 2016), con previsioni di crescita del 4% per il 2018. Un ulteriore espansione del patrimonio esplorativo: con 97mila chilometri quadrati di nuove superfici distribuite tra Kazakstan, Oman, Cipro, Costa d’Avorio, Marocco e Messico. In crescita anche gli investimenti: 442 milioni di euro, di cui 83 milioni in Ricerca e sviluppo per il settore Esplorazione e produzione (contro i 62 milioni del 2016).
“Oggi Eni appare tutta proiettata verso un futuro di espansione delle estrazioni di petrolio e gas, lasciando solo le briciole degli investimenti alle fonti pulite”, scrive Legambiente nel rapporto. Sottolineando come “persino analisti e operatori finanziari, tradizionalmente meno attenti alle questioni ambientali, lanciano da qualche tempo un avvertimento alla platea di portatori di interesse circa la redditività di imprese incapaci di diversificare rispetto a una strategia industriale imperniata sul fossile”. Il tutto in un momento storico in cui la lotta ai cambiamenti climatici ha assunto un ruolo di primo piano anche a seguito della sottoscrizione degli Accordi di Parigi del 2015.
Gli annunciati investimenti sulle fonti rinnovabili sono rimasti al palo. Eni opera in 71 Paesi, ma solo in 15 la multinazionale ha iniziato o concluso la realizzazione di progetti da fonti rinnovabili, realizzando solo il 10% del piano quadriennale annunciato. In Italia, invece, si sta lavorando su 14 progetti previsti entro il 2022 per una capacità complessiva di circa 220 MW di solare. Ma l’unico impianto fotovoltaico entrato in esercizio è a oggi quello a inseguimento solare di Ferrera Erbognone (Pavia), presso il Green Data Center di ENI 2.968 moduli per 1 MW di potenza complessiva. “Il solo Comune di Bologna ha installato sui tetti degli edifici pubblici pannelli solari per 18,4 MW -sottolinea Ciafani-. Lo scorso febbraio è stato bocciato il progetto per il raddoppio della piattaforma petrolifera di Vega, di fronte alle coste siciliane. Chiediamo che Eni utilizzi le risorse stanziate per quel progetto e li investa in progetti sulle energie rinnovabili in Sicilia”.
Diverse associazioni ambientaliste (CAN Eurrope, Coordinating Committee for International Voluntary Service, Green Istria, Climanet, NGO Green Home Montenegro, ODI, Plataforma Algarve Livre De Petróleo, Alliance of European Voluntary Service Organisations, Worldwide Friends Iceland) si sono unite a Legambiente nella realizzazione del dossier e nel chiedere al governo italiano un intervento di indirizzo sull’attività di Eni. In diversi Paesi -europei e non- la multinazionale degli idrocarburi è infatti oggetto di proteste da parte della popolazione. In Portogallo, ad esempio, si registrano proteste per le intenzioni di Eni e dell’azienda portoghese Galp di avviare attività di ricerca ed estrazione nell’Algarve, una delle regioni più belle e turistiche del Paese. Dal 2016 anche diverse associazioni montenegrine protestano contro Eni, la russa Novatek e il governo locale per la concessione a 30 anni di un’area di 1.228 chilometri quadrati per la ricerca ed estrazione di idrocarburi.
_© riproduzione riservata_
| Legambiente al Governo: orienti le politiche di Eni verso le rinnovabili | Sfondi vintage per videochiamate |
Il fotografo indiano Suraj Katra nel 2013 ha iniziato a fotografare i senzatetto che passano le notti nei McDonald's di Hong Kong, realizzando il progetto _I 'm living it. Revealing how McDonald's has turned into a lodge for the poor people of Hong Kong. _Il titolo "Ci vivo. Come McDonald's è diventato un alloggio per i poveri di Hong Kong" gioca con il celebre slogan di McDonald's " _I 'm loving it"_ (che in italiano si potrebbe tradurre come " _lo adoro! ")._
[ ](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-10/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-11/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-15/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-16/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-r-k/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-17/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-18/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-19/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-20/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-21/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-23/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/18/i-senzatetto-di-hong-kong-che-vivono-da-mcdonalds/suraj-raj-24/>)
Katra ha spiegato che secondo il Dipartimento di statistica e censimenti di Hong Kong il 19 per cento della popolazione di Hong Kong vive in povertà. A Hong Kong ci sono circa 235 McDonald's e molti rimangono aperti anche la notte: questo – insieme ai prezzi bassi del cibo e ai servizi che offre gratuitamente (aria condizionata, poltroncine, bagni, wifi e pulizia) – fa sì che diverse persone che non possono permettersi una casa passino lì le notti piuttosto che in strada. In molti dormono con la testa appoggiata al tavolo, altri si tolgono le scarpe e si sdraiano sui sedili o si lavano nei bagni. Alcuni hanno vietato a Katra di fotografarli perché temevano che qualche amico o famigliare potesse riconoscerli. Lo staff di McDonalds ha spiegato a Katra di aver provato diverse volte a chiedere di andarsene, senza successo.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| I senzatetto di Hong Kong che vivono da McDonald's | Mikaela Shiffrin annuncia il matrimonio con Kilde: le foto dei due campioni di sci su Instagram |
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> Fino al 22 aprile la [Hayward Gallery](<https://www.southbankcentre.co.uk/venues/hayward-gallery>) di Londra ospiterà una retrospettiva del fotografo tedesco Andreas Gursky, conosciuto soprattutto per le sue foto di grandissimo formato. Gursky è considerato uno dei più importanti fotografi e creatori di immagini contemporanei: ritrae luoghi e scene che raccontano la vita di oggi e l’economia globale con l'obiettivo di creare attraverso le foto, come ha spiegato lui stesso, una sorta di "enciclopedia della vita".
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> Un po' di foto della mostra:
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> [ ](<https://www.ilpost.it/2018/02/04/foto-mostra-andreas-gursky/andreas-gursky-mostra-7/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2018/02/04/foto-mostra-andreas-gursky/andreas-gursky-mostra-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/02/04/foto-mostra-andreas-gursky/andreas-gursky-mostra/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/02/04/foto-mostra-andreas-gursky/andreas-gursky-mostra-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/02/04/foto-mostra-andreas-gursky/andreas-gursky-mostra-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/02/04/foto-mostra-andreas-gursky/andreas-gursky-mostra-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/02/04/foto-mostra-andreas-gursky/andreas-gursky-mostra-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/02/04/foto-mostra-andreas-gursky/andreas-gursky-mostra-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/02/04/foto-mostra-andreas-gursky/andreas-gursky-mostra-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2018/02/04/foto-mostra-andreas-gursky/andreas-gursky-mostra-9/>)
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> Andreas Gursky è nato in Germania, a Lipsia, nel 1955, e ha studiato all'Università delle Arti Folkwang, a Essen, e all'Accademia di belle arti di Düsseldorf, dove è stato allievo dei fotografi [Bernd e Hilla Becher](<https://www.ilpost.it/2015/10/13/morta-hilla-becher/>). Il suo successo iniziò soprattutto negli anni Novanta, poi passò al digitale con lo stile che lo ha reso famoso: la fotografia in larga scala con una serie di dettagli che spesso aggiunge o evidenzia con un grosso lavoro di post-produzione.
> Gursky ha recentemente [spiegato](<https://www.theguardian.com/artanddesign/2018/jan/18/andreas-gursky-each-photograph-is-a-world-of-its-own-best-photograph-salerno-harbour>) sul _Guardian_ che la fotografia più importante nella sua evoluzione è quella che scattò al porto di Salerno nel 1990: «Ero sopraffatto da quello che vedevo: la complessità dell'immagine, l'accumulo di merci, le macchine, i container. Non ero sicuro che la foto avrebbe funzionato. Mi sono solo sentito costretto a scattarla. Era pura intuizione. Solo quando sono tornato a casa ho capito ciò che avevo. Ho visto immediatamente quel pattern, quella densità pittorica, quell'estetica industriale. Questa immagine è diventata per me un pezzo importante, un punto di svolta.»
>
> La mostra, la prima della Hayward Gallery dopo due anni di ristrutturazione, presenta 68 fotografie dell’artista, dalle prime degli anni Ottanta fino alle più recenti, compresi 8 lavori inediti. Ci saranno anche alcune delle sue opere più famose: _[Paris, Montparnasse](<http://www.andreasgursky.com/en/works/1993/paris-montparnasse>)_ , che mostra un blocco di appartamenti; _[May Day IV](<http://www.andreasgursky.com/en/works/2000/may-day-4>)_ con le persone a un concerto; la Borsa di Chicago in _[Chicago Board of Trade III](<http://www.andreasgursky.com/en/works/1999/chicago-board-of-trade-2>)_ ; e _Rhine II_ , una veduta quasi astratta del fiume Reno, che nel 2011 venne venduta all'asta da Christie's per 4,3 milioni di dollari, un record per una singola fotografia (anche in questo caso creata eliminando digitalmente tutti gli elementi di disturbo, come una centrale elettrica).
>
> I soggetti abituali di Gursky sono raduni di persone, fabbriche e paesaggi, con un'attenzione particolare al rapporto dell'uomo con la natura, l'industria, la finanza e la società dei consumi. Tra le sue foto più efficaci in questo senso ci sono quella di [un magazzino di Amazon](<https://www.ilpost.it/?attachment_id=1905045>), o [della catena 99 Cents Only Stores](<https://www.ilpost.it/?attachment_id=1905046>) (che vende prodotti a quel prezzo).
>
> [](<https://www.ilpost.it/2018/02/04/foto-mostra-andreas-gursky/londra-inghilterra-regno-unito-87/>)
>
> Un'assistente davanti alla fotografia _Amazon_ , di Andreas Gursky, durante gli ultimi preparativi della retrospettiva del fotografo alla Hayward Gallery (Leon Neal/Getty Images)
>
> Negli ultimi anni l'utilizzo di tecniche di post-produzione da parte di Gursky si è ampliato fino alla creazione di fotografie fittizie in studio. Ne è un esempio _Review_ (2015), che mostra la cancelliera tedesca Angela Merkel e i suoi tre predecessori seduti di spalle che guardano il dipinto _Vir Heroicus Sublimis_ di Barnett Newman: la scena non è mai accaduta ma è stata creata da Gursky unendo foto scattate in momenti diversi. Alla presentazione della mostra lo stesso Gursky ha spiegato di essere "semplicemente interessato a _fare_ immagini" e di doversi reinventare per farlo, sottolineando che non realizza più di otto immagini all'anno.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[ NF]: Norfolk Island
| La foto più importante di Andreas Gursky | Henry John Woodcock è indagato |
23 maggio 2016 15:25
L’ostinazione con la quale Paolo Virzì persegue il suo progetto di proseguimento della commedia all’italiana ha qualcosa di commovente, e di esasperante. Sono passati da tanto i tempi di Age e Scarpelli, Maccari e Scola, Monicelli, Comencini, Risi, Sordi, Gassman, Tognazzi, Vitti e anche Sandrelli: i tempi dell’accostamento al boom, della frenesia del boom, del cupo dopo boom, quando l’Italia si è ritrovata strada facendo priva di rivendicazioni operaie e contadine, studentesche e femminili e appiattita in un eterno presente di segno berlusconiano (e se craxiano o veltroniano o napolitan-montiano o renziano il discorso non cambia), a dominante piccolo-borghese e con maggioranze e minoranze ugualmente, con rare eccezioni, prepotenti e televisivamente sguaiate, con intellettuali egomaniaci ed esibizionisti prigionieri di una smania “comunicativa” che non porta da nessuna parte.
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L’analisi di Virzì (quella degli ultimi due film) richiama quella della commedia nera. Ricordate
Un borghese piccolo piccolo
?
Parenti serpenti
? Ma i modi sono ancora quelli degli anni sessanta, non solo per l’ambientazione tosco-versiliana che chiama alla mente
Il sorpasso
,
Una vita difficile
, anche per la forza dei personaggi femminili, rara in questi tempi complici e piacioni anche su quel versante.
La storia narrata ha qualche assonanza, ma con lieto fine, anche a quella di
Thelma e Louise
, ma il vagabondaggio delle due strane amiche, squinternate e poco assortite, la ricca ossessivamente estroversa e la quasi-povera depressa, con i rispettivi ambienti originari produttori del loro disagio e della loro crisi, è paesano e poco eccentrico. Tuttavia quanto basta a definire un campo sociale e culturale a dominante stupidamente maschile (fuori della casa di cura, non dentro – e anche questo può sembrare un buon segno, quello di una quasi parità tra gli operatori).
Il film è tutto in questa fuga, e ha narrativamente il solo limite dell’eccesso, un po’ come capita oggi ai romanzi in voga dove ci sono sempre episodi o pagine di troppo. L’arte dell’ellisse è sempre più rara. Virzì e la sua cosceneggiatrice Archibugi hanno imparato tante cose dal loro maestro Furio Scarpelli (soprattutto dalla sua fase ultima, la più conciliante, e non da quella più esplosiva degli anni d’oro e della collaborazione con Age), ma non hanno affatto imparato quella di saper sfrondare, di saper tagliare il superfluo e il ridondante.
Il film tiene, l’ambiente è credibile, le due attrici bravissime, anche se è come se lo fossero troppo o troppo a lungo, e un’Italia ostinatamente berlusconiana è ben narrata nelle sue frange provinciali che sono alla fine esemplari di tutto il resto, con il suo “generone” senza nord e senza sud, di una volgarità che accomuna gli educati e i maleducati, i ricchi e i normali.
È un bel film, dunque,
La pazza gioia
? Lo è senz’altro, ma come si evince da quanto ho cercato di dire, sembra un film di ieri, ricorre a un modo di narrare che non sembra appartenere più all’oggi. Come se gli autori fossero ben coscienti della perennità di una cultura (che ormai ha più di trent’anni di vita), ma non delle contraddizioni che ci attraversano oggi, e della ricerca di modi di analizzare e narrare all’altezza del tempo che viviamo, dei suoi e dunque nostri dilemmi. È un buon film,
La pazza gioia
? È un buon film “tradizionale”, è un buon film di ieri mentre noi, incontentabili, vorremmo da Virzì un buon film magari meno buono ma più di oggi, dentro l’oggi nelle sue espressioni e nei suoi esiti quotidiani come nella scelta di un linguaggio che vi corrisponda.
Cinema
| La pazza gioia racconta due personaggi femminili forti e rari | La città fa bene? |
>
> L'Organizzazione Mondiale della Sanità, agenzia dell'ONU per la salute, [ha detto](<https://news.yahoo.com/nearly-150-killed-battle-libyas-tripoli-132418432.html?guccounter=1&guce_referrer=aHR0cHM6Ly90LmNvL05UNFZWRWE3ang&guce_referrer_sig=AQAAAAv3XdC1yxF7Tw5Lq83q_eMMoF_iQ1PxI4qF_9GMxdHMhqiatTIJ9HGcCHzpJe6w88mme8M9ngHgm_yyHwa0oZslDqSRAi_lv_Xnrh-vdqgv8zlsza5KHKXu5qRg4AaXIW3V5hDFXZ5cN7rvPdHcKaPUbkKxL9Fuycl9a7WsE4kI>) che finora nell'attacco militare contro Tripoli, la capitale della Libia, sono state uccise almeno 147 persone e altre 614 sono state ferite. L'[offensiva è iniziata](<https://www.ilpost.it/2019/04/09/guerra-libia-haftar-colpa/>) il 4 aprile, quando le milizie fedeli al maresciallo Khalifa Haftar hanno cominciato ad attaccare quelle che sostengono il primo ministro Feyaz al Serraj, con l'obiettivo di sottrarre il controllo di Tripoli al suo governo, l'unico riconosciuto a livello internazionale. Finora i combattimenti si sono concentrati fuori dai confini della città vera e propria, ma hanno già provocato enormi problemi alla popolazione locale: secondo gli ultimi dati dell'ONU, più di 18mila persone sono state costrette a lasciare le loro case a causa degli scontri.
>
> Per il momento la battaglia di Tripoli si trova in una situazione di stallo e nessuno dei due schieramenti sembra avere la forza di prevalere sull'altro nel breve periodo. L'ONU ha definito l'operazione di Haftar un «colpo di stato», e non «un'operazione antiterrorismo», come sostiene invece il maresciallo libico.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Almeno 147 persone sono state uccise nell'attacco contro Tripoli, in Libia, dice l'Organizzazione Mondiale della Sanità | ll nuovo piano di austerità in Portogallo |
… sembrava che un uomo piccolo piccolo
fosse nascosto in lui, omone grosso
Alberto Savinio
Il 9 novembre di cent’anni fa, alla fine della Grande guerra, in una mansarda del boulevard Saint-Germain si stava consumando un’agonia. Giù nelle strade inveivano contro l’ormai ex Kaiser Guglielmo, e le grida arrivavano lassù a un uomo di trentotto anni dallo stesso nome, che forse nel delirio le avrà confuse con un ultimo giudizio su di sé. In un romanzo suo coetaneo,
Nanà
, la protagonista, che con una parabola speculare a quella di sua madre era salita dalle stalle alle stelle, moriva in un Gran Hotel di Parigi mentre sotto le finestre la gente urlava “A Berlino! A Berlino!”, annunciando la guerra che avrebbe spazzato via il Secondo Impero. L’attrice-cocotte di Zola marcì dopo essere stata molto desiderata e inseguita. Lo scrittore-clown di Saint-Germain, invece, aveva desiderato e inseguito troppe sirene lungo i fiumi dell’Europa continentale e nei sobborghi inglesi, spremendo da questa amara esperienza una
Canzone del male amato
. Male amato, s’intende, dalle donne: a partire da quella genitrice che a quanto pare, siccome per una seconda coincidenza sfortunata suo figlio spirò negli stessi giorni di Rostand, sostenne che il vero poeta da piangere non era Guillaume ma il piumato cicisbeo del romanticismo
midcult
. Poi di lì a poco anche lei fu calata nella fossa, seguita in Messico dall’altro figlio Albert; e quella famiglia dalla provenienza oscura, su cui Angelica Kostrowitzky aveva impresso la doppia impronta di un’aura aristocratica e di una prassi da
demi-mondaine
, o addirittura contigua a un mondo rocambolesco che oggi si chiamerebbe terra di mezzo, sparì di colpo dalla scena.
Apollinaire affrontò l’epidemia di spagnola con un fisico già fiacco. Nel 1916 era stato ferito alla testa da una granata nei boschi di Berry-au-Bac, e gli avevano trapanato il cranio. S’inverava così un profetico ritratto di De Chirico, che come altri amici pittori (Picasso, Rousseau) si era esercitato su quella sua figura geometrica e massiccia fatta apposta per prestarsi agli esperimenti della nuova arte. Anche l’arruolamento volontario può contarsi tra i cocciuti corteggiamenti di una donna: nel caso la madrepatria, che mancò sempre a questo straniero nato a Roma da una ragazza polacca e da padre incerto, forse un militare italiano presto sfuggito alle proprie responsabilità. Guglielmo passò l’infanzia nel rione Monti, l’adolescenza tra il principato di Monaco e la Costa Azzurra, e a vent’anni, approdato alla Ville Lumière, sbarcava il lunario lavorando in banca e imbastendo feuilleton erotici. Con i suoi ponti e i suoi caffè, le sue gazzette e le sue riviste avviate e chiuse nello spazio di una notte, la capitale gli fece un nido e lo elesse giovane maestro d’avanguardie, ma gli procurò anche affanni e guai. Dopo il furto della
Gioconda
finì persino in carcere: la pista di certe statuette rubate al Louvre condusse infatti al suo “segretario”, un tipo in cui la sovrapposizione di facciata mondana e vita losca raddoppiava i tratti materni e i personaggi usciti dalla penna del principale, che mentre Proust scopriva le maschere decrepite della nobiltà le risolveva in una mascherata.
Cresciuto nel dubbio fin sul suo nome, davanti a femmine, compagni, luoghi, autori e miti Apollinaire innescò un processo d’identificazione inesauribile, verrebbe da dire lacaniano. Ci sono persone che si sentono ben piantate nella realtà, e da quel porto sicuro fantasticano con agio; lui invece, attraverso le sue fantasticherie volubili, cercava un radicamento terrestre. “Questo anormale aspirava alla norma, ardentemente, pateticamente; aspirava all’affetto della sua
maman
, di una donna, degli amici. Questo
fantaisiste
aspirava alla realtà”, commentò Savinio, l’unico autore italiano che possa essergli paragonato. Apollinaire anelava non a un innamoramento ma a un amore; solo che aggrappandosi a tutti i miraggi e assolutizzandoli, cioè trattando l’ombre come cosa salda, finiva invariabilmente per minarne i presupposti. “È un gufo il mio povero cuore / che s’inchioda, si schioda, si rinchioda. / Di sangue è allo stremo e d’ardore. / Tutti quelli che mi amano io li lodo”, scrisse in un limerick del
Bestiario
(1911) che fa dell’
Hibou
un altro
mal-aimé
.
Espressivamente, però, il suo scacco affettivo si traduce in una gioia mercuriale, acquatica e aerea. Apollinaire toglie la punteggiatura alla poesia e alla vita, riprende la tradizione classica dei calligrammi per adattarli a un simbolismo al limite del fumetto. Dai riflessi hoffmanniani di
Giovanni Moroni
al kitsch bavarese, nelle sue pagine le atmosfere dell’Ottocento romantico si riducono a un gas esilarante, a un impalpabile fuoco d’artificio dove, come in un Nietzsche che abbia davvero abbandonato la pesantezza teutonica per la favolosa lievità francese, anche la guerra appare un gioco. Gli obici miagolano, gli shrapnel sono rose, stelle filanti i razzi. In Apollinaire tutto è evanescente e mobile: ogni figura viene truccata e struccata, spezzettata e ricomposta in un numero indefinito di combinazioni, a partire dall’Io. L’automistificazione è inseparabile dalla burla, e se le identificazioni provvisorie sono un modo per non perdere la forma sono anche un modo per non fissarla una volta per sempre, rischio terribile per chi non può attingere punti fermi senza che si rivelino a un tratto incubi, errori. “Io sono l’invisibile che non può scomparire”, recita nel
Canto dell’orizzonte in Champagne
uno dei tanti oracoli che emergono all’improvviso tra le enumerazioni caotiche e le acrobazie associative.
Ha scritto Sergio Solmi che in Apollinaire non si distingue, e qui sta il suo fascino, “la parte di adesione profonda e quella di avventato scherzo”. Di fronte a questo fumismo candido e astuto, Gide parlava di “miracles ingénus”. La poesia apollinairiana, che sembra fatta di niente, sorprende e avvince fondendo la felicità gratuita delle trovate a immaginazioni esatte come formule. Mantenendosi in comunione con tutto, dai massimi sistemi ai detriti più negletti, il lirico trasmuta di continuo le cose l’una nell’altra. Nei suoi versi appoggiati appena sulla pagina, ritagliati o tracciati a inchiostro simpatico, può capitare che le proverbiali nuvole colino “come un flusso mestruale”, o che degli abeti “in cappello a punta / Vestiti di lunghe vesti / Come astrologhi” salutino “i fratelli abbattuti / I battelli che navigano sul Reno”. Mentre le avanguardie ufficiali applicano l’assurdo o l’aleatorietà come una tecnica, in Apollinaire, dice Solmi, si conserva la “genuinità del momento vitale da cui si è irradiata la casuale costellazione delle immagini”. È il demone dell’amore a pigiare le vastità cosmiche e mitiche nei pochi metri di una strada. Perché l’inferno pornografico e sanguinario riesumato dal poeta alla Biblioteca Nazionale, e le avventure consumate con avidità negli alberghi, sono appena un Eden fanciullesco se paragonati al vero
Enfer
, a quella “maladie honteuse” il cui ritornello “c’est toujours: ‘Je voudrais qu’elle m’aime’”.
Zelig originale e
fauve
della lirica, Apollinaire è l’antipode del cartesiano Valéry e del suo ordine architettonico, ma appunto per questo non è un leninista del disordine estetico organizzato come i capi dei gruppi a cui ha offerto spunti innumerevoli. Perciò è difficile inchiodarlo a una definizione. È un Palazzeschi col cuore, un Cocteau anticlassicista, un Ungaretti anarchico, un Éluard innocente, un Savinio depurato dai concetti, un Delfini tatticamente efficace, un giullare senza rabbia, un Majakovskij agile, un futurista tenero, un Cendrars casalingo, un Verlaine alchemico, un D’Annunzio paradisiaco con humour, un Corazzini florido che può correre ovunque, un Whitman bonsai, un Rabelais chiuso nella lampada di Aladino, un Villon di allegro buon senso, un Pound leggero e senza velleità? Certo questo meteco della geografia e della lingua ha divinato buona parte del secolo breve rimanendo sulla sua soglia. Rilanciò Sade, promosse i cubisti, levò un po’ d’ottusità al futurismo, stese un ponte tra il delicato Laforgue, il brutale passo ridotto di Jarry e la liquidazione totale di Tzara e Breton; ma mentre mescolava misticismo e cinema, Orfeo e Orfei, emblemi esoterici e slapstick neri, romanzacci e manichini, autobiografia e leggenda cavalleresca, provenzali e canzone di varietà, ritmava sempre ogni suggestione sul proprio battito emotivo, la seminava in un irrinunciabile “pays de Tendre”. Nelle sue poesie lo spiritismo spiritoso, le allusioni ermetiche frullate insieme coi dialoghi orecchiati al caffè non si possono mai scindere dal cordone ombelicale dei sentimenti; e così il suo uso dei miti, che porta con sé l’eco delle fratellanze letterario-pittoriche ottocentesche, non è ancora gravato dal carico metafisico
entre deux guerres
. Apollinaire annulla l’eterna dicotomia francese tra classicismo lineare e manierismo carnevalesco, che in lui convivono come il maschio e la femmina, l’aspetto d’orso e la voce infantile: una voce spesso sul punto d’incrinarsi, ma subito pronta a riprendersi con una piroetta, con uno sperpero di coriandoli e gale veneziane di fronte ai quali s’immagina il poeta sgusciare tra le sagome del
Ragazzo morto
di Parise.
Sospeso tra “Souvenir et Avenir” e condannato a un perenne autunno, la sua “stagione mentale” di nostalgia e di attesa, questo bulimico sciamano è il cantore di un crepuscolo che sta per dissolversi in un’alba ghiaccia di Cocito. “E io speravo la fine del mondo / Ma la mia arriva sibilando come un uragano”, scrisse poco prima di morire; e nelle chiuse delle sue raccolte maggiori chiede “pietà” ai posteri con un accento ben diverso da quello che sarà poi di Brecht: “Uomini dell’avvenire ricordatevi di me / Io vivevo nell’epoca in cui i re finivano / Uno dopo l’altro essi morivano silenziosi e tristi / E tre volte coraggiosi divenivano trismegisti”. Eliot, Pound e i surrealisti potrebbero essere autorizzati a vedere in Apollinaire un Bonagiunta rimasto al di qua dello stil novo. Ma il “nodo” stavolta è un peso o un vantaggio? Da che parte si trova, a questa altezza, il vero sviluppo estetico, la resa caparbia a ciò che “detta dentro”?
L’autore di
Alcools
non ha ancora bisogno d’irrigidirsi nel nichilismo o in un’ideologia. Per lui la parola è immediata come un dio che trema, e la vita intera una fiamma rapida: anche nell’avanguardia artistica privilegia Derain, Delaunay, Dufy, cioè coloro che non la rappresentano ufficialmente ma le scivolano agilmente intorno. Ermes dal corpo giovesco, penetra dappertutto coi suoi versi ilari e labili come atomi lucreziani; resta a bagno in un Caso che sublima l’azzardo col quale flirtava nei casinò la madre biscazziera; si fa esile, metamorfico, pieghevole per passare attraverso la materia bruta e cerebrale del Novecento nella fase in cui i fiori, gli organetti, i saltimbanchi, i cimiteri, l’esotismo e il primitivismo si rapprendono in programma, astrazione, strage. C’è chi, visto il suo spettacolo d’arte varia, lo chiama
brocanteur
, rigattiere; ma in verità, con la sua bacchetta da Merlino, Apollinaire cambia segno al
bric-à-brac
della belle époque.
Lascia che Ubu svenda il salotto di Des Esseintes alla sua asta assurda, poi lo ricompra per arredare una scena intima dove i souvenir più caduchi e le più scintillanti invenzioni tecnologiche riappaiono come giocattoli; mescola i più disparati ingredienti culturali come un cuoco estroso, pesca il suo bene ovunque con intuito fulmineo, e non dà mai sistemazione o radici al sapere. “Era nutrito di una cultura vastissima, varia come le nuvole, alessandrina e volta al mistagogico”, osserva ancora Savinio. È, la sua, una parodia di umanesimo, l’unico umanesimo possibile in un’epoca di trapasso verso l’inumano: nel caleidoscopio lirico, progresso e magia si alleano per l’ultima volta. “Guillaume era prodigiosamente brillante e qualunque argomento fosse sul tappeto, che lui se ne intendesse o no, d’un lampo ne vedeva tutte le possibilità e ci ricamava su, di spirito e fantasia, sviluppandolo più lontano che non potesse fare un intenditore. Il bello si è che non prendeva quasi mai cantonate”, ha ricordato Gertrude Stein nell’
Autobiografia di Alice Toklas
.
Diceva Pascal che chi vuol essere angelo è bestia, ma Apollinaire agisce insieme da bestia e da angelo perché elimina il contrasto, non sceglie una posa moralistica o immoralistica: è un materialista corpulento che si rarefà nell’etere di un’innocua teurgia, e un metafisico tutto sensi. Da queste vocazioni nasce
Zona
, il più sterminato dei suoi “cortei”, la lunga poesia-collage che apre
Alcools
(1913) sorvolando epoche e continenti. Sembra che il poeta faccia ruotare con un colpo di pollice un mappamondo, o mandi rapidissimamente avanti e indietro il nastro di un film: “Alla fine sei stanco di questo mondo antico // O torre Eiffel, pastorella, il gregge dei ponti bela stamattina // Ne hai abbastanza di vivere nell’antichità greca e romana // Qui perfino le automobili hanno un’aria antica”…
La torre Eiffel, enorme soprammobile floreale, indica la reversibilità tra micro e macroscopico, ma anche l’accelerazione delle mode: un attimo prima sembrava avveniristica, un attimo dopo le automobili la rendono archeologica per poi divenire a loro volta monumenti. L’unico a rimanere sempre moderno è il Papa, che si sovrappone al padre: il cattolicesimo assorbe e trasforma tutto come la poesia. Però Apollinaire aggiunge subito che in chiesa non entra per vergogna: come i moderni più consapevoli, sa di non poter più posare il capo in quella placenta buia senza malafede. I nomi religiosi diventano allora tarocchi da mischiare ad altri miti per leggervi il proprio destino: Cristo e Icaro proiettati nel cielo degli aviatori, il Sole-Apollo dal collo tagliato, la Fenice, Orfeo… Perché il processo identificativo sfocia nel tema orfico di morte e resurrezione. Il poeta si disintegra senza sosta e senza sosta ricombina le proprie membra, arcimboldesca torre di Babele umana che sente di non esistere se non in un ciclo che l’aliena. “Volendo ‘tornare’ ad essere Se stesso”, ha detto bene Corrado Bologna, “Apollinaire può solo uccidersi infinitamente in qualcosa d’Altro, per risorgere sempre Diverso”. Ecco
Corteo
: “Tutti quelli che sopraggiungevano e non erano Io / Portavano uno ad uno i pezzi di me stesso (…) Mi hanno formato tutti i corpi e le cose umane // Tempi passati Trapassati Dèi che mi formaste / Io non vivo che passando come voi passaste”. Ed ecco, ancora da
Alcools
, la conclusiva
Vendemmiaio
: “Ho sete città di Francia e d’Europa e del mondo // Venite tutte a colare nella mia gola profonda (…) Ascoltatemi io sono la gola di Parigi / E berrò ancora se ne ho voglia l’universo”.
Io e mondo, introversione ed estroversione si susseguono col ritmo istintivo del respiro. Ma una tale fluida osmosi, un tale pathos dell’ubiquità ha qualcosa d’illusorio, perché se l’abilità scimmiesca consente infiniti travestimenti, non per questo la realtà a cui li si strappa accoglie il travestito nel suo grembo: “Io lego all’avvenire la storia di Guillaume Apollinaire / Che fu alla guerra e seppe essere ovunque / Nelle felici città delle retrovie / In tutto il resto dell’universo / In quelli che muoiono scalciando fra i reticolati / Nelle donne nei cannoni nei cavalli / Allo Zenit al Nadir ai 4 punti cardinali / E nell’unico ardore di questa veglia d’armi / E sarebbe senza dubbio molto più bello / Se potessi supporre che tutte queste cose nelle quali io sono dovunque / Potessero occupare anche me / Ma in questo senso non c’è proprio nulla / Perché se io sono dappertutto in quest’ora tuttavia soltanto io sono in me stesso”, annota malinconicamente Guillaume in
Meraviglia della guerra
. E in un racconto del
Poeta assassinato
(1916), libro gemello dell’
Hermaphrodito
saviniano, il comico ventriloquo Chislam si rivolge così al suo io nella solitudine di un albergo londinese: “lei è stato il divertimento universale, la risata stessa di tutto il mondo. Era troppo per una donna. Ciò che vale per tutti può, a causa della sua enormità, spaventare il singolo (…) La sua fantasia, che scatenava un tempo ilarità mai viste presso tutti i popoli, non è bastata a farla apprezzare da una sola ragazza. Mescolata al pubblico, poteva ridere come gli altri; ma quando, soli, parlavate d’amore, lei non le ispirava che una profonda tristezza”.
È una tristezza immobilmente lucida, molto simile a quella che il ventriloquo Apollinaire prova appena la “testa stellata” dalla ferita lo induce a osservarsi dall’esterno, senza più la ventosa euforia del seduttore capace di sedurre prima di tutto sé stesso. È un sentimento da vele ammainate, che prosciuga il male e il bene d’amore, ossia la radice della sua energia traboccante. Alla casa matrimoniale calda e ragionevole in cui avrebbe voluto abitare approda solo adesso, quando ormai la marea dei desideri si è ritirata lasciando sulla riva una grafomania arida e cupa, ansiosa di riscuotere onori. Ma nessuna medaglia può risarcire questo emigrato senza documenti, questo carcerato senza colpa, questo soldato senza patria. Lui non sa sostituire all’eros euforico e malinconico una finta resurrezione da accademico o ideologo, non sa credibilmente convivere col gelo spietato del secolo che si annuncia: il suo cuore non è ancora un oggetto di plastica surrealista. Lo diventerà per gli amici a cui faceva da calamita, e che dopo la guerra andranno ognuno lungo la sua fredda strada. Apollinaire lascia sanguinare la piaga della scissione tra tempo interiore e società moderna senza ricucirla nel mausoleo del ritorno all’ordine. E nulla riassume meglio questa dialettica dei versi del
Pont Mirabeau
, dove “L’amore va come la vita è lenta / E come la speranza è violenta”. Ma a volte, il poeta lo imparò presto, vale anche il contrario.
Questo articolo è già uscito in forma ridotta su “Il foglio” del 10 novembre 2018
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| Cent’anni dopo | Paulo Mendes da Rocha |
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>> Terza tra le metropoli più popolose d'Italia, la **città di Napoli** si specchia nell'omonimo golfo che ne riflette la bellezza e i colori.
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*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Città da scoprire: Napoli (VIDEO) | Il centenario dell’impresa di Fiume, anniversario che divide |
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>> Martedì mattina ci sono stati alcuni scontri a Tripoli, la capitale della Libia, dopo che Fathi Bashagha, primo ministro designato dal parlamento di Tobruk, ha provato a entrare nel centro della città per assumere il controllo del governo, guidato da Abdul Hamid Dbeibah. L'ufficio di Bashagha [ha fatto sapere](<https://www.jpost.com/breaking-news/article-706900>) a _Reuters_ che il tentativo non è riuscito, e che Bashagha non si trova più a Tripoli.
>>
>> La Libia ha formalmente due primi ministri [da febbraio](<https://www.ilpost.it/2022/02/10/libia-due-primi-ministri/>), quando il parlamento libico, che ha sede nella città orientale di Tobruk, aveva nominato Bashagha per sostituire Dbeibah, che però da allora si rifiuta di cedere il potere. La situazione politica in Libia è grave da diversi mesi e ci sono estesi timori che le tensioni di questi giorni potrebbero riportare il paese indietro di oltre due anni, quando in Libia c’erano due governi in competizione tra loro, uno a Tripoli e uno a Tobruk, e due schieramenti armati formati da milizie che si combattevano per prendere il controllo del territorio.
>>
>> Le informazioni sugli scontri di martedì mattina sono ancora confuse e frammentarie, ma sembra che il tentativo di Bashagha abbia provocato una reazione delle milizie armate che sostengono Dbeibah, al potere dal 2020 con un governo ad interim e che [ha rinviato a data da definire le elezioni presidenziali](<https://www.ilpost.it/2021/12/22/elezioni-libia-rimandate/>) previste in origine per dicembre del 2021. Gli scontri si sarebbero concentrati nel nordest della città, ma al momento non si hanno notizie precise di feriti o morti.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
| Ci sono stati alcuni scontri a Tripoli, in Libia, dopo che il primo ministro designato dal parlamento di Tobruk ha provato a entrare in città | Finanza Fossile |
[Fotografia spiritica](<https://www.ilpost.it/wp-content/uploads/2013/10/FotrografiaSpiritica16.jpg>)
(William Hope/National Media Museum Collection)
Durante la [guerra civile americana](<https://www.ilpost.it/tag/guerra-di-secessione/>) - combattuta tra il 1861 e il 1865 - [iniziarono a diffondersi](<http://www.theatlantic.com/technology/archive/2013/10/when-cameras-took-pictures-of-ghosts/281010/>) le cosiddette foto di fantasmi: fotografie in cui vicino ai committenti spuntava l'immagine offuscata e traslucida di una persona morta. Le foto erano ovviamente dei falsi, realizzati da ciarlatani che approfittavano del desiderio delle famiglie di avere un qualche tipo di contatto con i cari morti in battaglia. Le immagini spettrali erano ottenute esponendo per lungo tempo le lastre fotografiche o con sovraimpressioni, ed erano quindi il risultato di ritocchi realizzati dai fotografi. Dato però che la fotografia era inizialmente considerata uno strumento per documentare fedelmente la realtà, i committenti erano convinti che le persone morte fossero davvero presenti al momento dello scatto e che la macchina le avesse semplicemente catturate.
Il [caso più celebre](<http://nationalmediamuseumblog.wordpress.com/2013/05/20/photography-a-z-ghosts-spirit-photography/>) è quello delle foto fantasma del Crewe Circle, che fu fondato e guidato da William Hope. Hope era nato a Crewe, nel Regno Unito, nel 1863. Iniziò a lavorare come falegname e dal 1905 si interessò alla fotografia spiritica dopo aver catturato l'immagine - sosteneva - della sorella morta di un amico. Fondò allora insieme ad altre sei persone il Crewe Circle, che dalla Prima guerra mondiale in poi ottenne sempre più clienti, esattamente com'era accaduto negli Stati Uniti durante la guerra di Secessione. Nel 1922 Hope si stabilì a Londra, spacciandosi come medium e continuando la sua attività fotografica. Fu oggetto di numerose indagini, tra cui quella più celebre condotta da Harry Price e commissionata dalla Società per la ricerca fisica. Price raccolse numerose prove per dimostrare che Hope realizzava le foto sostituendo le lastre fotografiche, e le rese pubbliche alla fine del 1922. Molti sostenitori di Hope però lo difesero, compreso Sir Arthur Conan Doyle, l'autore di Sherlock Holmes. Hope continuò a realizzare le sue foto di fantasmi e morì a Londra nel 1933.
La Library of Congress [conserva](<http://www.flickr.com/photos/nationalmediamuseum/sets/72157606849278823/with/2780183501/>) alcune delle foto di Hope, ritrovate da un curatore della biblioteca in un negozio di antiquariato e oggetti di seconda mano nel Lancashire.
[ ](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-4/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-19/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-11/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-13/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-20/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-14/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-16/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-15/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-17/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-18/>) [](<https://www.ilpost.it/2013/10/31/foto-di-fantasmi/fotografia-spiritica-10/>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Foto di fantasmi | Accordo di pace in Colombia. Mons. Rueda: "Siamo chiamati a dare impulso a questo processo, non possiamo fare passi indietro" |
Iniziarono con dei calci nello stomaco. Quando videro che nonostante le botte Ismael si rifiutava di confessare, decisero di provare con l’elettroshock. Una, due, cinque volte. Ma Ismael continuava a negare: “Mi spogliarono, mi lasciarono completamente nudo per ore e ore, in una stanza ghiacciata, e mi versarono sopra secchiate d’acqua fredda. Ma continuai a negare i crimini di cui mi accusavano: ero innocente”, racconta oggi.
Nel 2009, l’attivista thailandese Ismael Teh fu brutalmente torturato da un gruppo di militari. A quel tempo, era attivo nel movimento studentesco della sua università. Non aveva alcuna affiliazione politica, ma fu arrestato perché sospettato di essere un sostenitore di un movimento guerrigliero separatista. Fu imprigionato e torturato per diversi giorni.
Quando fu liberato, denunciò le violenze subite. A sette anni di distanza, nessuno dei suoi torturatori è stato punito, ma Ismael non ha perso le speranze e continua a lottare per ottenere giustizia: oggi lavora per la sezione di Human Rights Watch in Thailandia ([www.hrw.org/asia/thailand](<http://www.hrw.org/asia/thailand>)), e si occupa di aiutare le vittime di tortura che, come lui, non hanno ottenuto alcun risarcimento.
> “Mi spogliarono, mi lasciarono nudo per ore e ore, in una stanza ghiacciata, e mi versarono sopra secchiate d’acqua fredda. Ma ero innocente” (Ismael Teh)
Nel cosiddetto “Profondo Sud”, le province della Thailandia al confine con la Malesia, la maggioranza della popolazione è di etnia Malay e religione musulmana. Ha una propria lingua e una propria cultura, e rivendica l’indipendenza dal resto del Paese, dove gli abitanti sono in prevalenza buddhisti e di etnia Thai. In questa regione dal 2004 è in corso un conflitto tra l’esercito thailandese e i ribelli separatisti, organizzati in una ventina di gruppi armati, che ha provocato oltre 6.500 morti e 11mila feriti.
La situazione è ulteriormente deteriorata nel maggio del 2014, quando una giunta militare è salita al potere dopo un colpo di Stato -il 12esimo dal 1932-. Con il pretesto della lotta al terrorismo, la giunta ha proclamato lo stato d’emergenza e la legge marziale nelle province del Sud. Così facendo ha risposto alle violenze con ulteriori violenze. Chiunque sia sospettato di essere un separatista, o sia semplicemente critico nei confronti dei militari, rischia di essere incarcerato senza processo, accusato di crimini mai commessi, e sottoposto a torture fisiche e psicologiche.
Nel gennaio 2016, tre organizzazioni per i diritti umani che operano nel sud della Thailandia -Cross Cultural Foundation (CrCF), Duay Jai Group (DJ) e Patani Human Rights Network (HAP)- hanno pubblicato un dettagliato report sulle torture commesse dall’esercito dal 2004 al 2015. Nelle 54 testimonianze raccolte, le vittime descrivono le violenze subite: le minacce contro i propri familiari, l’uso dell’elettroshock, gli abusi sessuali, le ustioni, la privazione del sonno, il waterboarding (tipo di tortura che simula l’annegamento) e le finte esecuzioni.
L’esercito thailandese ha respinto ogni accusa e ha denunciato gli attivisti che hanno pubblicato il report per diffamazione e per aver violato l’articolo 14 della legge sui crimini informatici, che prevede fino a cinque anni di carcere per la diffusione online di materiale considerato falso e dannoso per la reputazione di qualcuno.
“Questo processo è un modo per zittire le voci degli attivisti per i diritti umani -dice Somchai Homlaor, presidente della Cross Cultural Foundation-. Vogliono mandare un segnale alle vittime e ai loro familiari, in modo tale che ci pensino due volte prima di denunciare gli abusi di fronte alle organizzazioni internazionali e a quelle locali”.
Parlare di tortura, in Thailandia, sta diventando sempre più rischioso. Il 28 settembre, le autorità thailandesi hanno vietato la presentazione del rapporto di Amnesty International su quelle commesse dall’esercito e dalla polizia. E hanno minacciato di arrestare i rappresentanti dell’organizzazione se non avessero annullato la conferenza stampa organizzata a Bangkok. “Le autorità thailandesi dovrebbero punire i torturatori, non gli attivisti che fanno il loro lavoro. Invece di minacciare di arrestarci e denunciarci, dovrebbero pensare a portare in tribunale chi ha commesso le torture. È gravissimo che denunciare violazioni dei diritti umani sia considerato un crimine, mentre le torture possano continuare in un clima di totale impunità”, ha dichiarato Minar Pimple di Amnesty International.
La paura di essere arrestati limita fortemente il lavoro delle organizzazioni per i diritti umani nel Paese: “Ci sono molti argomenti di cui non possiamo più parlare -dice Ekkarin Tuansiri, direttore del Patani Forum, un’organizzazione che si occupa di documentare casi di violazioni dei diritti umani e organizzare dibattiti per promuovere pace e democrazia in Thailandia e ha sede nella provincia meridionale di Pattani-. Cerchiamo di essere imparziali, ma a causa del nostro lavoro ci ritroviamo contro sia l’esercito sia i gruppi ribelli. Ormai esporsi e denunciare è diventato troppo pericoloso, tutti siamo a rischio”.
Nel maggio 2016, il Primo ministro Prayut Chan-ocha ha promesso che avrebbe introdotto una nuova legge contro la tortura e investigato i crimini commessi dall’esercito. La legge, tuttavia, non è ancora stata approvata e nessun militare è stato processato. Al contrario, son proprio i militari accusati di tortura ad aver messo sotto processo le vittime e i loro familiari.
Il 26 luglio scorso, la polizia ha arrestato una ragazza di 25 anni, Naritsarawan Kaewnopparat, con l’accusa di diffamazione: aveva postato sul proprio profilo Facebook la storia di suo zio Whichian Puaksom, torturato e ucciso dai militari nel 2011. Durante il servizio di leva, Whichian aveva disubbidito ad alcuni ordini. Per punirlo, i soldati lo denudarono, lo trascinarono su una superficie di cemento, e lo picchiarono. Poi misero del sale sulle ferite, lo legarono con degli stracci, gli cantarono le parole di un rito funebre, lo costrinsero a sedersi sul ghiaccio. Lo picchiarono con canne di bambù e lo calpestarono. Wichian morì a causa delle ferite cinque giorni dopo.
Naritsarawan è stata denunciata da un sergente maggiore, responsabile del centro militare dove fu torturato Wichian. È stata rilasciata su cauzione, ma rischia cinque anni di carcere nel caso venga condannata per diffamazione. “Nessuno in Thailandia può più parlare di tortura in pubblico. L’impunità, la certezza che i militari accusati non saranno puniti, provoca paura. La gente non ha più il coraggio di sporgere denuncia, o di chiedere aiuto, perché la polizia non lavora per le persone, lavora per difendere le autorità”, spiega Anchana Hemmina, fondatrice dell’organizzazione Duay Jai Group, che si occupa di aiutare vittime di tortura e i loro familiari.
Anchana capisce bene la paura delle vittime, perché lei stessa ha spesso subito minacce: “Un giorno, quattro macchine dell’esercito circondarono la mia casa. I militari bussarono alla mia porta, e mi dissero che dovevo smettere di parlare di certi argomenti, come le violenze e le torture, perché altrimenti mi avrebbero denunciato per diffamazione e mi avrebbero fatto passare dei guai. L’esercito dice che ci stiamo inventando tutto, vogliono nascondere i crimini commessi sotto il tappeto. Cercano in ogni modo di fermarci”, dice Anchana.
> “L’impunità, la certezza che i militari accusati non saranno puniti, provoca paura. La gente non ha più il coraggio di sporgere denuncia, o di chiedere aiuto” (Anchana Hemmina)
Oltre ad occuparsi di documentare le violazioni e aiutare le vittime con supporto legale, Duay Jai Group si dedica anche al lavoro di assistenza psicologica e riabilitazione: “La tortura non è mai solo fisica: quando una persona è torturata, si rompe anche una parte del suo cuore. Per questo stiamo aprendo un centro di riabilitazione, con esperti in psichiatria, che passo dopo passo possono aiutare le vittime a superare il trauma subìto”, spiega la donna.
Il processo contro Anchana e i suoi colleghi è ancora in corso. Se il loro ricorso sarà respinto, rischiano di finire in prigione. Per le vittime e per i loro familiari, il lavoro di documentazione e denuncia degli attivisti costituisce l’unica speranza di giustizia: per questo, nonostante la posta in gioco sia alta, nessuno di loro ha alcuna intenzione di rinunciare.
_© riproduzione riservata_
| Thailandia, vietato parlare di tortura nel Paese del turismo di massa | Un grande scienziato con occhi da bambino |
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>>>> Crediti: X-ray: Nasa/Cxc/University of Colorado/T.Ayres; Optical: Zdeněk Bardon/Eso
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>>>> Nella ricerca della vita al di fuori del Sistema solare, uno dei posti migliori che gli scienziati hanno considerato è [Alpha Centauri](<https://it.wikipedia.org/wiki/Alfa_Centauri>), un sistema che contiene le tre stelle più vicine al nostro Sole.
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>>>> Il sistema Alpha Centauri è stato monitorato per oltre un decennio da [Chandra](<http://chandra.harvard.edu/>), l'osservatorio a raggi X della Nasa, e un nuovo studio basato sui dati raccolti fornisce notizie incoraggianti su un aspetto chiave legato all’abitabilità planetaria del sistema. Lo studio indica che qualsiasi pianeta in orbita attorno alle due stelle più luminose nel sistema Alpha Cen è molto probabile che _non_ venga colpito da grandi quantità di radiazioni X emesse dalle stelle ospiti. È una buona notizia: i raggi X e gli effetti meteorologici spaziali correlati sono estremamente dannosi per la vita, sia in maniera diretta attraverso le alte dosi di radiazioni, sia indirettamente attraverso la rimozione delle atmosfere planetarie (destino questo che si pensa aver subito Marte, nel nostro Sistema solare).
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>>>> Immagine ottica di Alpha Centauri nella quale si vedono le due stelle A e B e la compagna più distante, Proxima Centauri. Crediti: Eso/B. Tafreshi (twanight.org)/Digitized Sky Survey 2; Acknowledgement: Davide De Martin/Mahdi Zamani
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>>>> Alpha Centauri è un sistema stellare triplo situato a poco più di quattro anni luce dalla Terra (4.37 anni luce), ossia a circa 41mila miliardi di km. Una distanza grandissima in termini terrestri, ma sono comunque e di gran lunga le stelle più prossime al Sole.
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>>>> «Poiché è relativamente vicino, il sistema Alpha Centauri è visto da molti come il miglior candidato da esplorare per la ricerca di segni di vita», osserva **Tom Ayres** della [University of Colorado Boulder](<https://www.colorado.edu/>). «La domanda è: **i pianeti che vi troveremo saranno in un ambiente favorevole alla vita così come noi la conosciamo?** ».
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>>>> Le stelle nel sistema Alpha Centauri includono la coppia chiamata "A" e "B" (AB in breve), in orbita relativamente vicine l'una all'altra. Alpha Cen A è quasi una gemella del nostro Sole, da vari punti di vista, compresa l'età, mentre Alpha Cen B è un po’ più piccola e più tenue, ma comunque abbastanza simile al Sole. Il terzo membro del sistema, Alpha Cen C (noto anche come _Proxima_ ), è una stella nana rossa molto più piccola che viaggia intorno alla coppia AB in un'orbita molto grande, più di 10mila volte la distanza Terra-Sole (Proxima si trova a circa 13mila unità astronomiche dal sistema AB, equivalenti a 0,21 anni luce, poco meno di duemila miliardi di km). Attualmente, Proxima detiene il titolo di stella più vicina alla Terra, anche se il sistema AB le è molto vicino.
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>>>> I dati di Chandra rivelano che le prospettive di vita, in termini di effettivo bombardamento da parte dei raggi X emessi dalle stelle del sistema, sono effettivamente migliori intorno alla stella Alpha Cen A rispetto a quanto lo siano in prossimità del Sole, e la situazione per Alpha Cen B è solo leggermente peggiore. Proxima, invece, è un tipo di stella nana rossa attiva [nota per irradiare frequentemente _flare_ X pericolosi](<https://www.media.inaf.it/2018/02/27/proxima-centauri-flare-alma/>), e pertanto è probabile che sia ostile alla vita.
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>>>> «In termini di possibilità di sviluppare la vita su uno qualsiasi dei loro pianeti e di sopravvivenza alle radiazioni emesse delle stelle, il risultato trovato da questo studio è un'ottima notizia per Alpha Cen AB. **Chandra ci mostra che ci sono possibilità di vita sui pianeti attorno a queste stelle** », conclude Ayres.
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>>>> Mentre [uno straordinario pianeta di dimensioni terrestri è stato scoperto attorno a Proxima](<https://www.media.inaf.it/2016/08/24/proxima-centauri-pianeta-vicino/>), gli astronomi continuano a cercare, senza successo, esopianeti attorno a Alpha Cen A e B. La caccia al pianeta attorno a queste stelle si è recentemente rivelata più difficile a causa dell'orbita della coppia, le cui orbite proiettate in cielo nell'ultimo decennio sono apparse molto ravvicinate.
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>>>> Per cercare di capire se le stelle di Alpha Cen sono ospitali, gli astronomi hanno condotto una lunga campagna nella quale Chandra ha osservato le due stelle principali del sistema, dal 2005, all’incirca ogni sei mesi. Chandra è l'unico osservatorio a raggi X in grado di risolvere la coppia AB (ossia di vedere le due stelle distinte), le cui stelle ruotano a distanza ravvicinata, per definire quale stella stia facendo cosa.
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>>>> Immagine X di Alpha Centauri. Crediti: NASA/CXC/University of Colorado/T.Ayres
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>>>> Le misure a lungo termine di Chandra hanno catturato gli alti e bassi dell'attività a raggi X di AB, in maniera analoga a quanto avviene sul Sole ogni 11 anni, mostrando che **qualsiasi pianeta nella zona abitabile della stella A, riceverebbe in media una dose di raggi X inferiore rispetto a quella ricevuta da pianeti simili orbitanti attorno al Sole**. Per il compagno B, la dose di raggi X per i pianeti delle zone abitabili sarebbe superiore a quella del Sole, ma solo di 5 volte.
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>>>> In confronto, i pianeti nella zona abitabile intorno a Proxima ricevono una dose media di raggi X circa 500 volte più grande di quella ricevuta dalla Terra, e 50mila volte più grande durante un _flare_ X.
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>>>> Oltre a dare indizi sulla possibile abitabilità dei pianeti di Alpha Cen, la storia dei raggi X di AB rivelata da Chandra ha un ruolo chiave nelle esplorazioni teoriche dell’attività X periodica del nostro Sole. Comprendere questa attività è fondamentale per capire pericoli cosmici come quelli legati alla meteorologia spaziale, che può avere un impatto considerevole su civiltà tecnologiche come la nostra.
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>>>> Questi risultati sono stati presentati da Tom Ayres alla 232esima riunione dell'American Astronomical Society a Denver, in Colorado, e parte dei risultati sono stati pubblicati nel gennaio 2018 nelle _Research Notes of the American Astronomical Society_.
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>>>> **Per saperne di più:**
>>>>
>>>> * Leggi su _Research Notes of the American Astronomical Society_ l'articolo "[Alpha Centauri Beyond the Crossroads](<http://iopscience.iop.org/article/10.3847/2515-5172/aaa88f>)" di T.R. Ayres
*[55 minuti fa]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.28
*[1 h]: Lunedì 19 gennaio 2015 alle ore 10.05
*[33 minuti fa]: 10.50
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*[HTML]: HyperText Markup Language
*[P:]: Phone
| Sistema stellare ospitale a 4 anni luce | «Non leggete i libri: fateveli raccontare» |
>>
>> La Camera dei Deputati ha votato oggi [contro](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/il-giorno-del-voto-su-cosentino/>) la richiesta di arresto dell'onorevole Cosentino presentata dai magistrati di Napoli: Cosentino è accusato di attività camorristiche, ma i deputati hanno ritenuto che le motivazioni per l'arresto non fossero fondate e obiettive con una maggioranza di 309 contro 298. O più probabilmente hanno ritrovato un'occasione di scontro politico fazioso a prescindere dal merito, ora che il governo Monti ha rarefatto questi momenti.
>>
>> [ ](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/italys-former-prime-minister-and-head-o-3/> "vai alla fotogallery")
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/italys-former-prime-minister-and-head-o-3/>)
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/voto-su-arresto-nei-confronti-del-deputato-pdl-nicola-cosentino/>)
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/voto-su-arresto-nei-confronti-del-deputato-pdl-nicola-cosentino-9/>)
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/voto-su-arresto-nei-confronti-del-deputato-pdl-nicola-cosentino-6/>)
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/italys-former-prime-minister-and-head-o-2/>)
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/voto-su-arresto-nei-confronti-del-deputato-pdl-nicola-cosentino-5/>)
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/voto-su-arresto-nei-confronti-del-deputato-pdl-nicola-cosentino-4/>)
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/deputies-react-after-a-vote-at-the-parli/>)
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/voto-su-arresto-nei-confronti-del-deputato-pdl-nicola-cosentino-2/>)
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/voto-su-arresto-nei-confronti-del-deputato-pdl-nicola-cosentino-7/>)
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/voto-su-arresto-nei-confronti-del-deputato-pdl-nicola-cosentino-8/>)
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>> [](<https://www.ilpost.it/2012/01/12/le-foto-di-oggi-alla-camera-15/voto-su-arresto-nei-confronti-del-deputato-pdl-nicola-cosentino-3/>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Le foto di oggi alla Camera | L'enorme manifestazione del Cairo |
Da oggi, 21 gennaio, al 28 febbraio la galleria ONO Arte contemporanea di Bologna [ospita](<http://www.onoarte.com/>) la mostra _Shepard Fairey: OBEY_ , che raccoglie 15 opere del celebre street artist contemporaneo statunitense. Fairey è famoso soprattutto per aver disegnato nel 2008 il poster HOPE, diventato il simbolo della campagna presidenziale di Barack Obama: si tratta di un ritratto stilizzato di Obama in rosso, blu e beige, accompagnato dalla parola HOPE, "speranza". Fairey vendette le prime 350 copie in strada subito dopo averle stampate; in breve tempo il ritratto divenne l'immagine più riconoscibile e simbolica della campagna di Obama e fu poi acquistato dalla National Portrait Gallery di Washington DC.
[ ](<https://www.ilpost.it/2016/01/21/la-street-art-di-shepard-fairey-a-bologna/shepard-fairey-2/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2016/01/21/la-street-art-di-shepard-fairey-a-bologna/shepard-fairey-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/21/la-street-art-di-shepard-fairey-a-bologna/scaled-image-1-copia-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/21/la-street-art-di-shepard-fairey-a-bologna/scaled-image-1-copia-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/21/la-street-art-di-shepard-fairey-a-bologna/small_privileges_bw_dl/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/21/la-street-art-di-shepard-fairey-a-bologna/star1/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/21/la-street-art-di-shepard-fairey-a-bologna/scaled-image-1-copia-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/21/la-street-art-di-shepard-fairey-a-bologna/scaled-image-1-copia-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/21/la-street-art-di-shepard-fairey-a-bologna/scaled-image-1-copia-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/21/la-street-art-di-shepard-fairey-a-bologna/star2/>) [](<https://www.ilpost.it/2016/01/21/la-street-art-di-shepard-fairey-a-bologna/scaled-image-1/>)
Soprattutto negli Stati Uniti Fairey – nato a Charleston, in South Carolina, nel 1970 – era già conosciuto per la sua street art. Nel 1989 infatti aveva lanciato la campagna "André the Giant Has a Posse", poi diventata "Obey Giant", in cui invitava le persone ad attaccare nella loro città gli adesivi che aveva realizzato e che ritraevano appunto André the Giant, un famoso wrestler. Fairey fu arrestato quindici volte ma la campagna ebbe successo, divenne un simbolo di protesta contro la cultura dominante, e lo fece diventare piuttosto famoso. Nel 2001 ha anche fondato il marchio di abbigliamento OBEY, diffuso soprattutto tra gli skater, la sottocultura in cui Fairey è cresciuto.
Lo sticker "André the Giant"
andre
I lavori di Fairey sono conservati da molti importanti musei contemporanei: il Museum of Modern Art di New York, il Museum of Contemporary Art San Diego, il Los Angeles County Museum of Art, e il Victoria and Albert Museum in London.
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
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*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| La street art di Shepard Fairey a Bologna | Albania: chi c'è sotto la piramide? |
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>> Le previsioni meteo per sabato dicono che in Italia sarà una giornata un po' nuvolosa e un po' soleggiata: di mattina sarà soleggiato solamente al Centro, in Sicilia e al Nord-Est; al Nord-Ovest, in Puglia e in Sardegna sarà nuvoloso, e pioverà in Valle d'Aosta e nelle province di Sondrio e Verbano-Cusio-Ossola. Di pomeriggio e di notte non pioverà ma continuerà a essere nuvoloso, mentre di sera è prevista di nuovo pioggia in Valle d'Aosta. Le temperature massime saranno in lieve calo al Nord, dove arriveranno a 26-27 gradi.
>>
>> [ ](<https://www.ilpost.it/2020/09/18/meteo-previsioni-sabato-19-settembre/meteo-mattina-449/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2020/09/18/meteo-previsioni-sabato-19-settembre/meteo-mattina-449/>) Mattina [](<https://www.ilpost.it/2020/09/18/meteo-previsioni-sabato-19-settembre/meteo-pomeriggio-467/>) Pomeriggio [](<https://www.ilpost.it/2020/09/18/meteo-previsioni-sabato-19-settembre/meteo-sera-353/>) Sera [](<https://www.ilpost.it/2020/09/18/meteo-previsioni-sabato-19-settembre/meteo-notte-363/>) Notte
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>> ***
> _Le mappe e le previsioni arrivano dal[sito dell’Aeronautica Militare](<http://www.meteoam.it/>), quello che dovete visitare se volete previsioni affidabili (e leggermente aggiornate rispetto a quelle di questo articolo) e [stare alla larga](<https://www.ilpost.it/2017/08/09/meteo-siti-per-informarsi-previsioni/>) da allarmismi inutili._
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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| Il meteo di oggi, sabato 19 settembre | Altri due esponenti dell’opposizione bielorussa sono stati arrestati |
Lo studio di architettura californiano [AECOM](<http://www.aecom.com/What+We+Do/Architecture>) (uno dei più importanti al mondo) ha progettato [la nuova sede](<http://www.aecom.com/What+We+Do/Design+and+Planning/Practice+Areas/Strategy+Plus/_projectsList/Sony+Music>) della casa discografica Sony Music a Madrid. I nuovi uffici si trovano sul Paseo de la Castellana, nel centro di Madrid, vicino a imprese e aree commerciali: i vecchi uffici erano invece situati in un vecchio palazzo lontano dal centro della città, con un design obsoleto e senza gli spazi adeguati. Sony ha voluto uno spazio innovativo per aumentare la produttività e promuovere la collaborazione tra i dipendenti: c'è un grande auditorium per tenere eventi e concerti e i nuovi uffici sono molto grandi e colorati, per "emanare un'atmosfera fresca, in linea con i valori del brand nell'epoca della musica digitale".
[ ](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid/> "vai alla fotogallery") [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/15-46/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-2/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-3/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-4/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-5/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-6/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-7/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-8/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-9/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-10/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-11/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-12/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-13/>) [](<https://www.ilpost.it/2015/04/28/sony-music-madrid-uffici/uffici-sony-music-madrid-14/>)
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
*[) ]: Rigore
*[Rig), 63′ ]: Rigore
*[ NF]: Norfolk Island
*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| I nuovi uffici di Sony Music a Madrid | Sarri ha sbagliato, Lotito più di lui. Ma è mai esistito il sarrismo dopo i fasti di Napoli? |
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>> **Aggiornamento ore 18.39** - L'iniziativa popolare per l'aumento delle settimane di ferie da 4 a 6 per i lavoratori svizzeri [è stata bocciata](<http://www.irishtimes.com/newspaper/breaking/2012/0311/breaking19.html>) dal voto popolare.
>>
>> **Aggiornamento ore 15.05** - Secondo le prime proiezioni, l'iniziativa popolare sull'aumento delle settimane di ferie da 4 a 6 per i lavoratori svizzeri [è stata respinta](<http://www.focus.de/politik/ausland/soziales-schweizer-lehnen-mehr-mindesturlaub-ab_aid_722861.html>) dal voto popolare con una percentuale complessiva di "no" intorno al 67 per cento contro il 33 per cento di "sì".
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>> --
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>> Oggi in Svizzera [si vota](<http://www.stern.de/politik/ausland/volksabstimmung-in-der-schweiz-vier-oder-sechs-wochen-ferien-1798342.html>) per una serie di referendum a livello locale e federale, detti "iniziative popolari". Uno di questi dovrà decidere se portare a sei settimane, dalle quattro attuali, il numero di settimane all'anno di ferie dei lavoratori. La consultazione è stata chiesta dal sindacato Travail Suisse per il quale attualmente un terzo dei lavoratori svizzeri soffrirebbe di stress sul luogo di lavoro. Nonostante questo, i lavoratori non sembrano pensarla così: secondo [gli ultimi sondaggi](<http://www.euronews.com/2012/03/11/swiss-expected-to-say-no-to-more-time-off-work/>) prima del voto, solo il 30 per cento di loro vorrebbe altre due settimane di ferie.
>>
>> L'iniziativa è stata fortemente osteggiata negli ultimi tempi da governo e imprenditori, con l'argomento che, se venisse approvata la legge delle sei settimane, i costi del lavoro nel Paese diventerebbero insostenibili. Il comitato per il "no" a questa proposta ha lanciato recentemente uno spot molto drastico, nel quale un uomo in sala operatoria viene abbandonato dai medici proprio per le conseguenze che causerebbe la legge delle sei settimane.
>>
>> Oltre a questo referendum, si vota anche su una proposta di legge che vuole limitare il numero delle cosiddette seconde case (spesso adibite da chi le possiede a residenze di villeggiatura o case vacanza) al 20 per cento del totale delle abitazioni di ogni singolo comune. In questo caso, è stato chiesto il voto popolare dai promotori per cercare di fermare la speculazione edilizia e i prezzi sempre più alti delle case, che starebbero danneggiando gli abitanti locali. Secondo gli ultimi sondaggi, il "sì" a questa nuova norma sarebbe in leggero vantaggio.
>>
>> Inoltre, a Zurigo, si vota per la creazione di uno spazio a luci rosse fuori dalla città, per togliere le prostitute dalle zone residenziali. Il progetto prevede che un parcheggio all'ingresso di Zurigo venga adibito ad area per il sesso. Intorno a quest'area, che in teoria sarebbe aperta dalle 7 di sera alle 5 della mattina successiva, verrebbe costruita una serie di garage dove le prostitute potrebbero ospitare i loro clienti.
>>
>> Le consultazioni rientrano nel sistema delle cosiddette "iniziative popolari", previsto nella Costituzione svizzera dal 1891. Secondo il sistema di democrazia diretta attualmente in vigore in Svizzera, chiunque può chiedere un referendum purché sia un cittadino maggiorenne e riesca a raccogliere, nel giro di 18 mesi, le firme di 100 mila persone favorevoli alla consultazione. Per essere approvata l'iniziativa ha bisogno di una doppia maggioranza: del popolo a livello federale e quella dei singoli cantoni.
>>
>> foto: AP/Anja Niedringhaus
*[MASAF]: Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste
*[ICQRF]: Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari
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*[22 minuti, 47 secondi fa]: 2016-07-30T20:21:38+00:00
| Il referendum sulle ferie in Svizzera | Il Memoriale della Shoah, un simbolo contro l'indifferenza che oggi va sempre più combattuta |